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Eneco Tour 2014: Greg dipinge un bel Muurales - Finalmente Van Avermaet! Bravo Trentin, Pozzato si piazza

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Greg Van Avermaet, vincitore sul Muur all'Eneco Tour © BettiniphotoA Ferragosto, giorno simbolo delle vacanze estive, sono tutti (o quasi) in montagna o al mare, a prendere la tintarella, a bagnarsi per trovare un po' di sollievo dal caldo afoso che non dà tregua. Ma il ciclismo non va in vacanza. Anzi oggi, all'Eneco Tour, si è corsa una delle tappe più dure delle sette totali. Parliamo dei muri belgi, quelli che, seppur brevi, possono spezzarti le gambe. Non sono le lunghe salite del Giro d'Italia o del Tour de France, sono i muri che riportano la memoria alla primavera. Diciannove in tutto, le brevi scalate affrontate oggi, partendo dall'Hurdumont al km 15, per concludere con l'ultima ascesa al Geraardsbergen (la terza di giornata, lunga 600 metri, meno delle altre due).

Non è il Giro delle Fiandre ma a tratti lo ricorda molto. E forse Greg Van Avermaet si è ritrovato, in quell'ultimo chilometro, catapultato indietro nel tempo, al 6 aprile scorso. Solo che quel giorno ha dovuto inchinarsi davanti al re del Fiandre, Fabian Cancellara. Oggi, invece, il re è rimasto nascosto nelle retrovie (ci si aspettava sicuramente di più, non solo da lui, ma anche dal resto dei big, in una tappa impegnativa come questa), e allora Greg non poteva non approfittarne. Superato il cartello che indicava l'ultimo km di fatica, è andato a riprendere Laurens De Vreese e Pavel Brutt, che, davanti a lui, stavano tentando il colpaccio. Li ha lasciati lì e si è involato tutto solo verso il traguardo. Dietro ci hanno provato a riprenderlo, ma non c'è stato niente da fare: a 2" è giunto Tom Dumoulin, seguito da Brutt (bravo a rimanere alla ruota dell'olandese dopo essere stato ripreso), Matti Breschel e Lars Boom; più indietro gli altri.

Non una stagione entusiasmante finora per il 29enne belga della BMC: qualche piazzamento, seppur di prestigio (come il secondo posto al Fiandre, per l'appunto), tante corse in cui ha cercato di essere protagonista fino in fondo, ma mai una vittoria. Fino a questo Eneco Tour. Fino ad oggi. Quando le divinità dei muri belgi hanno deciso che era arrivato anche per lui il momento di bere dal calice della vittoria.

Dopo la partenza da Geraardsbergen, la Belkin del leader di classifica Lars Boom, in testa al gruppo, ha controllato e spento sul nascere ogni tentativo di evasione. Fino al km 37, quando Matteo Trentin, Jens Debusschere, Ivan Rovny e Pablo Lastras hanno deciso che era arrivato il momento di salutare tutti. Hanno così macinato km e guadagnato secondi fino a raggiungere un vantaggio massimo di 5'38" al km 71. Poi dietro si sono svegliati.

La Belkin, che chiaramente aveva su di sé la responsabilità di ricucire il distacco coi battistrada, ha preso un buon ritmo e lo scarto tra i fuggitivi e il gruppo ha cominciato a diminuire km dopo km. Ma davanti non sono certo rimasti a guardare nell'attesa di essere riassorbiti dal plotone. Alla prima ascesa del Muur de Geraardsbergen (o Muro di Grammont, al km 112), con una pendenza media dell'8,6% e tanto di pavé (giusto perché le cose non sembrassero troppo semplici), il forcing di un Trentin apparso ancora in splendida forma dopo l'ottimo Tour ha costretto Rovny e Debusschere a mollare la presa, mentre il solo Lastras riusciva a tenere il ritmo del trentino dell'Omega Pharma.

