Il Portale del Ciclismo professionistico

.

Vuelta a España 2014: Aru&Caruso, isolani da top ten - Fabio ottavo della generale, Damiano decimo

Versione stampabile

Fabio Aru nella cronometro di Borja © BettiniphotoAnche in Spagna si conferma l'assunto secondo cui il ciclismo dei grandi giri è l'isola felice del movimento italiano. Se vi state chiedendo se "isola felice" sia uno scialbo riferimento al fatto che i nostri rappresentanti del settore provengano appunto da isole, avete indovinato. Il siciliano Vincenzo Nibali ormai non ha bisogno di presentazioni, e il suo alter ego (nonché compagno di squadra) Fabio Aru, già sul podio al Giro, si porta un po' della sua Sardegna in giro per la penisola iberica.

A completare il quadretto, dobbiamo ricordare che al momento alla Vuelta abbiamo due italiani in top ten, e oltre a Aru ottavo c'è pure il siciliano Damiano Caruso decimo. Anche il terzo italiano della generale è siciliano, e anche lui Caruso (Giampaolo, scivolato oggi dalla 23esima alla 30esima posizione). Ma non vogliamo soffermarci sul fatto che anche solo pochi anni fa uno scenario del genere sarebbe stato impensabile; andiamo direttamente al sodo.

Che possibilità hanno Aru e Caruso (Damiano) di migliorare i risultati fin qui ottenuti, o almeno di restare a questi discreti livelli? Il ragusano della Cannondale non è ancora riuscito - per un motivo o per l'altro - a esprimere il meglio di sé in un GT; va però detto che nei grandi giri disputati nell'ultimo triennio ha evidenziato una certa crescita, culminata nel 19esimo posto del Giro 2013. Alle soglie dei 27 anni, e con la possibilità di poter correre con una certa libertà (è l'uomo di classifica della formazione di Amadio, e ha già un contratto per l'anno prossimo - passerà in BMC), si ritrova al decimo posto dopo metà Vuelta.

Il suo rendimento da qui a domenica 14 gli dirà molto in merito alle ambizioni che potrà coltivare nel prosieguo della carriera. Nelle prime dieci tappe si è potuto giovare dell'ottima cronosquadre della Cannondale che l'ha subito proiettato in alta classifica; dopodiché è stato abbastanza attento nelle frazioni insidiose, ha pagato inevitabilmente qualcosa (ma non troppo rispetto ai migliori) sui due arrivi in salita, e oggi a dispetto di una cronometro non esaltante ha beneficiato del fatto che quelli che lo precedevano immediatamente nella generale ci fanno proprio a cazzotti, con le prove contro il tempo: Barguil, Nieve e Chaves hanno fatto tutti peggio di Damiano, che è così risalito dalla 14esima alla decima piazza (ha scavalcato pure lo sfortunato Quintana), pur non andando oltre un 22esimo posto di tappa.

La prospettiva, sulle tante salite che punteggiano la seconda parte di Vuelta, è che il siciliano debba correre in difesa. Ma la possibilità che perda un po' di terreno sui prossimi arrivi in salita lo allontanerà dalle prime posizioni della generale, aprendogli così la possibilità di centrare qualche bella fuga (con magari vittoria di tappa annessa) che gli permetta di rientrare in top ten prima di Santiago de Compostela. Riuscisse a realizzare tutto ciò, avrebbe fatto un piccolo capolavoro tattico.

Su Fabio Aru si addensano invece aspettative di diverso genere. Dopo un buon gregariato nell'anno d'esordio tra i pro', il ragazzo è esploso all'ultimo Giro, concluso al terzo posto dopo ottime prestazioni in salita. Alla Vuelta il 24enne di Villacidro ci è andato per capire cosa succede facendo due GT in una stagione, e certo anche per continuare il suo percorso di crescita, misurandosi anche con corridori che fin qui non aveva incrociato. La pretattica del team, che alla vigilia della Vuelta dava Mikel Landa e Tanel Kangert come capitani, è stata utile per tenere qualche riflettore spento, ma a gara in corso è stato inevitabile che emergesse abbastanza presto la reale prospettiva dei valori in campo. La quale ci dice che i gradi, in Astana, li ha anche stavolta Fabio.

