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Giro Rosa 2014: Stupenda Pooley, Rabo al tappeto - Emma vince dopo 84 km di fuga. Longo Borghini sempre attenta

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Emma Pooley s'impone a San Fior dopo 84 km di fuga © Nicola Ianuale

Non chiamatela scalatrice, è veramente riduttivo. Anche perché Emma Pooley non è solo una scalatrice, anzi, ha un passo che sfianca. Non per nulla a Geelong ha vinto la maglia iridata contro il tempo, non per nulla, sempre contro il tempo, s'è affermata qualche settimana fa al Campionato britannico.

Come al Lotto, estraiamo un numero dal bussolotto, il numero 84: sono i chilometri di fuga che, per buona parte in compagnia ma più che altro sola (o con una scalatrice polacca di 12 anni più giovane) s'è sciroppata la biondina di Norwich.

Mancava un corridore così al gruppo: l'anno sabbatico preso nel 2013 per concludere il Dottorato al Politecnico federale di Zurigo, il ritorno con la Lotto Belisol, le non molte gare disputate. Sembrava quasi che non dovesse più tornare, quell'Emma Pooley che nel Giro 2011 diede filo da torcere ad una Marianne Vos in stato di santità.

Dopo la prima tappa, la britannica aveva già un ritardo di 4'59" dalla Vos: caduta nella discesa del circuito di Santa Maria a Vico, faticherà molto per rientrare ma limiterà i danni. I quattro minuti e rotti perduti allora sono fin pochi. Pooley che sì, aveva ben figurato in una classica già vinta, la Freccia Vallone (7a), era andata bene all'Emakumeen Bira (nelle prime 20), aveva palesato una gran gamba ai Campionati Nazionali.

Il Giro Rosa, Emma, lo sintetizzava così: un prologo, alcune tappe piatte (come no), tanti trasferimenti - quelli ci sono sempre - e un finale hilly, collinare. Qualcosa di più che collinare, a voler essere pignoli. Era nelle tappe hilly che Emma avrebbe cercato di dare tutto. Detto, fatto.

Con tre salite importanti nella tappa di San Fior, la Pooley è andata via nei primissimi frangenti di gara, è stata raggiunta da altre ragazze, ha ripreso la testa della corsa, è riuscita a scollinare all'ultimo Gpm da sola per poi passare gli ultimi 20 km a respingere il treno Rabo Liv in gran rimonta. Ce la farà, Emma, per soli 15", ed è una delle sue vittorie più belle. Di certo ottenuta a modo suo, in solitaria.

La sesta tappa del 25° Giro Rosa è la prima vera prova di forza che attende le ragazze. Si corre in Veneto, da Gaiarine a San Fior, 112 km con tre salite impegnative: il muro di Ca' del Poggio, l'ascesa verso Piai e la Salita dei Carbonai. Giusto il tempo del Traguardo Volante di San Vendemiano (Marta Tagliaferro su Mia Radotic e Soraya Paladin) ed Emma Pooley se ne va. Sono stati percorsi 28 km. Transita per prima a Ca' del Poggio, nella discesa si sganciano in sei: Elena Berlato (Alé-Cipollini-Galassia), Trixi Worrack (Specialized Lululemon), Giorgia Bronzini (Wiggle Honda), Katarzyna Niewiadoma (Rabo Liv), Jessie Daams (Boels-Dolmans) e Valentina Scandolara (Orica-AIS).

Sono trascorsi 50 km e le sei si riportano sulla Pooley, con Valentina Scandolara che precede proprio la britannica sul Gpm di Piai. Questi punti le permettono di mantenere la maglia verde di miglior scalatrice. Intanto però la Pooley ha di nuovo fatto il vuoto sulla salita dei Carbonai. La Niewiadoma, classe '94 e leggera come una piuma, non tiene per molto il ritmo della britannica. Il gruppo maglia rosa, in precedenza staccato di 2'20", recupera terreno. Evelyn Stevens ed Ashleigh Moolman perdono rispetto alle migliori, e la discesa è un vero e proprio inseguimento.

