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Dilettanti 2014: Questo Mühlberger sgobba come un mulo - Il Trofeo Piva va all'austriaco. Marini già alla sesta vittoria

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Gregor Mühlberger festeggia la vittoria al Trofeo Piva © radlandtirol.at

Il primo appuntamento internazionale dell'anno per quel che concerne l'attività dilettantistica costituiva sicuramente l'evento clou dell'ultimo fine settimana di gare, vuoi perché mai nelle scorse annate si era arrivati così tardi alla disputa della prima 1.2, vuoi perché un simile banco di prova poteva dare senz'altro ulteriori spunti di discussione, tenendo anche conto del fatto che siamo ad appena una settimana dal via della Coppa delle Nazioni.

Non vi è alcun dubbio sul fatto che il Trofeo Piva - Banca Popolare di Vicenza, giunto in questo 2014 all'edizione numero 66, sia una corsa particolarmente gradita agli atleti stranieri (con questa fanno quattro affermazioni nelle ultime sette edizioni), tuttavia proprio come successe nel 2012 (quando ad imporsi fu Jay McCarthy davanti a Bazhkou e Stimulak) l'ormai classica gara di Col San Martino è tornata ad avere un podio interamente composto da atleti non italiani. Situazione che, per certi versi, non è poi così sorprendente, se si pensa al gran numero di Continental straniere schieratesi al via e al fatto che, essendo la gara limitata ai soli atleti Under, molte delle Continental nostrane sono state costrette a "ripiegare", come poi vedremo, sul Memorial Fumagalli.

Ci saremmo potuti aspettare sul gradino più alto del podio il russo Alexander Foliforov, uno che in Italia ci aveva già abituato ad ottime prestazioni (lo scorso anno finì al quinto posto il Valle d'Aosta) e che tra l'altro era uscito benissimo dalla Settimana Coppi e Bartali, conclusa con il quinto posto nell'ostica cronometro conclusiva di Montecuccolo. Pochi però avrebbero immaginato di trovarsi a commentare il successo di Gregor Mühlberger ma alla fine è proprio su di lui che dobbiamo spendere elogi e qualche riga, a testimonianza di un movimento austriaco che continua a regalarci almeno un nome a stagione da appuntare sui taccuini (Haller, Preidler, Krizek e Zoidl alcuni degli ultimi esempi, per gradire).

Il giovanotto del team Tirol, 20 anni compiuti appena tre giorni fa (è nato infatti il 4 aprile 1994), ha dimostrato una grande tenacia nei momenti di difficoltà ed è riuscito a gestire al meglio un finale in cui era semplice spuntarla contro avversari certamente agguerriti. Eppure Mühlberger, che la bici da strada l'ha vista per la prima volta a 16 anni dopo gli esordi nella MTB, è riuscito a prevalere e a dimostrare che la condizione di forma attuale, che l'ha portato a conquistare il secondo successo in poche settimane (suo era stato anche il prologo all'Istrian Trophy), potrebbe porlo all'attenzione anche nei prossimi appuntamenti internazionali, a cui prenderà parte con la maglia della propria nazionale.

Per l'Italia un pomeriggio archiviato in maniera nient'affatto anonima e con un Manuel Senni che sembra gradire in maniera particolare l'appuntamento trevigiano, anche se pure in questa occasione gli è sfuggito il podio: quarto nel 2012, quando come abbiamo già ricordato il podio fu parimenti tutto straniero, quinto lo scorso anno e ancora una volta quarto, dopo essere stato molto bravo ad entrare nell'azione decisiva, confermandosi come uno dei più validi nel momento in cui la strada sale. Così come particolarmente confortanti sono state le prove di Lorenzo Rota della MG Kvis, protagonista di una gara abbastanza soddisfacente, prima di essere messo fuori causa da una caduta fortunatamente senza gravi conseguenze, e di Daniel Rupiani della General Store, anch'egli classe 1995 e unico atleta di tale annata (eccetto l'australiano Power) a concludere nei primi 20.

