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GP Nobili 2014: Ponzi non chiude ancora i rubinetti - Terza stagionale per il bresciano della Yellow Fluo. Delle Stelle 2°

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Simone Ponzi sul podio con Christian Delle Stelle (a sinistra) e Francisco Ventoso (a destra) © Bettiniphoto

Tre colpi: uno assestato all'inizio, quando tutti erano ancora nel pieno del riscaldamento, al GP Costa degli Etruschi, Donoratico. L'altro meno di una settimana fa, in Olanda, alla Dwars door Drenthe, quando sarebbe stato lecito attendersi un locale, o un belga, davanti a tutti. L'ultimo (per adesso...) oggi, a Stresa, nel GP Nobili Rubinetterie-Coppa Papà Carlo-Coppa Città di Stresa.

Non che sorprenda, Simone Ponzi, visto che in queste zone aveva già vinto nel 2011 (allora il GP Nobili Rubinetterie era associato alla Coppa Papà Carlo e si arrivava sotto al San Carlone: Ponzi, in maglia Liquigas, batté Mazzanti e Rebellin), ma stupisce piacevolmente. Soprattutto perché la concorrenza era spietata, il livello elevatissimo, cinque squadre World Tour.

C'era Cancellara, con il rientrante Nizzolo e Fabio Felline che voleva la vittoria. C'era Valverde, con Ventoso e Lobato pronti a sprintare. E poi Démare, che a Sanremo ci andrà a differenza di Bouhanni (il velocista pugile non ha preso benissimo il suo dirottamento sul GP Cholet Pays de Loire), gli Orica, i Katusha. Eppure a vincere è Ponzi, bresciano di Ghedi, sceso di categoria quest'anno: dalle granitiche certezze del Kazakistan e dell'Astana, alla Neri Sottoli-Yellow Fluo. Ha preso parte ad otto gare, estratto dal cilindro tre vittorie, con una borsite al ginocchio di mezzo.

Un GP Nobili che lo scorso anno si era deciso con una cavalcata solitaria firmata Bob Jungels, quest'anno pareva dover finire più o meno allo stesso modo, con un uomo solo a tagliare il traguardo. Ben più pesante il nome - non ce ne voglia Jungels, che ha il futuro dalla sua - visto che ad essere acciuffato a soli 9 km dal traguardo di Stresa era Alejandro Valverde. Il murciano con la fama di succhiaruote s'è vinto una Roma Maxima attaccando a 40 km dall'arrivo con Pozzovivo ed oggi ha ritentato l'esperimento, per quella che sarebbe stata la seconda vittoria sul suolo italiano. Partenza da Suno alle 11 in punto, 187.5 km da percorrere e doppia ascesa a Massino Visconti nel finale, con conclusione a Stresa.

Il via è complicato, frenetico, tanti provano ad andare in fuga, nessuno ci riesce. Dopo un'ora il gruppo è ancora compatto ed ha percorso 50.5 km. La fuga parte finalmente dopo 101 km: in avanscoperta Antonino Parrinello (Androni Giocattoli-Venezuela), Miguel Ángel Rubiano e Juan Pablo Valencia (Colombia), Pavel Brutt (Katusha) e David Boucher (FDJ.fr). Guadagnano un paio di minuti sul gruppo e quando mancano 72 km al termine hanno ancora 3'06" sul plotone.

Orica-GreenEDGE e Neri Sottoli-Yellow Fluo inseguono, ognuna con il suo perché. Lo scatto che non ti aspetti (o forse sì) sulla prima salita a Massino Visconti, con Valencia che va in crisi e si stacca; da dietro arriva Alejandro Valverde, supera in tromba il colombiano e si porta sui battistrada. Sia Matteo Rabottini che Fabio Taborre tentano di tenere la ruota di Alejandro, ma solo Rabottini insite.

Valverde si porta su Rubiano e Parrinello quando mancano 50 km al termine, in mezzo c'è Rabottini, a 45": Gruppo tirato dalla Trek di Felline che insegue a 1'20". La seconda ed ultima ascesa a Massino Visconti lancia Valverde: il murciano della Movistar si scrolla di dosso Rubiano e Parrinello, restando in testa da solo. Dietro sono una trentina a fiutare il pericolo ed inseguire, così Alejandro non supererà mai i 30" di vantaggio. Al suo inseguimento, tra gli altri, Fabio Felline, Andrey Amador, Leigh Howard, Diego Rosa, Edoardo Zardini, Enrico Barbin, Jonathan Fumeaux, Antonino Parrinello, Johann Tschopp, Fabio Duarte, Jarlinson Pantano, Franco Pellizotti, Miguel Ángel Rubiano, Davide Rebellin, Louis Meintjes, Merhawi Kudus, Mauro Finetto, Simon Ponzi e Matteo Rabottini. Valverde scollina da solo con 19" sul gruppetto e si tuffa sul lungolago.

La sua azione sembra poter essere buona, fosse anche per pochi metri come accaduto a Roma, ma dietro l'unione fa davvero la forza e così il murciano viene raggiunto ai -9. Un bravo a lui che ci ha provato, ben sapendo che sarebbe stato marcatissimo ed inseguito da tutti, un peccato non poterlo ammirare domenica alla Sanremo. Sono scelte. La velocità nel finale è elevatissima, chi prova a scattare rimbalza. La Movistar, giocata la carta Valverde, punta ora sullo sprint con Ventoso e Lobato. Tira sempre la squadra di Eusebio Unzué, che però non coglie la vittoria.

La volata è incertissima, Simone Ponzi al centro deve sputare sangue per non farsi mettere la ruota davanti da Christian Delle Stelle (nessuna vittoria in due anni e mezzo con i Reverberi ma quest'anno, al Team Idea, già il GP Izola ed il Trofeo Balestra). Esce a sinistra, Delle Stelle, ma Ponzi ha già dato il colpo di reni vincente. Terzo gradino del podio occupato da Francisco Ventoso, con Juan José Lobato subito dietro (alla faccia del lavoro di squadra).

Quinto posto per Leigh Howard, seguito da Fabio Felline, Manuel Belletti, Mauro Finetto e l'altro Yellow Fluo Rafael Andriato, con Fabio Chinello 10° (perso per un infortunio Andrea Pasqualon, l'Area Zero sa con chi entrare nei primi dieci). Una corsa per chi ci voleva provare - e l'ha vinta Valverde, senza dubbio il più combattivo - ed una per chi aveva la forza di attendere prima di piazzare la stoccata finale. E Ponzi, in questo ritratto, ci si vede benissimo.

Francesco Sulas

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