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Giro delle Valli Cuneesi 2014: La vera pacchia è per Pacchiardo - Al tricolore Élite la corsa. Tappe a Cavasin, Koshevoy e Ravasi

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Davide Pacchiardo vince il 37° Giro delle Valli Cuneesi © Ufficio stampa della corsaEsattamente una settimana dopo la conclusione del Giro della Valle d'Aosta, il calendario dilettantistico italiano ha proposto immediatamente, come da copione, una nuova gara a tappe in grado di richiamare al via alcuni dei migliori corridori del nostro panorama ciclistico giovanile e non solo: stiamo parlando del Giro delle Valli Cuneesi, sopravvissuto alla crisi che da qualche stagione attanaglia il nostro Paese (anche se pure la gara a tappe piemontese ha subito una riduzione delle giornate di gara, divenute ormai tre) e giunto in questo 2014 alla sua 37esima edizione.

Comprensibile quindi che anche per patron Giancarlo Fruttero non sia semplice disegnare in così poche giornate una gara in grado di venire incontro alle esigenze di tutti i tipi di corridore ma di certo non si può dire che questa gara non sia in grado di esaltare coloro che hanno nella salita il loro maggiore terreno d'espressione (del resto anche l'albo d'oro recente annovera nomi - su tutti Fabio Aru - brillantemente approdati al professionismo). Tuttavia l'edizione appena andata in archivio non ha visto un vero e proprio dominatore ma ha finito per premiare il corridore che meglio di tutti ha saputo gestire le proprie energie oltre che cogliere l'attimo buono per sorprendere tutti gli altri avversari diretti.

Corridore che risponde al nome di Davide Pacchiardo, che in una stagione che gli ha già regalato la prima affermazione assoluta tra i dilettanti (alla Milano-Tortona il 1 maggio) e la vittoria più significativa della carriera fin qui maturata (il titolo italiano degli Élite S.c. conquistato a Montallese, in Toscana, il 28 giugno), ha saputo togliersi anche la soddisfazione di potersi aggiudicare una delle gare a tappe più importanti del nostro Paese proprio sulle strade del suo Piemonte. In fin dei conti il torinese del Team Pala-Fenice ha saputo meritare il successo, avendo l'accortezza di fiutare fin dal primo giorno quell'azione che avrebbe potuto consentire (a lui come ad altri temerari) di conquistare già un buon vantaggio in classifica generale a discapito della concorrenza in una frazione che, teoricamente, avrebbe dovuto sorridere alle (non molte, a dire il vero) ruote veloci del gruppo.

Si è partiti così nel pomeriggio di domenica 27 luglio con la prima tappa con partenza e arrivo a Bene Vagienna di 78.7 km nello stesso paese che ospitò la partenza dell'edizione 2013, anche se in quel caso si trattò di una cronometro a squadre. Tappa in cui, oltre a sporadici tentativi di fuga, ci si sarebbe aspettati un volatone di gruppo ma che invece, pur essendo sostanzialmente priva di asperità, ha finito per partorire un epilogo inaspettato: proprio mentre ci si approssimava all'unico GPM di giornata in località Gorra ha preso corpo un tentativo di fuga operato da circa venti corridori ed in cui erano presenti alcuni nomi molto interessanti sia per il successo di tappa (come Rosa, Cavasin, Perego o Bonusi) sia in ottica classifica generale (spiccavano quelli di Pacchiardo, Giampaolo, Giacobazzi e Salvador). Azione molto variegata e che ha visto al suo interno anche ottimi passisti, cosicché il vantaggio ha subito toccato il minuto e mezzo, rendendo così molto arduo l'inseguimento del gruppo (anche per il fatto che praticamente tutte le formazioni in gara erano rappresentate nel tentativo).

