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Strade Bianche 2014: Corsa super, Kwiatkowski di più - Sagan e Valverde a podio, Cunego ottimo quarto. Ordine d'arrivo da favola | Cicloweb

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Strade Bianche 2014: Corsa super, Kwiatkowski di più - Sagan e Valverde a podio, Cunego ottimo quarto. Ordine d'arrivo da favola

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Michal Kwiatkowski esulta in Piazza del Campo © Bettiniphoto

Non possiamo dire che non fosse nell'aria, una vittoria di Michal Kwiatkowski. Il polacco con un nome che ai più risulta alieno ha iniziato la sua stagione 2014 alla grande - già 5 vittorie all'attivo, classe '90 - e s'è presentato sulle strade di Toscana come uno dei grandi favoriti. Anche Peter Sagan era il grande favorito della vigilia, ed è coetaneo di Kwiatkowski: non è un caso che nelle categorie giovanili i due spesso se le siano suonate di santa ragione. Così come non è un caso che quando è scattato Peter Sagan, appena dopo lo sterrato di Montaperti - mancavano 21 km al traguardo di Piazza del Campo - sia stato proprio Michal Kwiatkowski ad inseguire. Uno scatto secco di Sagan, una risposta decisa di Kwiatkowski, e la corsa in quattro e quattr'otto s'è decisa.

Due locomotive in testa, un gruppo inseguitore in cui solo la Sky accennava una reazione, il traguardo sempre più vicino ed il muro di via Santa Caterina a decidere le sorti. È andata bene a Kwiatkowski, che con una gamba formidabile ha staccato Sagan ai 500 metri; lo slovacco, d'altro canto, nel momento cruciale della corsa non è stato più sorretto dalla buona gamba fin lì evidenziata (in un primo momento pareva vittima di un salto di catena), il che non gli ha più permesso di rientrare sul polacco. Una vittoria che rende grande, grandissimo, Michal Kwiatkowski, anche se già da anni questo corridore è osservato con ben più di un pizzico d'interesse.

Partono in 143. Frattini, Pagani, Frapporti e Fedi vanno in fuga
L'ottava edizione della Strade Bianche prende il via alle 10:35 da San Gimignano. Sono 143 i partenti (non prende il via il russo della Katusha Vladimir Gusev), 197 i chilometri da affrontare, dieci i settori di strada bianca, sterrati che non sono né un muro delle Fiandre né un pavé della Roubaix: i più impegnativi, se non decisivi, quelli di Monte Sante Marie, Montaperti e Le Tolfe, prima dell'impennata su lastricato che conduce a Piazza del Campo. Dopo 40 km se ne escono allo scoperto i quattro che comporranno la fuga del mattino. Si tratta di Andrea Fedi (Neri Sottoli-Yellow Fluo), Marco Frapporti (Androni Giocattoli-Venezuela), Davide Frattini (Unitedhealthcare) ed Angelo Pagani (Bardiani-CSF Inox). Il quartetto guadagna dapprima 2'45", quindi 7'50" e quando mancano 140 km al traguardo il gruppo è distante ben 11'. Vantaggio che inizia a calare, con Sky e Tinkoff-Saxo che tira per ricucire. Arriviamo così al tratto di Monte Sante Marie, ed i fuggitivi hanno solo 2'30" su un gruppo tirato ora dalla Tinkoff-Saxo ed in forte rimonta. Pippo Pozzato, alla prima gara europea della stagione 2014, s'è ritirato già da un po'.

Una prima scrematura sullo sterrato di Monte Sante Marie
Lo sterrato più lungo di giornata (11 km di su e giù) provoca uno sparpaglìo niente male. Davanti i quattro fuggitivi alzano bandiera bianca uno dopo l'altro. Gli ultimi ad arrendersi sono Marco Frapporti ed Angelo Pagani, con quest'ultimo che allunga. Non senza rischi, visto che in un tratto in contropendenza il portacolori della Bardiani-CSF scivola, si rialza, fatica a ripartire e perde terreno. Ora il gruppo, sempre tirato dai Tinkoff-Saxo, è a meno di un minuto, ma i corridori sono uno per angolo. Luca Paolini cade in salita, Riccardo Zoidl cade e si ritira (per lui frattura alla clavicola), a terra anche Fredrik Kessiakoff e molti altri. Pagani rimane da solo in testa, nonostante le difficoltà che lo sterrato propone, ma il gruppo è a 28". Una volta che anche Frapporti viene raggiunto parte Diego Rosa: un ex biker, non a caso, se ne va in un difficile tratto sterrato. L'azione del piemontese in forza all'Androni Giocatttoli-Venezuela è notevole, tanto che Pagani viene raggiunto. Si forma una coppia che però dura meno di un chilometro: una curva a destra, sempre di strada bianca, che Rosa affronta con molta sicurezza. Forse troppa, visto che l'ex biker finisce a terra, mentre Angelo Pagani passa e va, tornando a comandare. Rosa si rialza anche, prova a ripartire ma qualcosa non va, tocca aspettare l'ammiraglia, ed i minuti volano: addio sogni di gloria, anche se le intenzioni erano ottime. Questo Monte Sante Marie non finisce mai, i suoi 11 km sono interminabili e terribilmente duri. Pagani viene raggiunto da un gruppetto che si delinea meglio quando, finalmente, si torna sull'asfalto.

