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Eneco Tour 2014: Altro che lattosio alle ginocchia! - Guardini rinato, vince su Gène e Cimolai. Giù Modolo, bene Trentin | Cicloweb

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Eneco Tour 2014: Altro che lattosio alle ginocchia! - Guardini rinato, vince su Gène e Cimolai. Giù Modolo, bene Trentin

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Andrea Guardini primo a Terneuzen su Gène, Cimolai e Debusschere © BettiniphotoUn'intolleranza al lattosio gli aveva fatto (a lui ma anche ai suoi tifosi) proprio scendere il latte alle ginocchia. Lui, Andrea Guardini, non lo sapeva neanche, ma di sicuro il suo rendimento in primavera era proprio scaduto, altro che lunga conservazione. Dopo le due vittorie ottenute al Langkawi (ma quelle per lui fanno parte del patto sindacale), il velocista dell'Astana ha raccattato un paio di secondi posti tra La Panne e Turchia, e poco altro. La gamba non girava, il ritmo non veniva, la potenza non esplodeva.

La ragione, ora lo sa, era proprio quest'intolleranza al lattosio che ne ha minato (evidentemente anche negli anni passati) il rendimento. Ora che - scoperto l'inghippo, trovata la soluzione - Guardini è tornato a pedalare in maniera consona, guardacaso arrivano anche i successi. E arrivano in serie, come si era abituato a raccoglierne agli albori della sua carriera da pro', alla Farnese. Diciamo albori come se parlassimo di una vita fa, invece il bravo Andrea ha solo 25 anni e potrà riprendere e completare la propria crescita agonistica per tornare a dar battaglia ai più rinomati sprinter sui palcoscenici principali (non dimentichiamo che ha già vinto una tappa al Giro, battendo Mark Cavendish).

Il ritorno di Guardini alle gare è stato al fulmicotone: una settimana di sorrisi e giovialità, tra la Danimarca e l'Olanda. Lì, ad Aarhus e a Odense, addirittura due-vittorie-due, appena due e quattro giorni fa; qui, a Terneuzen oggi, un'affermazione ancora più prestigiosa, visto che arriva in una prova World Tour. Se la scansione temporale continuerà, domani potrà riposare (comunque in maglia di leader), e poi - un giorno sì e un giorno no si festeggia - mercoledì rivincere...

Al di là delle fantasie agostane, resta il fatto che oggi Guardini è tornato a rialzare l'asticella, e si è peraltro imposto al termine di una frazione che, pur scevra da difficoltà altimetriche, non è stata a tratti semplicissima da interpretare. Pare che queste corse nordiche gli piacciano, e allora insista, insista pure, continui a prendere confidenza con questi terreni di gara in attesa di spiccare magari un volo inatteso, un domani. Niente fantasie, abbiamo detto; allora cronaca.

I primi - e per lungo tempo unici - battaglieri della giornata e dell'Eneco Tour tutto sono stati Laurens De Vreese (partito appena iniziata la tappa), Gatis Smukulis e Kenneth Van Bilsen (sempre interessante); questi ultimi due hanno raggiunto De Vreese al km 20 (prima, da solo, non ci era riuscito Bagdonas), e di lì a poco la fuga ha già preso proporzioni importanti (8'25" il vantaggio massimo al km 28), pure troppo importanti, se è vero che alcune squadre di velocisti (la Lotto di Greipel, la FDJ di Bouhanni) hanno subito messo qualcuno dei loro a tenere sotto controllo la situazione.

Con Smukulis interessato più ai traguardi volanti (un paio di allunghi per conquistarne due) che alle sorti della fuga, e finito pure col cadere sull'asfalto bagnato a 21 km dalla fine, è toccato ai due padroni di casa reggere maggiormente le sorti dell'azione, fino alla fine della stessa, avvenuta a 18 km dalla conclusione.

