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Giro d'Italia 2015: Sarà una corsa rosa in crescendo - Il via dalla Liguria. Mortirolo, Cervinia e Finestre le chiavi di volta | Cicloweb

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Giro d'Italia 2015: Sarà una corsa rosa in crescendo - Il via dalla Liguria. Mortirolo, Cervinia e Finestre le chiavi di volta

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I protagonisti del Giro 2015 alla presentazione © Bettiniphoto

Svelato! Ecco il 98° Giro d'Italia, quello che nel 2015 vedrà al via sicuramente Alberto Contador, forse Vincenzo Nibali, di certo tanti altri campioni. Non è questa la sede, tempo e modo di parlarne, in quest'autunno, ne avremo. Il percorso, quello ci preme analizzare qui. Non troppe sorprese dalla Liguria alla Lombardia, in questo Giro del Centro-Nord Italia che avrà due settimane faciline - non certo facili - per poi condensare tutte le maggiori difficoltà, come in un crescendo, nella terza settimana. Saranno 3481.8 i chilometri da percorrere, tra il 9 ed il 31 maggio, in totale (nel 2014 furono 3465.4), i primi 17.6 in una cronosquadre.

La Grande Partenza per la quarta volta dalla Liguria
Anomala, come prova, visto che si disputerà interamente sulla ciclabile che da San Lorenzo al Mare conduce a Sanremo. Primo atto di una quattro giorni ligure che proseguirà con la Albenga-Genova. Volata quasi sicura, visto che la salita del Testico, affrontata anche al Trofeo Laigueglia, è subito in partenza, mentre da Cogoleto a Sciarborasca si va su che è un piacere. Più insidioso potrebbe rivelarsi il circuito cittadino, due giri da 6.8 km, e a Genova non c'è un metro di pianura. Poco relax anche nella terza frazione, da Rapallo a Sestri Levante. Due località di mare, è vero, ma in mezzo c'è tutto l'entroterra del mondo: subito salita verso la Ruta di Camogli, nemmeno considerata Gpm (giustamente), poi dolce ascesa verso Colle Caprile, quindi Scoffera, Garaventa, bivio per Rondanina (sì, proprio la Rondanina di cui sono originari i parenti del Presidente della Regione Liguria, Claudio Burlando), discesa a Montebruno, altra salita verso Costafinale e Barbagelata, picchiata in Val Fontanabuona. Da lì a Sestri Levante è tutta una piana a scendere, 24 km agili agili in cui chi avrà perduto terreno potrà rifarsi sotto senza alcun problema. La quarta ed ultima tappa ligure è discretamente intrigante: da Chiavari a La Spezia, 150 km in cui la salita non verrà dimenticata. Subito la Colla di Velva, poi il Bracco e picchiata a Levanto, sulle strade che nel 2009 furono teatro della crono delle Cinque Terre. Si salirà, come allora, al Passo del Termine per raggiungere La Spezia dopo la panoramica della Cinque Terre. Non avrà però fine la fatica, poiché l'ultima asperità si chiama Biassa, è già stata affrontata dal Giro nel 2006 ed è una poco nota ma assai insidiosa salitella, tutta tornanti e rampette. La discesa verso la Spezia, l'ultima, potrebbe vedere davanti già i più in palla.

