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Campionati Italiani su Pista 2014: Lo sapevate? C'erano gli Italiani - Talenti in evidenza ma interesse mediatico quasi nullo

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Simona Frapporti (qui con Annalisa Cucinotta e Tatiana Guderzo) è stata una delle protagoniste degli Italiani su Pista © Fabiano GhilardiSalve. Se stai leggendo quest'articolo significa che hai appreso che in questa settimana si sono disputati i Campionati Italiani su Pista a Montichiari. Sarebbe bello invitarti a compilare un questionario, per sapere se hai appreso ciò vedendo nella nostra homepage o sui social network questo articolo, o se sapevi già dell'evento trascorso, tramite altre fonti.

Ce lo chiediamo con curiosità, perché a noi sembra che la rassegna, che di per sé dovrebbe essere un evento (stiamo pur sempre parlando di Campionati Italiani), somigli più un collegiale per addetti ai lavori, senza alcun battage pubblicitario, senza il richiamo che hanno altri eventi lontani dalla strada (parliamo della Mountain Bike ma soprattutto del Ciclocross, che nella scorsa stagione ha avuto un discreto rilancio anche grazie alla Coppa Italia e sembra sempre più avviato verso l'essere una disciplina d'interesse).

I Campionati Italiani si svolgono a Montichiari ininterrottamente ormai dal 2011, essendo l'unico velodromo al coperto in Italia, in attesa che a Treviso comincino i lavori per il secondo velodromo coperto italiano. Ed ogni anno la sensazione che si ha è la stessa: di uno spettacolo fine a se stesso, trascurato dai media, dal pubblico e dagli atleti stessi, considerando che molte regioni d'Italia non vi partecipano da anni, nonostante abbiano le strutture per prepararsi alla prova, e che la partecipazione dei professionisti sia sempre più risicata (quest'anno ne contiamo 3 tra gli uomini...). La pista è inoltre, per ovvie ragioni, il settore del ciclismo italiano che soffre di più della radicalizzazione locale del nostro movimento.

Il risultato è che a Montichiari si sono messi in mostra diversi talenti, che di seguito andremo ad elencare, ma per questi talenti quale futuro c'è? Emblematico l'esempio di Stella Tomassini, plurimedagliata proprio nel 2011, ma con la grossa sfortuna di essere forte nella Velocità: il risultato è che due anni dopo ha mollato tutto, ora si dedica agli studi universitari e fa il portiere di calcio a 5. Vogliamo che le varie Andreotti, Bissolati e Vece facciano la stessa fine? No? E allora si dia la possibilità, come è già successo nel Ciclocross con Scotti, di affidare la pista italiana a qualcuno (chiunque, purché competente) che riesca a creare un giro di eventi di rilievo, che possano attirare pubblico e sponsor, sull'onda della moda crescente delle bici a scatto fisso, perché la pista resta un contenitore di discipline spettacolari e raramente noiose, specie se godute all'interno di un velodromo.

Chiusa questa riflessione, passiamo alla cronaca delle gare. In quest'edizione dei Campionati Italiani nessun trionfatore, ma molti talenti in evidenza, specie nelle categorie giovanili. I segnali migliori arrivano dalle donne juniores, dove nelle prove di velocità Elena Bissolati e Miriam Vece hanno fatto incetta di medaglie, spartendosi il bottino. Il primo successo è arrivato per la Vece, cremasca della Valcar, che ha conquistato l'oro nei 500 metri stracciando la Bissolati e Martina Alzini. Notevoli sono soprattutto i tempi registrati: 35"699 per la Vece, 37"013 per la Bissolati; sarebbero valsi rispettivamente oro e bronzo tra le Élite. Nei giorni successivi è stata però la Bissolati ad imporsi in Keirin e Sprint, dopodiché le due cremonesi hanno unito le forze nella Velocità a squadre registrando il tempo di 35"468, inarrivabile per le altre. Stiamo parlando di due ragazze classe '97, con dunque un'altra stagione a disposizione tra le Juniores per mettersi in mostra e crescere ancora. Altre belle prove da parte del vivaio lombardo si registrano da parte di Martina Alzini, anche lei classe '97 e legnanese, vincitrice prevedibile dell'Omnium (è stata argento mondiale) e Claudia Cretti, oro nello Scratch e argento nell'Omnium. Insieme han contribuito anche al successo lombardo nell'inseguimento a squadre.

Quest'anno invece erano i primi Campionati Open per Maila Andreotti e la ragazza friulana ha dimostrato di non temere alcun confronto con le rivali: per lei arrivano 3 ori e 1 bronzo. "Stecca" solo i 500 metri, dove è terza, poi domina Keirin, Sprint e Velocità a squadre con Annalisa Cucinotta, la quale risulta l'atleta plurimedagliata di questa edizione degli italiani, con ben 8 medaglie. E anche la più sfortunata, visto che quello della Velocità a squadre è l'unico oro e ben 5 sono d'argento: 500 metri, Scratch, Omnium, Sprint e Keirin sono le sconfitte dell'atleta da Forestale, da apprezzare per l'impegno dimostrato.

