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Roma Maxima 2014: Un murciano a Roma - Valverde attacca da lontano con Pozzovivo e vince. A podio Appollonio e Colbrelli

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Il Colosseo fa da sfondo all'esultanza di Alejandro Valverde © Bettiniphoto

Che stoffa, che classe, Alejandro Valverde. Avevamo ancora negli occhi il murciano sul terzo gradino del podio a Siena, in una Strade Bianche in cui aveva perso il treno (e non per modo di dire) della vittoria, lasciando andare Peter Sagan e Michal Kwiatkowski. Lo ritroviamo in una Roma Maxima intensissima, giocata fino all'ultimo metro, di certo fortemente voluta da Alejandro. Lo troviamo per la prima volta vittorioso in una corsa italiana, dopo aver saltato, pur senza snobbarle, Milano-Sanremo e Giri di Lombardia in sequenza. La nomea del succhiaruote, dell'attendista, di quello che non fa mai la prima mossa, può essere utilizzata in altre occasioni - non escludiamo che nel prosieguo della stagione ci toccherà riciclare questo dato di fatto - dato che oggi Valverde ci ha messo il cuore, l'anima ma soprattutto una gamba pazzesca. Quella gamba, quella forma, che gli ha permesso, al 9 marzo 2014, di avere collezionato già sei vittorie, e di guardare dall'alto il resto del gruppo, con la compagnia di un certo André Greipel. Sono loro due i più vittoriosi dell'inizio stagione.

Oggi Valverde ha fatto tutto quello che poteva e doveva, per vincere questo piccolo, grande gioiello del ciclismo. Ha attaccato a più di 40 km dal traguardo, cercato di tenere la ruota di Pozzovivo verso i Campi di Annibale, senza riuscirvi. Ma una volta raggiunto lo scalatore lucano dell'AG2R La Mondiale, è stato chiaro che la coppia formatasi al comando avrebbe avuto ottime possibilità di arrivare. Tutto ciò nonostante Pozzovivo, da Valverde, saprebbe perdere 11 volte su 10. Nonostante il lucano abbia aiutato il murciano, collaborato fin quasi alla fine, non sapendo che dietro il gruppo stava risalendo e che Davide Appollonio aveva ottime possibilità di giocarsela. Va detto che è facile parlare a posteriori e con la situazione sotto controllo: sul momento e senza radio né ammiraglia è appena diverso. L'AG2R La Mondiale, dopo l'exploit che portò Blel Kadri a vincere dodici mesi fa, ha rischiato di ripetersi, ma onestamente chi più ha meritato di far suo il traguardo di Roma è stato proprio Valverde. Ieri voleva vincere, c'è andato vicino. Oggi s'è presentato a Roma con lo stesso desiderio, con la determinazione che solo i campioni veri possiedono, ed è riuscito nel suo intento.

Pronti via, dopo 15 km sette in fuga: c'è anche Niccolò Bonifazio
Il percorso della Roma Maxima, fino al 2008 Giro del Lazio, dal 2009 al 2012 vuoto assoluto, è molto intrigante. Partenza ed arrivo in Via dei Fori Imperiali a Roma; in mezzo le ascese di Rocca massima, Colle Callaccio, poi il Rocca Priora ed i Campi di Annibale che immettono nel gran finale, non prima di aver superato lo strappo dei Cappuccini. Da lì mancheranno 26 km al traguardo prestigioso, con il Colosseo sullo sfondo. Non prendono il via Fredrik Kessiakoff, caduto ieri alla Strade Bianche, i due Unitedhealthcare Lucas Euser e Christopher Jones, e l'eritreo della MTN Qhubeka Jani Tewelde Weldegaber. Il via, dato poco dopo le 10:30, è velocissimo. Tutti provano ad entrare nella fuga buona e così dopo soli 15 km dei 195 in programma troviamo in avanscoperta sette uomini. Si tratta di Dennis Van Niekerk e Daniel Teklehaimanot (MTN Qhubeka), Matthias Brändle (IAM Cycling), il ligure di Diano Marina Niccolò Bonifazio (Lampre-Merida), Ben Gastauer (AG2R La Mondiale), Thomas Damuseau (Giant-Shimano) e Kiel Reijnen (Unitedhealthcare). Subito il loro margine nei confronti del gruppo s'impenna e dopo 23 km hanno già oltre un minuto; dieci chilometri dopo il distacco tra testa della corsa ed inseguitori schizzerà a quasi sette minuti (6'22"). Si scala la prima asperità, Rocca Massima, siamo in provincia di Latina, ed il vantaggio dei sette battistrada s'è attestato attorno ai 5'30", con il gruppo che sta recuperando. Superato anche Colle Callaccio si rientra in provincia di Roma e ci si avvia verso le colline dei Castelli: Rocca Priora la prima tappa, salita non troppo impegnativa che i sette fuggitivi impoccano con un vantaggio di 2'30". Ma dietro cambia qualcosa.