E che Aru non sia in Spagna tanto per sgambettare ce lo dicono alcuni segnali. Ad esempio: prende un buco che gli costa qualche secondo ad Arcos de la Frontera nella terza tappa, ed ecco che subito l'indomani quasi si butta nella volata pur di star davanti su un altro arrivo insidioso, a Córdoba. A La Zubia, primo arrivo in quota, è riuscito in qualche modo a stare sul treno dei magnifici sei (Valverde-Froome-Contador-Rodríguez-Quintana-Aru, in ordine di passaggio sotto lo striscione); ad Aramón Valdelinares non ha tenuto Contador, Quintana e Purito, ma non ha perso un metro da Valverde, Froome, Urán, Martin.

In definitiva, non è l'Aru di Montecampione, ma a quanto pare è già abbastanza per dare del tu a cotanti rivali. La crono di Borja non ha detto nulla di nuovo rispetto a quanto era emerso nelle tappe precedenti: perde una posizione nella generale, ma ciò conta poco, a questo punto della corsa. Non conta nemmeno troppo mettersi a fare confronti con la crono del Giro (lì Urán gli inflisse 2'55" in 42 km, qui 1'48" in 36), troppo diverse tutte le variabili per poter fare un discorso serio.

Conta di più analizzare le prossime tappe, perché da qui in avanti si cambia marcia: gli arrivi in salita si susseguiranno a ritmi vertiginosi, e abbiamo sempre il sospetto che le tappe della Vuelta possano, almeno al momento, essere più adatte al sardo rispetto a quelle del Giro. Mettiamoci anche che la condizione dovrebbe crescere ancora (dopo il Giro, Fabio ha corso pochissimo - solo il Polonia - prima della gara iberica), e che gli avversari possono incappare in giornate storte (oggi Quintana e Froome), e arriviamo alla conclusione che se per la vittoria è meglio mettersi l'anima in pace (ma lo sapevamo già), forse forse il podio potrebbe non essere un sogno impossibile.

In ogni caso, basterebbe che da qui a Santiago de Compostela Aru migliorasse di qualche posizione il suo piazzamento per tornare a casa con lo zaino pieno di soddisfazione. Nessuno gli chiede la luna, ovviamente, ma avere delle conferme sulla caratura del ragazzo sarebbe importante. E confortante.

Marco Grassi

RSS Facebook Twitter Youtube

30/Jul/2017 - 20:30
ESCLUSIVO: le immagini del folle che ha tagliato la strada al gruppo facendo cadere decine di corridori al Giro d'Italia

24/May/2016 - 21:06
All'An Post Rás giornata di gloria per James Gullen nella tappa "di montagna": Fankhauser diventa leader

24/May/2016 - 17:07
Giro, nel giorno della nuova delusione di Vincenzo Nibali vince Alejandro Valverde davanti a Kruijswijk e Zakarin

23/May/2016 - 22:12
An Post Rás, nella seconda tappa vince il padrone di casa Eoin Morton

23/May/2016 - 16:00
Giornata di rinnovi: André Greipel e Marcel Sieberg alla Lotto Soudal fino al 2018, Geraint Thomas prolunga con la Sky

23/May/2016 - 13:11
Benjamin Prades vince l'ultima tappa del Tour de Flores ma non basta, la generale va a Daniel Whitehouse

23/May/2016 - 12:39
Brutte notizie per il ciclismo elvetico: l'IAM Cycling comunica che cesserà l'attività a fine stagione

23/May/2016 - 11:22
Conclusi i Campionati Panamericani: l'ultimo oro è dell'ecuadoriano Jonathan Caicedo

22/May/2016 - 23:59
Il Tour of California si conclude con una imperiosa volata di Mark Cavendish. Classifica finale a Julian Alaphilippe

22/May/2016 - 23:39
Il Tour of Bihor si chiude nel segno dell'Androni Giocattoli-Sidermec: tappa a Marco Benfatto, generale a Egan Bernal

22/May/2016 - 23:20
Women's Tour of California: gioie finali per Kirsten Wild e Megan Guarnier. Le altre corse: ok Bertizzolo e Lepistö

22/May/2016 - 22:44
Velothon Wales, Thomas Stewart supera Rasmus Guldhammer e Ian Bibby

22/May/2016 - 22:24
Dilettanti, ulteriori vittorie per Nicola Bagioli e Riccardo Minali alla Due Giorni Marchigiana

22/May/2016 - 22:22
Scatta l'An Post Ras: la prima tappa va all'olandese Taco Van der Hoorn grazie ad un colpo di mano