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GP de Montréal 2014: Gerrans ribadisce il concetto - Battuto Rui Costa, è Simon il re delle gare canadesi. Formolo ok | Cicloweb

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GP de Montréal 2014: Gerrans ribadisce il concetto - Battuto Rui Costa, è Simon il re delle gare canadesi. Formolo ok

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Simon Gerrans primo anche al GP de Montréal © Gpcqm.ca-Patrick BeaudryTre giorni, due gare, un vincitore. Il weekend canadese del World Tour, tra Québec City e Montréal, ha un solo protagonista: Simon Gerrans. L'australiano è il primo nella (giovane) storia dei due GP francofoni d'oltreoceano ad aver messo a segno la doppietta. Non è come vincere Giro e Tour nella stessa stagione, ma è pur sempre una piccola bella soddisfazione, col sapore pepato di quelle imprese che tra l'altro nessuno potrà più eguagliare (ovvero: essere il primo a raggiungere un determinato risultato).

La naturalezza con cui Gerrans ha vinto oggi il GP di Montréal conferma tutte le sensazioni che si addensano su di lui: e cioè che a Ponferrada tutti quelli che vorranno provare a vincere il Mondiale dovranno appunto fare i conti con lui. Che sia arrivato all'apice della carriera lo abbiamo scritto due giorni fa e non vogliamo ripeterci. Che il percorso iridato sia molto adatto a lui lo sanno ormai anche le pietre. Che il novero dei rivali che potremmo considerare alla sua altezza non sia nutritissimo, è una deduzione che si può facilmente trarre avendo seguito le ultime settimane di ciclismo: tutti gli avversari nelle due corse canadesi li ha battuti; e dalla Vuelta emergono forse un paio (non di più) di corridori che possano vantare il suo medesimo appeal al momento.

A Montréal le cose sono andate in maniera molto lineare. Più che quello di una classica (o semiclassica), i 205 chilometri e spiccioli di oggi hanno avuto l'andamento di una tappa da GT con finale appena mosso. La "lunga fuga del mattino" è iniziata già al km 2, con il primo movimento di Arnold Jeannesson sulla prima delle 17 scalate alla Côte de Camillien-Houde.

Sul francese si sono portati presto Louis Vervaeke e Jan Polanc, e sulla successiva discesa, al km 7, è rientrato anche l'esperto canadese Ryan Roth, per la gioia dei tifosi di casa. L'allegro quartetto ha proceduto in perfetto accordo per 14 giri, passando da un vantaggio massimo di 12'15" dopo una cinquantina di chilometri, e subendo poi l'ovvio recupero del gruppo in cui si sono alternate a tirare Orica, Katusha e Astana.

L'unico evento degno di nota si è verificato al quinto giro, allorché un breve forcing della Movistar ha strappato il gruppo in tre tronconi (e Gerrans, nell'occasione, è rimasto proprio nel terzo drappello), ma tempo un giro tutto si è ricompattato. Alla 14esima tornata i primi segni di cedimento tra i fuggitivi, con Roth staccatosi in salita e rientrato in discesa, annunciava la fine dei sogni di gloria per i quattro al comando. Al 15esimo giro ancora Roth e, stavolta, pure Jeannesson, si sono irrimediabilmente staccati sulla Côte de Camillien-Houde.

Non rimanevano che un paio di minuti di vantaggio agli altri due, quando alla penultima tornata (a poco più di 20 km dalla fine) un buon lavoro di Rui Costa ha iniziato a selezionare il gruppo, facendo male a gente come Fuglsang, Kristoff, Coquard e pure Thomas. Al contempo Polanc staccava Vervaeke rimanendo solo in testa, e ponendo le basi per la bizzarra situazione di un Lampre al comando (lui) e altri Lampre (Rui, appunto, e poi successivamente Valls) a guidare il gruppo al suo inseguimento.

Naturalmente il Campione del Mondo portoghese aveva bisogno di una corsa più dura, progetto che mal si sposava con la presenza di Polanc a fare da tappo lì davanti. Il destino dello sloveno era insomma segnato, e si è consumato a 10 km dalla fine, sull'ultima ascesa a Camillien-Houde. Ripreso lui, abbiamo vissuto quei 5 km di blando spettacolo tra la prima e la seconda côte del percorso.

Ancora Rui Costa, a 9.5 dalla fine, ha tentato di evadere, ben stoppato da Davide Formolo che ha dimostrato una volta di più di sapersi muovere senza grossi timori tra corridori molto più esperti di lui nelle classiche. Sulla scorta dell'azione di Rui Costa, si è coagulato un gruppetto con il giovanissimo italiano, e con Bauke Mollema, Jurgen Roelandts, Romain Bardet e Tom Dumoulin; Gerrans si è accodato subito dopo con Tony Gallopin, e Mollema ha tentato il contropiede, subito affiancato da Bardet.

Ma il gruppo (o quel che ne restava) era troppo vicino, e da dietro continuavano a rientrare uomini di pregio (Navardauskas, Bakelants, Van Garderen, Herrada), in un turnover che però non permetteva a nessuno di prendere il largo. Né sulla Côte de la Polytechnique c'è stato spazio per chi ha mostrato coraggio: Sep Vanmarcke ha tentato l'allungo, e ancora Formolo (stavolta con Greg Van Avermaet) si è messo in testa, tentando di portar via un gruppetto (in cui stazionavano i soliti Bakelants, Herrada, Rui Costa, Bardet).

L'ultima azione di un certo rilievo l'ha messa a segno Rui Costa ai 4.5 km, sfruttando un buco lasciato da Pieter Weening per andarsene alla chetichella. Ma l'olandese, con gli altri Orica, ha poi lavorato sodo per chiudere sull'iridato, e per ricompattare del tutto la situazione a poco più di 3 km dalla fine.

A quel punto l'esito della corsa poteva dirsi già scritto: uno strepitoso treno Orica, con 4 uomini davanti a Gerrans, ha preparato perfettamente il terreno per la stoccata del campione nazionale australiano. Come non bastasse, quando ai 200 metri Simon è partito, Vanmarcke alle sue spalle si è ritrovato senza forze, e ha praticamente fatto da tappo a tutti gli altri. Gerrans ha così vinto praticamente per distacco, mentre Rui Costa andava a prendersi il secondo posto e Gallopin il terzo.

Navardauskas ha chiuso in quarta posizione, poi Bardet, Dumoulin, Van Avermaet, Jonathan Hivert e, di nuovo migliore degli italiani, Enrico Gasparotto (ottavo a Québec City, nono oggi). Mollema ha chiuso la top ten, gli altri italiani nei 20 sono Francesco Gavazzi (18esimo) e il bravissimo Formolo, 20esimo. Di indicazioni per le prossime importanti gare se ne sono potute trarre in quantità. L'appuntamento col bel weekend canadese è per il prossimo settembre.

Marco Grassi

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