Tour of Beijing 2014: Apre Mezgec, Ewan secondo - Luka s'impone come nell'ultima tappa dell'anno scorso
- Tour of Beijing 2014
- Team Giant - Shimano 2014
- Team Sky 2014
- Alexander Maes
- Boy Van Poppel
- Caleb Ewan
- Christophe Kern
- Davide Appollonio
- Jasha Sütterlin
- Jérémy Roy
- Luka Mezgec
- Moreno Hofland
- Nelson Filipe Santos Simoes Oliveira
- Olivier Le Gac
- Philippe Gilbert
- Sacha Modolo
- Steele Von Hoff
- Tosh Van der Sande
- Tyler Farrar
- Uomini
Al via dunque l'ultima edizione del Tour of Beijing: l'ultima prova WT della stagione sarà un'occasione per i corridori più navigati di prendersi ulteriori soddisfazioni, ma soprattutto per corridori più giovani di mettersi in mostra. E oggi abbiamo avuto un assaggio di questo, col neoprofessionista Caleb Ewan che è andato vicino al colpaccio, battuto solo da uno scaltro Luka Mezgec, primo leader della corsa.
La tappa si districa nel distretto di Zhangjiakou, paesone da un milione di abitanti che fa anche da località d'arrivo della tappa. È "la porta del nord": siamo vicinissimi alla muraglia cinese, ed il percorso è per lo più su uno spettrale altipiano a 1500 metri d'altezza, popolato soprattutto da pale eoliche oggi a riposo causa vento inesistente (e di conseguenza, smog persistente). Qui si disputeranno le prove delle Olimpiadi Invernali, se la candidatura di Pechino 2022 risulterà vincente. Prende il largo subito dopo la partenza da Chongli una fuga di tre corridori, il tedesco Christophe Kern (AG2R), il francese Jérémy Roy (FDJ) ed il belga Tosh Van der Sande (Lotto). Vantaggio massimo 8'15" dopo 50 km. Nei primi chilometri ci sono tre GPM, uno di seconda e due di terza categoria, ed è Van Der Sande a passare in testa ed aggiudicarsi la prima maglia a pois.
È il team Sky a controllare la fuga per tutto il tempo, deciso a lavorare per portare Ben Swift alla volata. Poche le difficoltà nel controllare la fuga su un percorso così ostile, tant'è che l'equilibrio tra i tre si sgretola da solo, con Van Der Sande che molla a 50 km dalla fine e Roy che lascia Kern all'altezza del traguardo volante di Hui Cai Lang, passaggio che sancisce anche la fine dell'altipiano e l'inizio della lunga discesa verso il capoluogo della prefettura. Qui si registra l'unico episodio degno di nota della fase centrale (oltre il ritiro del Lampre Nelson Oliveira per problemi respiratori), ossia lo scatto di Philippe Gilbert per recuperare 1" di abbuono al traguardo volante. Che il campione belga sia intenzionato a fare classifica? Lunedì sapremo la risposta.
L'inseguimento a Roy prosegue pacificamente e anche il cagnaccio della FDJ viene ripreso a 20 km dal termine. Dopodiché è sempre il treno Sky a controllare la situazione fino almeno ai 5 km dal traguardo, quando anche Lotto e Giant-Shimano cominciano a preparare i loro treni. Strada larga, c'è spazio per tutti: si vedono anche tripli treni contemporanei. L'unico tentativo è di Jasha Sütterlin (Movistar) in fondo alla discesa di uno svincolo autostradale ai 3 km, in un momento di apparente confusione. Ma è un attimo. All'ultimo chilometro è l'Omega che tenta di lanciare Maes, poi Farrar parte lunghissimo. Mezgec (Giant-Shimano) invece coglie l'attimo giusto per uscire dalla ruota di Farrar e vincere per la sesta volta in questa stagione ricca di soddisfazioni. Mezgec ricomincia da dove aveva lasciato: l'anno scorso vinse l'ultima tappa nel Bird's nest, inaugurando la sua serie di successi da professionista. Secondo un ottimo Caleb Ewan, adesso professionista dell'Orica GreenEDGE a tutti gli effetti, partito troppo tardi per cogliere il successo, terzo Farrar. Al quarto posto si rivede Sacha Modolo, che non riusciva a fare una volata dal Giro di Polonia, mentre Maes chiude quinto. Seguono Hofland, Von Hoff, Boy Van Poppel, Appollonio e lo stagista della FDJ Olivier Le Gac, altra grande promessa del ciclismo transalpino. Non pervenuto Ben Swift, per la gioia dei compagni che han tirato con solerzia tutta la tappa.
Domani si scende a sud e si enterà nella provincia di Pechino, con arrivo a Yangqing. Tappa più breve ma con qualche difficoltà altimetrica nella seconda parte che potrebbe selezionare il gruppo. Difficile però un arrivo diverso da quello allo sprint.