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Parigi-Nizza 2014: Nibali non incide, Rui Costa presente - Le pagelle della "Course au Soleil"

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Vincenzo Nibali, lontano dalla condizione migliore e dalla maglia gialla di Betancur © ASO/P.PerreveCarlos Betancur - 9.5
Con un percorso così, con salitelle e salite, nessuna cronometro, arrivi a lui congeniali, la vittoria era ampiamente pronosticabile. La Corsa verso il sole prende la via della Colombia grazie a lui, che controlla quando è il caso, vince due tappe (Rive-de-Gier con un attacco-capolavoro e Fayence, gran rimonta) e non dà mai l'impressione di andare in affanno. Ha una squadra che gira divinamente, con un Romain Bardet che poteva tranquillamente essere capitano ed un Alexis Vuillermoz pronto ad accendere la miccia quando serve (voto 7 per entrambi). Vince, e vince bene, ereditando lo scettro che fu di Porte lo scorso anno, di Wiggins due stagioni fa. Cresce a vista d'occhio e già che c'è balza in testa alla classifica del World Tour. Bravo!

Rui Alberto Faria da Costa - 8
E fanno sei! Tanti sono i secondi posti ottenuti da quando veste la maglia iridata, ma la sua è tutto il contrario di una maledizione. In una Lampre che si affida ciecamente al lusitano, Rui Costa cresce tappa dopo tappa, ma la vittoria non arriva. Betancur prima, Slagter poi, sono più forti. Chiude in calando (pardon, in cadendo), con una caduta di cui non ha colpe, da cui esce tutto intero. Piazza d'onore nella generale conservata, la vittoria arriverà. Da segnalare anche la prestazione di Luca Wackermann (voto 6.5), che sgobba come un mulo e nella prima tappa entra anche nei primi dieci. Avere 22 anni...

Arthur Vichot - 8
Il Campione francese cresce di tappa in tappa, si fa sempre vedere tra i primi, arriva alla prima stagionale sulla prestigiosa Promenade des Anglais. Si conclude con una volata vinta da un FDJ, così come si era iniziato, con Nacer Bouhanni (voto 7.5) vincitore a Mantes-La-Jolie e per due giorni maglia gialla.

José Joaquin Rojas - 7.5
Quasi sorprende in positivo, ritrovarlo all'ultima tappa nei quartieri alti della classifica, ma basta dare uno sguardo al tracciato per capire che uno come lui, veloce ma non velocissimo, che tiene in montagna ma non fa miracoli, ha una gamba che gira da dio. Non gira la fortuna, che non lo porta a vincere nemmeno a Nizza, quando Vichot lo impallina, ma fa niente.

Jakob Fuglsang - 7
È lui il vero capitano dell'Astana, non ci vuole un genio per capirlo, visto che nelle fasi calde delle tappe cruciali (in potenza, quasi tutte), c'è. Chiude con un quinto posto nella generale una Parigi-Nizza che a Rive-de-Gier (doves'è giocato la vittoria con Jungels e Betancur), a Fayence ed a Biot Sophia Antipolis l'ha visto entrare nei primi dieci.

Vincenzo Nibali - 5.5
Intendiamoci: nessuno sperava (né pensava) che avrebbe vinto la corsa, questa corsa. Di più: si fa vedere spesso, nelle discese tecniche o in pianura maggiormente che in salita, ma si vede davanti. A Fayence molla nel finale, a Nizza cede sul Col d'Èze, ma cresce di giorno in giorno. Scatti inutili? Può darsi. Non aiuta, anzi compromette, la classifica di Fuglsang? Anche no, visto che difficilmente il danese avrebbe battuto questo Betancur. L'obiettivo è il Tour, ricordiamocelo.

Cyril Gautier - 7.5
Il giovanotto della Europcar si era già visto in palla in quest'inizio di stagione. Durante questi otto giorni si piazza ai piani alti della generale e chi lo smuove più? Chiude al 6° posto, con un 3° parziale in quel di Nizza. La strada intrapresa è quella giusta. Meno bene un Thomas Voeckler (voto 5) che tenta la fuga, ma non con la sua costanza, e chiude ritirandosi durante l'ultima frazione. Il peso dell'età?

Stefan Denifl - 7.5
Quest'austriaco della IAM Cycling si mette in mostra molto, più che altro quando la strada sale (ma non solo). Alla fine, ridendo e scattando, sarà 7° nella generale. E che dire di Sylvain Chavanel (voto 7.5), che il percorso adatto a vincere l'avrebbe pure, ma la gamba non proprio. Dunque? Si va in fuga! Tre volte in avanscoperta, maglia a pois per tre giorni, tenta il colpo da finisseur ma non è aria. Comunque in crescita.