Anche tra gli uomini il più vincente è nel settore della Velocità: si tratta di Francesco Ceci, che si conferma il più talentuoso della famiglia nonostante il fratellino Davide Ceci gli dia spesso filo da torcere e sia riuscito a batterlo nella Velocità, dove ha completato il podio il cugino "scissionista" Luca. Campo libero invece per Francesco nel Chilometro da fermo e ne Keirin, dove si è messo dietro nientemeno che Andrea Guardini, tornato in velodromo con due argenti portati a casa. I Ceci Boys infatti, con la complicità di Giacomo Del Rosario (Pedale Teate) si sono anche messi dietro un superteam di velocisti italiani (Minali, Guardini, Mareczko e Consonni) nella Velocità a Squadre, a dimostrazione ulteriore di come la costanza sia il vero livellatore di una disciplina dove il talento puro non basta. Nella categoria Juniores, in bella evidenza gli atleti di Busto Garolfo, dove è presente un velodromo comunale che ospitò gli Italiani nel 2003. In questa categoria il Ceci Dreambike non è riuscito a imporsi grazie alle ottime prove di Mattia Geroli, primo anno e dunque ancora spendibile in eventi internazionali, vincente in Keirin e Velocità su Manuel Gambuti, argento nel Chilometro da fermo e nella Velocità a Squadre. Bene anche Matteo Moschetti e Giacomo Garavaglia, che fanno il botto nell'ultima giornata conquistando l'oro nella Madison e nell'Inseguimento a Squadre, dove hanno trascinato la formazione lombarda. Niente hanno potuto invece nell'Inseguimento individuale controFilippo Ganna, reduce dal quarto posto nei mondiali di Ponferrada a cronometro e ancora in formissima, visto che col tempo di 3'18"970 ha abbattuto il record italiano di categoria che apparteneva a Ignazio Moser. Ganna è decisamente un altro talento da tenere in considerazione anche per la pista, vedremo se l'anno prossimo sfiderà gli Élite nella massima categoria. Anche nell'endurance femminile vince una reduce di successo di Ponferrada: parliamo ovviamente di Sofia Bertizzolo, tempo 2'30"787, poi bronzo nella prova a squadre.

Nelle prove di endurance, tra gli uomini, i più vincenti sono risultati Alex Buttazzoni e Francesco Lamon, 2 ori e 1 argento a testa. Il primo si è preso Scratch e Inseguimento a Squadre facendo argento nella Madison in coppia con Cazzaro. Il secondo la Madison l'ha vinta, con l'altro Colpack Simone Consonni, che assieme ai compagni di squadra Oliviero Troia e a Davide Martinelli (un po' appannato e deludente in questa edizione dei Campionati, tant'è che questa sarà la sua unica medaglia) ha contribuito all'argento nell'Inseguimento a Squadre, mentre a livello individuale si è preso un inatteso oro nella Corsa a Punti, approfittando dell'assenza di Elia Viviani alla prova. Oltre alla Colpack, anche la Pala Fenice ha ben onorato i Campionati Italiani, portando a casa medaglie con Francesco Castegnaro e Piergiacomo Marcolina, presenti nella formazione mista vincente nell'inseguimento individuale di Buttazzoni (il quartetto era completato da Michael Bresciani). Per i Pala Fenice bronzo nella Madison e nella Velocità a squadre con l'inserimento di Michael Zanetti, mentre Marcolina ha preso l'argento anche nello Scratch.

Le prove a più elevato tasso tecnico sono state però l'Omnium e l'Inseguimento Individuale, le quali hanno visto confrontarsi i due migliori esponenti degli anelli per il ciclismo azzurro. Stiamo parlando di Coledan e Viviani ovviamente, che si son dati furiosa battaglia nell'Omnium. Se la prima giornata vedeva Coledan prevalere in classifica, nella seconda Elia Viviani ha fatto valere le sue doti e la sua esperienza, sfruttando a suo vantaggio il nuovo regolamento della Corsa a Punti che prevede l'assegnazione di punti reali e mantenendo a distanza Coledan. Presente anche in questa gara Consonni, riuscito a prendere il bronzo. Nulla può invece Viviani contro Marco Coledan nell'Inseguimento Individuale, dove il corridore della Bardiani, ormai prossimo al passaggio in Trek (mentre Viviani è ormai nell'orbita del team Sky), stampa il tempo di 4'29"372.

Tra le donne, è l'Astana BePink di Walter Zini a ottenere il maggior numero di successi, grazie alla Valsecchi e alla Frapporti. Simona Frapporti si aggiudica 2 ori e 3 argenti, conquistando Omnium e 500 metri da fermo. Giusto un argento in meno invece per Silvia Valsecchi, vincitrice spumeggiante dello Scratch, dove ha preso il giro alle rivali, e prima nell'Inseguimento individuale col tempo di 3'41"726. Altra grande protagonista si è rivelata Tatiana Guderzo, che nell'ultima giornata ha fatto sua la Corsa a Punti per la prima volta in carriera mettendosi dietro Valsecchi e Cucinotta ed ha trascinato al successo anche le Fiamme Azzurre nell'Inseguimento a Squadre, con l'ausilio di Beatrice Bartelloni, Elena Cecchini e Marta Tagliaferro. Italiani sotto qualsiasi aspettativa invece per Giorgia Bronzini, totalmente a secco di medaglie.

Nicola Stufano

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