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Open de Suède Vårgårda WE 2014: Blaak, due giorni così Speciali(zed) - Vince anche la cronosquadre. Coppa ad Armitstead

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Chantal Blaak esulta nell'Open de Suède Vårgårda © Andre Weening

Quando una squadra è in cerca di sponsor in vista della stagione successiva, il miglior modo per convincere i potenziali interessati ad investire nel proprio progetto è vincere, meglio ancora se le vittorie arrivano da corsa di grande prestigio: questo è il caso della Specialized-Lululemon che a dicembre vedrà scadere il contratto dei due sponsor principali, ma l'incertezza di cosa potrà accadere nel prossimo futuro non le ha impedito di cogliere due vittorie in tre giorni nelle prove svedesi di Coppa del Mondo di Vårgårda.

La formazione di Kristy Scrymgeour non era certo reduce dal periodo migliore della sua storia: prima della Svezia le vittorie del 2014 erano 15 con la classifica finale di un Giro di Turingia assai sottotono come punta più importante. In più, per far fronte all'addio dei due sponsor principali, s'era scelta anche la strada del crowd funding, che per ora ha portato "solo" 72 mila dollari. Insomma, non un momento facile per quello che è storicamente stato uno dei team più forti al mondo, serviva un riscatto e proprio in Svezia è arrivato, a partire dalla cronosquadre, una specialità in cui queste ragazze sono delle vere e proprie maestre.

Nella gara di Coppa del Mondo di Vårgårda la Specialized-Lululemon è imbattuta dal 2011 quando ancora si chiamava HTC-Highroad e allo stesso modo ha vinto anche le prime due edizioni del Campionato del Mondo di cronosquadre. È incredibile notare come la squadra appaia di anno in anno più dominante in questa prova nonostante la perdita di pedine pregiate, ultima delle quali Ellen Van Dijk: il sestetto della Specialized l'anno scorso riuscì a battere la Rabo Women di Marianne Vos di 38", quest'anno il ritardo delle olandesi è stato addirittura di 1'21", 2'33" quello della terza classificata, la Boels-Dolmans.

Al successo di gruppo di venerdì ha fatto seguito oggi quello nella gara in linea con la 24enne olandese Chantal Blaak al terzo centro stagionale (cronosquadre escluse) ed il primo in carriera in Coppa del Mondo: una bella soddisfazione personale per un'atleta a cui molti hanno riconosciuto grandi qualità fin da giovanissima (campionessa europea a soli 19 anni) ma che negli ultimi due anni sembrava aver smarrito il suo smalto migliore. E non si può dire che quello di Blaak non sia stato un successo meritato: nell'ultimo dei 12 giri in programma è stata lei la protagonista principale, giocandosi bene ed a più riprese le proprie carte.

La corsa era iniziata con un fuga di Malin Rydlund (Nazionale Svedese) e Vera Koedooder (Bigla) a cui il gruppo ha deciso di lasciare spazio, anche più di quanto si è soliti vedere in una gara femminile: la coppia di battistrada, con l'olandese Koedooder a fare il grosso del lavoro, è arrivata fino a più di due minuti di vantaggio quando nelle terza tornata un contrattacco di Chantal Blaak, Maaike Polspoel, Amanda Spratt, Romy Kasper e delle nostre Susanna Zorzi e Giada Borgato ha provocato una violenta reazione del gruppo che si è riavvicinato in pochi chilometri fino a 55"; passata questa sfuriata Koedooder e Rydlund sono tornate a guadagnare costantemente fino al sesto giro quando la corsa è finalmente entrata nel vivo.

Poco prima di metà gara, infatti, è nato un altro contrattacco che ha visto protagoniste ancora Polspoel e Kasper e poi Lucinda Brand, Carmen Small, Elena Kuchinskaya, Emilia Fahlin e Maria Giulia Confalonieri. Queste sette si sono quasi subito riportate sulla russa Anastasia Chulkova che s'era avvantaggiata in precedenza e all'inizio del settimo giro il loro ritardo dalla testa della corsa era di 1'57", addirittura 3'35" quello del gruppo in cui la Orica-AIS s'è trovata costretta a tirare da sola con tutta la squadra essendo l'unica squadra di spicco rimasta fuori dalla fuga. Un brivido c'è stato per la leader di Coppa del Mondo, la britannica Lizzie Armitstead, che ha rotto la bicicletta in una caduta che ha coinvolto molte atlete e per non perdere tempo è ripartita immediatamente con quella della compagna Pawlowska.

