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Giro d'Italia 2014: Scinto per ora porta le Fedi - Bella fuga di Andrea, buona Neri-Alè. Chicchi sfortunato nel finale

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Andrea Fedi in un momento della lunga fuga di cui è stato protagonista © Bettiniphoto

C'è una squadra che è particolarmente più contenta di altre per il fatto di essere al Giro d'Italia: la Neri Sottoli-Yellow Fluo, anzi Neri-Alè, come si chiama da qualche ora (il secondo sponsor è stato ufficializzato proprio in occasione del via della corsa rosa). Un anno fa il sodalizio toscano si chiamava Farnese Vini ed era - coi suoi Di Luca e Santambrogio - uno dei team più intriganti della compagnia del Giro. Poi le cose andarono molto male, per i noti fatti che non vogliamo qui rievocare (ma che chi mastica un minimo di ciclismo ricorderà benissimo).

Quello di Angelo Citracca e Luca Scinto è stato un autunno sull'orlo di una crisi di nervi, tra la ricerca di un nuovo main sponsor - visto l'annunciato disimpegno di Valentino Sciotti (capo della Farnese) - e le notizie contraddittorie provenienti dal fronte Giro: sarebbero stati invitati? In molti - compreso chi scrive - avrebbero scommesso di no, e alcuni segnali contrari al rilascio della wild card al team Yellow Fluo (nome provvisorio ma ormai quasi istituzionale) si sono susseguiti (ad esempio: in un primo momento, la formazione in questione non venne inserita nel sondaggio online che doveva dare a RCS Sport le indicazioni dei tifosi sulle squadre da invitare).

Bisogna riconoscere ai gemelli diversi Scinto e Citracca di aver comunque sempre creduto nella possibilità di ritornare in pista ad alto livello, anche quando gli si prediceva un futuro da Continental. Hanno avuto ragione loro. Hanno convinto la Neri Sottoli a sostenerli, hanno iniziato ad allestire una squadra dignitosa (vedi l'ingaggio di Simone Ponzi e la chance data a Daniele Colli), hanno imbarcato nella nuova avventura diversi neopro', e hanno preso dalla Flaminia il giovane Andrea Fedi.

Non lo citiamo a caso, il quasi 23enne di Prato, visto che proprio lui è il primo italiano in fuga al Giro 2014. Il ragazzo s'è mosso con un colombiano (Jeffry Romero, staccatosi subito ieri nella cronosquadre, forse si risparmiava un po' in vista di oggi...), un belga (Sander Armée, esperto gregario) e un olandese (Maarten Tjallingii, più che esperto, va per i 37). Anche da dilettante Fedi ha sempre amato le azioni a lunga gittata, non a caso un paio d'anni fa centrò un podio al GP Liberazione proprio indovinando una bella fuga da lontano. Non gli manca una punta di velocità, e ha un fratello più grande (Matteo) che quest'anno, dopo tre stagioni da pro', non ha trovato un ingaggio.

Quel che al maggiore della famiglia non era capitato in quel triennio, è successo al minore, che ha esordito ieri al Giro e oggi si è subito ritagliato un ruolo da copertina. È stato a lungo maglia rosa virtuale (dei quattro fuggitivi, era quello più avanti in classifica), ha provato a conquistare la maglia azzurra di migliore scalatore, ma gli è andata male perché ha trovato un Tjallingii più cagnaccio che mai; ha comunque messo la sua ruota davanti al traguardo volante, ma se anche non fosse stato così avremmo comunque plaudito al fatto che sia stato allo scoperto per la bellezza di 211 km, per di più in condizioni climatiche non certo facili.

Insomma, bella figura per Fedi jr, e - per tornare a un più generale discorso sulla Neri-Alè - bella prova di squadra, esaltata paradossalmente anche dalle difficoltà incontrate da Francesco Chicchi nel finale: il velocista del team è incappato in una foratura a soli 17 km dalla fine. Col gruppo lanciato a velocità sempre maggiori, non era così scontato che lo sprinter toscano rientrasse; e invece, soprattutto grazie all'aiuto del generosissimo Colli, Chicchi è riuscito a chiudere il gap nel giro di 5 km, a risalire posizioni e - in qualche modo - pure a disputare la volata, chiusa al 12esimo posto.

Se uniamo tutto ciò alla non disprezzabile prestazione fornita ieri dal team Yellow Fluo nella cronosquadre, abbiamo un'ulteriore conferma del fatto che, nonostante le avversità e qualche errore, la formazione di Scinto e Citracca ha piena legittimità di sedere al "tavolo dei grandi", come ha fatto in questo primissimo scorcio di Giro. Riuscirà anche a centrare l'obiettivo di vincere una tappa? Se son rose, fluoriranno.

Marco Grassi

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