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Vuelta a España 2014: Aru e gli altri 25, è la truppa italiana - Anche Cunego, Pozzato e De Marchi al via

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Fabio Aru sarà la punta italiana alla Vuelta © BettiniphotoCome in un fil rouge, anche alla Vuelta sarà l'Astana la squadra faro per il movimento italiano. Era già successo al Giro, dove avevamo certo Pozzovivo e poi Quintana, netto favorito, ma la curiosità per Fabio Aru era tantissima. Al Tour, con due colosssi come Chris Froome ed Alberto Contador, Vincenzo Nibali era l'unico dei 17 della spedizione in grado di mettere in difficoltà quelli che si pensava fossero i due principali contendenti. Sappiamo tutti com'è andata.

Alla Vuelta che prende il via stasera ci ritroveremo un Fabio Aru al secondo GT stagionale (il terzo della carriera): dopo il bel podio alla corsa rosa, il 24enne di Villacidro sarà in pratica l'unico uomo di classifica del nostro movimento. Certo, rispetto al Giro c'è qualche Froome e Contador in più, oltre ad un Purito Rodríguez in ottima salute, senza costole rotte, con l'obiettivo dichiarato di far sua la corsa di casa. Non si chiede la luna ad Aru, deve ancora fare esperienza, nonostante sia già parso più che competitivo sulle tre settimane.

Dovevano essere 25 gli azzurri al via della 69a Vuelta a España, ma il forfait dell'ultim'ora di Chris Horner, detentore del titolo, ha dato spazio ad un altro italiano, il giovane Valerio Conti (classe '93). Tanti sono qui per cercare la condizione migliore in vista del Mondiale di Ponferrada, qualcuno deve ancora meritarsi sul campo la convocazione e farà di tutto per ottenerla.

Pochi quelli che potrebbero restare con i primi e lottare per un posto non sul podio - anche se non poniamo limiti alla provvidenza - ma magari nei primi dieci. E questo qualcuno, una volta infortunatosi Domenico Pozzovivo (lo rivedremo nel 2015), è appunto Fabio Aru. Il sardo non l'abbiamo certo scoperto al Giro d'Italia, ma la sua prima grande corsa a tappe tra i pro' è stata proprio quella: da allora, da quel bellissimo terzo posto con tanto di vittoria a Montecampione, Aru ha disputato solo il Tour de Pologne, nascondendosi (ricorda qualcuno?).

Va alla Vuelta con l'intenzione di far esperienza, di testarsi, anche perché il campo partenti è veramente importante. Chiaro, dovesse restare con i primi saremmo tutti contenti, ma non è scontato: non è nemmeno ciò che dovrà fare, a tutti i costi, Aru. Se gli riuscirà, tanto meglio.

L'Astana è comunque ben attrezzata per supportare il proprio talento, anche se sulla carta il capitano sarà Mikel Landa. Paolo Tiralongo è il gregario perfetto e nelle settimane che hanno separato il Giro dalla Vuelta ha fatto da balia ad Aru, allenandosi con lui, seguendolo forse anche al bagno. Un corridore come lui sarà preziosissimo, ma a testimonianza del fatto che non tutta la squadra sarà per il sardo, ecco che verranno portati due uomini veloci come Jacopo Guarnieri ed Andrea Guardini: il velocista veronese in quest'agosto ha vinto due tappe al Post Danmark Rundt e s'è imposto nella prima frazione dell'Eneco Tour, mettendo in mostra una condizione ottima.

Dovrà battagliare, tra gli altri, con il marchigiano della Caja Rural Francesco Lasca, reduce da ottimi piazzamenti alla Volta a Portugal. Con Lasca, nelle volate troveremo anche Matteo Pelucchi, che con la Spagna ha un discreto feeling: qui ha ottenuto la prima vittoria da professionista, alla Clásica de Almería, ed il 14 agosto scorso s'è aggiudicato la prima tappa della Vuelta a Burgos. Un altro che potremmo trovare nelle volate è l'empolese della MTN Qhubeka Kristian Sbaragli. Tiene sulle salite non troppo impegnative, ha uno spnto più che discreto e non disdegna l'azione da lontano: può vincere in tanti modi.

