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Campionato Italiano Dilettanti 2014: La Pala-Fenice fa voli tricolore - A Simone Sterbini il titolo U23, Pacchiardo tra gli Élite s.c.

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Simone Sterbini vince La Ciociarissima e si laurea Campione Italiano Under 23 © Riccardo ScanferlaA volte una lunga attesa può essere ripagata degnamente, addirittura con proporzioni maggiori di ciò che ci si sarebbe aspettati alla vigilia. Il Team Pala-Fenice (Palazzago per i più affezionati alla tradizione) infatti attendeva dal 2004, anno in cui Giairo Ermeti conquistò il titolo italiano tra gli Élite senza contratto, il giorno in cui finalmente un proprio corridore sarebbe tornato a vestire il tricolore, racimolando comunque piazzamenti degni di nota in questo lasso di tempo (vale la pena di ricordare la piazza d'onore di Fabio Aru in Sicilia tra gli Under 23 nel 2011).

Non solo l'attesa è terminata ma il team diretto in ammiraglia da Olivano Locatelli e Salvatore Commesso ha voluto fare le cose in grande, regalandosi non una ma entrambe le maglie tricolori in palio in uno dei week end più attesi dell'anno. La giornata di ieri poi sarà certamente ricordata da Simone Sterbini come quella più bella tra tutte quelle fin qui trascorse in sella ad una bicicletta, poiché già diventare campione italiano rappresenta una soddisfazione indescrivibile ma riuscire a farlo sulle strade di casa rende la gioia realmente unica.

La splendida affermazione del ventenne di Olevano Romano, autore di una volata di pura potenza sul traguardo di Corso Volsci a Sora, però non ha rappresentato del tutto una sorpresa, dato che già nell'ultima parte del mese di maggio Sterbini mostrava una condizione decisamente ottima, con il successo nella tappa più impegnativa del Giro delle Pesche Nettarine che servì non solo a sbloccarlo finalmente anche tra gli Under 23 ma se non altro lo ripagò dalla foratura galeotta che gli impedì, di fatto, di giocarsi anche il successo finale nella prestigiosa gara a tappe, chiusa poi in seconda posizione. Questa vittoria però ha tutto un altro sapore e permette al più giovane degli Sterbini (anche il fratello Luca, come vedremo, ha avuto occasione di far parlare di sè) di affrontare l'ultima parte di stagione con ulteriori responsabilità ma anche tranquillità, visto che per lui le porte del professionismo erano già state spalancate dalla famiglia Reverberi, che lo inserirà nel roster della Bardiani a partire dalla stagione 2015.

Una giornata tipicamente estiva ha, pertanto, caratterizzato la 27esima edizione della Ciociarissima che su un tracciato fatto di brevi ma significative asperità lungo 183 chilometri è stata teatro del Campionato Italiano Under 23 2014. Al via da Sora erano sicuramente le maglie della Zalf, forti di un ragguardevole filotto di successi nelle settimane precedenti, le più temute ma le intenzioni battagliere della Pala-Fenice si sono manifestate già dopo una decina di chilometri, quando dopo le prime schermaglie è stato Luca Sterbini ad operare il primo scatto significativo in testa al gruppo. Un'azione, quella del corridore romano classe 1992 (di un anno più grande quindi rispetto a Simone), a cui il gruppo doveva assolutamente evitare di far raggiungere un margine astronomico, visto che il forte passista della formazione bergamasca aveva già dato nel corso della stagione ampie dimostrazioni (su tutte alla Firenze-Empoli) di poter giungere fino in fondo anche dopo un'intera giornata in fuga.

Un'azione, quella di Luca Sterbini, che è durata un centinaio di chilometri con un vantaggio massimo di poco superiore ai cinque minuti nei confronti del gruppo, dal quale erano pure usciti in avanscoperta Giacomo Menchetti (Acqua&Sapone-Mocaiana) e Manuel Cucciniello (MI Impianti) prima e il trio formato da Giacomo Gallio (Delio Gallina), Emidio Onesti (Aran) e Alessio Barzazzi (Team Sudtirol) poi, senza che però nessuno dei cinque atleti riuscisse a riportarsi sul battistrada e restando così sospesi tra testa della corsa e gruppo. Esaurita la bella azione di Sterbini, la Zalf ha iniziato a movimentare le acque, cominciando a pungere in più occasioni i ragazzi del Team Pala-Fenice ben presenti in testa al plotone, tentando prima brevemente con Toniatti e poi con Giacomo Berlato, che sull'ultimo passaggio sulla "salita dei Cartoni" ha approfittato dell'allungo di Paolo Bianchini del Delio Gallina per operare a sua volta una stilettata, che ha costretto la squadra bergamasca a tenere la situazione sotto controllo.