Gara come sempre molto animata lungo i 171 chilometri del tracciato, con il circuito iniziale di 18 chilometri comprendente le ascese a Santo Stefano e Guietta da ripetere per otto volte e gli ultimi 27 chilometri in cui verso Guietta occorreva salire ancora per due volte. Semyonov, Pacher, Natali e Korosec sono stati i primi a smuovere le acque e, dopo aver raggiunto un vantaggio superiore al minuto, sono stati raggiunti da altri cinque volenterosi (i zalfini Moscon e Salvador, Luca Sterbini della Pala-Fenice, Gallio del Delio Gallina ed il bielorusso Piashkun) al termine del secondo giro. Il nuovo drappello di testa, costituito a questo punto da nove atleti (su cui ha tentato invano di riportarsi Favero) ha continuato a spingere di buona lena, raggiungendo un vantaggio superiore ai due minuti su un gruppo che man mano iniziava ad assottigliarsi col passare dei chilometri e delle ascese. Terminato il quinto giro sono iniziate nuove entusiasmanti schermaglie: dal gruppo ha provato ad uscire Simone Sterbini, riuscito poi a riportarsi sulla testa ma tra i fuggitivi l'accordo cominciava a venir meno, tanto che Gianni Moscon è partito deciso sulla salita di Guietta, conquistando un margine di un minuto sugli inseguitori. Molto bella l'azione del portacolori della Zalf mentre tra i fuggitivi era costretto ad alzare bandiera bianca Luca Sterbini, alle prese con un fastidioso e copioso fenomeno di epistassi (per i non avvezzi al linguaggio medico si tratta della fuoriuscita di sangue dal naso) che lo costringeva al ritiro.

Dopo Moscon è giunto il momento di mettersi in evidenza anche per Luca Chirico, uno dei giovani più interessanti tra le file della MG Kvis, già presente ad alcune gare professionistiche in stagione, che sfruttando le proprie doti di scalatore è riuscito a riportarsi sul battistrada, formando una nuova coppia che ha mantenuto la testa fino all'inizio dell'ultimo giro di 27 chilometri. Qui si è assistito al momento decisivo: dapprima è stato l'australiano Power a tentare l'assolo, provocando la reazione di Foliforov e Mühlberger, poi si sono portati in testa anche l'altro austriaco Grossschartner, Pearson (poi staccatosi in salita) ed un brillante Manuel Senni, che al pari di Mühlberger e Power ha scandito il passo sull'ultima salita. Davanti è rimasto così un quintetto che col passare dei chilometri ha visto il proprio vantaggio aumentare di decine e decine di secondi, fino a toccare il minuto che sanciva che a giocarsi il successo sarebbe stato proprio questo drappello. Sono stati proprio i due austriaci (in gara però per due team differenti) i più attivi, con Grossschartner a tentare la stoccata nell'ultimo chilometro prima di essere rintuzzato da tutti gli altri che si preparavano quindi a disputare la volata.

Con uno spunto notevole ha quindi finito per prevalere Mühlberger, riuscito a mettere la propria ruota davanti a quella del più quotato Foliforov e a cogliere quindi la vittoria fin qui più importante della sua giovane carriera. A completare il podio il terzo posto ottenuto da Robert Power, uno degli ultimi interessanti prodotti del ciclismo australiano non ancora 19enne (li compirà il prossimo 11 maggio), che nella scorsa stagione lasciò il segno tra gli juniores sia al Giro della Lunigiana (vittoria di tappa e terzo posto nella generale) che al Trofeo Buffoni. Un piazzamento che è anche un'ulteriore conferma per gli aussie che nelle ultime cinque edizioni sono sempre riusciti a piazzare un proprio atleta sul podio, a testimonianza di un feeling ormai perfettamente raggiunto con l'appuntamento trevigiano. Ancora un piazzamento, come già ricordato, per Manuel Senni, che comunque si è regalato nuovamente una giornata da protagonista mentre Grossschartner, ormai esausto, ha tagliato il traguardo in quinta posizione a 4". A 1'05" ha invece tagliato il traguardo il gruppo inseguitore, regolato allo sprint dal grande favorito Caleb Ewan, costretto ad accontentarsi di un nuovo piazzamento dopo il secondo posto di sette giorni prima al Rancilio: nella volata ha preceduto il vincitore uscente Michele Scartezzini, che pure si è fatto vedere nelle posizioni buone in alcuni passaggi in salita, e Marco Chianese che invece cercava di rifinire la condizione in vista del Fiandre Under 23 di sabato prossimo. A completare la top ten il nono posto di Giacomo Berlato (anche per lui conferma di una buona condizione) ed il decimo di Mirko Trosino, che si mantiene anch'egli in orbita azzurra.