Altro sprinter da tener d'occhio sarà senza dubbio Roberto Ferrari. Il velocista della Lampre-Merida sarà appoggiato da Elia Favilli, libero comunque di andare in cerca di soddisfazioni personali. Nel team blu-fucsia-verde troviamo anche il già citato Valerio Conti, Damiano Cunego e Filippo Pozzato. Il veronese che alla Vuelta vinse una tappa nel 2009, all'Alto de Aitana, è alle ultime pedalate in Lampre. Pozzato invece cerca di dimostrare al CT Davide Cassani che è in condizione e che a Ponferrada potrebbe essere molto utile alla causa azzurra.

L'AG2R aveva una punta di nome Pozzovivo; nei primi dieci sarebbe entrato senza troppe difficoltà, se non fosse sopraggiunto un brutto infortunio (tibia e perone, arrivederci al 2015). Vincent Lavenu è così obbligato a tentare la carta Carlos Betancur, non proprio l'uomo più in forma del momento, ma una vittoria di tappa potrebbe arrivare con Rinaldo Nocentini. È reduce da una Vuelta a Burgos non troppo entusiasmante, speriamo possa stupirci.

Altro uomo che potrebbe cercare il colpaccio è il bolzanino Manuel Quinziato: non facile per lui, avendo nella BMC Samuel Sánchez e Cadel Evans da supportare, senza contare che per le tappe c'è già Philippe Gilbert. Quinziato potrebbe sfruttare il buon passo per ottenere qualcosa d'importante.

Ed un corridore che si affiderà senza dubbio al passo è Adriano Malori. In Movistar la leadership di Quintana, con Valverde per le tappe, non si discute, ma il parmense darà una gran mano nella cronosaquadre di Jerez, oltre a tentare la vittoria nella crono di Borja e, perché no, in quella finale di Santiago de Compostela. Quale miglior ricetta per fare bene al Mondiale che vincere?

Tanti i cacciatori di tappe. La Trek avrà un Fabio Felline che può dire la sua, Ivan Santaromita, oltre ad adempiere compiti di gregariato per Adam Yates, potrebbe avere il via libera e chissà... L'Omega Pharma-Quick Step ha, tra gli altri, Gianluca Brambilla. Corridore molto bravo a resistere in salite non lunghissime, sa dire la sua anche in discesa. Ha il colpo di pedale per cercare una tappa. La Katusha di Joaquim Rodríguez avrà già un Dani Moreno capace di fare il finisseur, ma se ci mettiamo anche un siciliano chiamato Giampaolo Caruso la situazione potrebbe farsi interessante in diverse tappe. Resta il fatto, però, che la formazione russa punta al bersaglio grosso.

Cercano la vittoria nella generale anche al Sky di Froome, nella quale milita Dario Cataldo, uno che alla Vuelta ha già dimostrato di saper vincere: era l'anno solara 2012, Cataldo, ancora in Quick Step, s'impose al termine di una lunga fuga sul difficilissimo arrivo di Cueto Negro. Nella Tinkoff-Saxo che proverà a riportare in alto Alberto Contador dopo la dolorosa caduta del Tour troviamo un solido gregario come Matteo Tosatto e, con "il Toso", l'aretino Daniele Bennati, bravo sia negli arrivi veloci che nelle fughe (e come gregario, chiaro).

Infine la Cannondale tutta disegnata attorno a Peter Sagan: ci sarà Alessandro De Marchi, il più combattivo del Tour de France, che cercherà la fuga a più riprese sulle montagne. Paolo Longo Borghini, fratello di Elisa, è un gregario preziosissimo, Oscar Gatto si fa valere negli sprint, meglio se ristretti, mentre Damiano Caruso, in procinto di passare alla BMC come De Marchi, sarà l'uomo che cercherà di fare classifica.

A questo proposito ci sarebbe davvero piaciuto vedere sulle strade iberiche quel Davide Formolo (classe '92) che in salita vola e dei GT farà le sue prede. Non certo per vincere, chiaro, ma per testare il ragazzo. È un peccato ma non ci sarà.

Questo di Formolo è un discorso simile a quello di Fabio Aru, che andrà in Spagna per conoscersi, misurarsi, provare a vedere che succede correndo due GT nella stessa stagione. La curiosità (sua e soprattutto nostra), bisogna ammetterlo, è parecchia.

Francesco Sulas

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