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Giro Rosa 2014: Marianne vince anche senza volere - A Jesi Vos lancia Lucinda Brand ma chiude bene su Shelley Olds

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A Jesi esulta Lucinda Brand ma la vittoria è di Marianne Vos © Nicola Ianuale

Quattro tappe, un prologo. Due vittorie di Annemiek Van Vleuten, altrettante di Marianne Vos. Giorgia Bronzini, che ha osato precedere la fuoriclasse olandese in quel di Frattamaggiore, nonostante la divisa bella scura della sua Wiggle Honda fa la figura della mosca bianca. Un dominio, considerando anche la maglia ciclamino vestita da Van Vleuten ma di proprietà della Vos, la maglia rosa che non stiamo neanche a dirvi chi la porta, la maglia bianca di miglior giovane, Pauline Ferrand-Prévot.

A Jesi Marianne Vos, che sa prendersi quello che vuole ma sa anche dare alle sue comprimarie, era intenzionata a sprintare, sì, ma non per vincere. Per lanciare Lucinda Brand, gregaria preziosissima, quando càpita apripista e che già nel recente passato ha ricevuto da Marianne (un Campionato Nazionale, per dire). Questo per rendere l'idea di quanto le Rabo Liv guidate da Koos Moerenhout stiano monopolizzando questo Giro Rosa.

E però non ci sono solo loro, va detto. Perché se Vos vuol far vincere Brand, succede che qualcuna di altre squadre non sia totalmente d'accordo. Per esempio Shelley Olds, che una vittoria al Giro la cerca eccome. Contro Lucinda Brand la statunitense della Alé-Cipollini-Galassia vincerebbe senza sforzi. La Rabo Liv incarna però in pieno lo spirito di Marianne Vos, che pur di non perdere una corsa già vinta ucciderebbe.

Vede la Brand arrancare, la Olds risalire. Confida in Lucinda, Marianne, ma non si sa mai e allora un'acceleratina, ma piccola, la dà, con il colpo di reni che, nella patria della scherma, è un colpo di fioretto. Arriva così, con l'intenzione di perdere, l'ennesima vittoria di Marianne Vos al Giro Rosa. Dalla Campania ci si è spostati alla costa adriatica, all'Abruzzo.

Partenza da Alba Adriatica, arrivo a Jesi, nelle Marche, dopo 118 km non troppo impegnativi. Solo gli ultimi 13 km sono un po' più insidiosi, con la salita di Via macerata e l'arrivo che tira al 5%. Sprinter sì, ma bisogna saper tenere un certo ritmo e pure guidare la bici, poiché l'arrivo è tecnico. Dopo 50 km di calma relativa, scattano la norvegese della Hitec Emilie Moberg e la russa della Bizkaia Durango Yulia Ilinykh.

Subito guadagnano terreno, ma la Ilinykh presto rimane da sola. Al Traguardo Volante posto a Potenza Picena la Ilinykh passa con oltre un minuto sul gruppo tirato da Ashleigh Moolman ed Annalisa Cucinotta. Il gap aumenta ed aumenta sino a giungere a 3'20" quando mancano 25 km al termine. È allora che la Hitec di Elisa Longo Borghini si porta in testa al gruppo per ricucire sulla fuggitiva: la squadra norvegese ha Chloe Hosking da giocarsi negli sprint, ma a Frattamaggiore l'australiana ha forato ed è rimasta tagliata fuori dai piani alti. Oggi vuole rifarsi. Le andrà male, solo 18a.

Davanti però c'è sempre Yulia Ilinykh, che è transitata per prima su per Via Macerata (Valentina Scandolara va a prendere preziosi punticini per la maglia verde davanti ad Ashleigh Moolman). La Ilinykh è raggiunta ai -4, nel finale il gruppo si spacca. Il finale vede la Vos lanciare la Brand, ma Shelley Olds vuole rovinare la festa alle due Rabo Liv. Allora la maglia rosa accelera e con il colpo di reni precede la statunitense. nel mentre la terza, Lucinda Brand appunto, esulta come se avesse vinto.

Al quarto posto Emma Johansson, poi la Campionessa Belga Jolien D'Hoore, Marta Tagliaferro, Elisa Longo Borghini, Pauline Ferrand-Prévot, Simona Frapporti e Barbara Guarischi. Il buco di 20" (una caduta) che separava la lecchese della Alé-Cipollini-Galassia dall'undicesima, Annemiek Van Vleuten, viene annullato, e così anche le altre big limitano i danni rispetto a Vos, Ferrand-Prévot e Longo Borghini.

«La fuga dell'atleta russa stava bene a tutte le squadre - dichiarerà Marianne Vos - quindi la corsa è entrata nel vivo negli ultimi chilometri. Purtroppo una caduta ha messo fuori dai giochi qualche mia compagna, ma sul finale c'era con me anche Lucinda Brand, che oggi avrebbe meritato la vittoria. Ci saranno altre occasioni».

Classifica generale che vede La maglia rosa guadagnare 10" su tutte le dirette rivali. Ferrand-Prévot è quindi a 31", Longo Borghini a 39", Van Vleuten a 1'51", Johansson e Guarnier a 2', Häusler a 2'03", Van der Breggen a 2'04", Moolman a 2'08", Cordon a 2'34". Mara Abbott è a 2'44", con Stevens a 3'08" e Luperini a 3'15". Nella classifica a punti primeggia sempre Marianne Vos su Annemiek Van Vleuten mentre la miglior scalatrice è Valentina Scandolara (16 punti per lei, 11 per la Moolman). La miglior giovane resta a Pauline Ferrand-Prévot, con la Longo Borghini che resta a 8". Longo Borghini che veste la casacca azzurra di miglior italiana.

Domani si omaggia il Pirata, arrivando da Jesi nella Cesenatico di Marco Pantani. La frazione misura 118.3 km, è facilissima (solo il Gpm di 3a categoria di Siligata da superare dopo 75 km), le velociste potranno rifarsi di quanto non ottenuto oggi. Olds vorrà finalmente piazzare la stoccata vincente, Bronzini ripetersi dopo Frattamaggiore (oggi ha perso oltre un minuto), Hosking sbloccarsi al Giro ed Hoskins ripagare un'Orica che sarà votata totalmente alla sua causa.

E poi ci sarà ancora la Rabo Liv di una Marianne Vos alla ricerca di abbuoni, certo, e di vincere. Vincere ma anche far vincere le compagne, il che deve far pensare: l'anno scorso al Giro inseguì vittorie ed abbuoni ad ogni traguardo volante, arrivando alla tappa del Beigua con un vantaggio che si aggirava tra il minuto e mezzo ed i tre minuti rispetto alle dirette rivali.

Oggi Marianne ha 29" su Elisa Longo Borghini, un piano B chiamato Ferrand-Prévot (ma è veramente il piano B?), le avversarie a oltre due minuti, escludendo appunto ad un Longo Borghini che non molla la ruota dell'olandese nemmeno se minacciata. E la giornata di San Fior, quando si correrà il primo vero tappone, è lì, tra due giorni, alle porte.

Francesco Sulas

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