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Giro Rosa 2014: Longo Borghini, Pooley e quell'armata Rabo... - Le pagelle: bene Abbott, deludono Luperini e Stevens

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Da sinistra: Elisa Longo Borghini, Pauline Ferrand-Prévot, Marianne Vos, Annemiek Van Vleuten ed Emma Pooley © Nicola Ianuale

Marianne Vos - 9.5
A qualcuno sarà antipatica perché vince sempre, ma corre con grande intelligenza, come al solito. Abbuoni e abbuoni, distacchi nella prima tappa, ed alle prime montagne le uniche a non avere oltre 2' sono Ferrand-Prévot e Longo Borghini. In salita molto meglio dell'anno scorso, a San Domenico paga il giusto, sul Ghisallo si difende. Soprattutto dal fuoco amico. Perfetta, quasi robotica, a Jesi, quando vuol far vincere la compagna Lucinda Brand, ma appena vede Shelley Olds in rimonta piazza un colpo di reni che vale la vittoria. Unica ("e meno male!", diranno le avversarie). Un terzo Giro sudatissimo e per nulla scontato.

Pauline Ferrand-Prévot - 9
Arrivata come seconda punta della Rabo Liv, ed è un eufemismo, non si schioda dalla piazza d'onore. La maglia bianca è ben salda sulle sue spalle, si prende qualche abbuono di troppo, come a volerlo vincere lei, 'sto Giro. Bene, le sfugge per 15" e perché corre con Marianne Vos, ma l'anno prossimo potrà tornare per l'intera posta. Il punto è: con la stessa casacca che veste oggi?

Anna Van der Breggen - 8
Altro pezzo da novanta della formazione olandese, è senza dubbio la più forte in salita. A San Domenico prova a vincere, lasciando la Vos da sola con la Ferrand-Prévot. Si tiene ben stretto il terzo posto finale, se non è stata al livello di Abbott e Pooley poco ci è mancato.

Mara Abbott - 8
Non è quella del 2013 anche se la classe non si discute. Perde quasi 3' prima delle montagne vere, il recupero è dei suoi, da camoscio del Colorado, ma più di tanto non può fare. In un Giro del genere le manca una vittoria di tappa, e la poteva ottenere benissimo a San Domenico. Viene pure ingabbiata dalle Rabo Liv (complimenti) salendo verso il Ghisallo...

Elisa Longo Borghini - 7.5
Forse sognava un epilogo appena diverso, magari un finale sul podio, ma per adesso va bene così. Sin dalla prima tappa s'incolla alla ruota della Vos, non le concede che pochi secondi. Alle prime salite è tra le avversarie più temibili, a San Domenico forse semplicemente più di così non va (l'emozione di gareggiare dietro casa avrà sì giocato, ma fino ad un certo punto). Davvero ottima comunque, un altro tassello per una crescita sempre più evidente, anno dopo anno. Ha poi una Hitec molto forte a fianco, si gioca fin da subito la carta Ashleigh Moolman (voto 6.5), una gregaria che farà classifica.

Claudia Häusler - 7
La rimonta perenne della Rana bavarese si tramuta in un sesto posto che non si può buttare, anche se rispetto al podio del 2013 ce ne passa. Mai significativamente indietro, mai nemmeno dà la sensazione di poter pensare di portar a casa una tappa. In casa Giant-Shimano piccola delusione per la debuttante Lucy Garner (voto 4), velocista con i fiocchi, ma pur sempre ventenne. Avrà modo di farsi vedere meglio nelle volate delle prossime edizioni.

Megan Guarnier - 7
S'era già messa in luce all'Emakumeen Bira, continua nel suo buonissimo momento di forma. A San Domenico addirittura tenta l'anticipo ma sbaglia tempi e chilometraggio, ritrovandosi così ripresa e staccata. Comunque bei progressi. Impalpabile invece l'iridata del cronometro Ellen Van Dijk (voto 4), che aveva solo un prologo a disposizione, certo, ma bisogna cercarla con il lanternino.

Annemiek Van Vleuten - 7.5
Capace di perdere le ore quando la daresti vincente o di battere la Van Dijk in una cronometro, nella corsa rosa tiene a meraviglia sulle salite. Un po' lo paga, non essendo scalatrice pura, ma considerando che si vince il prologo di Caserta e la tappa di San Donato Val di Comino il suo bilancio è più che in attivo.

Emma Pooley - 9
La migliore in salita, indiscutibilmente. Se all'inizio non avesse avuto troppi problemi, accusando subito un ritardo che non recupererà più, avremmo visto un altro Giro? Forse sì, forse no. Tornata a livelli più che eccellenti, mette in difficoltà la Rabo Liv intera e la Abbott.

