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RideLondon Classic 2014: Blythe, una vittoria al gusto di rivincita - Battuti Swift, Alaphilippe e Gilbert. Viviani nono

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Adam Blyth batte Ben Swift e Julian Alaphilippe alla RideLondon Classic © uk.eurosport.yahoo.comIl dolce sapore della rivincita ha un retrogusto di pioggia estiva per Adam Blythe, l'uomo caduto in un colpo solo dal World Tour alla provincia del ciclismo, e risalito ugualmente in un colpo solo agli onori delle cronache, battendo oggi nella RideLondon Classic alcune delle più interessanti ruote della massima categoria.

Corridore veloce approdato giovanissimo dalla pista (dove ha ottenuto ottimi risultati da juniores) al professionismo con una discreta dose di aspettative addosso, Blythe ha dissipato progressivamente quanto di buono lasciato intuire (e anche vedere) nella prima annata in maglia Omega Pharma (2010): un lento e precoce declino, non fermato ma anzi acuito dal passaggio in BMC nel 2012 (unica parentesi felice: la vittoria quell'anno della Binche-Tournai-Binche), e conclusosi con un benservito ricevuto dal team americano alla fine di un disastroso 2013.

Ripartire dal basso, rinviare ogni ambizione, lavorare per crescere lontano dai riflettori: non un programma facile, ma Blythe, non ancora 25enne, ha ritenuto di aver tempo e di poterlo impiegare per ricostruirsi una carriera. Approdato alla Continental inglese NFTO, ha dovuto riparametrarsi su tutt'altri traguardi rispetto a quelli annusati nel quadriennio passato nel World Tour (ha all'attivo tre Giri d'Italia, solo uno portato a termine); ma l'appuntamento di oggi, a Londra, era sicuramente segnato da un circoletto rosso sul calendario del velocista di Sheffield.

Una gara che inevitabilmente ha riecheggiato la tappa del Tour di appena un mese fa, arrivo sullo stesso viale di The Mall (ma in senso opposto rispetto alla Grande Boucle), però andamento più imprevedibile rispetto alla frazione da volatone vinta da Kittel in avvio di corsa francese: le salitelle oggi presenti sul percorso sono state sufficienti per promuovere una bella selezione in gruppo, selezione che non ci sarebbe stata se un certo Philippe Gilbert (altro protagonista della giornata) non avesse ripetutamente fatto il diavolo a quattro.

La gara, dopo le consuete schermaglie e fughe tentate e abortite nella prima parte, e con ampie spruzzate di pioggia a bagnarla, ha preso quota a 70 km dalla fine, allorquando sulla salita di Denbies c'è stato un attacco di Julian Alaphilippe e dello stagista BMC Loic Vliegen. Sull'azione dei due, il gruppo si è frazionato, e dopo la salita si è ricompattato al comando un drappello di 12 uomini: su Alaphilippe e Vliegen si sono portati prima Gilbert e Ben Swift, quindi Blythe, Stef Clement, l'atteso Caleb Ewan (alle prime corse in maglia Orica, stagista pure lui), l'esperto Gert Steegmans, Kristijan Koren e addirittura un terzetto NetApp con Scott Thwaites, Zakkari Dempster e il veloce Sam Bennett.

Il gruppo, tirato dalla Cannondale in favore di Elia Viviani, ha perso contatto nell'occasione e non l'avrebbe più ritrovato. A poco più di 50 km dalla fine, sulla salita di Box Hill, Gilbert ha rotto gli indugi, proponendo un attacco che ha fatto fuori Dempster, ma che non ha sconvolto gli altri 10: Alaphilippe e Swift sono rientrati subito sul vallone, Ewan ha chiuso il buco poco dopo. La presenza di alcuni gregari (Vliegen per Gilbert, Thwaites per Bennett, Steegmans per Alaphilippe o viceversa) ha fatto sì che davanti si sia potuto tenere un buon ritmo, impedendo agli inseguitori di recuperare.

Con oltre un minuto di margine, e con ancora cartucce da sparare, a 20 km dalla fine è bastato uno strappetto a Gilbert per rimescolare tutte le carte: il capitano della BMC è partito secco, e stavolta solo Swift, Blythe, Alaphilippe e Koren sono stati in grado di chiudere e tenere le sue ruote, mentre gli altri hanno perso contatto.

Un gruppetto di 5 tutto composto da ruote veloci (ad eccezione di Koren) dev'essere sembrato a Gilbert ancora troppo folto per le sue attuali possibilità allo sprint - anche ristretto. Così il Pippo di Belgio ha piazzato là un altro allungo, ai 15 km, sulla salitella di Wimbledon. Un Alaphilippe che a questo punto siamo obbligati a definire infaticabile ha tenuto botta, al contrario degli altri tre; il viaggio in coppia tra i due battistrada è durato lo spazio di 4 km: ai -11 Blythe, Swift e Koren, facendo valere la forza della superiorità numerica, hanno chiuso il gap (che non aveva superato di troppo i 10" nel suo momento di massima espansione), andando a ricomporre in maniera definitiva il quintetto che si sarebbe giocato la vittoria.

Sin troppo facile prevedere che la lotta sarebbe stata tra Blythe e Swift: troppo aveva speso il pur veloce Alaphilippe, infatti; e lo svolgimento della volata a 5 è stato coerente con le aspettative, anche se la sparata con cui Blythe ha giocato d'anticipo (dopo che Koren - rassegnato al ruolo di più lento della compagnia - ha tirato il gruppetto fino ai 300 metri) è stata ugualmente sorprendente, per l'esplosione di potenza che l'ha innescata e tenuta viva fino alla linea d'arrivo londinese, nonostante il tentativo di rimonta di Swift.

Netta affermazione di Blythe, che tra i battuti annovera sì i citati Swift e Alaphilippe (podio di giornata), ma soprattutto quel Gilbert capitano della sua ex squadra (sarà stata una soddisfazione particolare metterselo dietro). Koren quinto, poi dal sesto all'ottavo posto, a poco più di 10" dai primi, Bennett, Vliegen e Clement (unici altri superstiti dell'attacco a 12), e quindi oltre mezzo minuto Viviani che, con la volatina per il nono posto, ha preceduto Russell Downing, mettendo al sicuro il suo posto in top ten. Poco dietro, dodicesimo, s'è piazzato l'altro italiano Kristian Sbaragli.

Alcuni dei protagonisti della RideLondon Classic di oggi li rivedremo da domani a domenica prossima all'Eneco Tour. Gilbert sarà tra questi: se riprodurrà quanto fatto vedere oggi in Inghilterra, Philippe potrà farci divertire in diverse tappe della corsa olandese-belga.

Marco Grassi

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