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Parigi-Roubaix 2014: Boonen superbo, è lui lo spettacolo - Le pagelle: Italia ancora lontanissima

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Tom Boonen in azione oggi sul pavé © Bettiniphoto

Niki Terpstra - 9.5
In gruppo c'erano altri che ne avevano più di lui, ma Terpstra ha corso questa Roubaix nella squadra migliore e con grande intelligenza tattica. Da quanto è approdato alla Omega Pharma-Quick Step (era il 2011 e la squadra era ancora solo Quick Step) questo olandese che compirà 30 anni il mese prossimo non ha mai smesso di migliorare e ha cominciato a conoscere, amare e corteggiare proprio le corse dei muri e del pavé. Pur con Boonen in squadra Terpstra ha saputo ritagliarsi sempre grandi spazi, grazie alle tattiche del team di Patrick Lefévère che spesso sfruttano la netta superiorità numerica per mandare avanti le seconde o le terze punte: oggi Niki ha saputo cogliere la sua occasione scegliendo il tempismo perfetto per sparare la cartuccia che gli era rimasta.

John Degenkolb - 9
Ogni gara che passa Degenkolb sale di un gradino avvicinandosi sempre di più ai grandissimi: in volata non teme nessuno, abile sul pavé ed in questa campagna di classiche ha fatto vedere un'attitudine molto battagliera; insomma, non è lo sprinter che si limita a difendersi e ad uscire negli ultimi 300 metri, ma un corridore completo che vuole sempre fare la corsa. A questa Roubaix ha trovato anche il supporto di un Bert De Backer strepitoso e che mai s'era espresso a questi livello: i Giant-Shimano oggi non potevano chiedere di più, forse solo un altro uomo forte ed esperto sul pavé avrebbero potuto provare a chiudere anche su Terpstra per giocarsi il successo in volata, e forse non sarebbe comunque bastato. Anche Degenkolb comunque rientra nella lista di nomi da cui possiamo aspettarci di tutto già da un prossimo futuro e per ancora tanti anni visto che è solo un classe '89.

Fabian Cancellara - 5.5
Sarà pure arrivato il suo 12° podio consecutivo in una classica monumento portata a termine, avrà pure avuto tutti contro, sarà pure stata una giornata no e condizionata in parte dall'inseguimento dopo essere rimasto attardato per la caduta del compagno Roulston, ma oggi Fabian Cancellara non ci è piaciuto. La Locomotiva di Berna, come aveva già fatto capire nelle interviste dopo la Milano-Sanremo, ha corso da corridore sazio e che preferisce perdere non provandoci piuttosto che per troppa generosità come a volte gli è accaduto in passato. Oggi Fabian s'è praticamente disinteressanto di chiunque non fosse Vanmarcke, quasi come se il suo obiettivo fosse solo farlo perdere: è assurdo pensare che uno come Fabian non provi mai a sfruttare i tanti "assist" che gli hanno dato Boonen, Hushovd, Sagan o addirittura lo stesso Terpstra nel finale. Certo, pensate a che gran campione sia se con una condotta di gara così (giù il cappello anche per il lavoro di gregario del giovane Jasper Stuyven) riesce comunque ad arrivare terzo.

Sep Vanmarcke - 5
Non ce ne voglia ma oggi, assieme a Cancellara, è lui il grande sconfitto della Roubaix. Sul pavé era uno di quelli che stava meglio ed il fatto di non essere neanche riuscito a salire sul podio è segno che qualcosa non è andato come doveva. Bocciatura totale anche per la Belkin che con tanti uomini in condizione poteva e gestire meglio la gara: la squadra olandese non è sembrava del tutto convinta nel puntare su un solo uomo (Vanmarcke appunto) anche quando tra fughe e attacchi vari le cose si stavano mettendo bene per i verdi. Resta comunque notevolissimo il bilancio complessivo nella classiche di Vanmarcke: 4° alla Het Nieuwsblad, 3° alla Kuurne, 5° a Harelbeke, 4° alla Gent-Wevelgem, 3° al Fiandre e 4° ancora alla Roubaix; a quasi 26 anni è pronto per una grande successo sul pavé a patto che lui e la squadra ci credano sul serio.