Superato il Monte Sante Marie la situazione è mutata: tutti i big davanti
È finito lo sterrato di 11 km e si esce con una situazione completamente nuova, un piccolo grande scossone per la corsa. In testa troviamo infatti Peter Sagan (Cannondale), Franco Pellizotti (Androni Giocattoli-Venezuela), Cadel Evans (BMC), Damiano Cunego e Diego Ulissi (Lampre-Merida), Michal Golas, Michal Kwiatkowski, Wouter Poels, Matteo Trentin e Rigoberto Urán (Omega Pharma-Quickstep), Warren Barguil, Tom Dumoulin, Simon Geschke e Georg Preidler (Giant-Shimano), Ángel Vicioso (Katusha), Salvatore Puccio e Ian Stannard (Team Sky), Daniele Bennati, Christopher Juul Jensen e Roman Kreuziger (Tinkoff-Saxo), Fabian Cancellara (Trek), Angelo Pagani (Bardiani-CSF), Alejandro Valverde ed Andrey Amador (Movistar). Sarà un caso - o forse no, vista l'evoluzione della corsa - ma l'Omega Pharma-Quickstep, così come all'Omloop Het Nieuwsblad, alla Kuurne-Bruxelles-Kuurne ed a Le Samyn, sia in superiorità numerica. Guadagnano sul secondo gruppo, che di fatto non rientrerà più su questi. Quando mancano 28 km al termine, è appunto l'Omega Pharma che si porta in testa a controllare il gruppetto e poco prima dello sterrato di Montaperti Matteo Trentin scatta. È uno scatto potente e ben studiato, portato da un corridore che soprattutto nelle classiche del Nord s'è messo in gran bell'evidenza. Lasciarlo andare sarebbe un errore e così si forma un gruppetto di cinque, che si portano all'inseguimento: Evans, Amador, Stannard, Geschke e Vicioso raggiungono Trentin sullo sterrato di Montaperti. Trentin, che non corre per sé, si rialza e da dietro arrivano gli altri, anche perché Kreuziger ha allungato ma Valverde è andato a ruota del vincitore dell'ultima Amstel Gold Race. Ma appena usciti dallo sterrato di Montaperti la corsa si decide in via definitiva: scatta Peter Sagan.

Dopo Montaperti Sagan se ne va, Kwiatkowski l'unico a seguirlo
Sagan se ne va di prepotenza appena dopo Montaperti. Gli altri stanno a guardare, a parte Michal Kwiatkowski. Il polacco dell'Omega Pharma-Quickstep (che non a caso aveva piazzato altri quattro uomini in fuga) si riporta sul coetaneo slovacco. I due prendono subito un buon margine sul gruppo inseguitore. Da 28" si passa rapidamente a 49", per poi arrivare a 1'02" quando la coppia di testa imbocca l'ultimo tratto di strada bianca, quello de Le Tolfe. Sagan e Kwiatkowski procedono di comune accordo, mentre dietro Alejandro Valverde tenta una reazione, forse troppo tardiva. Il murciano della Movistar se ne va sulle Tolfe, con Damiano Cunego, Fabian Cancellara e Roman Kreuziger che allungano, tentanto di tenere la ruota di Alejandro. Valverde esce dalle Tolfe da solo, con un ritardo dalla coppia di testa che ammonta a 56", mentre il gruppo è a 1'14". In mezzo ci sono Cunego, Kreuziger e Cancellara, che tentano di raggiungere Valverde, ma il murciano procede per un bel po' da solo, e forse la mossa non è delle migliori. Quando Valverde capisce che aspettando Cunego, Kreuziger e Cancellara, avrebbe maggiori possibilità di riprendere la coppia di testa - che ormai è andata - è troppo tardi. mancano infatti 8 km al traguardo di Piazza del Campo, e mentre dietro si affannano davanti già si studiano per un finale infuocato.

