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Mondiale Cronosquadre WE 2014: Sì, sono imbattibili! E l'Astana vola a podio - Specialized, altro oro. Disastro Rabo Liv

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Terzo titolo di fila per la Specialized-Lululemon © Bettiniphoto

C'è sempre un imprevisto, nel ciclismo femminile. Esempio lampante: dal 2007 al 2012 Marianne Vos, la ciclista più forte di tutti i tempi, almeno tra le ragazze, non ha vinto un Mondiale, sempre preceduta da un'azzurra o da Nicole Cooke, a Varese. Eppure la più forte durante l'anno era lei. Mai dare niente per scontato, quindi, anche se nella cronosquadre femminile risulta un po' difficilotto.

C'è un team che a fine anno perderà entrambi gli sponsor, si chiama Specialized-Lululemon, e dal 2012, da quando è entrata nella settimana iridata questa prova, stravince. Ammazza le altre formazioni durante l'anno, le finisce a settembre. Oggi non ha agito diversamente, e scommettere contro le zebre a fiori era azzardato, se non sciocco.

Infatti il team statunitense di Kristy Scrymgeour non ha tradito: poteva risultare un'incognita il fatto che una delle sei - e che una! - Evelyn Stevens, fosse reduce da una caduta, ieri, durante la rifinitura. Niente, sul traguardo hanno staccato un 43'33", viaggiato a 49.805 km/h (le uniche, tutte le altre non hanno superato i 48 km/h), rifilato 1'17" all'Orica-AIS. Quella stessa Orica che lavora in Australia ed in Europa, si esercita nelle prove corali contro il tempo, lima di qui, lima di là. Giusto per capire la levatura delle avversarie.

Niente di strano, nelle due (sì, ben due) cronosquadre corse dalle ragazze nella stagione, la Specialized ha sempre vinto, rifilando bei distacchi alla seconda. Siccome sorprese era difficile vederne stamane, il restante posto sul podio sarebbe andato ad una tra Rabo Liv e Boels-Dolmans. Due squadre olandesi, la prima favorita sulla seconda, che però può vantare un treno come Ellen Van Dijk, Campionessa del Mondo a Firenze nella crono individuale. Se la Boels chiuderà quinta con un tempaccio, il bello doveva ancora venire. Bello, poi, ma non per chi è coinvolto in prima persona.

Riavvolgiamo il nastro: al traguardo c'è l'unica formazione italiana in gara, l'Astana-BePink. È inn testa con un bellissimo 45'52", 7" davanti alla Optum. Scivolate via RusVelo, Hitec e Giant-Shimano, mancano Boles-Dolmans, Orica, Rabo e Specialized-Lululemon. La Boels, come detto, cicca clamorosamente e corre sul tempo della Optum: 45'59", i centesimi penalizzano la formazione olandese, che è quindi quinta. L'Astana-BePink ci spera, nel podio, ma la concorrenza di Orica, Rabo e soprattutto Specialized non è poca cosa.

Le australiane tolgono uno spicchio di sogno alle ragazze guidate da Walter Zini, segnando un 44'50", 1'02" meglio dell'Astana-BePink. Astana ormai rassegnata al quarto posto, visto l'imminente arrivo di Rabo e Specialized. Però, però... La Rabo, schiacciasassi durante tutta la stagione (ha monopolizzato corse in linea e podi, come all'Emakumeen Bira, al Giro Rosa o a Plouay. Non percorsi banali), ha qualche problema.

Un problemino si chiama Marianne Vos, singolare come fatto: fuoriclasse per cui si sono spese e si spenderanno fiumi di parole, ultimamente ha perso qualche colpo. Sia al Boels Holland Ladies Tour che al Lotto Belisol Belgium Tour s'è ritirata strada facendo: non recuperava abbastanza bene tra una tappa e l'altra, in vista del titolo mondiale da difendere meglio riposare che forzare. E però, dopo il secondo intermedio, posto a Camponaraya, la Vos si stacca dal gruppo Rabo Liv. L'ammiraglia le propone l'acqua, la rifiuta, sembra nervosa. Che stia poco bene o semplicemente, svolto il suo, non si sia voluta spremere in vista di sabato, il segnale non è buono.