Davanti Emma Pooley, Katarzyna Niewiadoma a 45", a un minuto Vos, Van der Breggen, Ferrand-Prévot (Rabo Liv), Häusler (Giant-Shimano), Abbott (Unitedhealthcare) e Longo Borghini (Hitec). La discesa favorisce le inseguitrici, che raggiungono la Niewiadoma (e siamo a quattro Rabo Liv in un gruppetto di sette) e tentano il tutto per tutto per riprendere la Pooley. Siamo ormai nella pianura che conduce al traguardo di San Fior, la Niewiadoma s'è staccata mentre la Pooley ha solo 11" di vantaggio sul gruppo Rabo Liv quando mancano 2 km al traguardo.

La britannica, che alla Vos ha spesso fatto vedere i sorci verdi (una Freccia Vallone, un paio di GP de Plouay, andando a memoria) mantiene però un bel passo e taglia il traguardo in solitaria, come non faceva da tempo ad alto livello. A 15" Anna Van der Breggen è 2a davanti a Marianne Vos (inspiegabile come la giovane Rabo Liv riesca a sottrarre 2" d'abbuono alla maglia rosa), quindi Pauline Ferrand-Prévot, Claudia Häusler, Elisa Longo Borghini e Mara Abbott.

Bel balzo in classifica per Katarzyna Niewiadoma, che termina la prova all'ottavo posto, a 1'06" dalla Pooley. Annemiek Van Vleuten regolala un gruppo che chiude a 4'19". Moolman, Johansson, Riabchenko, Guarnier e Berlato le altre. Più indietro, a 4'22", Jessie Daams con Evelyn Stevens ed Alena Amialiusik che pagano 6'19", così come Fabiana Luperini.

La nuova classifica generale vede Marianne Vos sempre al comando, ma con 4" in più sulle dirette rivali. Ferrand-Prévot è sempre seconda a 45", Longo Borghini terza a 53". Van der Breggen a 2'12", Häusler a 2'17", Abbott a 2'58", Niewiadoma a 4'41", Van Vleuten a 6'09", Johansson e Guarnier a 6'18". Emma Pooley si ritrova tredicesima a 8'35", ma supera gente come la Stevens (14a a 9'26") e la Luperini (15a a 9'33").

La maglia ciclamino della classifica a punti resta in mano a Marianne Vos, la maglia bianca di miglior giovane rimane a Pauline Ferrand-Prévot, la maglia azzurra ad Elisa Longo Borghini e quella verde di miglior scalatrice, come detto in precedenza, a Valentina Scandolara. L'attaccante nata di Tregnago ha rosicchiato punti utili a tenere Emma Pooley a due lunghezze: 33 a 31, con la Niewiadoma, che in salita ha dimostrato di saperci fare eccome, a quota 22.

Domani il gruppo si sposta dal Veneto alla Lombardia, precisamente in Valtellina. Dall'Aprica a Chiavenna, 91.8 km che potrebbero vedere l'arrivo di una fuga piuttosto nutrita. Il trampolino di lancio è la salita (o la discesa) di Teglio, grazioso paesino 835 metri sopra la valle; lo si raggiungerà subito, al km 7.3, e dopo si scenderà verso Chiavenna.

Tutto può succedere, anche se le attenzioni del gruppo sono puntate alle tappe del fine settimana: sabato l'arrivo a casa Longo Borghini, a San Domenico di Varzo (nel 2013 s'impose la Abbott), domenica il gran finale sul Ghisallo. «È andato tutto come previsto. Marianne Vos è battibile sulle salite lunghe», sentenzia Elisa Longo Borghini. La quale - non abbiamo dubbi - ha previsto per se stessa un bellissimo fine settimana.

Francesco Sulas

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