Verso Rocca Priora la Bardiani-CSF fa il forcing. Davanti Gastauer resta da solo
I sette di testa, comprensibilmente stanchi dopo più di un centinaio di chilometri al vento, perdono terreno anche perché il gruppo viene messo in fila dal forcing della Bardiani-CSF, che corre per Sonny Colbrelli ed Enrico Battaglin. Il green team piazza scalatori come Stefano Locatelli e Francesco Manuel Bongiorno a fare l'andatura. Davanti restano solo Gastauer, Damuseau, Brändle, Bonifazio e Teklehaimanot. Ma Ben Gastauer accelera ancora durante l'ascesa e lascia lì sul posto gli ormai ex compagni di fuga. Damuseau, Brändle, Bonifazio e Teklehaimanot non si danno per vinti e cercano di riportarsi sul lussemburghese della AG2R La Mondiale, mentre dietro il ritmo della Bardiani ha fatto parecchi danni, e quelli che restano devono recuperare 59" dalla testa della corsa. Gastauer, che per essere un discreto carneade ed andarsene da solo a più di 50 km dal traguardo (oltre che perché veste AG2R La Mondiale) riporta alla mente il buon Blel Kadri di dodici mesi fa, scollina a Rocca Priora con 14" su Damuseau, Brändle, Bonifazio e Teklehaimanot, mentre il gruppo è a 49". Nella discesa, mentre il lussemburghese insiste nell'azione solitaria, i quattro inseguitori sono a portata di pedale, per il gruppo. Inizia Rocca di Papa, inizia la gara vera.

Movistar caliente salendo a Rocca di Papa. Valverde e Quintana scalpitano
Ben Gastauer dà gli ultimi colpi di pedale da battistrada quando la strada s'impenna verso Rocca di Papa. Sono 24" che separano il lussemburghese da Damuseau, Brändle, Bonifazio e Teklehaimanot, con il Lampre-Merida che tenta disperatamente di scattare e riportarsi sul battistrada. Dietro però la movistar s'è messa a tirare e sta per riprendere i quattro immediati inseguitori di Gastauer, Bonifazio incluso. Sulle prime rampe è però Alejandro Valverde che, un po' a sorpresa, scatta con decisione. Viene ripreso dal gruppo, che conta non più di una trentiuna di unità, ma il murciano riparte un'altra volta. Un'altra volta il gruppo non lo lascia andare via, e quando ormai anche il buon Gastauer viene raggiunto scatta Nairo Quintana. La Movistar infiamma decisamente la corsa, con il colombiano marcato da Stefano Pirazzi e Valverde che si prepara ad effettuare un altro affondo. Che non tarda ad arrivare. Siamo quasi a Rocca di Papa e Alejandro scatta ancor più deciso di prima, tant'è che fa il vuoto. Solo Francesco Manuel Bongiorno, calabrese di origine, ma all'atto pratico di Fucecchio, riesce a tenere la ruota del capitano Movistar. Arriva anche Winner Anacona, e si forma un terzetto interessante. Pure troppo, per lasciare che vada via così. Anche perché manca ancora il chilometro che conduce ai Campi di Annibale, e gli scalatori puri lo attendono con ansia.

