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E3 Harelbeke 2014: Sagan, bestia che rivincita! - Lo slovacco polverizza in volata Terpstra e Thomas

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Peter Sagan esulta sul traguardo di Harelbeke © Bettiniphoto

La vittoria in una classica monumento o in una delle altre grandissime competizioni come un Campionato del Mondo ancora non è arrivata, ma Peter Sagan ormai ci sta girando intorno da tempo, sta aggiustando sempre di più la mira e oggi ha aggiunto al suo palmarès un altro successo di prestigio: la E3 Harelbeke è un appuntamento sempre più sentito dai maestri del pavé non solo per le indicazioni preziose che fornisce in vista del Giro delle Fiandre; qui nessuno si nasconde, si corre per vincere e non lasciare nulla agli avversari che altrimenti potrebbero trovare fiducia per le corse future. A dividere Sagan dalla vittoria che tutti gli chiedono e che tutti si aspettano è ormai solo il tempo: arriverà, e se non sarà quest'anno magari sarà il prossimo o quello dopo ancora.

Quest'anno il corridore slovacco della Cannondale aveva iniziato paradossalmente con qualche problema a vincere: è rimasto a secco sia al Tour de San Luis che al Dubai Tour ed è riuscito a sbloccarsi solo al 15° giorno di competizione nella quarta tappa del Tour of Oman; dopo quel successo ne è arrivato un altro alla Tirreno ma anche in quel caso si continuava a parlare soprattutto della sconfitta contro il coetaneo Michal Kwiatkowski nello scontro diretto alla Strade Bianche. Il 10° posto alla Sanremo in una situazione di corsa che sembrava ideale per lui aveva lasciato dubbi ancora maggiori, ma dopo la vittoria tutto può essere visto in un'ottica ben diversa: senza la pioggia e il freddo domenica scorsa sarebbe potuta finire in modo assai diverso.

La corsa di oggi è entrata nel vivo a poco più di 40 chilometri dall'arrivo ma in precedenza c'è stato comunque tanto da segnalare, ad iniziare dalla solita fuga da lontano iniziata al chilometro 32 e che ha visto Laurens De Vreese, Jérôme Cousin, Jay Thomson, Florian Sénéchal e Maxime Daniel toccare un vantaggio massimo sul plotone di 6'30" a metà percorso. Come al solito quando si corre su queste strade poi ci sono state parecchie cadute e forature che, anche quando non mettono fuori gioco qualche corridore, si fanno sempre sentire in una corsa di 212 chilometri e con 17 muri da scalare. A fare notizia c'è stato pure il mancato test di Tom Boonen su Taaianberg, un segnale che avrebbe dovuto far capire già ai meno 80 che il leader dell'Omega Pharma-Quick Step forse non era nella sua giornata migliore: proprio su quel muro invece s'è visto un ottimo Luca Paolini di cui già conoscevamo il grande stato di forma dopo la grandiosa Sanremo in supporto a Kristoff.

Il primo episodio chiave della corsa è arrivato in corrispondenza del Kapelberg: in una stradina particolarmente stretta una caduta nelle prime posizioni ha fatto esplodere il gruppo e a farne maggiormente le spese è stato Fabian Cancellara che s'è ritrovato ad inseguire da solo in uno degli ultimi drappelli. Da questo momento in poi non c'è più stato un attimo di respiro: davanti la Sky ha tenuto un ritmo alto con Eisel per rendere difficile la vita a chi cercare di rientrare, dietro invece è iniziato uno show impressionante di Fabian Cancellara che ha messo in moto la locomitiva e senza mai fermarsi un attimo in scia ha iniziato a recuperare posizioni su posizioni superando anche interi gruppi a doppia velocità.

Purtroppo per Fabian la distanza dal gruppo dei migliori, che non era ancora testa della corsa visto che i fuggitivi della prima ora resistevano ancora, era notevole e la caduta aveva anche rallentato tutto il blocco delle ammiraglie che quindi si trovavano dietro senza poter dare una piccola mano all'elvetico. Così mentre Cancellara si avvicinava davanti iniziavano gli scatti: sul Paterberg una splendida azione di Sep Vanmarcke - tra i più generosi e sfortunati oggi - ha portato via un gruppetto con Terpstra, Thomas, Bozic, Boasson Hagen, Degenkolb, Paolini, Roelandts, Gallopin, Van Avermaet, Sagan, Vandenbergh. A sorpresa tra questi uomini non c'era Boonen che poi era rimasto davanti nel momento della caduta; anche Valverde, fin lì molto attento e brillante, non è riuscito a seguire questo attacco dimostrando poi anche dopo che pur dotato di gran classe, è troppo leggere per poter seguire certe accelerazioni di potenza sul pavé tanto che poi ha perso ancora sui muri successivi (63° a 3'14" alla fine).

