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Giro d'Italia 2014: Martin, la festa è subito finita - Garmin spazzata via, male Rodríguez

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Disastro Garmin a Belfast: Martin caduto e ritirato, Hesjedal a 3'26

Da una cronometro a squadre lunga 21.7 chilometri e messa all'inizio di un Giro con tutte le squadre fresche e al pieno delle forze non ci si aspetterebbe grandi distacchi tra gli uomini di classifica: gli anni scorsi bene o male era stato proprio così, ma stavolta la partenza da Belfast ha fatto un'eccezione e c'è chi da questa prima tappa è uscito con le ossa rotte, non solo in senso figurato.

La débâcle del giorno è senza dubbio quella della Garmin-Sharp: alla partenza la squadra di Jonathan Vaughters aveva due capitani per la classifica generale, stasera uno dei due si ritrova con 3'26" di ritardo in classifica, l'altro invece non è neanche riuscito a tagliare il traguardo finendo in ospedale con una frattura alla clavicola destra. La sfortuna s'è accanita sulla Garmin poco prima del chilometro 15: la squadra poteva contare ancora su otto elementi (Van Baarle l'unico a perdere contatto) ma in un tratto di rettilineo Daniel Martin, che si trovava a metà della fila, ha perso l'equilibrio per colpa di un tombino ed è finito a terra portandosi dietro Nathan Haas, André Cardoso e Koldo Fernández. I quattro corridori rimasti in piedi si sono dovuti praticamente fermare per aspettare il rientro di Van Baarle e poter così andare al traguardo in cinque.

Nel suo Giro d'Italia vittorioso del 2012 Ryder Hesjedal aveva approfittato proprio della cronometro a squadre per mettere un po' di vantaggio tra sé e tutti gli altri, oggi il canadese deve dire addio al sogno di vestirsi nuovamente di rosa perché i tre minuti e passa lasciati oggi saranno praticamente impossibili da recuperare; se si vuole trovare una piccola nota positiva possiamo dire che adesso Hesjedal non ha nulla da perdere ed indovinando un paio di attacchi spettacolari in tappe impegnative potrebbe ancora rientrare in lotta per un posto sul podio, a patto di avere la stessa condizione fisica di due anni fa.

Assolutamente terribile invece è quanto successo a Daniel Martin che in questo Giro d'Italia era uno dei tre irlandesi in gara ed aveva quindi tutto il pubblico dalla sua parte in queste prime giornate: la sua corsa è durata neanche 20' per colpa di una caduta assurda. E dire che Martin s'era presentato al via in buonissime condizioni di forma e soprattutto aveva un'immensa voglia di riscatto dopo la Liegi-Bastogne-Liegi: lì era caduto proprio all'ultima curva quando poteva lottare per la vittoria o comunque per un podio quasi sicuro. Possiamo solo immagine quale sia il morale in questo momento e non possiamo che augurargli di rimettersi presto e sperare che abbia sistemato una volta per tutte i conti con la sfortuna.

Prima abbiamo citato la cronometro a squadre del Giro 2012 vinta dalla Garmin di Hesjedal, ma quel giorno a stupire fu soprattutto la Katusha di Joaquim Rodríguez che chiuse in seconda posizione per soli 5": ironia della sorta l'altra grande sconfitta di oggi è proprio la formazione russa che ha perso 1'33" dalla Orica-GreenEDGE senza aver avuto problemi meccanici o altri inconvenienti. Certo, la Katusha potrebbe aver lasciato per strada qualche secondo a causa di un "dritto" di Gusev e soprattutto della pioggia, ma questi due fattori da soli non bastano a spiegare questa brutta controprestazione: tra il distacco accumulato oggi da tutti i rivali (da Quintana sono già 38"), quello che probabilmente arriverà nella cronometro di Barolo e gli abbuoni "ridotti", anche Purito dovrà cercare di cogliere ogni occasione per attaccare e recuperare terreno, magari evitando di aspettare solo l'ultimo chilometro delle salite.

Dovremo molto probabilmente aspettare l'arrivo di Viggiano per capire come sta realmente Joaquim Rodríguez nonostante nelle interviste pre-gara abbia sempre detto di aver recuperato pienamente dopo le cadute nelle classiche delle Ardenne: sappiamo che allora il dolore gli causava soprattutto problemi di respirazione e, considerando che la posizione su una bicicletta da cronometro è abbastanza stressante da questo punto di vista, il corridore catalano potrebbe aver risentito ancora oggi di quel problema che sembrava passato. Tra gli uomini Katusha oggi ha perso tanto Giampaolo Caruso che s'è staccato dai compagni chiudendo a 5'15".

Se escludiamo per ovvi motivi la Garmin, il peggior tempo di giornata è stato quello della Europcar, anche lei un po' sfortunata con la pioggia, ma il risultato di Rolland, Malacarne e soci non era molto difficile da pronosticare: in passato non hanno mai brillato in questa specialità, le loro maglie verdi le vedremo probabilmente ogni volta in cui ci sarà l'occasione per andare all'attacco, da lontano o anche da lontanissimo. Male anche la Lotto (1" peggio della Katusha) mentre la Colombia ha sfruttato il fatto di essere partita preso ed al primo intermedio ha fatto segnare addirittura il quinto tempo complessivo, ma poi ha perso subito molti uomini ed è riuscita comunque a chiudere in 18esima posizione a soli 3" dalla Lampre.

In chiusura dedichiamo un piccolo spazio anche a Ramón Carretero, primo panamense a schierarsi al via di un Giro d'Italia: il 23enne della Neri Sottoli da quando corre come professionista (2013) non è mai riuscito a portare a termine una corsa a tappe, non ci aspettiamo quindi che ci riesca alla corsa rosa ma sarà curioso seguire fin dove riuscirà a spingersi questo ragazzo. Per il momento Carretero può dire di non essere stato il primo a ritirarsi e dopo 21.7 chilometri il ritardo dalla maglia rosa è già di 6'02".

Sebastiano Cipriani

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