Pozzovivo, l'affondo ai Campi di Annibale, la fuga decisiva con Valverde
Appena imboccata la stretta via che, irta, molto irta, porta ai Campi di Annibale, si affaccia davanti una maglia AG2R La Mondiale: è Domenico Pozzovivo. Il lucano si lascia tutti alle spalle con una progressione sui pedali, micidiale. Tutti meno uno, Alejandro Valverde. Il murciano cerca con mille sforzi di riportarsi su Pozzovivo, ma evidentemente quanto speso nei tre scatti precedenti si fa sentire. Nulla è però compromesso e così allo scollinamento Pozzovivo, che da solo farebbe ben poca strada, viene raggiunto da Valverde. mancano 35 km al traguardo, il vantaggio non è troppo ma la discesa, non certo un jolly per il lucano, fa sì che il gap tra i due battistrada ed il gruppetto inseguitore si dilati. Dietro, per inciso, non ne sono rimasti troppi; i primi inseguitori di Valverde e Pozzovivo sono Rinaldo Nocentini, Hubert Dupont (che in quanto AG2R La Mondiale non ci pensano nemmeno a tirare), Matteo Rabottini, Franco Pellizotti, Tanel Kangert, Ben Hermans, Johann Tschopp, Winner Anacona, Sergio Pardilla, Tom Dumoulin, Francesco Manuel Bongiorno e Nairo Quintana. Rabottini è uno dei più attivi nell'inseguimento. Nella discesa è Valverde a guidare Pozzovivo, pur prendendo troppo in scioltezza un tornante a sinistra, con fondo bagnato che non dà affidabilità. Tra la testa della corsa e Via dei Fori Imperiali ci sono una trentina di chilometri e lo strappo dei Cappuccini. Lo si imbocca appena dopo Ariccia, ma Pozzovivo non riesce a staccare Valverde. mancano così 26 km al traguardo, tutti in leggera discesa, tutti favorevoli al rientro del gruppo. Ed il vantaggio da gestire, per Pozzovivo e Valverde, non è un'eternità: solo 29". Manuel Bongiorno si lancia all'inseguimento, facendo il vuoto tra sé ed i compagni di fuga proprio sullo strappo dei Cappuccini. Arriverà non lontano dalla testa della corsa, ma gli converrà rialzarsi, una volta capito che davanti quei due hanno ripreso a viaggiare. Mentre Bongiorno scatta, il gruppetto si sfalda per poi ricomporsi nella discesa. Chi sullo strappo ci lascia le gambe è Nairo Quintana, sorprendentemente staccatosi (anche se dopo una giornata di lavoro per Valverde lo capiamo benissimo). Pellizotti è vittima di forti crampi e deve dire addio ai sogni di gloria. La lotta è a due: gruppo inseguitore contro battistrada. E Roma, ormai, è davvero vicina.

Finale al cardiopalma: Valverde vuole vincere, ma il gruppo è in rimonta...
In testa alla corsa Valverde sfrutta i turni che nei chilometri precedenti gli ha concesso Pozzovivo e dà una serie di tirate che alla fine risulteranno decisive per arrivare. Pozzovivo, d'altra parte, sa di essere battuto in partenza in una volata contro il murciano; logica vorrebbe che si rialzasse per favorire il rientro di compagni di squadra più veloci. In pratica, però, il lucano non sa che nel gruppo che insegue lui e Valverde con un vantaggio che oscilla intorno al mezzo minuto, ci sono anche due AG2R La Mondiale. Nel dubbio, Pozzovivo continua a dare cambi a Valverde, anche se con minor frequenza. Il murciano capisce che aria tira e non volendo perdere resta in testa più di Pozzovivo. Appia Antica, sanpietrini, Terme di Caracalla: in un paesaggio epico, si sta decidendo una corsa memorabile. Il gruppo inseguitore è stato raggiunto dal plotone contenente i vari Colbrelli, Appollonio, Bazzana, Gilbert, e via dicendo. L'inseguimento è facilitato e quando mancano poco più di tre chilometri a Via dei Fori Imperiali la certezza di una volata a due (inesistente) tra Alejandro Valverde e Domenico Pozzovivo non è più così granitica. Il vantaggio dei due oscilla, 19", poi 17", poi di nuovo 20", ma la tendenza è al ribasso. Non aiuta certo la fuga un allungo di Samuel Sánchez, alla quinta apparizione in maglia BMC. L'asturiano se ne va da solo quando al traguardo mancano 3 km e davanti Pozzovivo aspetta non si sa cosa, mentre Valverde è determinatissimo ad arrivare. E arriva.