Dopo le varie schermaglie era però molto plausibile che uno dei momenti chiave della gara sarebbe stato costituito dall'ultima ascesa alla Portella, salita breve ma con pendenze capaci di sfiorare il 15% che in una corsa tirata e con una giornata calda avrebbero potuto causare la selezione decisiva. Il primo a rompere gli indugi è stato proprio Simone Sterbini, anche se l'azione del laziale ha perso efficacia proprio all'approssimarsi delle pendenze più dure, dove sono stati gli Zalf con Andreetta e Moscon a cercare di operare il forcing risolutivo dopo aver risposto al tentativo di Sterbini. Proprio Gianni Moscon è parso decisamente a suo agio sulle pendenze più aspre, riuscendo a guadagnare circa dieci secondi su tutti gli altri, con un buon Luca Chirico (già abbastanza attivo in precedenza) della MGKvis ad inseguire ed anche il siciliano della Fausto Coppi Gazzera Paolo Brundo a cercare di non perdere troppo terreno prima della discesa.

Scollinato per primo sulla Portella, Moscon si è gettato con grande foga in discesa, deciso a guadagnare più secondi possibili ma il suo impeto è stato bruscamente frenato da una caduta in una curva, che ha praticamente posto fine a qualunque ambizione di successo. Con i chilometri che diminuivano gradualmente si sono pertanto ritrovati in testa in sei (Simone Sterbini, Brundo, Amici, Filosi, Andreetta e Chirico) a cui restavano soltanto pochi chilometri in pianura per provare ad evitare l'epilogo allo sprint: il più determinato a cercare di scrivere un finale diverso è stato senz'altro Iuri Filosi che, in compagnia di Chirico, è riuscito a guadagnare un discreto margine di vantaggio sugli altri quattro inseguitori a poco meno di cinque chilometri dal traguardo. Un'azione molto interessante quella del trentino della Colpack, già grande protagonista della prima parte di stagione, che se avesse trovato un maggior accordo con quella di Chirico avrebbe potuto consentire ad entrambi di giocarsi le proprie possibilità in una volata a due sul traguardo di Corso Volsci. Invece Filosi è stato costretto a sobbarcarsi la maggior parte dello sforzo e così il tentativo della coppia al comando è naufragato a circa 1200 metri dal traguardo, con l'inseguimento di Sterbini e compagnia che ha finalmente avuto buon gioco.

In una simile situazione non restava che attendere che venisse lanciato lo sprint conclusivo, con il pavé a rendere ancora più difficile il finale di gara e a chiamare in causa le residue forze degli atleti: a 400 metri dall'arrivo è stato Jacopo Mosca ha tentato di giocare la carta dell'anticipo operando l'allungo ancor prima dell'ultima curva. Ai 150 metri però è partita la progressione rabbiosa e potente di Simone Sterbini, che prima ha risucchiato il portacolori della Viris Maserati e poi è riuscito a tenere dietro tutti gli altri, andato così a conquistare il secondo successo stagionale che è certamente di un valore inestimabile. Nulla hanno potuto sia Simone Andreetta (penalizzato da un salto di catena) che Luca Chirico (per lui il rammarico maggiore è senz'altro quello di non aver creduto maggiormente al tentativo di Filosi). Proprio il corridore della Colpack ha chiuso appena fuori dal podio davanti a Mosca, con il generoso Brundo (ancora molto buona la sua prestazione) e un ottimo Alberto Amici, atleta della MI Impianti che va senz'altro annoverato tra le rivelazioni della giornata, leggermente staccati. A 30" ha invece chiuso il primo gruppo inseguitore con Luca Ceolan che ha regolato allo sprint Umberto Marengo e Andrea Toniatti, chiudendo così la top-10.

Davide Pacchiardo vince il titolo tra gli Élite senza contratto © Riccardo ScanferlaSeconda vittoria dell'anno, come detto, per Simone Sterbini e seconda affermazione stagionale che è coincisa col tricolore anche per Davide Pacchiardo, anch'egli portacolori del team di Locatelli che appena 24 ore prima, nel pomeriggio di sabato 28 giugno, aveva coronato col successo il suo splendido assolo nella 45esima Coppa Bologna, che a Montallese (in provincia di Siena) ha assegnato il titolo italiano della categoria Élite Senza Contratto. Un'affermazione fortemente voluta quella del 24enne piemontese, sbloccatosi all'inizio di maggio nella Milano-Tortona, che in questa stagione ha dimostrato di essere una pedina importantissima nel team bergamasco, grazie ad una condotta di gara garibaldina che gli ha permesso in più occasioni di terminare nelle posizioni d'avanguardia. La maglia di campione italiano, conquistata con l'ulteriore merito di essere stato l'unico atleta della Pala-Fenice a schierarsi al via, però potrebbe aprirgli scenari decisamente nuovi, visto che difficilmente chi si aggiudica tale titolo poi permane tra i dilettanti nella stagione successiva.