Come anticipato nell'introduzione un altro degli appuntamenti più importanti della domenica di gare appena lasciata alle spalle era il 10° Memorial Angelo Fumagalli di Castello di Brianza, nel lecchese, che vedeva al via molte formazioni Continental, impossibilitate (per limiti di età) a schierare al via i propri atleti nel Piva. Ne è così venuta fuori una gara che di fatto è stata dominata dalla presenza di queste squadre e atleti già rodati da ben altri appuntamenti e ad esultare è stato, ancora una volta, così come già avvenuto al Balestra, il Team Idea. Ad imporsi è stato infatti Matteo Collodel, che dopo essersi proposto come validissima pedina a sostegno di Christian Delle Stelle, ha trovato finalmente la sua giornata di gloria che gli è valsa il primo acuto stagionale (il terzo del 2014 per il team di Cannone). La gara è vissuta sulla lunga fuga di Orrico, Padovan, Amici e Sacchetti (quest'ultimo poi staccatosi in salita), prma che nel finale si rendesse protagonista Andrea Di Corrado con un bell'allungo poi recuperato dagli inseguitori. A tentare di operare il colpo a sorpresa è stato per ultimo il laziale Alfredo Balloni, portacolori della Nankang-Fondriest di Forconi e Borgheresi, finalmente protagonista in gruppo dopo aver risolto i problemi burocratici, che nell'ultimo chilometro ha fatto valere le proprie doti da passista per cercare di sorprendere tutti.

Tentativo che, purtroppo per lui, è andato a morire negli ultimi duecento metri, quando la volata verso il traguardo in leggera salita era già lanciata: lo spunto di Collodel si è rivelato irresistibile ed ha consentito al trevigiano di prevalere, avendo ragione di un avversario più che valido come Alberto Cecchin della Marchiol, costretto ad accontentarsi della piazza d'onore. Podio anche per un Davide Martinelli in ottima forma, che soltanto ventiquattr'ore prima era reduce, come vedremo, da un'altra bella prestazione con tanto di podio a Busseto. Appena giù dal podio invece Luca Benedetti, che cerca ancora il primo successo stagionale in territorio italiano, a seguire Pacchiardo, Gaffurini, il generoso Balloni, Tizza, Vaccher (fa molto piacere ritrovare protagonista il trevigiano, assai pimpante in salita, dopo il bruttissimo incidente dello scorso autunno) e Belli.

Che Nicolas Marini fosse il velocista più temuto e, al tempo stesso, il più in forma del momento lo si era già capito nelle ultime settimane ma il giovane bresciano ha tenuto a ribadire la propria supremazia offrendo un nuovo pezzo di bravura nella 65esima Milano-Busseto, andata in scena nel pomeriggio di sabato 5 aprile. Corsa non banale e con le ascese sulle colline parmensi a complicare di molto i piani dei velocisti puri. É stato il Team Colpack a cercare di far saltare i piani della Zalf Euromobil Désirée Fior, negli ultimi chilometri, quando il tentativo orchestrato da Troia e Martinelli, a cui si era prontamente accodato Velasco, sembrava poter avere buon gioco e mettere il team bergamasco in una situazione ideale. Superato il triangolo rosso e proprio mentre Martinelli si produceva nelle ultime, vigorose "menate" è comparsa a centro strada la sagoma di Marini, che dopo aver resistito in salita, ha sfruttato al meglio il lavoro della squadra e le ruote degli altri velocisti prima di sprigionare la propria potenza allo sprint, che gli ha regalato la sesta vittoria stagionale (un ruolino di marcia notevolissimo, se si considera che siamo soltanto ad inizio aprile) e che lo porrà indubbiamente sotto i riflettori alla Cote Picardie e allo ZLM Tour, prove di Coppa delle Nazioni con cui gareggerà in maglia azzurra.