Gli sforzi del gruppo si sono così rivelati infruttuosi e a giocarsi il successo sul traguardo è stato proprio il nutrito drappello di fuggitivi: il veneto Daniele Cavasin, l'atleta più veloce presente nella fuga, non è venuto meno al pronostico e con una volata perentoria è sfrecciato davanti a tutti. Sesta vittoria stagionale per il classe 1988 della Zalf Euromobil Désirée Fior che ha così potuto indossare anche la prima maglia di leader mentre lo svizzero Dylan Page della Roth ed il bielorusso Nikolai Shumov (recente acquisto della General Store Bottoli) hanno completato il podio di tappa. Quarta posizione per Stefano Perego, seguito dal bravo primo anno Davide Donesana, Rosa, Bonusi, Umberto Marengo, Solina e il tricolore Pacchiardo giunti nelle prime dieci posizioni mentre per il gruppo (regolato in 21esima posizione dall'attesissimo Jakub Mareczko) il ritardo accusato sul traguardo è stato di 1'10", indubbiamente inatteso alla vigilia della frazione.

L'indomani, lunedì 28 luglio, è stata la volta della tappa più impegnativa del giro, ovvero la Fossano-Sant'Anna di Vinadio di 118,6 km con arrivo al celebre santuario dopo un'ascesa (scoperta ciclisticamente dal Trofeo dello Scalatore all'inizio degli anni Duemila) di quasi 15 chilometri con pendenze che superavano in alcuni punti il 10%. Frazione animata subito da Federico Borella dell'Overall Cycling Team e da Davide Astigiano della Monviso-Venezia, riusciti a rimanere all'attacco fino all'imbocco della Madonna del Colletto, il primo duro GPM di giornata la cui vetta era posta al chilometro 55. Proprio su quest'ascesa è iniziata la prima decisa scremata al plotone e la giornata ha iniziato a delinearsi favorevolmente per i colori bielorussi (come vedremo) con Stanislau Bazhkou della Fiscal Office a transitare per primo in cima. Ci si è così avviati verso l'impegnativa ascesa finale con Enrico Anselmi del Malmantile (uno dei giovani più in forma nelle ultime settimane) e Paolo Totò del Veloclub Senigallia ad evadere dal gruppo e tentare l'assolo.

Proprio quando le rampe hanno iniziato a farsi più ostiche Totò ha staccato Anselmi e si è lanciato tutto solo alla ricerca di quello che sarebbe stato un successo bellissimo, andando veramente molto vicino nell'intento. Sì perché la pur notevole azione del marchigiano non ha tenuto conto di ciò che nel frattempo era accaduto alle sue spalle, dove il gruppo era letteralmente esploso e si erano creati gruppetti sparsi di atleti: i più immediati inseguitori erano due corridori dell'Est Europa, ovvero il polacco Marcin Mrozek della Vejus e Ilia Koshevoy del Podenzano, che con un buon accordo si sono mantenuti ad una decina di secondi da Totò negli ultimi 5 chilometri. Proprio nel momento in cui l'azione del marchigiano si è fatta più pesante, Koshevoy ha piazzato il suo attacco liberandosi della compagnia di Mrozek e proprio in prossimità dell'ultimo chilometro ha raggiunto e superato anche l'atleta del team di Senigallia, avendo ormai percorso netto verso il traguardo, dove è giunto a braccia alzate.

Quarta vittoria stagionale per il bielorusso del Podenzano, professionista con la Lampre nella prossima stagione e apparso in gran forma nell'ultimo mese e mezzo, che sul traguardo ha preceduto di 35" il generosissimo Totò (autore di una prova comunque notevolissima su una salita particolarmente ardua) e di 39" Mrozek. Per tutti gli altri i distacchi sono stati ben più pesanti: a 53" è giunto Paolo Bianchini, altro atleta molto atteso dopo il bel Valle d'Aosta disputato; a 1'07" ha concluso Nardin, a 1'12" Pacchiardo che ha così visto annullato quasi del tutto il vantaggio acquisito il giorno prima pur difendendosi più che egregiamente mentre a 1'20" ha concluso un bravo Alberto Amici. Praticamente fuori dai giochi invece Andrea Vaccher, ottavo ma staccato di ben 2'03" con Cingi (giunto a 2'29") e il bravo Ravanelli (decimo a 2'33") a completare la top-10 di giornata. Non sono però mancate altre vittime illustri di questa dura frazione: Manuel Senni, uno dei favoriti per il successo dopo il podio nella gara a tappe valdostana, ha chiuso in 12esima posizione staccato di 2'41" ed ha così detto addio a qualunque speranza di podio (peggio è andata a Ravasi, staccato di ben 6'33" ma che come vedremo avrà occasione per rifarsi alla grande); distacchi importanti anche per Moreno Giampaolo (3'29") e Roberto Giacobazzi (3'46") e sogni di gloria svaniti anche per la Zalf con Garosio (4'06") e Moscon (4'10") entrambi attardati.