Zdenek Stybar - 7
Ancora una volta ci ha fatto capire che la Roubaix è la sua corsa e che probabilmente in futuro riuscirà anche a vincerla: è riuscito a rispondere bene agli attacchi sul pavé di Vanmarcke e Cancellara formando un bel quintetto con Degenkolb e Sagan. Tra gli uomini davanti forse era il meno veloce sulla carta e quindi sono state anche alcune sue tirate poco decise a far saltare l'accordo facendo rientrare da dietro Terpstra e Boonen dando alla Omega Pharma un bel vantaggio numerico. Alla fine lo scatto buono l'ha fatto Terpstra ma al posto dell'olandese ci sarebbe potuto essere tranquillamente lui: il quinto posto di oggi si aggiunge al sesto dell'anno scorso e al settimo della Sanremo di quest'anno, dalla prossima grande classica quindi bisogna fare attenzione a lui per il podio.

Peter Sagan - 8.5
Il Sagan di oggi non poteva essere lo stesso Sagan visto una settimana fa al Giro delle Fiandre. La cosa dello slovacco della Cannondale è stata quasi tutta in salita a causa di un incidente meccanico poco prima della Foresta di Arenberg: ha dovuto inseguire e spendere parecchio ma grazie ad un ottimo sostegno di compagni di squadra è riuscito a riportarsi nelle posizioni buoni all'inizio dei settori di pavé decisivi. È stato anche molto bravo a capire che con una corsa attendista non avrebbe ottenuto nulla e così, nonostante la fatica già accumulata, ha deciso di muoversi lui stesso in prima persona: prima per riportarsi sulla testa della corsa (con Wynants), poi è scattato ed è rimasto solo davanti a tutti riuscendo ad imboccare con un piccolo margine sui big il Carrefour de l'Arbre. Entrato nel velodromo i crampi hanno avuto la meglio su di lui e nello sprint ha portato a casa una bella sesta posizione.

Tom Boonen - 9
Un campione fantastico e con una mentalità da vero vincente che lo porta a dare spettacolo anche quando forse non è al 100% della condizione: il suo attacco a 65 chilometri dal traguardo oggi ha spiazzato quasi tutti perché neanche nel 2012 quando volava e non aveva rivali partì da così lontano. Purtroppo per lui stavolta non poteva fare tutto da solo ed è stato sfortunato ad imbattersi in compagni di fuga che per paura o per ordini di squadra hanno preferito rimanere passivi anziché provare a giocarsela con lui. In ogni caso il Boonen di oggi ha corso alla perfezione interpretando il doppio ruolo che invece non s'era visto al Fiandre: da un lato il suo scatto era fatto per portare via una fuga decisiva e provare a vincere al quinta Roubaix (e lui ci credeva), dall'altro ha permesso ai compagni di squadra di resta coperti mentre gli altri erano costretti a logorarsi nell'inseguimento. Se questa è stata una Roubaix spettacolare il merito è soprattutto suo.

Bradley Wiggins - 7.5
Sorpresa sì, ma solo fino ad un certo punto: quando si mette in testa qualche corsa Wiggins è un corridore che è in grado di prepararla al meglio e già al Fiandre s'era intuito che la sua condizione era buona. Ad un certo punto s'è ritrovato staccato ma è uscito fuori alla distanza ed il nono posto finale è un grandissimo risultato per un corridore che ha vinto un Tour de France. Molto bravo anche Geraint Thomas che è stato uno di quelli che ha creduto maggiormente nell'attacco di Tom Boonen da lontano: il gallese ha speso tantissimo ed è comprensibile che non abbia fatto meglio di un settimo posto; attenzione a lui per il futuro perché è un corridore la cui evoluzione non è ancora terminata.