I primi arrivi in salita: Abetone e Campitello Matese
Si passa in Toscana ma le difficoltà non finiscono, anzi: i 152 km da La Spezia all'Abetone potranno scavare altri distacchi (però è un peccato che in questa frazione non ci sia un San Pellegrino in Alpe, per fare un nome). La sesta tappa è quasi banale, 181 km per le ruote veloci da Montecatini Terme a Castiglione della Pescaia. Si scenderà poi da Grosseto a Fiuggi, 263 km non certo scontati. C'è la salita di Monterotondo e nel finale non si starà calmi di certo. Altro luogo adatto a trappoloni, senza considerare che è la frazione più lunga di questa corsa rosa e la prima sopra i 200 km. Il giorno dopo bisognerà recuperare bene, perché il primo arrivo in salita, a Campitello Matese, non farà regali. Si parte da Fiuggi, dopo 51 km si sale su verso Forca d'Acero, quindi il Valico del Macerone, al chilometro 143, fa da preludio al finale. Campitello Matese è una salita di 13 km al 6.9% di pendenza media, con punte anche al 13%: difficile far grossi distacchi. Domenica 17 maggio altra tappa interessane, la più a sud di tutto il Giro: 212 km da Benevento a San Giorgio del Sannio, con Monte Terminio e Colle Molella a dar fastidio alle gambe, ma pure il finale non è semplice. Il Passo Serra è a poco più di 10 km dal traguardo ed arriva dopo mangia e bevi infiniti. Una frazione in cui indubbiamente bisognerà fare attenzione. Fortunatamente, dopo questa arriva il primo riposo e si risale la Penisola.

Primo riposo, la carovana risale a Civitanova Marche
I 195 km da Civitanova Marche a Forlì vedranno in azione i velocisti. Il giorno dopo si andrà da Forlì ad Imola, con arrrivo nell'Autodromo Enzo e Dino Ferrari: sono 147 con il Passo del Trebbio subito dopo 25 km, poi il Valico del Prugno al km 69, in mezzo tanti saliscendi. Nel finale circuto di 16.9 km con la salita di Tre Monti: tagli obbligatori da parte di chi vorrà vincere la tappa,a partire dal far fuori i velocisti. Siamo già al giorno 12 di corsa e l'arrivo di Vicenza è qualcosa di intrigante: partendo da Imola si trovano 126 km di pianura, poi in successione Castelnuovo, Crosara, Perarolo e l'arrivo a Vicenza. Non certo in città, ma sul Monte Berico, ad un chilometro dal centro, circa. Arrivo per scattisti, senza dubbio. Dopo questa piccola fatica ci sarà il piattone, da Montecchio Maggiore a Jesolo: velocisti tutta la vita.

A Valdobbiadene l'unica cronometro individuale, poi Campiglio
In gruppo si recupereranno energie preziose in vista dell'unica cronometro individuale: da Treviso a Valdobbiadene sono 59.2 km in tutto. I primi 30 km sono un piano leggermente ascendente, poi si sale decisi a San Pietro di Feletto. Discesa e di nuovo naso all'insù nel finale, verso San pietro Barbozza, per poi buttarsi su Valdobbiadene. Chi avrà accusato un ritardo notevole in questa prova sabatale potrà subito rifarsi la domenica, con l'arrivo sulle Alpi: da Marostica a Madonna di Campiglio, 165 km con le salite di La Fricca, poi nel finale Passo Daone e finale lassù, dove terminò simbolicamente la carriera del Pirata. Lo spazio per recuperare terreno sugli esperti del cronometro c'è, il tempo per il recupero sarà il giorno dopo Madonna di Campiglio, lunedì 25 maggio.

Ultimo riposo, poi il tappone: Mortirtolo e finale all'Aprica
Si riparte però con un vero e proprio tappone, quindi occhio al giorno di riposo: la sedicesima tappa può essere decisiva nell'economia della corsa, con 175 km da Pinzolo all'Aprica. In mezzo cosa c'è? Di tutto: subitissimo il Campo Carlo Magno, poi Tonale, Aprica da Edolo, Mortirolo da Mazzo, picchiata ancora ad Edolo e finale ad Aprica: la maglia rosa, in questa frazione, dovrà essere davanti. Il giorno dopo si sconfina, partendo da Tirano, alle porte della Svizzera, ed entrandoci, di fatto, nel Paese, ma a Lugano: solo la salita di Teglio all'inizio della tappa, poi si percorre in discesa tutta la Valtellina, con gli ultimi 8.7 km in territorio elvetico. Dopo un tappone come quello del Mortirolo è facile che arrivi la fuga, anche perché il giorno dopo si resta in zona, ma con difficoltà più marcate. Da Melide a Verbania sono 172 per la maggior parte semplici, ma a 43 km dall'arrivo inizia il travaglio: il Monte Ologno da Cannero Riviera non sarà il già superato Mortirolo, ma è un'ascesa lunga sempre 10 km, con una pendenza media importante, al 9% (punte al 13% appena percorso il primo chilometro). Non sarà una giornata innocua, anche perché la stanchezza inizierà a farsi ben sentire.

