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Vuelta a España 2014: Sì Alberto, sei da 10 e lode! - Le pagelle: da Contador a Tinkov, passando per tutti gli altri... | Cicloweb

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Vuelta a España 2014: Sì Alberto, sei da 10 e lode! - Le pagelle: da Contador a Tinkov, passando per tutti gli altri...

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Oleg Tinkov festeggia con Alberto Contador © Bettiniphoto

Alberto Contador - 10 e lode
L'infortunio, gli avversari, la condizione. Quante preoccupazioni per El Pistolero, che per dimostra subito di essere in palla: dopo il giorno di riposo approfitta della cronometro per prendere quella roja che non mollerà più. Dopo Puerto de Ancares ogni pericolo proveniente da Froome sembrava disinnescato, ma sul podio finale a rubargli la scena c'è il vulcanico datore di lavoro, Oleg Tinkov. Esulta con Alberto (capiamolo, è al primo GT vinto) e spara, proprio come El Pistolero. Forse avrebbe preferito una Calibro 9 ma s'accontenta di usare pollice e indice.

Chris Froome - 9
Squadra al solito solidissima (in gran forma Deignan, che sul Puerto de Ancares va tanto forte da far staccare Nieve), il kenyano bianco le prova tutte nella terza settimana: bungee climbing, di cui è Campione del Mondo, frullate (e non l'avete visto in cucina), andature pazzoidi. Non solo si ritrova sempre Contador a ruota, il che già sarebbe deprimente, dopo tanta fatica, ma sia a La Farrapona che ad Ancares il madrileno lo stacca con lo scattino dell'ultimo chilometro. Ultimo ad arrendersi, primo a complimentarsi con Contador.

Alejandro Valverde - 8.5
Fino all'ultimo metro della crono di Santiago abbiamo atteso la Valverdata: trattasi di distrazione o più tecnicamente cappella con cui il murciano è solito buttare alle ortiche un GT. Niente, dopo il ritiro di Quintana ha tenuto duro, perso il secondo posto ma chiuso comunque a podio. Ottima gamba, grandissima regolarità, vince anche una tappa (a La Zubia, dove tira per Quintana e poi lo stacca...). E doveva fare il gregario!

Joaquim Rodríguez - 6
Corre il Tour in ottica Vuelta, corre la Vuelta in ottica Tour (2015?). Chiude a ridosso del podio, è pimpante, ma mai decisivo né deciso. Manca qualche rampa di garage che lo lanci, è anche vero questo, ma Purito non sembra far nulla per provare a vincerla, questa corsa. Bene i due fidi Giampaolo Caruso (7), e Dani Moreno (6.5), sempre attenti, lo spagnolo sfiora pure la vittoria di tappa.

Fabio Aru - 9.5
Dopo un Giro da podio, viene alla Vuelta per testarsi, per provare, sperimentare. Chiude 5° con due vittorie di tappa, entrambe diverse e bellissime, ma più di tutto la consapevolezza di poter lottare con i migliori uomini da corse a tappe. In Astana male Mikel Landa (voto 5, in partenza era il presunto capitano Astana: chi l'ha visto?), mentre Paolo Tiralongo (7) guida il giovane Fabio. Che, non capiamo perché, ma esulta sempre con la stessa posa, ma anche in questo ha i suoi margini di miglioramento.

Samuel Sánchez - 6.5
L'abbiamo visto in qualche discesa, tentare i suoi allunghi, pennellare le curve come sa fare lui, andar via dal plotone. Tutto vano ai fini di una vittoria di tappa, ma in salita l'asturiano tiene bene ed alla fine è il primo degli umani (notare il distacco da Contador di Aru ed il suo, per comprendere). In casa BMC da segnalare un Cadel Evans (voto 7 alla carriera) mai nel cuore della corsa, probabilmente già proiettato verso la sua nuova vita (annuncerà a giorni il ritiro dall'agonismo), mentre Philippe Gilbert (voto 5) s'è nascosto, ha provato un apio di volte ad anticipare ma sostanzialmente lavora per il Mondiale. Nel 2012 funzionò...

