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Tirreno-Adriatico 2014: Contadorabile fuoriclasse! - Alberto si ripete, e stavolta è show: Quintana patisce, Kwiatkowski a picco

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Alberto Contador quasi incredulo per la sua impresa verso Guardiagrele © Bettiniphoto

Oggi il compito di chi scrive è abbastanza gradevole, visto che si va a raccontare un'impresa che a fine anno sarà messa a consuntivo tra quelle più rilevanti della stagione 2014. La vittoria di Alberto Contador a Guardiagrele è più che un successo parziale in una breve corsa a tappe. Intanto quella che definiamo "breve corsa a tappe" è la Tirreno-Adriatico, forse la più importante del calendario (insieme al Tour de Suisse) dopo i tre grandi giri, e quindi un'affermazione sulle sue strade è certo di ottimo prestigio.

Ma soprattutto qui conta il come, e nel nostro caso l'attacco a lunga gittata promosso dal madrileno è stato bello ed efficace, ma soprattutto è stato innervato da una voglia di riscatto che ha messo le ali ai pedali di Alberto. Dopo un 2013 praticamente da dimenticare, punteggiato da sconfitte su ogni terreno (e proprio alla corsa dei due mari lo spagnolo prese una bella batosta da Nibali e Froome), culminato in un Tour de France ben al di sotto degli abituali standard, quest'anno le cose paiono del tutto diverse per il capitano della Tinkoff.

Contador è andato già a segno alla Volta ao Algarve, ma quello conta più o meno poco; e ieri, a Cittareale, ha dato un primo segnale di brillantezza al cospetto di Nairo Quintana (che proprio all'ultima Grande Boucle aveva più volte staccato il campione di Pinto in salita). Oggi però tutto è diverso, e si ammanta di altri significati, perché non una volata di qualche centinaio di metri in salita, ha esibito Alberto, bensì un'azione lunga (33 km), cattiva, efficace, decisiva. E conclusa dal classico sparo, che è un'esultanza che magari non piace a qualcuno, ma che sintetizza assai bene quel che è Contador in corsa: spietato, quando ha le gambe giuste e può quindi prendere bene la mira per centrare gli obiettivi che si prefigge.

Questa Tirreno era proprio un obiettivo di inizio stagione. Contador avrebbe dovuto giocarsela anche con Froome, oltre che con Quintana, ma il britannico ha dato forfait alla vigilia, e ora magari qualcuno penserà "se ci fosse stato Chris tutto sarebbe stato diverso", e chissà, forse è così o forse no, fatto sta che la rabbia agonistica esplosa oggi dal madrileno ci porta a pensare che forse nemmeno l'anglo-kenyano avrebbe potuto arginarla, al momento. Poi sicuramente al Tour le cose saranno un po' diverse, ma la sensazione di aver ritrovato un grande protagonista dopo un periodo di appannamento è forte, e ciò non farà altro che bene al ciclismo dei prossimi mesi.

Alla superba vittoria di Contador fanno da contraltare i balbettii dei suoi più accreditati avversari, a partire da Quintana che pure aveva accesso la miccia che avrebbe dinamitato la corsa sulla salita di Passo Lanciano: solo che quella miccia è risultata essere corta, e il colombiano della Movistar ha finito per scottarcisi in prima persona, quando Alberto è partito in contropiede salutando tutta la compagnia. Peggio, molto molto peggio, è andata a Michal Kwiatkowski, che ieri aveva superato abbastanza bene l'esame Cittareale, ma oggi è inesorabilmente rimbalzato, perdendo la maglia azzurra di leader insieme agli oltre 6' pagati alla fine rispetto a Contador: giornata nera + percorso duro + oggettivi limiti dovuti alla giovane età e a una non naturalissima propensione per le salite più difficili. Il totale di questa somma porta al grave passivo patito dal polacco della Omega Pharma: abbastanza per uscire di classifica, non così tanto da azzerare però le legittime ambizioni del ragazzo, che avrà tempo e modo di riscattarsi dopo questo brutto rovescio.

Alberto, Passo Lanciano a passo lanciato
Con l'ennesima giornata di sole di questo amabile scorcio di marzo, la quinta tappa della Tirreno ha preso il via da Amatrice, e al km 10 ha già lanciato dei fuggitivi all'arrembaggio: Ben King, Adam Hansen e David De La Cruz sono stati i primi a muoversi, e sono stati poi raggiunti da Andriy Grivko, Yaroslav Popovych e Matthias Brändle al km 25, e pure da Luca Paolini e Simon Geschke (coppia foltamente barbuta) al km 30. Gli 8 battistrada hanno guadagnato fino al km 83 (vantaggio massimo di 12'), dopodiché il gruppo ha iniziato pian pianino a rinvenire.

