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Tour de Pologne 2014: Vakoc infrange il patto di Varsavia - Gruppo sorpreso dalla fuga, il ceco nuovo leader

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Petr Vakoc esulta a Varsavia © OPQS/Tim De Waele

Accade sovente che dopo il Tour de France tutto l'ambiente ciclistico si rilassi (o quasi, chiedere a Oleg Tinkov). Una volta giunti al culmine della stagione, l'interesse verso il risultato dei team al vertice mondiale mediamente cala, per poi risalire verso l'abbinamento Vuelta-Mondiale. E se cala la tensione, può capitare che succedano cose altrimenti improbabili: può capitare, ad esempio al Giro di Polonia, che una tappa disastrosa come quella di ieri venga cassata da una parte minoritaria, ma comunque sostanziosa di corridori e direttori sportivi, nell'archivio "cose che succedono", sbugiardando i colleghi che al Giro d'Italia avevano piantato grane a non finire per la Giovinazzo-Bari, nonostante una situazione finale simile e per certi versi anche peggiore (un circuito finale che si è rivelato scivoloso e pericoloso sin dal primo passaggio, con marchiane carenze in termini di logistica e sicurezza). E può capitare che in una tappa all'apparenza fatta su misura per gli sprinter una fuga decisamente innocua non venga controllata e porti a conquistare tappa e maglia un neo-professionista che risponde al nome di Petr Vakoc, classe '92, proveniente dalla vicina Repubblica Ceca e difatti portacolori dell'Omega Pharma di patron Bakala, a testimoniare che nuove leve crescono attorno a Stybar nel vivaio Etixx.

Una fuga davvero innocua, dicevamo, quella che si è mossa dopo la partenza di Toruń: con Vakoc erano presenti due atleti polacchi, Przemyslaw Kasperkiewicz per la nazionale ed il campione nazionale Bartlomiej Matysiak per la CCC Polsat. Aveva provato ad agganciarsi anche il giovane Pierre-Henri Lecuisinier (FDJ), ma ha dovuto rialzarsi e farsi riassorbire dal gruppo. I fuggitivi non hanno preso subito un largo margine, ma hanno progressivamente aumentato il loro vantaggio sul gruppo, fino a toccare i 7' quando mancavano 50 km al traguardo; un vantaggio ancora gestibile, per un gruppo fresco e affollato, a patto di avere una reazione rapida ed efficiente. Così è stato solo parzialmente, ed il gruppo ha guadagnato tanto finché a Stare Babice, ultimo traguardo volante a 30 km dall'arrivo, Vakoc non ha salutato i compagni di fuga ed è andato via del suo passo. Eh sì, perché il nostro Vakoc, sebbene neoprofessionista, è un buon passista, e lo testimonia il fatto che sia vicecampione nazionale a cronometro, dietro un attualmente inarrivabile Barta. Entrati nel circuito finale di Varsavia, una passerella di neanche 5 km da ripetere tre volte, si era già capito come sarebbe andata a finire: un margine di più di 2' a 15 km dal termine risultava irrecuperabile con un contendente così fresco.

E così Vakoc è andato a ottenere la sua prima vittoria da professionista, dopo una promettente carriera nelle categorie giovanili (tra le altre cose, l'anno scorso è stato argento su strada agli Europei), e da domani indosserà la maglia di leader oggi soffiata ad Hutarovich.

Ad ulteriore testimonianza del totale rilassamento del gruppo, lo sprint finale viene vinto da Michael Matthews, in tutti i sensi: il corridore dell'Orica esulta convinto, dopo uno sprint anche bello che lo ha visto lanciarsi alla perfezione alla ruota di Boris Vallee, e ci metterà un po' per capire come sono andate realmente le cose. Alle spalle del terzo, Vallee, ci sono Ramon Sinkeldam, l'ex-leader Hutarovich, poi Maes, Haller, Boivin, Mezgec e Farrar, e chissà quanti di loro erano realmente consapevoli che ci fosse un uomo da riprendere.

La tappa di domani prevede un ulteriore trasferimento verso sud da Kielce a Rzesów, per un totale di 174 km. Nessuna difficoltà altimetrica, se non un GPM segnalato più che altro per il gusto di assegnare punti alla classifica scalatori: il canovaccio dovrebbe essere quello solito, difficilmente le squadre dei velocisti vorranno perdersi un altro sprint. L'incognita potrebbe però essere rappresentata dal maltempo, che da domani a venerdì colpirà ancora la Polonia: un'altra giornata come quella di ieri potrebbe sia scombinare i piani dei velocisti che mettere in difficoltà posizione e salute degli uomini di classifica.

Nicola Stufano

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