A circa cinquanta chilometri dall'arrivo Koedooder e Rydlund sono state riprese dalle inseguitrici ma ormai anche il gruppo si era riavvicinato parecchio grazie agli sforzi di Melissa Hoskins, Shara Gillow e soprattutto dell'infaticabile Valentina Scandolara. Il ritmo imposto dalla Orica e la pioggia che è aumentata di intensità proprio nella seconda parte di gara hanno fatto sì che davanti non ci fossero più di 41 atlete quando il gruppo s'è ricompattato sul decimo passaggio sulla salitella di Hägrungabacken. A quel punto la corsa è andata avanti a strappi con tanti brevi ed infruttuosi tentativi di allungo: la marcatura tra le favorite era molto stretta e così si è arrivati agli ultimi 11 km con il gruppo ancora compatto.

A questo punto s'è mossa per la seconda volta Chantal Blaak che è riuscita ad evadere dal gruppo nel tentativo di affrontare in testa e con un po' di margine l'ultimo strappo di Hägrungabacken: operazione riuscita per l'olandese della Specialized-Lululemon che è stata raggiunta dalle big proprio in cima alla salita, a circa 6 km dal traguardo, grazie ad un forcing di Marianne Vos che oggi ha dato più impressione di voler correre più per aiutare le compagne che non per puntare a vincere in prima persona. Una volta ripresa la Blaak sono di nuovo iniziati scatti e controscatti fino a che ai -2 è arrivato il tentativo giusto: ad un allungo di Roxane Knetemann (Rabo Liv) hanno risposto Amy Pieters (Giant) e ancora Blaak, dietro Armitstead e Johansson si sono marcate pensando alla Coppa del Mondo generale, Vos e Wild pensando alla volata e così le tre sono scappate via di quanto bastava per arrivare al traguardo.

Nello sprint per la vittoria praticamente non c'è stata storia perché la Blaak, pur avendo condotto in testa tutto l'ultimo chilometro, ha controllato molto bene la Pieters senza farsi sorprendere quando ha lanciato lo sprint e lasciandosela poi alle spalle di una lunghezza abbondante. La Knetemann, una di quelle che è scattate più volte dal gruppo durante la corsa, praticamente non è stata della partita ma per lei è arrivato comunque il primo podio in Coppa del Mondo a 27 anni. La volata per il quarto posto, con 5" di ritardo dalla vincitrice, è stata vinta da Marianne Vos davanti a Kirsten Wild ma il piazzamento più importante è l'ottavo posto di Lizzie Armitstead che riuscendo a precedere Emma Johansson si è assicurata il successo finale in Coppa del Mondo con una gara d'anticipo.

La Armitstead ha costruito questa vittoria nelle prime quattro prove: prima ha vinto la Ronde Van Drenthe, poi ha portato a casa tre secondi posti di fila tra Cittiglio, Fiandre e Freccia Vallone che le hanno permesso di accumulare un vantaggio considerevole in termine di punti che le ha permesso anche di saltare la trasferta in Cina e lo Sparkassen Giro per poter puntare tutto sui Giochi del Commonwealth (obiettivo centrato alla grande) e sul finale di stagione. Oggi la Armitstead non ha voluto correre rischi e si è limitata a correre in difesa, la facilità con cui ha chiuso sui vari attacchi o seguito le accelerazioni delle rivali è sintomo però di una condizione fisica e mentale davvero invidiabile e già il prossimo weekend, con la certezza della vittoria, potremo vedere un'atleta con un atteggiamento molto diverso.

Il successo della Armitstead è una grande gioia anche per la Boels-Dolmans che vede riconosciuti gli investimenti importanti fatti nel ciclismo femminile in questi anni, investimenti che non si fermeranno qui ma proseguiranno ancora: la settimana svedese è proprio la dimostrazione di come si possano tagliare grandi traguardi anche senza avere Marianne Vos o un team da quaranta e più vittorie all'anno e per questo motivo il ridimensionamento o la sparizione di una squadra come la Specialized-Lululemon sarebbe una grave perdita per tutto il mondo del ciclismo femminile.

Chiudiamo con un veloce sguardo alle prestazione delle italiane perché ad una prova dal termine della Coppa del Mondo la Campionessa Italiana Elena Cecchini guida la speciale classifica riservata alle giovani: la 22enne della Estado de Mexico assieme alle compagne ha portato a casa un buon 6° posto nella cronosquadre mentre oggi è riuscita a resistere con le migliori fino alla fine chiudendo in 11esima posizione con Susanna Zorzi 13esima e Rossella Ratto 16esima, tutte nel gruppo buono.

Sebastiano Cipriani

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