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Campionati Europei 2014: Vola Martinelli. È un super argento! - Crono: seconda anche Alice Gasparini. Bene Filippo Ganna

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Davide Martinelli nella cronometro europea di Nyon © uec.chQuando si riesce a fare meglio dell'annata precedente (anzi: delle annate precedenti, visto che anche nel 2012 fu una sola la medaglia messa a referto nella specialità) non si può che guardare le cose in maniera assolutamente positive, per cui la prima considerazione da fare è molto semplice: le cronometro europee di Nyon ci hanno detto che l'Italia ne è uscita molto bene, probabilmente anche al di sopra delle aspettative, in una disciplina che da sempre nelle ultime stagioni ci ha fatto tribolare e spendere pagine d'inchiostro e discussioni. 

Certamente occorre il poter disporre anche di una buona materia prima ma se l'esercizio non viene praticato a dovere è difficile arrivare a risultati degni. In questo probabilmente anche il piano di lavoro voluto da Davide Cassani (presente in Svizzera per assistere alla prova degli Under 23) con alcuni raduni mirati all'esercizio della specialità in cui sono stati coinvolti praticamente tutti i giovani più talentuosi del nostro movimento dai professionisti fino agli juniores, può essere un ulteriore momento di svolta.

Se poi questo va a sommarsi con il lavoro che da diverse stagioni si sta portando avanti in ambito femminile si capisce come, nonostante sia mancata la medaglia del metallo più pregiato, le due medaglie d'argento conquistate ed il podio sfiorato per poco tra i ragazzi juniores in questa rassegna continentale rappresentino un bottino assolutamente soddisfacente. Per di più i tracciati svizzeri (che in buona parte ricalcavano anche quello delle prove in linea) non si presentavano propriamente lineari e con i tratti in salita, seguiti dal falsopiano e da una discesa (che con la strada bagnata poteva risultare anche abbastanza insidiosa) nascondevano insidie che presupponevano un'adeguata interpretazione del tracciato.

In questa nostra analisi ovviamente non si può non partire da Davide Martinelli, giunto finalmente a quel grande risultato in ambito internazionale che da lui ci si attendeva già da qualche stagione, dove all'essere diventato il nuovo dominatore della specialità a livello nostrano non riusciva ancora ad affiancarsi quel salto di qualità che lo portava concretamente a battagliare con i migliori specialisti d'Europa e del mondo, pur se avesse nelle corde un bel risultato. Non bastasse poi il bresciano non aveva neppure cercato troppi alibi dietro le proprie sconfitte, ben sapendo che il lavoro sistematico sulla disciplina, apprendendo magari dalle esperienze passate, prima o poi avrebbe pagato. Ci siamo ritrovati così, dopo 6 anni, nuovamente un atleta azzurro sul podio di una cronometro europea e senza andare a scomodare paragoni con il suo illustre predecessore (l'ultimo era stato infatti Adriano Malori, che a Stresa nel 2008 conquistò l'oro e il titolo europeo) possiamo dire che ci va benissimo così.

Martinelli è partito con la giusta determinazione nel pomeriggio di venerdì 11 luglio e con la sicurezza di aver affrontato una preparazione ottimale, tanto che appena una settimana prima dell'appuntamento era andato a testarsi in una cronometro ben più complicata e non propriamente adatta alle sue caratteristiche, come quella che conduceva da Gardone Val Trompia ai Prati di Caregno, dove aveva colto un lusinghiero 11esimo posto. Sull'insidioso tracciato di Nyon e con la variabilità meteorologica che sicuramente poteva creare qualche problema in più, il bresciano figlio d'arte ha però tirato fuori una prova convincente, che gli ha permesso di gestire al meglio i due giri del tracciato (26,9 km erano infatti i chilometri da percorrere per tutte le categorie, eccezion fatta per le Donne Junior che con 13,4 chilometri effettuavano una sola tornata) e di concludere con l'ottimo tempo di 34'19". Prestazione notevole e che valeva sicuramente un posto sul podio, anche se non sufficiente per sopravanzare quella dell'elvetico Stefan Kueng, che pochi minuti prima aveva fatto segnare un 33'55" con una media superiore ai 47 orari che sarebbe stata molto difficile da superare. Del resto lo svizzero dalla BMC Development Team che nel 2015 effettuerà il salto nel professionismo, era noto per essere un passista formidabile (già due podi mondiali e un titolo continentale nell'inseguimento su pista) e in grado anche di reggere anche molto bene sulle salite brevi (lo scorso anno ottenne una bellissima vittoria sulle strade italiane al Giro del Belvedere).