Rovny ha poi definitivamente gettato la spugna nell'ascesa successiva, quella del Bosberg, mentre Debusschere riusciva a riagganciare le ruote dei due di testa. Dietro, mentre la pioggia faceva la sua prima apparizione sulla corsa, la squadra del leader si è ritrovata a rintuzzare diversi tentativi di attacco.

Nella seconda ascesa del Muur (-24 km all'arrivo) è stato Philippe Gilbert a rompere gli indugi nel gruppo e a tentare l'attacco, subito seguito e ripreso da Boom che, giacché c'era, ne ha approfittato per partire in contropiede. Alla sua ruota si è riportato Jens Keukelere, mentre Gilbert è rimasto leggermente attardato, qualche decina di metri più indietro, insieme al compagno di squadra Manuel Quinziato. Il quartetto, riunitosi nella successiva salita del Bosberg (anch'essa affrontata per la seconda volta), è stato poi ripreso dopo lo scollinamento da un gruppo, frantumato in più tronconi, con in testa il secondo della classifica generale Tom Dumoulin.

Mentre il plotone in qualche modo si ricomponeva (malgrado qualche altro tentativo, come quello di Dillier ai -15 km), davanti se prima erano in tre a scalare i muri belgi, adesso erano in due a scalare i muri belgi. Visto che i due superstiti della fuga sul Muur (e sempre su impulso di Trentin) erano riusciti a scrollarsi di dosso definitivamente il campione nazionale belga, ai -10 km Lastras ha pensato di potersi togliere dalle calcagna anche l'altro compagno d'azione. Ma Matteo non si è fatto sorprendere e, dopo aver ceduto qualche metro allo spagnolo della Movistar, è ritornato sotto senza grosse difficoltà. Purtroppo la fuga dei due è durata solo qualche altro km, e quando ne mancavano 3.5 km al traguardo, la prima parte del gruppo li ha riassorbiti, spegnendo i loro sogni di gloria.

A questo punto, a 3 km dall'arrivo, Laurens De Vreese, ciclista della Wanty, originario proprio di Geraardsbergen (o Grammont, che dir si voglia) ha tentato la sortita sulle strade di casa. L'enfant du pays ha resistito da solo fino al triangolo rosso dell'ultimo chilometro, dopodiché è stato raggiunto da Pavel Brutt, che a sua volta era uscito dal gruppo ai 1500 metri. Ai 500 metri per De Vreese si è spenta la luce, e Brutt da solo ha provato a resistere, ma si è visto piombare addosso ai -300 un Van Avermaet arrivato come un fulmine e con tutta l'intenzione di giungere da solo al traguardo. Così è stato. A 2" dal vincitore di tappa i già citati Dumoulin, Brutt, Breschel e Boom, mentre a 6" è arrivato il resto del primo gruppo regolato da Niki Terpstra, seguito da Geraint Thomas, Tim Wellens e, al nono posto, Filippo Pozzato, primo degli italiani.

In virtù dei 6" di abbuono guadagnati sul traguardo, Tom Dumoulin diventa il nuovo leader della classifica generale, seguito a soli 2" da Lars Boom. 11" è il ritardo di Manuel Quinziato, che mantiene la terza posizione. Poi a 14" Andriy Grivko e a 21" Thomas.

Se oggi l'impegno richiesto ai corridori dell'Eneco Tour è stato rilevante, la tappa di domani non sarà certo da meno: nei 173 km che da Heerlen portano a La Redoute, saranno quindici i Gpm, quattro in meno rispetto ad oggi, ma non per questo meno tosti, anzi: si scaleranno diverse côte valloni, a partire proprio dalla Redoute, salita simbolo della Liegi-Bastogne-Liegi, e sede d'arrivo (come il Muur, verrà scalata due volte prima di quella decisiva, e come il Muur la terza ascesa si fermerà a metà salita, visto che il traguardo non è posto in cima). Un'altra buona occasione per gli specialisti delle classiche, alcuni dei quali oggi sono sembrati essersi persi per strada.

Marilù Calsolaro

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