Chi ha dato l'anima e anche di più, delle Rabo Liv, è Roxane Knetemann. La figlia di Gerrie si stacca poco dopo la Vos, mancano circa 8 km al traguardo, la Rabo resta conn Annemiek Van Vleuten, Anna Van der Breggen, Pauline Ferrand-Prévot e Lucinda Brand. Il tempo si prende sulla quarta, le Rabo erano seconde solo alla Specialized-Lululemon agli altri intermedi, ci vorrebbe un problema meccanico per fermarle. L'Astana-BePink inevitabilmente gufa, per usare un termine tornato in voga di recente.

Il colpo di scena, inaspettato, improvviso e decisivo, arriva. Una rotonda, Annemiek Van Vleuten, che per il 2015 ha già firmato con la Bigla, dove vuol provare a far la capitana, esce malissimo. Il piedino della transenna è lì che l'aspetta, la caduta dell'olandese inevitabile, la bicicletta vola in aria.

Chi le è in scia non ha il tempo di realizzare l'accaduto: Anna Van der Breggen frana sulla Van Vleuten e pure la Ferrand-Prévot finisce giù. Solo Lucinda Brand rimane in piedi, ma la Van der Breggen, in buona parte artefice del successo di Marianne Vos al Mondiale fiorentino, non si rialza. Ambulanza, ospedale e lastre: frattura al bacino, Mondiali addio. Alla Van Vleuten invece vengono applicati diversi punti di sutura sulla ferite.

Nel frattempo la Specialized-Lululemon ha chiuso in 43'33", in testissima, terzo Mondiale a crono e via andare. L'Orica gioisce per l'argento, che dietro a questi mostri di bravura è sempre tanto. E l'Astana-BePink? Esplode! Ci si poteva aspettare una bella prova, diciamo da prime cinque posizioni, dalle ragazze guidate da Zini, ma il podio è davvero una sorpresa piacevolissima. Sono staccate di 2'19" dalla Specialized, e pazienza, vanno a podio sfruttando la disgrazia della Rabo Liv: un po' spiace, per le colleghe olandesi, ma fa parte del gioco, altrimenti si stilerebbero le classifiche di merito senza neanche correre.

Per il resto le quattordici squadre che si sono date battaglia sui 36.1 km attorno a Ponferrada, su un circuito non piatto ma per nulla montagnoso, sono state un contorno alla lotta delle grandi. Detto del podio con Specialized, Orica ed Astana, la quarta piazza è della Optum, a 2'25", quindi il flop della Boels-Dolmans, quinta a 2'26", la Unitedhealthcare a 2'43", la Bigla a 2'55", la Giant-Shimano a 3'45", la Hitec priva di Elisa Longo Borghini, a 4'01", RusVelo decima a 4'07".

Sul podio finiscono ben quattro italiane: Valentina Scandolara con l'Orica, Simona Frapporti, Silvia Valsecchi e Susanna Zorzi per l'Astana-BePink. Praticamente tutte quelle impegnate nella prova ad eccezione di Elena Valentini, classe '92 della BTC City Ljubljana, formazione slovena giunta dodicesima a 4'19".

Adesso si pensa già alla gara a crono di martedì pomeriggio e soprattutto a quella in linea di sabato. Van der Breggen è già fuori, Van Vleuten, altra colonna dell'Olanda, deve uscire dall'ospedale, poi si vedrà. La stessa Vos, per quanto scrupolosa nella preparazione, talentuosa e brava a sfruttare anche una condizione al 50%, non dà buoni segnali da un paio di settimane a questa parte.

C'era l'Olanda, alla vigilia, che pareva invincibile: dopo la mattinata odierna (e l'infortunio alla Van der Breggen) le azzurre, così come l'Astana-BePink, vedono molto più vicine una medaglia. Non si sa di che metallo, anche perché l'imprevisto è sempre dietro l'angolo. A parte quando di mezzo c'è una cronosquadre e la Specialized-Lululemon, lì servirebbe la fine del mondo, o qualcosa del genere.

Francesco Sulas

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