Daniel Martin - 7
Si fa quel che si può, Daniel. È praticamente al primo GT stagionale (il Giro durò pochi chilometri, cadde nella cronosquadre d'apertura e lasciò), tenta il possibile per cogliere una vittoria ma quando la fuga, quando i magnifici cinque, e Martin è sempre un po' dietro. Costante nel non perdersi d'animo e chiudere 7°. In Garmin c'è anche un buon Ryder Hesjedal (7), attaccante nato, balzato al centro dell'attenzione più per il presunto motorino nella bici che per altro. Lui risponde per le rime, sgasando nella tappa di La Camperona, vincendo all'ultima staccata mentre dietro i big si scornano. Ryder c'è! Ryder c'è! Ryder c'è!

Warren Barguil - 7
Voto dettato non tanto dalle prestazioni (non solo), quanto dalla voglia. Avvertenza: non fatelo incazzare. Voleva correre il Tour, da buon francese, ma la Giant aveva già Kittele Degenkolb in canna. Ritorna alla Vuelta dove lo scorso anno vinse due belle tapppe e dimostra che il Tour de l'Avenir non è roba che possono permettersi tutti (a parte Rubén Fernández Andujar e qualche altro caso umano). C'è salita? Lui scatta. Non importa se poi si pianterà, Warren ci prova. È giovane, un '91, sa quel che vuole. Avanti così.

Damiano Caruso - 7.5
Lo vedi poco, colpa della regia spagnola. Ma Damiano c'è eccome. Costante come un Girardengo, non ha la classe del Campionissimo ma lo trovi sempre davanti, sia che si sprinti all'ultimo colpo di reni, sia che si salga su salite inimmaginabili e torride. Stava per concludere decimo dietro Navarro (che, con tutto il rispetto per lo spagnolo...), ma nella crono finale mette nel mirino il diretto avversario e lo scavalca. Un bellissimo nono posto da cui ripartire l'anno prossimo, in casa BMC. Nella Cannondale Peter Sagan (voto 5, non sembra nenache lui) non si vede quasi mai e si ritira anzitempo. Occhio allo slovacco in quel di Ponferrada... Alessandro De Marchi (8.5) invece fa valere il numero rosso di più combattivo del Tour, va in fuga spesso e volentieri, si porta a casa anche la tappa di Alcaudete. Meraviglioso.

Daniel Navarro - 6.5
Corridore che s'è affrancato da Alberto Contador, da capitano non ottiene molto. In questa Vuelta però si fa vedere, lotta per la top ten e porta pure a casa una vittoria di tappa, ad Obregon, precedendo Dani Moreno, che quel giorno avrebbe voluto festeggiare in modo consono il compleanno. Non scalderà gli animi, ma pazienza.

Romain Sicard - 5
Primo Europcar in classifica, e pensre che non credevamo che gli uomini di Jean-René Bernaudeau fossero presenti in Spagna. Si vede anche Yannick Martinez (voto 6) in qualche sprint, ma è davvero poca roba.

Wilco Kelderman - 4.5
Tanto bravo al Giro quanto deludente in questa Vuelta. È giovane e forse due GT nello stesso anno non sono roba per tutti. C'è inoltre da dire che lavora per Robert Gesink (voto 6.5), 7° prima di doversi ritirare e tornare a casa per assistere la moglie incinta. La sfortuna lo perseguita. Sempre in Belkin Moreno Hofland (voto 5.5), non convince del tutto: alcuni arrivi adatti a lui c'erano. Si piazza, è vero, ma da un talento come questo ci si aspetta ben altro.

Przemyslaw Niemiec - 7
Stende il piano di rinascita Lampre, va in fuga, vince anche una bella tappa, resistendo ai grandi che sopraggiungono, ai Lagos de Covadonga. Peccato aver butato troppi anni in squadre come la Miche, ma indietro non si guarda. In Lampre menzione speciale per Damiano Cunego ed Elia Favilli (voto 6.5 per entrambi), l'uno in fuga, l'altro pure. E che dire del giovane Valerio Conti (6), primo GT, subito dorsale numero 1? Cresce bene, indubbiamente, mentre torna alla ribalta Winner Anacona (7), vincitore della bella tappa di Valdelinares, in classifica a lungo, infine 27° giusto dietro a Niemiec. C'è poi Filippo Pozzato (5), che al di là della valutazione numerica, dopo un paio di settimane nascostissimo, tira fuori un terzo posto giusto alle spalle di Degenkolb, il che è significativo. Ora il Trittico, poi il Mondiale?