Arnaud Démare - 7
Dopo tre forature si pensava che la sua corsa fosse ormai finita ed infatti non abbiamo mai visto la sua maglia FDJ: invece a soli 47" da Terpstra è proprio Démare a vincere la volata del secondo gruppo classificandosi così in dodicesima posizione. Una prestazione tutta in rimonta che non può che far sorgere una dubbio: come sarebbe stata la sua corsa senza incidenti meccanici?

BMC Racing Team - 4
Prestazione abbastanza disastrosa per i rossoneri con l'aggravante che i più forte avevano le gambe per fare molto di più: qualche episodio sfortunato per Thor Hushovd, Greg Van Avermaet e Taylor Phinney c'è pure stato, ma la sensazione è che in corsa si siano spesso mossi senza sapere bene cosa stessero facendo. A 60 chilometri il treno BMC era compatto in testa al plotone, ma anche quando Hushovd è rientrato sui primi, pur tirando, sembrava non alimentare la fuga con la stessa convinzione di Boonen o Thomas. I BMC sono poi rimasti in cinque nel vivo della corsa ma alla fine nessuno è stato capace di aggregarsi il drappello dei 11 più forti: il primo è stato Van Avermaet, "solo" 17°.

Filippo Pozzato - s.v.
Come italiani sapevamo già in partenza di non avere chance oggi in una corsa come la Roubaix: il primo al traguardo è stato ancora una volta Pozzato che non ha neanche corso male finché ha avuto la gambe; il leader della Lampre sarebbe potuto arrivare un po' più avanti (ha chiuso 50° a 6'44" da Terpstra) senza un paio di sfortune ma niente da ricordare comunque. Poca fortuna anche per Luca Paolini, buono il lavoro di Manuel Quinziato e Paolo Longo Borghini per i compagni, ma se proprio dobbiamo trovare un "migliore" allora il premio lo diamo allo juniores Filippo Ganna che nella corsa di categoria ha chiuso 15° nel primo gruppo dopo aver fatto fuoco e fiamme per tutta la gara.

Sebastian Langeveld - 6.5
Per il secondo anno consecutivo arriva nei 10 sia al Giro delle Fiandre che alla Parigi-Roubaix: è un corridore assai poco appariscente, quasi mai vincente ma sempre di buona sostanza quando ci sono da affrontare muri e pavé.

Fuggitivi - 6.5
I complimenti di giornata per la prima azione da lontano vanno a David Boucher (FDJ), Kenny Dehaes (Lotto Belisol), Andreas Schillinger (NetApp-Endura), Michael Kolar (Tinkoff-Saxo), Clement Koretzky (Bretagne-Séché), Benoit Jarrier (Bretagne-Séché), Tim De Troyer (Wanty-Groupe Gobert) e John Murphy (Unitedhealthcare) che sono partiti al chilometro 23 e hanno guadagnato un vantaggio massimo di circa 10 minuti. Sui tratti di pavé i battistrada hanno progressivamente perso pezzi: gli ultimi ad essere ripresi, dopo 173 chilometri in testa alla corsa, sono stati De Troyer, Jarrier e Schillinger; sfortunato invece Boucher che dopo essere rimasto staccato è stato anche bloccato da un passaggio a livello chiuso.

Alexander Kristoff - s.v.
Corsa relativamente tranquilla per 160 chilometri poi contribuisce a scrivere il personale capitolo alla voce "Inferno del Nord": nei 10 chilometri dopo l'ingresso nella Foresta di Arenberg il norvegese della Katusha fora due volte e poi termina la sua corsa cadendo contro un trattore. Un accanimento concentrato della sfortuna.

Regia - 4
Da tecnici così esperti come quelli francesi non ci saremmo mai aspettati un errore tanto clamoroso come quello di oggi: dopo l'arrivo di Terpstra la regia ha mostrato un gruppetto e la sua volata, peccato che non fosse quello di Cancellara e soci che s'è giocato il resto del podio bensì quello che ha sprintato per la dodicesima posizione.

Sebastiano Cipriani

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