In quel momento il gruppo era attraversato da fermento: già ai -38 c'era stato un accenno di ventagli, presto rientrati. Dopodiché, un po' la pioggia che ha tratti ha bagnato il finale (rendendo l'asfalto insidioso), un po' la grande verve di Matteo Trentin, han fatto sì che ci fosse un bel tratto (diciamo dai -23 ai -15) in cui pareva pronta a prendere il largo un'interessante azione di contropiede.

Rispondendo al tentativo di Christian Knees di promuovere un po' di bagarre (tentativo a cui subito hanno risposto "presente" uomini come Oss, Hayman, Vanmarcke, pure Wellens), Trentin ha deciso di concedersi qualche chilometro da cavallo pazzo: messosi alla testa di questa pattuglia di avanguardisti, Matteo ha tirato il collo a tutti, rendendo difficile per il gruppo chiudere il gap. Comunque il plotone era lì, a pochi secondi (se non proprio pochi metri), e ogni tanto qualcuno da dietro rientrava su quelli davanti, e qualcuno davanti perdeva contatto, mentre Trentin continuava imperterrito a trenare a tutta.

Tanto impegnato è stato, il bravissimo vincitore di due tappe del Tour de France, che è rimasto addirittura da solo, per un attimo, prima che Knees e Pavel Brutt si riportassero su di lui. Il terzetto ha raggiunto De Vreese e Van Bilsen (che proprio in quei frangenti esaurivano il loro compito di fuggitivi del mattino), ma poi il gruppo è rientrato una volta per tutte, ai -17, e da quel punto in avanti s'è capito che sarebbe stata solo volata (e Trentin, giacché c'era, si è pure sciroppato una lunga tirata alla guida del plotone).

Qualche caduta ha purtroppo punteggiato gli ultimi 10 km, a partire da quella che ha visto coinvolti Matthew Goss e Sacha Modolo: il veneto ha picchiato pesantemente sulla parte sinistra del corpo, e ha poi chiuso la corsa solo soletto all'ultimo posto, a oltre 13' di ritardo dal primo. Poi, su un paio di rotonde, sono caduti tra gli altri anche Silvan Dillier e Danny Van Poppel, ma maggiore rilevanza ha avuto il tentativo di Roy Jans ai 1500 metri: il belga ha tentato di evadere, ma è stato presto rintuzzato e sostituito da Tom Dumoulin, partito in contropiede praticamente al triangolo rosso dell'ultimo chilometro.

L'olandese della Giant ha quasi completato il capolavoro, ma gli son mancati giusto 30 metri: allo spasimo delle forze, risucchiato dai velocisti lanciati nello sprint, Dumoulin ha colto rallentando il settimo posto (per dire di quanto sia andato vicino alla vittoria).

Oggi però toccava a un altro festeggiare, e quell'altro era - come detto - Andrea Guardini: uscito fortissimo ai 100 metri, il veronese non ha permesso a nessuno di avvicinarglisi in rimonta, e si è imposto nettamente su Yohann Gène e Davide Cimolai (ottimo sostituto volante di Modolo in casa Lampre); Trentin, dopo il gran lavoro, ha pure sprintato all'ottavo posto (proprio davanti a Vanmarcke), mentre i velocisti più attesi hanno avuto un passaggio a vuoto (Mezgec 11esimo, Greipel 12esimo, Bouhanni 17esimo, Farrar 20esimo).

Proveranno a rifarsi domani nella Waalwijk-Heusden, che più o meno ricalca l'andamento della tappa odierna; quanto alla classifica, Guardini è l'ovvio leader con 4" su Gène, 5" su De Vreese e 6" su Cimolai; nelle zone alte ci sono anche Boom, Dowsett e Gilbert (che si sono piazzati nell'ordine al terzo traguardo volante con abbuoni, a poco meno di 10 km dalla fine), ma ballano talmente pochi secondi che tutto appare ed è provvisorio, e potrà essere ampiamente rivoluzionato nei prossimi giorni.

Marco Grassi

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