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Freccia del Brabante 2014: Ardenne tremate, Gilbert è tornato - Sprint ristretto, Philippe su Matthews. E Rebellin è 7°

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Philippe Gilbert vince la sua seconda Freccia del Brabante © BettiniphotoNel 2011 era diverso. Un Philippe Gilbert più giovane ed indubbiamente più vincente, letteralmente in stato di grazia, quasi non fece fatica ad avere la meglio sul solo Bjor Leukemans, unico a resistere al suo passo. Era, quella Freccia del Brabante, solo l'inizio di un filotto che avrebbe portato il vallone al filotto Amstel-Freccia-Liegi, con la Strade Bianche già in tasca e nell'immediato futuro la maglia di campione nazionale, la maglia gialla al Tour, la Clásica San Sebastián, il GP de Québec, tra gli altri.

L'anno successivo, dall'Omega Pharma-Lotto, Gilbert passò alla BMC Racing, ma non sembra più lo stesso. Un paio di tappe alla Vuelta ed il Mondiale di Valkenburg (queste le sue uniche vittorie nel 2012) mettono a posto ogni cosa. Mentre il 2013 è segnato dalla più classica delle maledizioni iridate, quest'anno abbiamo potuto ammirare più volte un Philippe Gilbert prima maniera, molto garibaldino, molto attaccante. Che importa, per questi primi mesi, se più che affondi quelli del vallone erano allunghi, anche abbastanza timidi? Le vere corse di Gilbert arrivano adesso. E infatti...

Non appena si affacciano nel calendario le corse della Vallonia, Gilbert si nota: mette la squadra a tirare, ad inseguire, a forzare. Forza lui stesso, poi cede, riparte, infine lancia una volata a cui solo Michael Matthews sa replicare, ma non abbastanza bene. L'australiano dell'Orica sarà secondo di un niente.

L'edizione numero 54 della Freccia del Brabante, 203.1 km da Leuven ad Overijse, vede subito in fuga sei atleti. Matthias Brändle, Mattia Pozzo, Perrig Quéméneur, Michael Matthews, Giorgio Cecchinel e Kiel Reijnen partono dopo neanche 10 km evadono ed il gruppo lascia fare. Tra salitelle brevi ma spaccagambe (26 strappetti a fine giornata si faranno sentire), i sei arrivano ad avere un vantaggio massimo di 6'30". Nel finale tre giri da 23 km prima di arrivare al traguardo, ed è allora che la corsa si anima.

Che siano pietre o côtes, è l'Omega Pharma-Quick Step a lanciare in avanti gli uomini fastidiosi: Alaphilippe e Serry, poi raggiunti da Van Overberghe e Ghyselinck, allungano. Non va ma non è finita: la salita numero 13 di giornata, l'Hertstraat, a 63 km dal traguardo, lancia Jurgen Van den Broeck e Serry, poi raggiunti - stavolta sì - da Alaphlippe e Vermote. A 60 km dal traguardo troviamo così sempre i sei al comando (Brändle, Pozzo, Quéméneur, Cecchinel e Reijnen, a 1'36" Van den Broeck, Serry, Alaphlippe e Vermote - a 2' il gruppo.

Che Philippe GIlbert sia in giornata lo si capisce a 50 km dal termine, quando sull'IJskelderlaan la BMC si porta all'inseguimento. Con successo, visto che Van den Broeck, Serry, Alaphlippe e Vermote si riavvicinano a 39", mentre i battistrada sono a 1'22". Proprio la BMC fa scoppiare il gruppo sul secondo Schavei, con i battistrada che vantano solo 30" al passaggio sotto al traguardo. Per qualche chilometro in gruppo regna l'anarchia totale, poi si sgancia un gruppetto con dentro anche Simon Gerrans. Spiacenti, dicono i BMC all'australiano, e lo riprendono.