In virtù di ciò Koshevoy ha conquistato la maglia di leader della generale ma poteva gestire un vantaggio di appena 2" nei confronti di Pacchiardo (mentre Totò doveva recuperare 35") alla vigilia della terza ed ultima tappa, a cui prevedibilmente sarebbe toccato il compito di stabilire il vincitore dell'edizione 2014. Il terreno non mancava di certo poiché la Cervere-Sant'Anna di Roccabruna di 133,8 km che ne facevano anche la frazione più lunga prevedeva un nuovo arrivo in quota, più agevole rispetto a quello del giorno precedente ma comunque da non prendere sotto gamba. Ad animare la tappa è stata una fuga di circa venti corridori arrivata ad avere un vantaggio massimo di 3' e che ha visto cinque battistrada riuscire a prolungare il tentativo fino alla prima ascesa di giornata posta a Valmala, in cima a cui è transitato per primo Jacopo Mosca della Viris Maserati davanti a Ferrarotti, Nicolas Samparisi, il sempre combattivo Maestri e Bernardinetti.

Ricompattatosi il gruppo non è rimasto altro da fare se non attendere la salita conclusiva, sulla quale dopo pochi chilometri è scoppiata la bagarre che ha iniziato notevolmente a frazionare il plotone: ad accendere la miccia è stato l'eritreo Temesgen Teklehaymanot, tesserato per il team svizzero Roth ma soprattutto fratello minore (è nato nel 1991) del più noto Daniel (professionista con la MTN-Qhubeka), già autore di una discreta prestazione verso Sant'Anna di Vinadio (dove si è classificato 13°) e che ha operato un attacco a cui hanno prontamente risposto Mrozek, Nardin e Ravasi, con Koshevoy poco più indietro a controllare.

L'azione ha preso corpo man mano verso l'approssimarsi del traguardo ed i più brillanti sono apparsi proprio il polacco della Vejus e il lombardo della Colpack, che sono riusciti a sbarazzarsi degli altri due e a continuare la propria marcia verso il traguardo, ormai sempre più vicino. Superato l'ultimo chilometro però Edward Ravasi ha forzato i tempi e Mrozek non è stato più in grado di seguirlo, cosicché il 20enne di Besnate ha potuto avviarsi tutto solo verso la prima vittoria tra gli Under 23, riscattando la giornata opaca verso Sant'Anna di Vinadio e confermando l'ottimo periodo che l'aveva già visto protagonista in Valle d'Aosta (quarto classificato) e a Boscochiesanuova (secondo dietro il compagno Ciccone).

Nulla da fare quindi per il pur bravo Marcin Mrozek, costretto ad accontentarsi della piazza d'onore a 7" mentre a 12" Alberto Nardin ha conquistato il terzo posto, precedendo di 5" l'ottimo Teklehaymanot, che ha portato a casa un bel quarto posto di tappa a 17". L'attesa, pertanto, era tutta rivolta al discorso classifica generale e nel momento in cui Koshevoy aveva piazzato il suo attacco all'ultimo chilometro, il bielorusso è sembrato avere la vittoria in pugno. Proprio sul più bello però per il corridore del Podenzano è subentrato un momento di difficoltà negli ultimi cinquecento metri, con il tenace Pacchiardo rinvenuto da dietro e capace di staccare il capo classifica, fino a terminare in quinta posizione, anch'egli con un distacco di 17" da Ravasi.

