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Tirreno-Adriatico 2014: Il miglior Alberto degli ultimi due anni - Le pagelle: 10 a Contador, tanti voti bassi

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Alberto Contador col tritone della prima Tirreno-Adriatico vinta in carriera © Bettiniphoto

Alberto Contador - 10
Che cosa poteva fare di più? Ha vinto le due tappe di salita, nella seconda delle quali, tra Passo Lanciano e Guardiagrele, ha regalato al pubblico un'impresa entusiasmante. Sembra letteralmente rinato, dopo una stagione di balbettii; significativo il fatto che abbia assestato una dura lezione al giovane e rampante Quintana, che all'ultimo Tour gli era stato superiore in salita. Certo, i rispettivi livelli di condizione non saranno simili (Nairo punta al Giro, Contador al Tour, quindi in questa fase ci sta che lo spagnolo stia più avanti), ma non è mera questione di gambe a spingerci a gridare alla "resurrezione" sportiva: anche come spirito, testa, convinzione, il madrileno sembra un altro rispetto a pochi mesi fa. Infine: non è certo colpa sua se mancavano Nibali e Froome...

Nairo Quintana - 6.5
Secondo della generale, primo colombiano della storia a far podio alla Tirreno, molto bravo a difendersi nella crono finale e nel testa a testa con Contador a Cittareale. In generale, si conferma uno dei nomi più altisonanti per quel che riguarda le gare a tappe. E allora, solo poco più della sufficienza per lui? Sì, il voto è risucchiato verso il basso dalla sconfitta patita nella tappa di Passo Lanciano. Non è stato un rovescio, ma un ribaltamento sì, e da Contador nell'occasione le ha prese di brutto, ma sono botte che non fanno male. Sono semplicemente (ci perdoni l'anima buona della Montessori) quei salutari ceffoni che fanno crescere.

Roman Kreuziger - 7
Sempre più l'ideale capitano in seconda della navicella Tinkoff, di fatto è lo Spock di Kirk Contador, laddove quello agisce d'impulso e si lascia trascinare dalle passioni, questo usa la logica ferrea, non spende più del lecito, si gestisce al meglio anche quando attacca e fa della regolarità il suo punto di forza. Podio meritato.

Domenico Pozzovivo - 6
6 come il piazzamento finale, migliore degli italiani. Ma la sua è stata una Tirreno senza pepe, ravvivata solo da brevissimi sprazzi e poi rimasta adagiata alla ruota del trenino dei migliori senza grossi picchi. Meglio di lui (a Guardiagrele come in classifica generale) il compagno Jean-Christophe Péraud, a cui diamo 6.5.

Julián Arredondo - 6.5
Decisamente buono l'impatto del colombiano col World Tour. In una squadra che si aspettava qualcosa in più da Fabian Cancellara (al di là delle prove contro il tempo, abbastanza anonima la sua presenza, voto 5) e che poteva puntare anche sull'esperienza di Robert Kiserlovski (non malaccio, settimo alla fine: 6), è stato proprio lui il più brillante in salita, e nella crono è riuscito a non perdere troppo. Punta al Giro, e sta iniziando a costruirsi una credibilità da uomo di classifica.

Giampaolo Caruso - 6.5
In un certo senso è andato meglio del suo capitano Daniel Moreno (voto 6), perché se è vero che lo spagnolo ha chiuso all'ottavo posto (e il siciliano, sbalzato indietro dalla crono, al 13esimo), è anche vero che nella tappa regina, quella di Passo Lanciano, è stato più convincente lui, pur partendo da ambizioni minori. Continuerà ad essere un prezioso supporto in seno alla Katusha.

Michele Scarponi - 6
L'impegno è nettamente fuori discussione, così come la volontà di inseguire la top ten (centrata dopo la crono). L'abbiamo visto più volte andare all'attacco in salita, ma non è riuscito a fare la differenza, e il nono posto conclusivo aggiunge poco alla sua carriera. Detto ciò, se non è ancora lo Scarponi dei giorni migliori (e quindi salirà di condizione), al Giro potrà regalarci un po' di spettacolo; se invece non è più lo Scarponi dei giorni migliori (gli anni passano...), sarà comunque una pedina insostituibile al fianco di Nibali al Tour.

