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GP Prato 2014: Azzurri belli, azzurri Colbrelli - L'Italia va. Sbaragli e Napolitano a podio | Cicloweb

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GP Prato 2014: Azzurri belli, azzurri Colbrelli - L'Italia va. Sbaragli e Napolitano a podio

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Sonny Colbrelli primo al GP di Prato davanti a Kristian Sbaragli © BettiniphotoAlzare le braccia al cielo in maglia azzurra, una domenica di settembre: non è cosa da tutti. Sonny Colbrelli, riguardando nelle prossime ore le foto della sua vittoria al GP di Prato, sarà autorizzato a chiudere gli occhi e lasciarsi trasportare da pensieri favolistici, e forse anche dal sospetto di essere arrivato con una settimana di anticipo a un appuntamento di questo tipo: perché, chiaramente, la domenica di settembre in cui conterebbe alzare le braccia al cielo in maglia azzurra è la prossima, quella di Ponferrada, quella del Mondiale.

Qui nell'amica Toscana non possiamo neanche parlare di prove generali, vista la profonda differenza tra una pur rispettabile semiclassica italiana e la gara in linea (o meglio, in circuito!) più attesa della stagione. Però, come diceva quel vecchio saggio, meglio vincere che non vincere, anche se non sono i Mondiali e non ci si è lasciati alle spalle i Gerrans e i Sagan, i Cancellara e i Degenkolb, i Kristoff e i Gilbert, ma un terzetto di onesti e bravi connazionali come Kristian Sbaragli, Danilo Napolitano e Simone Ponzi.

Però questo successo, che si somma a quello di ieri a Cesenatico nel Memorial Pantani, serve eccome a Sonny. Gli serve perché lui si sente un po' l'ultimo arrivato nel club azzurro (ultimo ma non unico, visto che condivide il "destino" con altri giovani e/o esordienti come Zardini e Formolo, Aru e Damiano Caruso, De Marchi), ed è ben conscio della grande responsabilità che il ct Cassani gli fa piovere sul capo.

Se il bresciano sarà schierato da titolare (come è quasi certo che sia), ricoprirà il ruolo di ruota veloce del gruppo azzurro: ovvero, dovrà fare di tutto per tenere fino alla fine anche se i suoi compagni saranno impegnati a far corsa dura per altri capitani (Nibali o chi per lui); e, se terrà, dovrà poi pure sprintare per portare a casa un piazzamento degno. C'è di che farsi venire la tremarella, insomma.

Ecco che allora il viatico di questa due giorni di vittorie per Colbrelli serve quantomeno per scaricare un po' di tensione, per arrivare con la giusta serenità a quella che sarà la gara più importante della sua carriera.

La selezione azzurra schierata da Cassani a Prato era composta da un paio di under 23 (Andreetta e Filosi) e da sei undicesimi dell'Italia di Ponferrada: con Colbrelli e il suo compagno Zardini (la loro Bardiani non ha gareggiato perché non ha trovato con gli organizzatori un accordo sui rimborsi spese; idem la Androni e la Colombia) abbiamo visto anche la coppia Astana Nibali-Aru, e poi Visconti e Formolo. Giampaolo Caruso, altro azzurro, correva con la maglia della Katusha.

L'Italia ha lavorato praticamente dall'inizio alla fine della corsa per giungere proprio all'obiettivo della volata con Colbrelli. Lasciata andare una fuga a 11 partita al km 15, gli azzurri hanno controllato e fatto in modo che gli attaccanti non prendessero troppo il largo, tenendo il margine entro i 5'12" (punta massima toccata al km 43); Nibali e Formolo sono stati tra i più impegnati nella prima fase di gara, mentre Aru ha lavorato bene in salita e anche Visconti ha dato il suo contributo facendo intravedere la possibilità di un miglioramento fisico dopo la bronchite che l'ha colpito nei giorni scorsi.

Gli 11 battistrada erano Eduard Vorganov, Yonathan Monsalve, Arnau Sole, Jérôme Baugnies, Marco Minnaard, Jacques Janse Van Rensburg, Kristian Sbaragli, Lukasz Owsian, Giovanni Carboni, Ricardo Pichetta e Nicola Gaffurini. Superato indenni i 6 giri del circuito di Carmignano (che caratterizzava, con l'omonima salita, la prima metà di corsa), i fuggitivi hanno iniziato a disgregarsi sul circuito di Montemurlo, e in particolare sulla Rocca che fungeva da traguardo Gpm. Al primo giro di codesto secondo circuito ha perso contatto il giovane spagnolo Sole (stagista della Caja Rural), al giro successivo s'è fatto da parte Carboni (bravissimo 19enne dell'Area Zero già in vista al Trittico Lombardo). Mancavano a quel punto 70 km (e altre 5 scalate alla Rocca di Montemurlo) alla fine, e il gruppo era ancora a più o meno 5' di distanza.

Le trenate di Aru sulla salita hanno comunque sortito l'effetto voluto di riavvicinare i battistrada, mentre meno voluta è stata la caduta che ai -40 ha frazionato in tre tronconi il gruppo: nella prima parte son rimasti in 40 (o poco meno), e tra questi non c'era Nibali, che ha preferito ritirarsi dopo il buon lavoro svolto in precedenza. Tanto ormai l'azione dei 9 superstiti perdeva vigore e al contempo assumeva forza l'inseguimento, condotto - con gli azzurri - anche da Area Zero e Neri Sottoli.

All'ultimo Gpm, a 22 km dalla fine, Baugnies e Janse Van Rensburg hanno salutato gli altri fuggitivi e hanno preso il largo, provando a resistere da soli: e bisogna dire che sono stati molto bravi, perché se è vero che i loro ex compagni di fuga sono stati raggiunti ai -15, loro hanno resistito addirittura fino a 2 km dalla fine. Il ricongiungimento è stato però inevitabile, e a quel punto non rimaneva che fare la conta delle ruote veloci rimaste nella prima parte del gruppo.

Tra queste, Colbrelli ha fatto un'altra volta la voce grossa, e ha piegato la concorrenza di uno Sbaragli che si era evidentemente gestito benissimo mentre era in fuga, lasciandosi da parte qualche energia da spendere nella volata conclusiva (che fosse essa ristretta agli attaccanti, o allargata al gruppo più o meno compatto). Al terzo posto si è inserito Danilo Napolitano, al quarto Simone Ponzi (altro pluripiazzato di queste ultime gare settembrine), dopodiché Dani Moreno ha preceduto un altro filotto di italiani (nell'ordine dal sesto al nono, Davide Viganò, Andrea Pasqualon, Davide Mucelli e Mauro Finetto), col polacco Maciej Paterski a chiudere la top ten.

La settimana iridata (già iniziata, peraltro, con le cronosquadre di oggi) catalizzerà da qui a domenica prossima tutte le attenzioni; il calendario italiano tornerà da mercoledì 1° ottobre per un rush finale che va dalla Milano-Torino al Giro del Piemonte (il 3) al Lombardia (il 5), e poi ancora la settimana successiva dalla Coppa Sabatini (il 9) al Giro dell'Emilia (l'11) al GP Beghelli (il 12). Ci sarà ancora ben da pedalare sulle strade della Penisola prima del sospirato e meritato riposo autunnale.

Marco Grassi

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