Corsa impegnativa e vissuta su continue schermaglie quella andata in scena tra le colline senesi, dove il buon vino ed il sostegno del pubblico non mancano mai, con i vari passaggi in salita che hanno pian piano scremato il drappello di testa, ridotto a non più di venti unita negli ultimi quindici chilometri. A dieci chilometri dall'arrivo si è però vissuto il momento decisivo con l'attacco operato da Pacchiardo a cui ha risposto prontamente Alberto Nardin, altro atleta piemontese classe 1990 che difende i colori dell'Overall Cycling Team, dando vita ad un'azione in grado di scavare subito un gap molto interessante nei confronti degli inseguitori. Il tandem ha così proceduto con ottimo accordo fino ai -5 dal traguardo, quando si è verificato un ulteriore colpo di scena: il cambio della bicicletta di Nardin ha infatti smesso di funzionare, costringendolo così ad un'amara resa proprio sul più bello mentre Pacchiardo, a quel punto, ha continuato a dare tutto sè stesso sull'ultimo tratto in salita, per impedire che il gruppo potesse riagguantarlo. L'atleta della Pala-Fenice però non si è dovuto minimamente preoccupare negli ultimi metri, poichè il vantaggio ormai rassicurante lo poneva lontano da qualsiasi rischio e gli ha permesso così di giungere all'arrivo in perfetta solitudine.

Sono poi trascorsi 31" prima di attendere l'arrivo degli inseguitori per decidere a chi andassero i rimanenti posti del podio e lo sprint ha finito col premiare Evgeniy Krivosheev, esperto portacolori della Maltinti. Avete letto bene: in seconda posizione si è piazzato proprio il corridore nato a Samara, in Russia, il 22 novembre 1988 e che proprio con il passaporto russo gareggiava fino alla scorsa annata. La norma federale che proprio da questa stagione limita al 1989 l'anno che consente ai corridori stranieri di gareggiare in corse nazionali e regionali, ha però costretto Krivosheev (che risiede ormai da diversi anni nel nostro Paese ed è anche sposato con una ragazza italiana) ad ottenere la cittadinanza italiana per poter proseguire la propria attività e la cosa gli ha ovviamente offerto di diritto la possibilità di concorrere al titolo italiano e lui l'ha sfruttata ottimamente ottenendo la piazza d'onore.

Terzo posto per l'abruzzese Marco D'Urbano dell'Aran, uscito in grande condizione nelle ultime settimane e che comunque è tornato a casa con un podio certamente non disprezzabile. Nel medesimo gruppo hanno concluso anche Mattia De Marchi, Michele Gazzara (altro atleta molto atteso) e Cesare Ciommi (l'abruzzese della Vega ha optato per questa gara invece di schierarsi al via nel Trofeo Melinda, nella gara riservata ai professionisti). A 1'10" hanno concluso Gianluca Milani della Zalf e Corrado Lampa (il marchigiano gareggia nelle file della Continental lussemburghese Differdange in questa stagione) mentre a 1'50" Giuseppe Brovelli e Dario Mantelli hanno completato le prime dieci posizioni.

Infine la giornata di ieri oltre alla gara tricolore di Sora ha visto gli atleti dilettanti di scena anche a Roncolevà di Trevenzuolo, in provincia di Verona, per la disputa del 57esimo Gran Premio di Roncolevà. La corsa, disputata sotto una pioggia torrenziale che ha complicato non poco la marcia degli atleti, ha regalato una soddisfazione al Team Colpack dal momento che ad imporsi è stato Simone Consonni: il giovane bergamasco infatti ha avuto la meglio nel difficile sprint conclusivo ed è così riuscito a portare a tre i suoi successi stagionali. Seconda posizione amara per Federico Zurlo, desideroso di tornare alla vittoria in una simile occasione, e per la Zalf che dopo diversi mesi chiude il week end senza alcun successo in cascina. Podio completato da un bravo Niko Colonna della Mastromarco, che ha fatto propria la terza posizione precedendo Forner e Minali.

La prima giornata di luglio vedrà subito gli atleti nuovamente impegnati, dal momento che nella serata di domani si disputerà il classico Trofeo Città di Brescia, gara nazionale in notturna nel suggestivo scenario del centro della città lombarda mentre nel prossimo fine settimana occhi puntati soprattutto sulla Toscana: sabato 5 titoli toscani in palio nella prima edizione del Memorial Daniele Tortoli mentre domenica 6 riflettori puntati sul Giro delle Valli Aretine. Nel pomeriggio di sabato 5 inoltre si rinnoverà anche l'appuntamento con l'impegnativa cronoscalata da Gardone Val Trompia ai Prati di Caregno, nel bresciano.

Vivian Ghianni

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