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Giro dei Paesi Baschi 2014: Un'esplosione da 145 megaTony - Martin, spettacolare fuga. Cunego ottimo 4°

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È di Tony Martin la seconda tappa del Giro dei Paesi Baschi © omegapharma-quickstep.com

145 km in fuga, i 10 iniziali a cercare il gruppetto giusto, gli 11 in coda alla tappa da solo (a scacciarlo da sé, il gruppetto), lanciato verso il traguardo di Urdazubi. Sono questi i numeri odierni di Tony Martin. Che il tedesco non fosse un uomo buono soltanto per le cronometro, anche se colleziona titoli iridati e vittorie più o meno di prestigio, ce n'eravamo accorti da tempo. Diciamo che la certezza era arrivata in occasione della sesta tappa della Vuelta a España, la Guijuelo-Cáceres: quella frazione misurava 175 km, e tanti ne percorse il passistone dell'Omega Pharma-Quick Step in fuga. Ripreso ai 400 metri, chiuderà 7°, la vittoria andrà a Michael Mørkøv (ma chi se lo ricorderà, al contrario del grande sconfitto?).

Oggi Martin ha ridotto le distanze, rifiatato quando doveva, affondato al momento opportuno. I Paesi Baschi non contemplano la pianura, meglio restare con gli altri sei battistrada (di cui uno, Jan Bakelants, compagno di squadra), per poi piazzare lo scatto decisivo. Così ha fatto, il buon Tony, ed anche se la vittoria non giunge dopo 175 km in solitaria (oggi "solo" 11 da solo, ma 145 con gli altri coraggiosi) è di gran prestigio.

La seconda tappa del Giro dei Paesi Baschi è nettamente più tranquilla della frazione di ieri: si tratta di 155.8 km da Ordizia a Urdazubi. Quattro i Gpm, tutti nei primi cento chilometri, poi sempre su e giù, senza tregua. Il fatto che sia più semplice di ieri non significa che la giornata odierna sarà una passeggiata, anzi.

Dopo 10 km troviamo già in fuga sette uomini: Gorka Izaguirre (Movistar), Hubert Dupont (AG2R La Mondiale), Bob Jungels (Trek), Davide Malacarne (Europcar), Tony Martin e Jan Bakelants (Omega Pharma-Quick Step) e Maxime Monfort (Lotto Belisol). Omar Fraile, della Caja Rural, ha perso il treno giusto e per qualche chilometro prova a riportarsi sulla testa della corsa, salvo arrendersi e lasciarsi riprendere dal plotone.

I fuggitivi guadagnano presto ben più di due minuti (2'40" dopo 50 km sarà il vantaggio massimo, ma costante) mentre si ritirano nomi non da poco: Lieuwe Westra, Tom Danielson e Carlos Betancur. Quest'ultimo, vincitore della Parigi-Nizza ed attesissimo per le Ardenne, non ha risolto ancora il problema al ginocchio sinistro (un foruncolo) che gli impedisce di allenarsi e di rendere al meglio.

La fuga procede con un accordo naturale, tanto che ai -36, quando dietro tirano sia Sky che Orica-GreenEDGE, il vantaggio dei battistrada è ancora di 2'29". Come se non bastasse, oltre a ottimi passisti, i sette di testa vantano uomini che sanno e possono arrivare da soli (Tony Martin, sicuro, tanto più che ha con sé un compagno di squadra, Bakelants, ma pure il giovane Jungels in passato ha fatto certi scherzetti al gruppo). Come da copione, ai -18 si verifica quanto ampiamente previsto. Tony Martin ha già vinto nel 2011 e nel 2013 al Giro dei Paesi Baschi: sempre cronometro, è ora di cambiare.

Il passista tedesco sa che l'occasione è ghiotta ed allunga. Gli altri si guardano, Bakelants copre le spalle al capitano. Non appena Izagirre parte all'inseguimento di Martin, Bakelants parte all'inseguimento di Izagirre. Il terzetto prende il largo, dietro chi non molla sono Malacarne e Dupont, ma presto il gruppo si presenterà alle loro spalle. Adesso l'Omega Pharma-Quick Step può fare ciò che non ha fatto domenica al Fiandre: giocare di squadra. Ai -12.3 lo scatto di Bakelants non intimorisce più di tanto Gorka Izagirre.

Il Movistar riprende il belga, mentre Martin è alla sua ruota, più passivo che mai. Quando Izagirre si riporta su Bakelants, quello è il momento: siamo ai -11.9 e Tony Martin, insieme ad un dente, butta giù il morale dell'avversario. Lo vedono laggiù in fondo, come se stesse correndo una cronometro. Nel finale spinge quando bisogna spingere, agilizza quando al strada - come accade non di rado da queste parti - sale, rilancia in prossimità del traguardo di Urdazubi.

Traguardo che Martin taglia in beata solitudine, concedendosi anche il lusso di esultare. Nel mentre gli affari per la classifica generale avevano visto un Valverde all'attacco sull'ultimo dentello di giornata, con Contador sempre attento ed alla ruota del murciano. Anche Philippe Gilbert, ben lungi dal volersi piazzare nella tappa, aveva testato la propria forma in vista delle classiche delle Ardenne. Con quest'abbondanza di allunghi, scatti, controscatti, era naturale che il gruppo riprendesse tutti i fuggitivi del mattino.

Tutti tranne l'imprendibile Tony. A 30" da Martin la volata per la piazza d'onore vedeva Ben Swift che la spuntava su Michal Kwiatkowski. Questione di millimetri e di un colpo di reni eseguito leggermente meglio. Ai piedi del podio odierno Damiano Cunego, che dopo il 5° posto di ieri palesa una condizione che fa ben sperare sia per le Ardenne che per il Giro d'Italia. L'auspicio è che questa forma, molto ma molto buona, duri. Il veronese si mette alle spalle Paul Martens, quindi Alejandro Valverde, Maxim Iglinskiy, Yukiya Arashiro, Michael Matthews e Rinaldo Nocentini, con Damiano Caruso che chiude 11°.

Non cambia di una virgola la classifica generale, con Alberto Contador davanti ad Alejandro Valverde per 14", quindi Kwiatkowski a 34", Cunego, Evans, Péraud, Nieve e Trofimov a 36", Kreuziger e Landa a 54". La graduatoria a punti vede al comando Michal Kwiatkowski, che a quota 32 precede Valverde (30 punti per lui) e Cunego (a 26). Davide Villella, ieri in fuga ed all'assalto dei Gpm, conserva la maglia di miglior scalatore, con Bakelants e Montaguti in agguato.

Domani terza tappa, 194.5 km da Urdazubi a Vitoria-Gasteiz. Quattro le ascese da affrontare, due di seconda categoria all'inizio, quindi due terza categoria nel finale, con l'Alto de Zaldiaran a 9 km dal traguardo. Se la gamba è quella di ieri e oggi - e non si capisce perché non dovrebbe - Alberto Contador avrà modo di incrementare il suo vantaggio in classifica su Alejandro Valverde.

Francesco Sulas

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