A differenza della Dwars door Vlaanderen e poi del Giro delle Fiandre, alla E3 Harelbeke è l'Oude Kwaremont a seguire il Paterberg e non viceversa: qui, con 33 chilometri ancora da percorrere, viene definitivamente annullata la fuga iniziale e nel falsopiano che segue il muro sono riusciti a sganciarsi Geraint Thomas e Niki Terpstra, con il britannico che ha destato un'ottima impressione. I primi a riportarsi sui due sono stati John Degenkolb e Stijn Vandenbergh mentre Sagan era distanziato di poche decine di metri senza però sembrare in grado di chiudere quel buco: questa difficoltà forse era anche legata ad un lieve problema meccanico passeggero perché poco dopo lo slovacco ha piazzato un'accelerazione brutale che gli ha permesso di riportarsi sugli altri quattro con grande facilità.

Tra questi il più sofferente era Degenkolb che ha dovuto alzare bandiera bianca sul Karnemelkbeekstraat mentre dietro Cancellara era stato capace di riportarsi fin sul gruppo Boonen già sull'Oude Kwaremont e poi anche su tutti gli altri che erano scattati sul Paterberg ma che non sono poi a stare con Sagan e soci. A circa 25 chilometri dall'arrivo abbiamo avuto quindi un'altra fase decisiva perché Cancellara ha iniziato a sentire la fatica dopo il suo inseguimento e con lui l'unico compagno di squadra era Stijn Devolder che da solo non ha potuto fare molto: alla Omega Pharma-Quick Step la situazione stava bene così come era visto che davanti ne aveva due su quattro, e quindi il distacco ha iniziato a salire fino a 50".

Sul Tiegemberg, ultimo muro di giornata posto ai meno 15, Cancellara ha fatto un ultimo disperato tentativo per ribaltare le sorti della corsa ma non è riuscito a fare la differenza e per il gruppo inseguitori le speranze di giocarsi il successo sono finite lì: solo la Giant non s'è arresa ma Devenyns da solo non poteva fare molto per aiutare Degenkolb.

Vandenbergh, Terpstra, Sagan e Thomas hanno quindi iniziato a studiarsi: il gallese della Sky è rimasto quasi sempre passivo mentre i due Omega Pharma hanno iniziato a scattare a turno a partire dai meno 6, ma Sagan e lo stesso Thomas si sono ben divisi le marcature e sono sempre riusciti a chiudere. La tranquillità di Sagan nel gestire la situazione ha fatto pensare anche che l'uomo della Cannondale potesse anche provare a salutare la compagnia per arrivare da solo come aveva fatto l'anno scorso alla Gand-Wevelgem, ma alla fine i quattro sono arrivati assieme all'ultimo chilometro: pur restando davanti Sagan ha tenuto in ritmo molto tranquillo e appena superato lo striscione degli ultimi 1000 metri gli altri hanno voluto dagli una mano con Vandenbergh che ha provato un ultimo allungo e Thomas che è andato a chiudere sul belga.

Dalla prima posizione a questo punto Sagan s'è trovato a lanciare lo sprint dalla terza con i primi due che praticamente non hanno fatto altro che lanciargli lo sprint: successo facile con Terpstra è riuscito a precedere Thomas per la seconda posizione, quarto invece Vandenbergh. In sostanza i due Omega Pharma non hanno avuto le gambe per concretizzare la superiorità numerica mentre Thomas o era completamente stravolto o ha avuto poco coraggio nel non cercare anche lui l'anticipo: contro questo Sagan però non era facile inventarsi qualcosa. Al quinto e al sesto posto si sono piazzati Vanmarcke (ancora lui) e Gallopin che sono riusciti ad anticipare il gruppo negli ultimi chilometri: la volata per il settimo posto, a 1'20" da Sagan e a 10" dagli altri due, è stata vinta invece da Borut Bozic con Fabian Cancellara 9° e Luca Paolini 13° e migliore degli italiani.

Sebastiano Cipriani

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