Giro dei Paesi Baschi 2014: Swift imperiale, vittoria di lusso - Cunego quinto. Domani la crono decisiva
- Vuelta Ciclista al País Vasco 2014
- Cannondale Pro Cycling Team 2014
- Lampre - Merida 2014
- Movistar Team 2014
- Omega Pharma - Quick Step 2014
- Team Sky 2014
- Tinkoff - Saxo 2014
- Alberto Contador Velasco
- Alejandro Valverde Belmonte
- Alessandro Vanotti
- Bauke Mollema
- Ben Swift
- Bob Jungels
- Cadel Evans
- Cyril Gautier
- Daan Olivier
- Damiano Cunego
- Davide Malacarne
- Jean-Christophe Péraud
- Jonathan Hivert
- Koldo Fernández de Larrea
- Luis León Sánchez Gil
- Maxim Iglinskiy
- Michael Albasini
- Michal Kwiatkowski
- Mikel Landa Meana
- Nelson Filipe Santos Simoes Oliveira
- Omar Fraile Matarranz
- Philippe Gilbert
- Pieter Serry
- Pieter Weening
- Romain Sicard
- Roman Kreuziger
- Rubén Plaza Molina
- Rui Alberto Faria da Costa
- Samuel Sánchez González
- Simon Spilak
- Tejay Van Garderen
- Thibaut Pinot
- Tim Wellens
- Tom Jelte Slagter
- Tony Martin
- Warren Barguil
- Wouter Poels
- Xabier Zandio Echaide
- Yury Trofimov
- Uomini
E va bene, che dovesse essere la crono conclusiva di Beasain a decidere il Giro dei Paesi Baschi 2014 era nell'ordine delle cose, fatto prevedibile sin dalla presentazione del percorso, e proprio così sarà, alla fine dei giochi, domani: 24 chilometri con due salite non durissime ma nemmeno da prendere sottogamba, per dirimere la questione tra i due fari del sempre più spento (malgrado loro) ciclismo spagnolo, Alberto Contador e Alejandro Valverde, divisi in classifica da soli 12" e pronti a duellare domani per il successo nella più importante corsa iberica dopo la Vuelta.
Cinque tappe in linea non hanno permesso che si scavassero solchi più profondi e determinanti, e anche l'ultima di questa serie, quella che oggi arrivava a Markina dopo un percorso non privo di variegate salitelle, non ha fatto altro che confermare il grande equilibrio tra i due Al. Alle loro spalle, come non osavamo sperare nemmeno nelle visioni più ottimistiche, per ora c'è Damiano Cunego, che a questi livelli non si vedeva da un par d'anni, ma che domani potrebbe rimbalzare indietro vista la sua idiosincrasia con le prove contro il tempo. Fondamentalmente, il veronese avrebbe anche potuto difendersi, se avesse avuto un margine sugli inseguitori: il suo problema è che solo la somma dei piazzamenti lo tiene davanti a gente che si chiama Cadel Evans o Jean-Christophe Péraud, atleti senza dubbio più portati di lui nelle crono; e pochi secondi di vantaggio lo separano da Michal Kwiatkowski o Tejay Van Garderen, altri indiziati a superarlo nella generale.
Oggi Damiano avrebbe dovuto fare un mezzo miracolo per approfittare di un percorso che solo apparentemente poteva suggerire ribaltoni tattici e di classifica; come vedremo, non era giornata che potesse sorridere ad attaccanti troppo coraggiosi, fatto confermato anche dal ritrovare Ben Swift, corridore bravissimo ma non certo appartenente alla genìa degli scalatori, a braccia alzate sotto lo striscione d'arrivo.
I primi 40 chilometri della tappa partita da Eibar (senza Alessandro Vanotti, ritiratosi per essere caduto al foglio firma!) non hanno promosso alcuna fuga (malgrado i tentativi si siano succeduti, operati anche da uomini Lampre pro Cunego - un nome su tutti: Rui Costa); dopodiché, su stimolo del giovane Bob Jungels, ha preso forma un'azione a 16, comprendente Rubén Plaza, Nelson Oliveira, Michael Albasini, Xabier Zandio, Koldo Fernández, Maxim Iglinskiy, Bauke Mollema, Romain Sicard, Tim Wellens, Pieter Serry, Daan Olivier, Warren Barguil, Omar Fraile, Luis León Sánchez e pure un italiano nella persona di Davide Malacarne.