A 22" è transitato in sesta posizione Paolo Totò ma a quel punto si era già capito come per il tricolore fosse fatta, visto che Koshevoy è giunto staccato di 23", non riuscendo quindi a contenere abbastanza il distacco per mantenere la leadership. Bianchini (a 44"), un Manuel Senni decisamente più brillante rispetto al giorno prima (a 49") e Vaccher (giunto a 58") hanno completato la top ten in un ordine d'arrivo che ha visto tutti gli altri giungere con ritardi cospicui e ben diciotto atleti (tra cui il primo leader Cavasin, Shumov, Pacioni, Page e Maronese) giungere fuori tempo massimo.

Classifica finale che quindi ha premiato la caparbietà e perseveranza di Davide Pacchiardo, che si è aggiudicato il Valli Cuneesi con soli 4" su un Ilia Koshevoy a cui è mancato meno di un chilometro per poter gioire e 27" su Marcin Mrozek che ha confermato l'ottima forma dell'ultimo periodo (in cui si era aggiudicato il Giro delle Valli Aretine in Toscana) e che grazie alla sua costanza ha finito per prevalere nella classifica a punti. Quarta posizione a 38" per un Paolo Totò che si è sicuramente imposto come una delle rivelazioni della gara in una stagione che fin qui gli ha regalato varie soddisfazioni e lo sta rendendo corridore sempre più completo, quindi il generoso Nardin ha chiuso quinto a 1 minuto netto. Sesto posto (a 1'18") per un Paolo Bianchini da cui ci si attendeva qualcosina in più, davanti a Teklehaymanot, che porta a casa un buon settimo posto a 2'41". A Vaccher (ottavo a 2'42"), Cingi (nono a 2'43") e Manuel Senni (decimo a 3'11") il compito di completare le posizioni fino alla decima. Da rimarcare poi il 13esimo posto (a 5'25") di Simone Ravanelli, miglior Under 20 e per il quale continua il percorso di crescita, essendo solo al primo anno. Nelle altre graduatorie Koshevoy si è parzialmente consolato con la classifica dei GPM mentre i traguardi volanti hanno premiato Jakub Mareczko (che, come annunciato nei giorni scorsi, a partire dal 2015 sarà professionista nella Neri Sottoli di Luca Scinto).

Nel mentre si concludeva il Valli Cuneesi, il 51esimo Gran Premio Città di Vinci in Toscana ha tenuto a battesimo il primo successo tra i dilettanti di Daniele Trentin, fratello minore dell'ormai noto Matteo, riuscito finalmente a sbloccarsi in questa che è la sua quarta stagione tra i dilettanti. L'atleta della Mastromarco è riuscito ad inserirsi nella principale azione di giornata, piazzando poi l'attacco decisivo assieme a Nicola Rossi della Zalf e riuscendo a mantenere un minimo margine fin sul traguardo, dove è riuscito a prevalere allo sprint. Piazza d'onore quindi per la formazione trevigiana a cui si è aggiunta anche la terza, colta da Nicola Toffali che a 2" ha regolato il drappello inseguitore. Prima vittoria in stagione anche per Sebastian Stamegna che in serata a Levane, nell'aretino, ha prevalso nel 7° Gran Premio Polverini Arredamenti: per l'atleta della Fracor si è trattato del secondo successo assoluto tra i dilettanti, giunto al termine di una volata in cui è riuscito a precedere il compagno di squadra Giovanni Petroni e Leonardo Moggio della Mastromarco (che a sua volta ha preceduto il compagno di squadra Marco Corrà).

Nel prossimo week end da non perdere l'importante appuntamento internazionale sulle strade del frusinate, con il Trofeo Bastianelli che monopolizzerà l'attenzione nella giornata di domenica 3 agosto. Come ideale antipasto però vi sarà il Gran Premio Città di Felino, nel parmense, che si disputerà nel pomeriggio di sabato 2.

Vivian Ghianni

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