Emma Johansson - 6.5
Si piazza nelle volate, tiene meglio del previsto su una salita dura come quella di San Domenico. Non sarà un Giro memorabile, il suo, ma porta a casa un bella top ten. Bene in Orica la nostra Valentina Scandolara (voto 7). In fuga praticamente ogni giorno, non ha provato il colpo da finisseur solo nel prologo. Veste la maglia verde finché, sulla via di Chiavenna, trova una certa Emma Pooley. Mani in alto! La verde va alla britannica, ma è una Scando entusiasmante più del solito.

Katarzyna Niewiadoma - 7.5
A nemmeno vent'anni nella tappa di San Fior tiene testa alla Pooley, anche se sul finale cede. Buone le sue prove anche a San Domenico e verso il Ghisallo. Lavora per Marianne Vos, chiude con un 11° posto. Per ora va bene così.

Tetyana Riabchenko - 7
Arrivata poche settimane fa alla Michela Fanini dopo un po' di mesi eclissata, non si vede molto per tutto il Giro, ma quando a San Domenico resta con le primissime la sorpresa è discreta.

Alena Amialiusik - 10
Il risultato in sé e per sé dice poco: 14a a quasi un quarto d'ora, le ambizioni erano ben altre. Chiudere però una dieci giorni di gare con fratture alle costole ed un gomito malconcio è un altro paio di maniche. Al limite (della resistenza fisica) e sfortunatissima, perché poteva davvero correre un Giro diverso. In Astana deludono anche Simona Frapporti e Dalia Muccioli (per entrambe voto 5), con quest'ultima che è però caduta nella prima frazione.

Evelyn Stevens - 5.5
Non va e si vede subito. Accumula minuto, prende buchi, non ne ha ed è un peccato, perché la volontà ci sarebbe: lo scatto secco verso San Domenico è lì a testimoniarlo. Maluccio anche Tiffany Cromwell (voto 4.5), mai in vista in una stagione davvero incolore.

Fabiana Luperini - 5.5
Ci si aspettava quel qualcosa in più dalla campionessa toscana, che invece non trova mai il ritmo giusto e finisce per incassare più del dovuto. Nell'Estado de México-Faren buone prove per Giada Borgato e Maria Giulia Confalonieri (per entrambe un 6 molto stiracchiato).

Mayuko Hagiwara - 6.5
Bene bene la giapponese della Wiggle Honda. A sorpresa coglie il podio nella frazione di San Donato Val di Comino, ma tiene ottimamente anche sulle lunghe salite. È il Sol Scalante? Lo scopriremo.

Elena Berlato - 5.5
Si salva parzialmente col secondo posto di San Donato Val di Comino, altrimenti il suo è un Giro fatto di costanza. Nella Alé-Cipollini-Galassia, d'altra parte, Tatiana Guderzo (n.g.) è impossibile da giudicare, visto che si presenta al via in condizioni fisiche che non le permettono di fare classifica né di incidere minimamente.

Asja Paladin - 6.5
Intendiamoci: andare benino sulle salite del Giro di Toscana ed arrivare a poco meno di quattro minuti dalla Pooley nel tappone di San Domenico sono due discorsi differenti. Asja chiude 13a nel tappone suddetto, non ha ancora compiuto 20 anni, è incoraggiante. Allarme rosso invece per Francesca Cauz (n.g.): a San Domenico nemmeno ci arriva, giunge al Giro in condizioni fisiche non ottimali, per usare un eufemismo, non è neppure lontana parente di quella ammirata nel 2013. Confidiamo di ritrovarla nelle prossime settimane.

Giorgia Bronzini - 8.5
La piacentina corre bene, vince subito a Frattamaggiore, poi due secondi posti (Cesenatico e Chiavenna). Sono cose che si devono mettere in preventivo quando la tua avversaria si chama Marianne Vos. Van anche in fuga, ci prova, non si limita ad attendere lo sprint. Brava davvero.

Shelley Olds - 8
Due volte terza (Frattamaggiore e Cesenatico), ha la sfortuna di trovarsi nella tenaglia Brand-Vos a Jesi, quando un colpo di reni le avrebbe regalato la vittoria. Cade nel tappone di San Fior ed il giorno dopo, a Chiavenna, non solo riparte ma è quinta. Ha a disposizione due ottimi supporti come Barbara Guarischi e Marta Tagliaferro (voto 6 per entrambe).

Chloe Hosking - 5.5
Sempre attesa, quando non ha problemi (Frattamaggiore, per esempio) chiude al quinto posto (siamo a Cesenatico). Comprensibile che non butti più di tante energie nelle volate, dovendo lavorare per la classifica di Elisa Longo Borghini, ma un podio sicuramente se lo aspettava anche lei.

Francesco Sulas

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