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Giro del FVG 2014: Antonini vede l'approdo in porto - Il leader resiste, a Castelmonte vince Simone Andreetta

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Simone Andreetta, vincitore a Castelmonte © Ufficio stampa della corsaAltro ostacolo importante superato con disinvoltura per Simone Antonini al Giro del Friuli Venezia Giulia: la quarta tappa, Cividale-Castelmonte di 161 km, era quella col maggior dislivello, per via della presenza della salita di Trinco a 50 km dall'arrivo, che era sempre in salita, al santuario di Castelmonte vicino a Cividale. Ed è stata vinta dallo Zalf Simone Andreetta, ma Antonini (così come Wöhrer, secondo della generale), è riuscito a limitare al minimo il terreno perso, mantenendo in classifica un vantaggio di 48" sull'austriaco e di 3'14" su Quaade che appare più che rassicurante, in vista dell'ultima tappa mossa ma non troppo complicata: i rivali dovranno inventarsi qualcosa per scalzare dalla vetta l'empolese.

La tappa odierna è animata da una fuga di lusso, da parte di 4 atleti di rilievo nel panorama. C'è Eugert Zhupa, che quest'anno in Zalf ha fatto il bello ed il cattivo tempo in parecchie corse italiane, c'è il Marchiol Andrea Vaccher che quest'anno ha trovato gloria al trofeo Edil C, c'è Klemen Stimulak (Adria Mobil), il vincitore del Giro del Medio Brenta, e Christian Delle Stelle, velocista di punta della Mg.Kvis. Notare la strana scelta della Marchiol di mandare un uomo in fuga, davvero poco giustificabile se non nell'ottica di inseguire velleità personali per Vaccher. Ad ogni modo, il Gpm di Trinco è il primo ostacolo serio della corsa, e lì Delle Stelle perde contatto, come da attese. Il gruppo comincia la sua rimonta e comincia anche a selezionarsi: a 30 km dal termine i fuggitivi vengono ripresi e sono pochi coloro che rimangono nel gruppo Antonini.

Si ripassa da Cividale a 7 km dal termine per salite il santuario di Castelmonte. È una salita di 7 km in due parti: un primo tratto di 2 km al 7% porta a Mezzomonte, poi si scende per neanche un chilometro e si riprende a risalire, sempre al 7%. Una salita che non fa sufficientemente male, né ad Antonini né a Wöhrer, i quali superano agevolmente il primo tratto con una trentina di unità al seguito. Nel secondo tratto è Sergei Shilov ad affondare il colpo: il russo della Lokosphinx quest'anno è andato a segno al Giro del Portogallo ed ha la maturità necessaria per fare una buona andatura fino all'arrivo

Ma ad 1.5 km dal termine è Simone Andreetta a sganciarsi dal gruppo: il trevigiano ha il tempismo di recuperare un ormai legnoso Shilov dopo il triangolo rosso e poi involarsi tutto solo, quando la strada ormai spiana verso il santuario, portandolo al quinto successo di una proficua annata. È un successo che ad Andreetta vale la leadership di due classifiche, quella Gpm (tutta in gioco domani) e quella degli under 23.

Dietro Andreetta parte con un rapporto lungo Rasmus Quaade, salta Shilov e si piazza secondo ad 8", appena davanti al russo; un exploit che vale al baffuto danese, nuovo in questa veste di corridore da corse a tappe, il terzo posto provvisorio della classifica. Il quarto classificato è una sorpresa che si va concretizzando nell'ultimo mese, l'afragolese Gennaro Giustino: dopo un po' di peregrinare in Lombardia, tra Palazzago e Delio Gallina, Giustino è tornato a casa correndo alla Vejus e sta finalmente tornando a raccogliere qualcosa, piazzandosi a 17" davanti a due élite in luce questi giorni, Orrico e Pichetta (ancora titolare della classifica a punti). L'11° posto di Wöhrer ed il 13° di Antonini a 29" valgono invece la conferma del lusinghiero stato di classifica attuale.

Nella tappa conclusiva bisognerebbe davvero inventarsi qualcosa per ribaltare la classifica. La squadra di Antonini non è fortissima in salita, e andava attaccata oggi, domani sarà dura evitare il controllo delle fughe. Ma si corre pur sempre in cinque e non è del tutto impossibile. La frazione è di 144 km, parte da Palmanova ed arriva nel triestino, a Muggia: previsti due Gpm, Monte San Michele e Hrvatini, di seconda categoria, quest'ultimo a 8 km dall'arrivo e probabilmente decisivo per la vittoria di tappa, più una parte centrale scoscesa nell'entroterra triestino. Ma non si sale mai sopra i 300 metri: inutile aspettare cotte di Antonini.

Nicola Stufano

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