Johan Esteban Chaves - 6
Nella prima settimana il colombiano dell'Orica pareva tornato quello fortissimo di un tempo, è sempre restato con i migliori, o appena dietro a loro. Non regge sui 21 giorni ed alla fine naufraga. Per uno che un anno a era incerto se poter continuare o meno è comunque un buon punto di ripartenza. In Orica ottimo Michael Matthews (voto 7.5), una tappa e tre giorni in roja dopo aver vestito la maglia rosa per quasi una settimana. Non sarà mai un uomo da GT ma nel breve volgere di poche tappe sa dare soddisfazioni alla squadra.

Carlos Betancur - 3
Mica per cattiveria, ma presentarsi ad una grande corsa a tappe in condizioni fisiche inadeguate, restando sempre in coda al gruppo, talvolta anche in modo ostentato, non è da professionisti. Coraggio Carlos, aspettiamo un tuo ritorno, più forte di prima. E un po' più tirato, lo diciamo per il tuo bene.

Rigoberto Urán - 5.5
Piace la voglia con cui "ciccio" (ma solo nel soprannome) affronta i GT, specialmente le crono, dove è migliorato moltissimo e guadagna. In salita, inevitabilmente., qualche cosa ha perduto. Se ci si mette anche la bronchite la frittata è fatta, il ritiro l'unica alternativa. In OPQS Tom Boonen (5.5) non sprinta né va troppo spesso in fuga, Wouter Poels (5.5) va alla ricerca del risultato ma non lo ritrova. E Gianluca Brambilla? A lui diamo un 6 di stima e comprensione: fa spesso il diavolo a quattro, poi si ritrova in fuga con un bimbo di nome Rovny che mena. Lui risponde per i fendenti, sbagliando: espulsi entrambi, Nazionale addio (il codice etico), tante lacrime ed una gamba così. Peccato davvero, per tutto.

Nacer Bouhanni - 8
A proposito di cazzotti, il franco-algerino onora fino in fondo la maglia FDJ.fr, pur avendo già in tasca il contratto con la Cofidis, e dopo il terno secco estratto al Giro butta giù un uno-due tra San Fernando ed Albacete. Spaccone, s'infuria con Degenkolb che lo chiude di mezzo millimetro a Ronda, poi si ritira e rilascia un'intervista in cui spara a zero sulla sua ex squadra. Risultato: niente più corse da qui a fine anno, Mondiale escluso. Stavolta è Marc Madiot a mettere ko il buon Nacer. In FDJ.fr delude tantissimo Kenny Elissonde (4), mai nel vivo della corsa e presto ritirato, mentre Johan Le Bon (6) ha il merito di provarci. Poi non arriva mai al traguardo per primo, ma fa parte del gioco.

John Degenkolb - 9
Tante sono le tappe vinte in due edizioni della Vuelta a cui ha preso parte. Nel 2012 cinque successi parziali, quest'anno "solo" quattro ed una superiorità a tratti devastante. Sulla carte, è il candidato ideale per raccogliere da Rui Costa la maglia iridata, sulla strada, lo sappiamo bene, spesso è tutta un'altra storia.

Jasper Stuyven - 6.5
Sei piazzamenti nei primi dieci per questo belga interessantissimo che dodici mesi fa dava battaglia, sì, ma sulle strade del Tour de l'Avenir. Al suo primo GT fa vedere ottime cose sia sul passo che allo sprint. Nella Trek delude Julián Arredondo (4), mai visto, come se non ci fosse, mentre Fabian Cancellara (6) ha provato, qui e là, qualche azione, più come allenamento per i Mondiali che per altro (e c'è sempre un terzo posto nella cronometro).