Mikel Nieve - 6
Ha dovuto correre due terzi di Tirreno all'ombra di Richie Porte (ritirato quando era quarto in classifica: s.v.), ma poi ha fatto egregiamente la sua parte nella frazione di Passo Lanciano. Chiude al decimo posto, salvando molto parzialmente la baracca per una Sky che di questi tempi perde pezzi su pezzi. Un piccolo lampo l'ha invece regalato Bradley Wiggins, terzo nella crono finale; peccato che intorno a questo lampo ci fosse tanta nebbia, nella prestazione di Sir Brad. Voto 5.

Diego Ulissi - 6
Tra la carezza e lo scappellotto, optiamo ancora una volta per la prima. È vero che in pratica non l'abbiamo mai visto protagonista, ma non è che avesse troppe tappe per esserlo: le due di salita se le son giocate dei veri scalatori; l'unico vero rammarico è per quella di Arezzo, in cui è stato invisibile. Però bisogna anche dire che, nonostante tutto, ha chiuso all'11esimo posto finale, miglior Lampre in gara (Damiano Cunego, mai rintracciato: 4; Chris Horner, non più che discreto fino al ritiro: s.v.), ma soprattutto ha mostrato qualche progresso sulla distanza: la tappa di Cittareale, 244 km con arrivo in salita, l'ha visto tutto sommato tenere, su un terreno su cui altre volte avrebbe preso una batosta. È, questo, il dato decisivo (pensando alle Ardenne) che ci fa elargirgli questa stiracchiata sufficienza.

Sacha Modolo - 4.5
Un piccolo disastro, dopo le belle prove di inizio stagione: strabattuto a Cascina, arresosi miseramente ad Arezzo, caduto a Porto Sant'Elpidio. Una settimana molto negativa, insomma, in una corsa in cui ci avrebbe dovuto dare delle conferme. Arriveranno più avanti? Ce lo chiediamo anche per Filippo Pozzato, impalpabile come poche altre volte. Che si stia nascondendo mentre affina la condizione è un auspicio di tutti, ma il giudizio sulla sua Tirreno non può che essere drastico: 4.

Cadel Evans - 3
Non saremo troppo severi col mitico Cadel? In fondo ci ha regalato una nuova perla di neologismo ("siamo nella fase del riscaldo"), e queste son cose che ti spingono a volergli bene. Ma la sua Tirreno è stata incomprensibile: partito con diversi occhi puntati addosso, dopo alcuni buoni risultati nelle ultime corse, ha subito gettato la spugna in salita, ha preso un'imbarcata di minuti in due tappe, poi oggi non ha nemmeno finito la gara, per correre a capire cosa non va. Evidentemente trova strano anche lui quanto accaduto. Non c'è invece da trovare strano che Philippe Gilbert abbia rimesso il musetto davanti, con un attacco nella frazione di Porto Sant'Elpidio che ha fatto il paio col piazzamento ad Arezzo (dove avrebbe vinto, se solo la tappa fosse stata 50 metri più breve...). Insomma, il vallone aerostatico ci prova: come interpreteranno tali segni gli aruspici? Noi con un 5.5 di incoraggiamento.

Rinaldo Nocentini - 6
Vecchio cagnaccio che non molla la presa, si è piazzato a ridosso dei primi nelle frazioni più impegnative, e ciò l'ha portato a chiudere la T-A poco fuori dalla top ten. In una generale ottima condizione per la AG2R, ha stonato Davide Appollonio, che ha tentato di lanciarsi nei due sprint, ricavandone un sesto e un decimo posto: non è un po' troppo poco? Sì: 5.

Michal Kwiatkowski - 5
Partiva da favorito, ha chiuso male una corsa iniziata splendidamente grazie alla cronosquadre (a proposito: grazie anche a Tony Martin, strepitoso a San Vincenzo e utilissimo nella tappa di Cavendish; moscetto invece nella crono: la somma dà 6) e al piazzamento di Arezzo. Passo Lanciano l'ha respinto pesantemente, e ci (gli) ha detto che il ragazzo, talentuosissimo, deve ancora migliorare molto.