Guerra di nervi verso Piazza del Campo: e la spunta Kwiatkowski
Ormai la sfida è a due: Sagan contro Kwiatkowski. Il primo ha vinto solo una tappa al Tour of Oman nel 2014 ed è più veloce del polacco, sulla carta. Il secondo, sorretto da una condizione strepitosa che l'ha portato a conquistare il Trofeo Serra de Tramuntana e due tappe (più la generale) della Volta ao Algarve, vuole sorprendere il rivale slovacco: «È stato molto bello perché mi sembrava di essere tornato ai tempi in cui io e Peter eravamo juniores e facevamo spesso azioni di fuga come questa», dichiarerà in conferenza stampa. Si sale verso Piazza del Campo ed all'ultimo chilometro la coppia di testa ha una quarantina di secondi su Valverde, Cunego, Kreuziger e Cancellara, mentre il secondo gruppo inseguitore deve colmare un gap di oltre un minuto: impossibile per Valverde & Co., impensabile per gli altri. Il lastricato di Via Santa Caterina è decisivo: il miglior Sagan lì se ne andrebbe e conquisterebbe la prima Strade Bianche della sua giovane carriera. E l'intenzione, in effetti, è appunto quella. Lo scatto che lo slovacco piazza ai 500 metri è però disinnescato, visto che il buon Peter non è così brillante come avrebbe pensato e sperato.

Michal Kwiatkowski, di fronte alla piccola esitazione dello slovacco, non può che approfittare. Si capisce sin da quando si alza sui pedali che la sua sarà l'azione vincente. Guadagna subito metri su metri, Kwiatkowski, e va a vincere l'ottava Strade Bianche, la settima che esce dai confini italiani (solo l'anno scorso Moreno Moser difese il tricolore). Kwiatkowski vince ed in qualche modo fa capire di essere un grandissimo corridore; esulta, si mette le mani in testa, come a non credere a ciò che ha fatto, ma in realtà sa benissimo cos'ha combinato.

«La mia squadra non va mai alle corse per allenarsi - dichiarerà in conferenza stampa. Tutti i miei compagni erano al via questa mattina per ottenere il miglior obiettivo comune raggiungibile. Nel sesto settore ho bucato e Ale (Petacchi, n.d.r.) mi ha dato una sua ruota, poi (Cavendish, n.d.r.) mi ha aiutato a ritornare nelle prime posizioni del gruppo. Anche tutti gli altri sono stati davvero bravissimi. Insomma, ognuno ha fatto la sua parte per ottenere questa bellissima vittoria. Tutti hanno fatto la loro parte e poi nel finale con l'azione solitaria di Matteo (Trentin, n.d.r), ci ha permesso di stare a ruota in una fase molto importante della corsa. Sagan ha molta esperienza e io lo tenevo d'occhio. Mi è stata anche molto utile la ricognizione sul percorso fatta ieri con i miei compagni di squadra. Peter tirava molto in fuga ma anch'io ho fatto la mia parte. La corsa si sarebbe giocata tutta sul finale, non era il caso di fare "giochini" e sono molto contento perché abbiamo parlato molto quando eravamo in fuga. Mi ero preparato per le classiche e per la Tirreno-Adriatico, dove l'anno scorso ho fatto quarto. Oggi mi trovo con questa incredibile condizione di forma che mi ha permesso di conquistare questa bellissima vittoria».

La quinta vittoria stagionale, la prima davvero di peso della sua carriera. Peter Sagan deve accontentarsi anche quest'ano della piazza d'onore, a 19" da Kwiatkowski, mentre Valverde nel finale stacca i compagni di fuga e chiude terzo a 36". Damiano Cunego ottiene un ottimo quarto posto a 40" dal vincitore, subito seguito da Roman Kreuziger, mentre Fabian Cancellara cede un poco nel finale, chiudendo sesto a 59". Cadel Evans è settimo a 1'44", l'ottimo Warren Barguil, classe '91, è ottavo a 2'02" (e sarà il caso di tenerlo ben d'occhio). Wouter Poels è nono a 2'11", Simon Geschke è decimo, subito seguito da Salvatore Puccio e Tom Dumoulin, a 2'51". Tredicesimo (seguito da Golas) l'ottimo Matteo Trentin, che chiude a 2'54", con Vicioso subito dietro e Ian Stannard - gran motore - 16° a 3'16". Diego Ulissi paga oltre sei minuti (è 21°), chiara l'intenzione di lavorare per Cunego e non prendere rischi in ottica Tirreno-Adriatico, e oltre.

Domani si corre la Roma Maxima, altra gara molto interessante insieme alla Strade Bianche, corsa che si rivela, anno dopo anno, di grandissimo prestigio, di difficoltà più che notevole e di una bellezza unica. Una corsa che meriterebbe, sia per caratteristiche tecniche che per prestigio che si sta via via conquistando, di entrare nel World Tour. Una gara in cui Michal Kwiatkowski ha battuto il primo, fortissimo colpo della sua carriera. Il duello con Peter Sagan si ripeterà in un futuro non troppo lontano, ne siamo certi. Ci sarà da divertirsi, sul serio.

Francesco Sulas

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