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Giro Rosa 2014: Giorgia, il sigillo non manca mai - Bronzini vince in volata su Vos e Olds

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A Frattamaggiore la volata vincente è di Giorgia Bronzini © Nicola Ianuale

Giorgia Bronzini inforca la bicicletta, indossa l'elmetto, entra nel circuito di Frattamaggiore e ne esce vincitrice, oltre che viva.

E sì, perché l'ultima tappa al Giro Rosa vinta dalla piacentina della Wiggle Honda era stata caratterizzata da un'acrobazia di Marianne Vos in quel di Pontecagnano Faiano. Acrobazia non già dettata da un particolare spirito esibizionista, bensì da un avvallamento proprio a ridosso del traguardo.

Andò bene, un anno fa, alla Vos, che conosce i fondamentali per tenere a bada la bici, se non altro vista l'esperienza invernale e costante nel ciclocross.

Anche oggi il circuito di 20 km attorno a Frattamaggiore è stato contestato (o diciamo non propriamente apprezzato) a causa delle numerose buche sull'asfalto: più da ragazze e direttori sportivi stranieri che italiani. Già, chi non ha fatto il callo ad allenarsi su strade distrutte da gelo o menefreghismo.

Fatto sta che, portata a casa la pelle pure oggi (già ieri il ds della Michela Fanini Michele Lanzoni era stato critico sul circuito e sulla sua sicurezza. Il pensiero non poteva non tornare al Toscana degli scioperi), davanti a tutti, troviamo Bronzini e Vos, come a Pontecagnano Faiano nel 2013.

Circuito di 20 km da ripetere per sei volte, 120 km in totale. Nella prima metà di gara non succede nulla se non una marea di forature. La velocità è mantenuta alta dalla Alé-Cipollini-Galassia e dalla Hitec di Elisa Longo Borghini, che ha in Chloe Hosking un'arma potenzialmente pericolosissima. La prima ad andarsene è la russa Alexandra Burchenkova; raggiunge un vantaggio massimo di 1'30" ma viene ripresa a due giri dal termine (- 40 km).

Ci prova la marchigiana della Michela Fanini, Valentina Bastianelli, quando mancano 10 km al traguardo, ma la volata è scritta. Giorgia Bronzini anticipa, alla sua ruota c'è Shelley Olds che però non riesce ad uscire.

Bronzini all'ottava vittoria stagionale (includendo i centri alla Mitchelton Bay Cycling Classic di gennaio, altrimenti le gare UCI sono 4) davanti alla maglia rosa di Marianne Vos, poi la Olds. Seguono Carmen Small, Annemiek Van Vleuten, Barbara Guarischi, Melissa Hoskins, Giada Borgato (sì, avete letto bene, l'ex Campionessa Italiana), Pauline Ferrand-Prévot ed Emma Johansson.

Da notare il buco in cui non cade l'attentissima Longo Borghini, sempre più vicina alla Vos,m nonostante il tempo le dia torto (per ora). Buco in cui rimangono le altre big. E così Claudia Häusler perde 5", Ashleigh Moolman ne lascia per strada 12", come Fabiana Luperini, Alena Amialiusik, Evelyn Stevens, Mara Abbott e Tatiana Guderzo. Elena Berlato perde addirittura 47", così come una Francesca Cauz evidentemente per nulla in condizione.

La nuova (si fa per dire) classifica generale vede il prevedibile allunghino di Marianne Vos. Ha 21" sulla Ferrand-Prévot e 29" sulla Longo Borghini. Johansson e Guarnier seguono a 1'50", Häusler a 1'53", Van der Breggen scende a 1'54", Moolman a 2', a 2'12" Van Vleuten ed a 2'13" Cordon.

Per trovare la Abbott bisogna andare in 11a piazza, a 2'28", con Stevens a 2'52" e Luperini a 2'59". Emma Pooley, non in perfetta salute per usare un eufemismo, oggi ha chiuso a 2'49" dalla Bronzini ed in classifica è ormai tagliata fuori, con 7'54" da recuperare. Marianne Vos, oltre alla maglia rosa, continua a vestire la ciclamino della classifica a punti, con Ferrand-Prévot miglior giovane davanti alla Longo Borghini, Moolman miglior scalatrice e Longo Borghini miglior azzurra.

Domani altra tappaccia, la più lunga: 125.5 km da Caserta a San Donato Val di Comino. Primi 80 km di calma piatta, poi si sale verso Belmonte Castello, 9 km al 5%. Nei 37.5 km dal Gpm all'arrivo di San Donato Val di Comino è tutto un saliscendi, con il finale che guarderà verso il cielo, 4 km su pendenze che non supereranno mai il 6% ma si faranno sentire.

Sarà fondamentale avere un'ottima squadra, come a dire che vedremo un testa a testa tra la Hitec di Elisa Longo Borghini e la Rabo Liv di Vos e Ferrand-Prévot. Non capiremo che piega prenderà questo Giro Rosa (anche perché un po' lo si era capito ieri), di certo avremo chiarissime le idee su chi lotterà per il successo finale e su quante possibilità di farcela avrà.

Francesco Sulas

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