Troppa gente perché il gruppo - guidato da Cannondale prima e Tinkoff e Movistar poi - lasciasse troppa corda: il vantaggio massimo, infatti, non ha mai superato l'1'40", e l'estrema vicinanza tra fuggitivi e plotone ha a più riprese permesso timidi rivolgimenti delle forze in campo: ad esempio, Iglinskiy si è prima staccato e poi è rientrato, quindi da dietro è rinvenuto pure il signor Philippe Gilbert, e ancora Sicard e Malacarne sono caduti su una discesa, quindi solo il feltrino è riuscito a rientrare sui primi dopo diversi chilometri.
Schermaglie, in ogni caso. Nulla di confrontabile con lo scenario proposto dall'Alto de Izua, penultima salita di giornata, la più dura: sulle sue rampe il drappello di testa ha perso pezzi uno dopo l'altro, finché non son rimasti al comando i soli Jungels, Mollema e Wellens. Al Gpm, a 26 km dalla fine, solo 24" separavano il terzetto dal gruppo tirato sempre più forte dalla Movistar, che badava a preparare il terreno per l'atteso attacco di Valverde.
In discesa Jungels si è brevemente avvantaggiato sui due colleghi d'azione, poi è stato ripreso da loro, e sul successivo Alto de Aiastia tutti e tre sono stati raggiunti dal gruppo (ai -12), mentre in contropiede partiva Pieter Weening. Poca fortuna per l'olandese della Orica, visto che subito dopo il suo scatto l'andatura del plotone è tornata ad aumentare sensibilmente, con Kreuziger impegnato a tenere il ritmo alto per evitare attacchi al suo capitano Contador. Una breve (ma bella) trenata di Tony Martin (in favore dei compagni Kwiatkowski e Poels) ha preceduto la rasoiata di Valverde.
Lo scatto del murciano è andato in scena ai -9.5 (a poco più di un chilometro dalla vetta), ma Contador non si è lasciato intimorire e ha risposto da par suo, non concedendo nemmeno un metro all'avversario. I due hanno scollinato insieme con una decina di secondi sui resti del gruppo, e in discesa sono stati raggiunti da Poels, che era a sua volta emerso sulle ultime rampe di Aiastia. Il terzetto ha proceduto in tale conformazione fino ai 1700 metri dal traguardo, quando è stato ripreso (cosa curiosa: dietro tiravano gli Omega Pharma, che pure avevano un loro uomo - Poels, appunto - davanti, non collaborativo con i due spagnoli).
Un breve tentativo d'anticipo operato ancora da Weening non ha impedito che il successo di tappa finisse con l'essere messo in palio da una volata tra la ventina di componenti il gruppo principale. Tra questi, uno dei più veloci risultava essere proprio Cunego (che in salita aveva ben tenuto le prime posizioni), ma sfortuna per il veneto ha voluto che si fossero salvate ruote più rapide di lui, come Ben Swift e Tom Jelte Slagter (senza considerare i "soliti" Valverde e Kwiatkowski).
Lo sprint, condotto senza la minima titubanza, ha premiato proprio Swift, alla terza vittoria stagionale (dopo le due raccolte alla Coppi e Bartali), in un anno in cui ha conquistato anche un bel podio alla Sanremo. Al secondo posto Valverde, che ha anticipato Kwiatkowski e Slagter, ma che mastica amaro per l'assenza di abbuoni in questa corsa. Quinto s'è piazzato Damiano, davanti a un terzetto francese composto da Gautier, Hivert e Péraud, e Contador nono ed Evans decimo hanno completato la top ten.
La classifica, con Contador al momento primo con 12" su Valverde, sarà definita - come detto in apertura - dalla crono di domani. Il terzo, Cunego, è a 36" dal leader, stesso distacco di Evans, Péraud e Trofimov; Kwiatkowski è settimo a 41", seguono Landa a 54", Poels a 55", Samu Sánchez, Slagter e Pinot a 56", Van Garderen e Spilak a 58".