Zdenek Stybar - 6.5
L'iridato del ciclocross è nel suo, infatti fino all'ultima tappa solo 26" lo separano da Betancur (ed è 3°). Prova a rosicchiare secondi al colombiano con i traguardi volanti ma nell'ultima frazione troppe salite lo respingono. Chiude 15° a 1'33" e porta a casa un paio di top ten. Sa entusiasmare e non è mai prevedibile, nel bene e nel male. Qualche parola va spesa per Gianni Meersman (voto 5.5): dopo la prima tappa ha 1" di ritardo da Bouhanni, sicché si spende per recuperare ai TV nella seconda tappa. Però cade, insegue facendo dietro macchina, cambi da Madison, prendendo una penalità. Torna a casa con quattro costole rotte. Poteva andare meglio.

Tony Gallopin - 6.5
Il francese della Lotto entra tre volte nei dieci e zitto zitto guadagna una decima posizione finale che è tutta salute. Meno salutare la caduta, con Rui Costa e Maté coinvolti, tra gli altri, sulla Promenade des Angles. Cose che càpitano.

Tom Jelte Slagter - 7.5
Ok, vince (e bene) a Belleville ed a Biot Sophia Antipolis, ma quando più conta,la fortuna non gli è amica. A Fayence un guaio meccanico gli costa 1'34", e tante care cose ai piani alti della classifica. La vittoria di Biot Sophia Antipolis è più di frustrazione, il ragazzo c'è, e senza quel problema, forse oggi parleremmo di un'altra corsa.

Geraint Thomas - 7.5
Catapultato nel ruolo di capitano dal dirottamento di Porte alla Tirreno, Thomas onora il ruolo, vestendo per tre giorni la maglia gialla, finché deve cedere a Betancur. Le salitelle non lo spaventano, il colombiano è però oggettivamente più forte. Cade male nella penultima tappa e non riparte verso Nizza. In casa Sky non pervenuto Edvald Boasson Hagen (voto 4.5), che tanto bene aveva fatto all'Omloop Het Nieuwsblad.

Moreno Hofland - 7
La seconda tappa e tanti tentativi di fuga bastano ed avanzano per questo classe '91 che in futuro (ma anche nel presente) ci farà divertire, ed anche molto. Da segnalare anche il sempre più bravo Wilco Kelderman (voto 7), che prova a portare a casa il successo parziale ma non gli riesce. Però nella classifica finale è pur sempre 13°.

John Degenkolb - 7.5
Conferma l'ottimo inizio di stagione e la propensione per vincere (anche) negli autodromi mettendo la bandierina tedesca a Magny-Cours, in una tappa gestita alla perfezione dalla Giant-Shimano. Tiene sulle côtes, ma non è nemmeno una novità. A colpi di traguardi volanti porta a casa la maglia verde della classifica a punti, respingendo sia Betancur (che giunge a 2 punti dal tedesco), che Rojas (a 4 punti di distanza).

Michael Matthews - 7.5
Quando nel finale di tappa di Fayence ce lo siamo trovati davanti, pensavamo ad un errore di dorsale. E invece Bling conferma il suo stato di grazia, pur non vincendo alcuna frazione. Bene anche Simon Yates (voto 6.5), si sta facendo le ossa e studia da vincente.

Fränk Schleck - 6.5
Fa piacere rivederlo in testa, sia a Biot Sophia Antipolis che sul Col d'Èze, per provare a strappare la vittoria di tappa sul prestigioso traguardo di Nizza. Non gli riesce ma se questi sono i primi fuochi della stagione, più in là ci aspettiamo i botti dal lussemburghese. Mentre Andy Schleck (voto 5) pare sempre più giù, un bel giovane lussemburghese, Bob Jungels (voto 7), è andato dietro a Betancur (e con Fuglsang) in quel di Rive-de-Gier. Bravo anche Laurent Didier (voto 6.5) ed il nostro Fabio Felline (Voto 6.5), che a Biot Sophia Antipolis è andato in fuga e per un bel po' ci ha creduto.

Rafal Majka - 5
Quasi impalpabile, spesso e volentieri mette la squadra a lavorare senza un perché. C'è da dire che il percorso non gli è amico intimo, il polacco di gran classe preferisce ben altre salite.

Damiano Caruso - 7
Costante. Non come Girardengo, ci mancherebbe, ma Damiano c'è. Chiude al 14° posto, primo italiano in graduatoria, ed a Nizza è 4° dietro a Vichot, Rojas e Gautier. Nelle prime tappe bene anche Marco Marcato (voto 6), poi scomparso non appena il percorso s'è fatto più arduo, ma ci sta.

Eduardo Sepúlveda - 7
L'argentino della Bretagne-Séché Environnement s'è messo in luce già all'Haut Var, al San Luis ed al Mediterraneo. Non è da meno alla Corsa verso il sole, interpretata in maniera garibaldina e chiusa al 20° posto (ma con un bel 10° posto a Nizza). È un '91, ha tempo per crescere e migliorare.

Francesco Sulas

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