Sbuca su Via dei Fori Imperiali in testa, con Pozzovivo a ruota ma il gruppo pericolosamente all'orizzonte: non resta che lanciare la volata, a Valverde. Mentre Pozzovivo, che essendo più lento teoricamente avrebbe dovuto anticipare i tempi dello sprint per rosicchiare almeno un 2° posto, sembra attendere il gruppo, Valverde parte. Per qualche istante sembrano oterlo raggiungere, coloro che giungono da dietro, ma alla fine Alejandro alza un braccio verso il cielo e taglia il traguardo, con il Colossseo sullo sfondo, un secondo prima degli altri. È fatta! Gli altri si giocano i piazzamenti, e la volata è di Davide Appollonio, che precede Sonny Colbrelli, all'ennesimo piazzamento stagionale. Giù dal podio Antonino Parrinello, poi Domenico Pozzovivo, Alessandro Bazzana, il colombiano Jarlinson Pantano, Philippe Gilbert, Simon Geschke e mauro Finetto, che completa la top ten. Ángel Vicioso è 11° davanti a Pippo Pozzato, mai realmente in vista oggi. Reto Hollenstein e Chris Sutton, oltre al fugaiolo Matthias Brändle, seguono il vicentino della Lampre-Merida, che non può contare su Sacha Modolo, 92°, ultimo del gruppo giunto a 9'06". Giornataccia. Confermano il momento di forma Daniele Ratto ed Enrico Battaglin, 16° e 18°, oltre a Diego Rosa, ieri in azione sullo sterrato di Monte Sante Marie, oggi 29°. Matteo Rabottini è 31° ma ha provato ad inseguire da solo la coppia di testa. Alle sue spalle Salvatore Puccio, bravo ieri e lucido oggi. Chiudono in ritardo Pellizotti (per i crampi di cui sopra), Bongiorno (evidentemente lo sforzo tra Campi di Annibale e strappo dei Cappucini è stato grande), Nairo Quintana (ma svolge un ottimo lavoro per Valverde).

Chi sorride a trentadue denti è il capitano della Movistar che, dopo gli sforzi di ieri, oggi ha rischiato, attaccato a 40 km dal traguardo e la tattica gli ha dato ragione: «Partire così lontano dal traguardo certo era rischioso ma era anche l'unico modo per provare a vincere questa corsa. Non avevo altra scelta. Se mi avessero ripreso, avrei provato anche la volata, ma per arrivare da solo sul'arrivo questo era l'unico modo. Sapevo che sarebbe stato molto difficile riuscire ad arrivare da soli. Devo dire però che con Pozzovivo abbiamo collaborato molto bene e siamo così riusciti a raggiungere il traguardo. Nel finale ho lanciato l'attacco per primo, ma è anche vero che Pozzovivo ha fatto lunghe tirate davanti a me che mi hanno permesso di recuperare qualche minuto, per poi essere in grado di spingere al massimo nel finale. Negli ultimi chilometri sapevo che gli inseguitori erano davvero molto vicini ma sono riuscito a calcolare bene la distanza. Sono molto contento di aver vinto in questo scenario incredibile e davanti alla mia famiglia che avevo fatto venire a Roma per poterci fare qualche giorno di vacanza in questa meravigliosa città».

Un attacco sferrato deciso, e da lontano, rischiando di perdere per vincere. Una due giorni, tra Strade Bianche e Roma Maxima, che rispecchia la condizione stratosferica di questo Valverde. Criticato ancora all'ultimo Mondiale fiorentino, ha dato prova della sua classe immensa oggi, vincendo la prima corsa in Italia dove meglio non avrebbe potuto, Roma, la città eterna. Adesso Valverde, secondo i programmi, salterà Tirreno-Adriatico e soprattutto Milano-Sanremo. La Classicissima, con una gamba come questa, e con un percorso leggermente indurito a causa della frana di Capo Noli (ma la decisione sul percorso finale verrà presa mercoledì), potrebbe essere davvero alla portata di Valverde. Di questo Valverde.

Francesco Sulas

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