Kueng ha pertanto recitato alla perfezione il ruolo del profeta in patria ed è stato un degno vincitore, così come splendente è stato l'argento di Martinelli, distanziato di 24" e che ora può guardare con maggiore fiducia all'appuntamento mondiale di Ponferrada. A completare il podio ci ha pensato il russo Alexander Evtushenko (battuto proprio da Kueng nella finale dell'inseguimento su pista agli europei del 2013) che ha accusato un ritardo di 46". Dietro l'olandese Steven Lammertink (quarto a 52") e al tedesco Maximilian Schachmann (quinto a 58") si è invece piazzato l'ucraino Marlen Zmorka, uno dei grandi favoriti per il successo ma che su un tracciato battuto anche dalla pioggia non ha trovato una delle sue giornate migliori ed ha chiuso in sesta posizione con un ritardo di 58". Di tutt'altro spessore è invece il settimo posto di Seid Lizde, con l'italo-bosniaco della Zalf che continua nella sua prima annata tra i dilettanti contraddistinta da ottime prove: per l'ex tricolore a cronometro tra gli juniores un settimo posto a 1'05" che potrebbe essere notevolmente migliorato nelle prossime stagioni e potrebbe portarlo presto a ridosso del podio (mentre Luca Sterbini ha concluso la sua prova in 16esima posizione a 1'40"). L'altro svizzero Bohli (8° a 1'07"), il tedesco Plarre (9° a 1'18") e lo svedese Faglum Karlsson (decimo a 1'20") hanno poi completato la top-10.

Alice Gasparini sul podio con l'argento al collo © uec.chIl podio centrato da Martinelli non è stata però l'unica soddisfazione nel clan azzurro, dal momento che sempre nella giornata di venerdì 11 era arrivata in mattinata una bellissima quanto insperata medaglia d'argento ottenuta da Alice Gasparini nella prova riservata alle Donne Juniores. Qualche parola sulla giovane comasca è giusto spenderla, dal momento che proprio in questa stagione al debutto nella categoria (milita nella Inexere Village.13, una delle nuove formazioni affacciatesi nel panorama juniores) sta rivelando appieno le sue notevoli doti da passista, che l'hanno posta all'attenzione degli addetti ai lavori anche grazie ai tre successi ottenuti in prove del Bracciale del Cronoman e al podio (terzo posto) ottenuto nel tricolore di Povegliano. Qui però la posta in gioco era decisamente più alta e la giovanissima lombarda (nata il 14 dicembre 1997) ha saputo esprimersi come meglio non poteva sul tracciato elvetico, terminando in seconda posizione a soli 5" dall'oro. A prendersi il titolo è stata l'olandese Aafke Soet (a conferma che anche il movimento giovanile delle orange è sempre florido), altra atleta del primo anno, che ha saputo imporsi nonostante la pioggia percorrendo i 13,4 chilometri in 20'17" ad una media che ha sfiorato i 40 orari.

Il risultato ottenuto dalla Gasparini acquista però ancora più valore se si pensa che alle sue spalle è terminata la transalpina Greta Richioud, vale a dire la campionessa europea uscente della prova in linea che aveva tutto l'interesse ad ottenere un grande risultato anche nella gara contro il tempo e che invece ha dovuto accontentarsi del bronzo a 11". Oltre al notevole podio ottenuto dalla Gasparini un buon risultato è arrivato anche da Sofia Bertizzolo, che ha concluso la sua prova con un sesto posto finale, distanziata di 21" mentre la campionessa italiana di specialità Katia Ragusa ha vissuto una giornata difficile, chiudendo in 20esima posizione a 1'02". Se si considera però che tutte e tre le azzurre schieratesi al via sono ragazze al primo anno nella categoria, si capisce come si potrà avere ancora un anno di tempo per lavorare e migliorare ulteriormente i propri riscontri.