Tre giorni alla fine, tre salite toste verso Cervinia. Infine il Finestre
Il giorno dopo la 19a tappa può chiudere le sorti del Giro, o riaprirle: 236 km da Gravellona Toce a Cervinia, con tre salite valdostane in grado di far male davvero: prima il Saint-Barthélemy da Lillaz, poi si scende, ma per riprendere a scalare il Col Saint-Pantaléon. Qui Pavel Tonkov lasciò un Giro, nel 1997, con Gotti lanciato in rosa: stesso finale di quella tappa, con discesa a Torgnon ed Antey, risalita lunga e faticosa, visto che prima s'è già speso molto, in direzione Cervinia. Siamo all'ultimo fine settimana, alle ultime due tappe, ma alla faccia della passerella! La ventesima frazione va da Saint-Vincent al Sestriere e per 150 km non è niente di che: da Susa però inizia il Colle delle Finestre, già affrontato nel 2005 e nel 2011, sempre con arrivo a Sestriere. Nella prima occasione José Rujano si rivelò come grandissimo fenomeno (tale sarebbe rimasto, purtroppo), vincendo al tappa, mentre Gilberto Simoni provava a mettere in crisi la maglia rosa Paolo Savoldelli. Nel 2011 invece il bielorusso Vasili Kiryienka fece vedere che rullo compressore era (ed è!), andando via sullo sterrato, senza voltarsi, senza essere ripreso. Già, c'è lo sterrato, sul Finestre, dura 7.8 km (di 18.45 km totali d'ascesa), la pendenza media è del 9.2%, le punte toccano il 14% (ma sullo sterrato "solo" 11%). Sul Sestriere si capirà chi l'indomani, nella Torino-Milano, potrà brindare ed essere festeggiato.

Un Giro insidioso, in crescendo, che parte con delle tappe apparentemente facili, ma da non sottovalutare. La cronometro di Valdobbiadene potrebbe creare scompiglio ma l'ultima settimana farà uscir fuori il migliore, non c'è dubbio: tra i 1854 metri del Mortirolo (Cima Pantani) ed i 2178 metri del Colle delle Finestre, Cima Coppi, c'è un tappone valdostano, con Cervinia come arrivo. Da non sottovalutare nemmeno la tappa di Verbania, che concentra tutto negli utlimi chilometri. Molte le occasioni per le ruote veloci (sette), tante anche le opportunità per i cacciatori di classiche in cerca di gloria (cinque), sette arrivi in salita (Abetone, Campitello Matese, Monte Berico, Madonna di Campiglio, Aprica, Cervinia e Sestriere).

È un Giro che, più che le salite finali, privilegia le penultime salite (Mortirolo prima di Aprica, Saint-Pantaléon prima di Cervinia, Finestre prima di Sestriere). Chi vorrà attaccare non potrà permettersi di attendere gli ultimi 3 km di corsa, come da brutta consuetudine negli ultimi tempi. Un Giro che parte in maniera morbida, poi pian piano, tra un dentello e l'altro, obbliga i protagonisti a mostrare i muscoli. C'è poco Sud Italia, ma in venti giorni di gara, partendo già da Nord (è la quarta volta nella storia che la Grande partenza sarà in Liguria), affrontando le Alpi e facendo calare il sipario a Milano, era abbastanza complicato toccare il Sud (purtroppo). Mortirolo, Cervinia e Finestre le chiavi di volta, ma vietato trascurare tutto il resto, altrimenti si salta.

Francesco Sulas

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