Inutile dire che il punto nodale della frazione, insieme al Muro di Guardiagrele all'arrivo, era la lunga ascesa di Passo Lanciano. Già sulle sue prime rampe, dopo 3 degli 11 km di scalata, tra i fuggitivi s'è iniziato a perdere pezzi: Paolini e Popovych, poi Grivko e Brändle, hanno perso contatto; più avanti identica sorte è toccata prima a De La Cruz, poi pure ad Hansen, con Geschke e King rimasti da soli a condurre mentre il gruppo esplodeva sotto i colpi di Contador.

La contesa tra gli uomini di classifica era iniziata, come scritto più su, con un attacco di Quintana a 37 km dal traguardo (e 8 dalla vetta di Passo Lanciano). Nairo, che si era fatto preparare il terreno da Antón, è partito forte ma ha subito trovato la reazione di Contador, che non solo è andato a prenderlo, ma gli ha pure fatto una bella conferenza su come non fosse il caso di muoversi tanto presto, visto che mancavano ancora diversi chilometri al Gpm. Quintana si è in effetti fatto convincere e ha rallentato, ma intanto la sua azione aveva già fatto esplodere il gruppo, con qualche staccato eccellente (Evans, ad esempio) ad aprire la lunga schiera di quelli che avrebbero pagato un conto salato.

Gli intenti bellicosi di Quintana erano comunque solo rinviati: 3 km dopo, nuovo forcing di Antón e nuova dispersione nel drappello dei migliori (nell'occasione abbiamo visto staccarsi Ulissi, Moser e Pirazzi, tra gli altri), e quel che più rileva, l'impressione che Kwiatkowski non fosse proprio nella migliore delle sue giornate. Mikel Nieve, rimasto capitano Sky dopo il ritiro di Richie Porte (il tasmaniano non ha preso il via oggi dopo essere stato male nella notte: era quarto in classifica), si è accorto delle difficoltà del polacco ed è andato a fare una trenata che ha fatto malissimo non solo al leader della Tirreno, ma anche a Horner, Arredondo, Moreno e Kreuziger, e a Scarponi e Nocentini e Urán.

Col gruppo in pratica dissolto, Contador non ha potuto far altro che andare all'attacco per sorprendere Quintana e approfittare dell'ormai palese defaillance di Kwiatkowski (e Urán): detto fatto, Alberto si è alzato sui pedali ed è partito a 4 km dalla vetta, 33 dal traguardo. Quintana ha tentato di mettersi sulla scia dello spagnolo, ma non c'è stato verso: stavolta Contador stava facendo veramente la differenza, e continuava a guadagnare metro dopo metro.

Ancora lungo la salita, il madrileno ha raggiunto Hansen, e con lui ha scollinato, a 52" da King, Geschke e De La Cruz (che era a sua volta rientrato sui primi a 2 km dalla vetta); Quintana è passato 38" dopo Contador, precedendo di non troppo un quartetto con Nieve, Giampaolo Caruso (molto più in palla del suo capitano Moreno), e la coppia AG2R formata da Péraud e Pozzovivo. Questi inseguitori hanno raggiunto Nairo in discesa, mentre Kwiatkowski, in compagnia del compagno Poels, arrancava ancora sulle rampe di Passo Lanciano (sarebbe transitato in cima a 5' dai primi).

Contador finalizza l'impresa, agli altri resta solo la lotta per il podio
Lungo la discesa da Passo Lanciano, un Contador letteralmente scatenato ha prima staccato Hansen (ai -25), per poi venire di nuovo raggiunto dal tenacissimo australiano ai -15; nel frattempo, il vantaggio su Quintana e soci saliva, e nemmeno il tratto più difficile per gli attaccanti, quello di fondovalle prima dell'approdo a Guardiagrele, ha permesso agli inseguitori di recuperare (se non una decina di secondi, quando il gap era già arrivato a più di 1'40").

Ai -9 Contador e Hansen hanno raggiunto Geschke, King e De La Cruz, e il capitano della Tinkoff ha continuato da solo a tirare il plotoncino (da cui ai -7 si è staccato un esausto De La Cruz), mentre dietro un nutrito drappello (comprendente Scarponi, Moreno, Arredondo, Kreuziger, Horner, Nocentini, Ulissi e pure Sagan) si riportava sul quartetto di Quintana poco prima del muro conclusivo.