Se per l'Italia i due podi hanno illuminato la seconda giornata dedicata alle cronometro, in quella inaugurale di giovedì 10 luglio era stata la Germania a fare la parte del leone, aggiudicandosi entrambi i titoli in palio: tra le Donne Under 23 a trionfare è stata Mieke Kröger, una delle grandi favorite che il successo pesante contro il tempo l'aveva sfiorato sia da juniores (terza ai mondiali di Copenaghen nel 2011) che nella prima stagione da Under 23 (nel 2012 a batterla fu la sola Anna Van der Breggen). La forte passista tedesca ha dovuto però ingaggiare un bel duello lungo i 26,9 chilometri del tracciato, imponendosi col tempo di 40'17" (media di 40,100 km/h) ma avendo ragione per appena 3" della talentuosa transalpina Séverine Eraud che lo scorso anno tra le juniores fece l'en plein nelle prove contro il tempo, aggiudicandosi sia il titolo europeo che quello mondiale. A sorpresa poi il podio è stato completato dalla svizzera ticinese Ramona Forchini, che ha fatto segnare il terzo tempo giungendo a soli 5" dalla Kröger. In proposito va fatta un'osservazione sulle atlete svizzere in gara: sia la Forchini che Linda Indergand, quinta classificata con un distacco di 24" e campionessa nazionale contro il tempo, sono ragazze che si sono formate e praticano anche attualmente l'attività in MTB (la Indergand è stata anche iridata tra le juniores), a ulteriore testimonianza che un'attività multidisciplinare ad alti livelli è assolutamente possibile.

Tra le due svizzera si è classificata Thalita De Jong, con l'interessante olandese che ambiva ad un posto sul podio e che si è piazzata quarta a 16" mentre in sesta posizione è giunta la prima azzurra, vale a dire Susanna Zorzi, che si è ben difesa sul tracciato elvetico, giungendo a 28" dalla vincitrice. Due posizioni più indietro, ovvero all'ottavo posto, ha invece concluso Rossella Ratto e per la bergamasca il risultato non può assolutamente essere soddisfacente: appena un anno fa infatti la portacolori dell'Estado de Mexico-Faren era stata battuta solo da una strepitosa Hanna Solovey e quest'anno quindi l'obiettivo minimo era quello di riuscire quantomeno a ripetere il podio. La sua prestazione su un tracciato che pure poteva ben sposarsi con le sue caratteristiche è stata invece al di sotto delle aspettative (come le era successo anche in altre occasioni nel corso di questo 2014) e alla fine il distacco di 43" ha purtroppo dato il senso di una giornata da archiviare e che deve porre le basi per un certo tipo di lavoro se si vorrà affrontare con determinate ambizioni l'appuntamento iridato di Ponferrada nella specialità.

Inno tedesco che è poi risuonato anche nella prova riservata agli Uomini juniores con la vittoria andata a Lennard Kämna, interessantissimo passista tedesco che già in stagione aveva avuto occasione di mettersi in luce in alcune delle più importanti gare a tappe riservate alla categoria. Una prova vissuta anche questa con assoluto entusiasmo dall'entourage azzurro, dal momento che Filippo Ganna è andato vicinissimo a conquistare un posto sul podio, ottenendo la quarta posizione con un distacco di 42", appena sei dal terzo gradino del podio ma capace di battere un avversario particolarmente ostico come il transalpino Jeremy Defaye, giunto appena alle sue spalle in quinta posizione. Una prestazione che ha ulteriormente confermato le notevoli qualità del piemontese, già grande protagonista con una bellissima azione della Parigi-Roubaix junior e che sembra destinato a poter cogliere ancora importanti risultati in futuro, attraverso un processo di crescita che lo potrebbe rendere uno dei nostri migliori passisti, competitivo su più terreni. Non resta quindi che continuare a seguirlo con la massima attenzione.

Dietro Kämna, che ha percorso i 26,9 chilometri in 35'35" hanno concluso il figlio d'arte Corentin Ermenault, altro atleta molto interessante che ha già dimostrato il proprio valore anche su pista, distanziato di 27" mentre il bronzo è andato a sorpresa al norvegese Tobias Foss (più quotato di lui era il connazionale Blikra, 17esimo al traguardo) che ha chiuso a 36". Da segnalare l'ottavo posto del forte crossista ceco Adam Toupalik (vincitore della Coppa del mondo di categoria) che ha chiuso a 1'05" mentre al decimo posto ha concluso Rayane Bouhanni, fratello minore del già affermato Nacer, distanziato di 1'08". Molto più indietro invece gli altri due azzurri con Edoardo Affini (incappato in una giornata negativa ma poi in grado di rifarsi alla grande nella prova in linea) 32esimo e Simone Bevilacqua 33esimo, entrambi con un distacco di 2'06".

In conclusione il bilancio per i nostri è stato assolutamente positivo ed ora non resterà che ripartire da questi risultati per cercare di offrire buone prestazioni anche in quel di Ponferrada. Dove in palio non ci sarà una maglia blu stellata ma la ben più ambita casacca iridata.

Vivian Ghianni

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