Adam Hansen - 7.5
Collezionista di GT, è entrato nel tunnel alla Vuelta 2011. Da allora non ne è più uscito, concludendo ieri la sua decima corsa a tappe consecutiva. La condisce con una bella vittoria in solitaria a Cangas de Onis, si pensa sia uscito dalla dipendenza ma siamo certi che lo rivedremo al via del prossimo Giro d'Italia. Aiutate quest'uomo, ma aiutate anche Jurgen Van den Broeck (3), mai in vista, ritirato da una corsa che ha corso malissimo.

Andrea Guardini - 6
La vittoria non la sfiora nemmeno ma porta a termine il primo GT della carriera. Su un percorso non certo semplice per le sue caratteristiche, il veronese di Tregnago stringe i denti ed arriva a più di cinque ore da Contador. Però arrriva, basta aver solo la pazienza di attenderlo.

Tony Martin - 8
E dov'è la scoperta? Il tedesco dell'Omega Pharma-Quick Step prepara la crono iridata vincendone una, di cronometro, a Borja (a Santiago de Compostela mica stecca, s'è già ritirato). Prontissimo per Ponferrada, atleta formidabile.

Adriano Malori - 7
Bella Vuelta per il parmense della Movistar, che prima aiuta Quintana (finché c'è) e Valverde, con tirate in pianura che fanno paura. Poi si toglie lo sfizio di vincere la crono conclusiva a Santiago de Compostela. Martin può perdere l'oro iridato a crono solo se fora quattro volte, dice Malori, e probabilmente è vero, ma il buon Adriano un posto sul podio lo troverà quasi sicuramente.

Roberto Ferrari - 6
Non vince ma spesso si piazza, il velocista naïf (i diritti d'autore sono di Gianni Savio) della Lampre-Merida. E onestamente contro mostri come Bouhanni, Mathews e Degenkolb, si poteva fare ben poco di diverso.

Luis León Sánchez - 6.5
Fugaiolo di professione, cerca ripetutamente la vittoria di tappa ma alla fine s'accontenterà della maglia di miglior scalatore. Maglia che nella prima parte di Vuelta viene vestita da Lluís Mas Bonet (6.5 per la caparbietà), punti su punti accumulati tra salite e salitelle.

Louis Meintjes - 6
Ci prova andando in fuga, il giovane della MTN Qhubeka, sudafricana al debutto in un GT. Non andrà a segno, ma se non altro gamba e buona volontà non mancano. Anche Sergio Pardilla (5.5) prova a stare con i migliori, deve cedere presto. Invisibile Gerald Ciolek (4), il dubbbio è che effettivamente non fosse presente. Peccato.

Jonathan Castroviejo - 7
Simbolo di una Movistar che vince la cronosquadre inaugurale (come nel 2012) e lo veste subito con la maglia roja (ancora come nel 2012). La terrà solo un giorno, ma l'impegno della squadra è sempre elevato ed i risultati si vedono.

Oleg Tinkov - 10
Un uomo che risponde all'Ice Bucket Challenge (l'ormai nota secchiata d'acqua ghiacciata da gettarsi addosso per la raccolta di fondi in favore della ricerca sulla SLA) con l'Ice Vodka Challenge. Russo, ricco sfondato, dodici mesi fa quasi insultava Alberto Contador, reo di impegnarsi poco e guadagnare molto, ma ora esalta - anzi, osanna («È un eroe») - il madrileno. Anche perché Alberto ha il merito di regalare alla squadra di questo inimitabile magnate il primo GT. Oleg è incontenibile: chiacchiera con il presidente UCI Brian Cookson, che aveva mandato a quel paese non troppe settimane fa, in occasione del caso Kreuziger. Rilascia interviste quasi sempre con la divisa del suo giocattolino, la Tinkoff-Saxo. In un finale in crescendo, poi, s'impossessa del podio di Santiago de Compostela per farsi ritrarre con Contador, per nulla imbarazzato (no...) mentre spara simbolicamente, proprio come El Pistolero. Fuori dagli schemi ma non fuori di testa (nonostante l'apparenza dica il contrario), l'anno prossimo ci farà divertire ancora di più insieme a quell'altro gran personaggio di nome Peter Sagan.

Francesco Sulas

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