Rigoberto Urán - 4
Dovevamo capirlo dall'inguardabile tutina esibita nella conferenza di presentazione della corsa, che la sua Tirreno non nasceva sotto una buona stella. Una delle delusioni più grosse di questa settimana.

Bauke Mollema - 3
C'era?

Ivan Basso - 4
Da lui non ci si aspetta più che faccia fuoco e fiamme in salita, ma il rendimento offerto in questa Tirreno è stato oggettivamente scadente.

Peter Sagan - 8
La sua brava tappetta l'ha vinta, così come ha portato a casa la classifica a punti. In più ha fatto molto bene (per quelle che sono le sue caratteristiche) a Guardiagrele, e non ha disdegnato di piazzarsi pure nelle due volate. Insomma, gli ingredienti per entrare nel novero dei favoriti alla Sanremo li ha di nuovo messi in tavola. Tutto il contrario ha fatto Moreno Moser, che delle sue eccellenze non ci ha fatto veder nulla, barattandole con una prestazione discreta a Cittareale. Rimane abbastanza enigmatico, anche per questo ci intriga molto. Per ora, comunque, siamo sul 4.5.

Simon Geschke - 7
Una fuga come quella verso Guardiagrele non si dimentica, così come non si dimentica la strenua resistenza opposta al miglior Contador da due anni a questa parte. Tutto male invece per il suo compagno Marcel Kittel, che tra una caduta e un lancio della bici, è stato il peggiore degli sprinter, lui che passa per essere il migliore: 4.5 con qualche attenuante.

Mark Cavendish - 7
Gli piace vincere facile: è andato in maglia grazie alla cronosquadre, poi ha conquistato una tappa in cui la sua Omega Pharma ha improvvisato una seconda cronosquadre nell'ultimo chilometro di Porto Sant'Elpidio. Comunque il suo squillo l'ha fatto sentire, vedremo se l'eco giungerà in Riviera di Ponente. Impossibile non citare, col folletto di Man, Alessandro Petacchi, prezioso pesce pilota che si è tolto lo sfizio di un altro podio in carriera (secondo dietro a Mark): 6.5 per l'immarcescibile (ma sempre mogio come ai bei tempi) AleJet.

Matteo Pelucchi - 8
Qui pigiamo sul pedale dell'entusiasmo, un po' perché la sua vittoria nella seconda tappa è giunta inaspettata, al cospetto di tanta nobiltà dello sprint, un po' perché la sua giovane età (25 anni) ci fa pensare di aver trovato un altro nome da inseguire in cima agli ordini d'arrivo nei prossimi anni. Se son rose, saremo qui a vederle fiorire.

Adriano Malori - 8.5
Esageriamo. Ma anche lui ha esagerato, andando a vincere una cronometro davanti a Fabian Cancellara, Bradley Wiggins e Tony Martin. Non occorre dire altro.

Marco Canola - 7
Bravo a inseguire i traguardi Gpm nei primi giorni e ad assicurarsi così la maglia verde di migliore scalatore. Non altrettanto bravi i suoi compagni Stefano Pirazzi (ancora troppo evanescente nei suoi attacchi in salita: 4.5) e Sonny Colbrelli (quando c'era una volata, lui era sempre altrove: 4).

André Greipel - 6
A Cascina s'è fatto ingloriosamente rimontare, ma comunque era lì a giocarsi la vittoria; ad Arezzo ha fatto capire che sulle salitelle non ha molti rivali tra gli sprinter puri; e a Porto Sant'Elpidio è stato fatto deragliare col suo treno dalla caduta di Modolo. In definitiva, forse meritava qualche soddisfazione in più.

Arnaud Démare - 6
Battuto solo da uno straordinario Pelucchi nella seconda frazione, non ha sfigurato nemmeno nel finale aretino, per poi sfiorare il podio ieri nella penultima tappa. C'è chi ha fatto molto meno di lui.

Marco Grassi

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