L'atteso e temuto strappo di Guardiagrele, pendenze del 22-30%, era ormai a portata di sguardo per i battistrada. Ai 2 km King ha addirittura tentato la sortita, scattando in faccia a Contador; Hansen non ha più retto, e si è staccato definitivamente, mentre Geschke rimaneva attaccato come una ventosa alla ruota di Alberto. Sul muro vero e  proprio, tra i 1400 e gli 800 metri, non si poteva procedere che zigzagando. Pur nella difficoltà di questo andamento, Contador ha saputo fare la differenza: ai 1200 metri ha preso King e se n'è andato, con Geschke sempre alle sue spalle.

Su un tratto di strada in cui ogni metro risultava interminabile, il barbuto tedesco ha avuto la pazienza di essere regolare, e ai 900 metri ha clamorosamente riagganciato Contador; ma allo spagnolo, a quel punto, è bastato uno scrollone per liberarsi nuovamente della scomoda compagnia del corridore Giant, e per andarsene una volta per tutte verso il meritatissimo successo. Geschke, onore delle armi, ha chiuso a 6" dal vincitore, e King è arrivato a 45", con Hansen quarto a 1'01".

Solo al quinto posto abbiamo visto il primo rappresentante del drappello degli inseguitori, ovvero Péraud, bravissimo sul muro e capace di anticipare tutti gli altri, chiudendo a 1'26" da Contador; a 1'39" è arrivato l'ottimo Caruso, quindi a 1'42" sono stati cronometrati Kreuziger, Pozzovivo, Arredondo e Nocentini. Subito fuori dalla top ten, Moreno a 1'48", Quintana (che ha chiuso in grande sofferenza) a 1'51", Nieve a 1'54", e quindi Scarponi a 2'01", Geniez e Horner a 2'06", e Ulissi a 2'17"; Sagan, ventesimo, ha chiuso a 2'38". Kwiatkowski, bontà sua, ha pagato 6'03", scortato fino alla fine da Poels; Urán è arrivato addirittura a 11'09" (ma allora citiamo anche i 4'41" di Cunego, i 4'45" di Basso e Santaromita, i 5'06" di Mollema, i 16'41" di Evans).

La classifica, per quel che riguarda il primo posto, risulta a questo punto blindata: non saranno i 189 km di domani da Bucchianico a Porto Sant'Elpidio (tappa per velocisti) a cambiarle di segno, né tantomeno la crono finale a San Benedetto. Quei 9 km contro il tempo saranno altresì utilissimi per dirimere la questione podio, visto che non manca un certo affollamento in zona 2°-5° posto. Kreuziger, attualmente terzo a 2'15" da Contador, potrebbe andare a comporre una bella doppietta Tinkoff col suo capitano, se martedì superasse Quintana, che lo precede di 7" (a 2'08" dalla maglia azzurra). Alle spalle di costoro, Arredondo è quarto a 2'39" e deve guardarsi da Péraud quinto a 2'40": il francese è sulla carta l'unico che potrebbe tentare la scalata al podio, visto che più dietro ci sono dei corridori non propriamente specialitsti del cronometro: Nieve è sesto a 2'50", Moreno settimo a 2'51", Pozzovivo ottavo (e primo degli italiani) a 2'56", Caruso nono a 2'58", Kiserlovski decimo a 3'06", stesso ritardo di Horner undicesimo. E poi seguono ancora Scarponi a 3'07, Nocentini a 3'09" e Ulissi a 3'39"; Kwiatkowski, dopo il rovescio odierno, è caduto dalla prima alla 19esima posizione (a 5'57" da Contador).

In definitiva, una bella giornata di ciclismo, non particolarmente esaltante per i colori italiani, anche se in prospettiva (Ardenne) non possiamo dirci del tutto delusi soprattutto da Ulissi (mentre Moser, che era ottavo in classifica, ha perso quasi 40 posizioni, avendo chiuso la tappa a 21'27" dal primo); in ogni caso, quando vince un campione amato come Contador (che nel nostro paese ha una discreta base di tifosi), si trova sempre il modo di far festa. Chi non ha perso occasione è stato Oleg Tinkov, grande capo del team, prontissimo a twittare una sfida ai rivali della Sky: "Fossi in voi, stanotte non dormirei sonni tranquilli", il guanto lanciato dal magnate russo all'indirizzo di Brailsford e soprattutto Froome: e il Tour, che ci sembra ancora così lontano, nei pensieri di molti è già terribilmente vicino.

Marco Grassi

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