Tour de France 2014: Nibali, cento occhi da tenere aperti - La guardia alla Grande Boucle non va mai abbassata
Vincenzo Nibali in maglia gialla: non poteva vivere giornata più tranquilla, il messinese dell'Astana, nel primo giorno da leader del Tour de France. Una tappa facile, senza alcuna difficoltà altimetrica, destinata alla volata in una delle città più belle e importanti del mondo, dove poter sfoggiare il simbolo del primato davanti a una folla enorme. L'avesse scritto di proprio pugno, questo capitolo del romanzo, probabilmente avrebbe lesinato in particolari di questa natura, per non far sembrare troppo esagerato la storia. Il bello, invece, è che è tutto vero.
Naturalmente quando si parla di Tour de France si sa bene che anche il giorno più tranquillo può nascondere risvolti inattesi e negativi. E in effetti, andando a guardare la classifica in una giornata in cui nulla si sarebbe dovuto muovere (sulla carta), notiamo che diversi corridori ci hanno rimesso dei secondi in un finale nemmeno troppo convulso, ma che ugualmente s'è prestato alla sorpresa. Più che secondi, un minuto abbondante, addirittura, nel caso di Leopold König, Fränk e Andy Schleck e pure Pierre Rolland, tra gli attaccanti nella tappa di ieri. Ancor peggio (oltre 2' di ritardo) è andata a Intxausti, Rodríguez e Voeckler, mentre Rafal Majka, che nei piani di Riis doveva essere uno degli uomini più importanti per Contador, continua ad essere l'ombra di se stesso e a veleggiare nei bassifondi (quasi 6' il suo ritardo oggi).
Nel finale, tra uno spartitraffico e una pista ciclabile delimitata da cordolo, c'è stato chi ha preso lo svincolo sbagliato, trovandosi fuori dal gruppo e dovendo fermarsi per rientrare nella carreggiata giusta: è stato quello uno dei momenti in cui il gruppo ha perso pezzi; poco prima, un paio di altri corridori erano stati coinvolti in una caduta causata da uno spettatore troppo sporto verso la strada (nell'intento di scattare una foto). Tutto ciò conferma quanto dicevamo più su, e cioè che al Tour non esiste in realtà un solo giorno da poter prendere sottogamba.
Bene ha fatto Nibali, quando s'è regolato che era il caso, a mettere la sua Astana in testa alla corsa, nell'attraversare Londra. Indubbiamente se si deve difendere o anche solo proteggere la maglia gialla, qualcosa in più si spende, nel computo delle energie investite, a livello di team; ma sicuramente il gioco vale la candela, tantopiù per un corridore che non aveva mai conquistato la vetta della Grande Boucle e che per la prima volta può dire di guardare tutto il ciclismo mondiale dall'alto in basso. Certo, le distanze sono minime, sempre due sono i secondi che separano Vincenzo da tutti gli altri, ma l'assenza di abbuoni fa sì che non sia poi così facile togliere all'italiano la gialla livrea.
Non dovrebbe esserci questo rischio domani, mentre la tappa di mercoledì, essendo aperta a qualsiasi soluzione, potrebbe vedere un cambio della guardia. Ma comunque è ancora presto per pensarci, e soprattutto non è il caso di concentrare tutte le attenzioni sulla frazione di dopodomani, trascurando invece quelle che possono essere le insidie di quella di domani (ad esempio, una discesa in pavé a metà del percorso, dopo il traguardo volante di Cassel). Come oggi e come dovrà essere ancora, Nibali e i suoi dovranno tenere 100 occhi aperti per evitare qualsiasi intoppo, o per essere pronti a rimediare a eventuali imprevisti. Non sarà facile, ma vincere il Tour non lo è affatto: non si può pensare che la costruzione di una vittoria del genere (se verrà) non debba poggiare sul massimo dell'impegno da parte di tutto il sodalizio.