Al secondo posto un generosissimo Martinelli, a cui sono mancati davvero pochi metri per regalarsi la prima gioia stagionale, precedendo tra l'altro il compagno di squadra Luca Pacioni, che ha terminato in terza posizione nello sprint, altro piazzamento che non ha potuto non lasciare del rammarico in casa Colpack. Quarto posto per Simion davanti a Michele Viola e Marco Maronese (entrambi in bella evidenza in queste ultime settimane), quindi Forconi, Meggiorini, Tocchella e l'altro Colpack Cima.

Le soddisfazioni in casa Zalf non si sono però esaurite, dal momento che la 39esima Coppa Caduti di Reda, disputata nell'omonima frazione di Faenza, ha regalato un autentico monologo del team trevigiano, assai difficile da contrastare su determinati tracciati. In questo modo è arrivato anche il momento del primo successo stagionale di Eugert Zhupa, preziosissimo in appoggio ai propri compagni nelle ultime settimane e che questa volta ha deciso di finalizzare in prima persona, facendosi così il miglior regalo per i propri 24 anni, compiuti venerdì scorso (curioso come anche lui, proprio come Mühlberger, sia riuscito a festeggiare alzando le braccia al cielo). Il forte passista albanese ha operato la sua stoccata a poco meno di trenta chilometri dal traguardo, riuscendo a mantenere un vantaggio costante sugli inseguitori e potendo contare sulla protezione da dietro dei propri compagni di squadra. Zhupa è così giunto in perfetta solitudine sul traguardo, aggiudicandosi la gara con 32" di vantaggio sugli inseguitori, dove sono state ancora le maglie della Zalf a monopolizzare la scena: il secondo posto è stato infatti appannaggio di Daniele Cavasin, che si è aggiudicato lo sprint davanti a Davide Gomirato e Gianluca Milani (da segnalare anche il nono posto del primo anno Seid Lizde), con la prima maglia dal colore diverso, ovvero quella di Elia Zanon del Podenzano, che ha occupato la quinta posizione.

Infine la giornata di ieri ha confermato anche il brillantissimo momento di forma del marchigiano Paolo Totò, riuscito a rimpinguare il proprio bottino con la terza vittoria in stagione ottenuta nel 20esimo Trofeo Alta Valle del Tevere andato in scena a Città di Castello, in Umbria, confermando di essere divenuto un cliente molto scomodo per qualsiasi avversario negli sprint ristretti. Il corridore del Veloclub Senigallia si è infatti imposto nella volata tra i quattro atleti riusciti a prendere il largo sfruttando le asperità del tracciato, avendo ragione del colombiano James Jaramillo della Calzaturieri Montegranaro, l'abruzzese Marco D'Urbano dell'Aran e il polacco Marcin Mrozek della Vejus. Più distanziati gli inseguitori, con Pierpaolo Ficara della Maltinti ad aggiudicarsi la quinta posizione.

Domani pomeriggio a Castiglion Fibocchi, nell'aretino, si disputerà il Trofeo Mario Zanchi, secondo appuntamento infrasettimanale dell'anno mentre nel prossimo fine settimana saranno ancora diversi gli appuntamenti di cartello: su tutti il Giro delle Fiandre Under 23 di sabato 12, a cui parteciperà una nazionale italiana che potrà contare su alcune interessanti pedine per questa prova. Marino Amadori ha infatti selezionato Liam Bertazzo, Ignazio Moser (abbastanza in palla negli ultimi impegni), Marco Chianese, Paolo Simion e Andrea Zordan. Assai singolare la scelta di affidarsi anche al vicentino, professionista con l'Androni-Venezuela, che ieri ha già preso parte al Fiandre vero e proprio, senza però riuscire a concluderlo.

Il Trofeo Edil C di Collecchio, in programma sempre sabato 12, costituirà il secondo appuntamento internazionale dell'anno e sarà aperto anche agli Elite, ragion per cui si prevede anche una nutrita partecipazione degli atleti in forza alle Continental. Domenica 13 invece occhi puntati sul Veneto e in particolar modo sul vicentino, dove andrà in scena la Vicenza-Bionde.

Vivian Ghianni

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