Ai -38 davanti l'accordo s'è bell'e rotto, così Reijnen se ne va da solo. Inutile dire che il tentativo del finlandese dura meno che niente, ma la situazione si rimescola presto: davanti si portano Reijnen, Quéméneur, Réza, Haas, Leukemans, Van der Sande, Serry, Gerrans, Brändle, Finetto e Pozzo, con un gruppetto che si stacca dal plotone e che è formato da Pagani, Arango Carvajal, Paterski e Fumeaux, subito ripresi. Per la verità non durano molto nemmeno davanti, tanto che all'ultimo giro (23 km da percorrere) troviamo in testa un sestetto: Gerrans, Leukemans, Serry, Finetto, Haas e Brändle.

Sull'ultimo Hagaard (siamo ai -21) dal gruppo attacca Philippe Gilbert. La pedalata è buona , non la migliore di sempre, ma ci si accontenta. In poche curve, ma ben eseguite, il vallone guadagna un buon margine sul gruppo. I sei battistrada però ancora non si vedono.

Parrebbe, l'azione di Philippe, destinata a naufragare, anche perché dietro non si resta con le mani in mano: sull'Hertstraat escono Poels, Alaphilippe, Matthews, Geschke, Howes e Reichenbach, portandosi vicini a Gilbert, che a sua volta deve colmare un gap di 11" per arrivare in testa alla corsa. E Gilbert li raggiunge anche, i battistrada, ma il gruppo vanifica tutti gli sforzi del vallone, riprendendo i battistrada a 12 km dal traguardo.

La CCC Polsat di Davide Rebellin porta davanti quattro uomini, sull'ultimo Holstheide attacca Nick Nuyens, conbn Daniel Martin a ruota, Simon Gerrans bello sveglio, e nuovamente una serie interminabile di scatti. Anche Rebellin è in testa, basta un allungo di un uomo per far aumentare la velocità del portacolori della CCC Polsat.

L'IJskelderlaan e lo Schavei decidono la corsa: sul primo l'Orica è compatta attorno alla sua vera punta, Michael Matthews, sul secondo parte il Campione giapponese Yukiya Arashiro. Matthews capisce che se non controllato lo scatto dell'Europcar potrebbe anche andare a buon fine e si fionda alla sua ruota. Philippe Gilbert è lì, pronto ad approfittare del lavoro di Matthews. Appena l'australiano chiude su Arashiro, Gilbert parte in volata. Matthews è alla sua ruota e cerca di uscire, ma Gilbert, saggiamente, costringe Matthews ad andare verso l'esterno, percorrendo così più strada. Non molta, ma quei centimetri che decretano la vittoria del vallone sull'australiano.

La prima stagionale (e che prima!) di Gilbert, ottenuta come avrebbe fatto il corridore di tre anni fa. Terzo gradino del podio per Tony Gallopin, distanziato dalla coppia che s'è giocata la vittoria. Alle spalle del francese c'è Simon Geschke, che nel finale ha provato invano a portar via un gruppetto, quindi Bjorn Leukemans, Nathan Haas, Davide Rebellin, Julien Vermote, Sébastien Reichenbach ed Alexey Tsatevich.

L'Italia, Rebellin a parte (il prossimo 9 agosto spegnerà 43 candeline), non si vede ai piani alti della classifica. Per trovare altri azzurri bisogna scendere al 19° posto, con Davide Malacarne, mentre al 20° c'è Kristian Sbaragli. È 25° Franco Pellizotti, seguito da Fabio Felline, attivissimo nella fase centrale della corsa. Cesare Benedetti è più indietro, 31°, Mauro Finetto, per un tempo in fuga, 33°, due posizioni davanti ad Enrico Barbin.

Attendendo la pasquale Amstel Gold Race, si può dire senza problemi che Philippe Gilbert non sarà tornato quello del 2011, ma è sicuramente di nuovo un signor corridore. Quanto agli italiani, tanti ne arriveranno tra Amstel, Freccia e Liegi. Sperando di non dover sperare ancora una volta nell'impresa di quell'arzillo vecchietto di Davide Rebellin.

Francesco Sulas

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