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Le Samyn 2014: Tanta battaglia, sprint Vantomme - Maxime alla prima da pro'. Bene Sbaragli e Napolitano (5° e 7°)

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Prima vittoria da pro' per Maxime Vantomme a Le Samyn © Jean-Marc Hecquet

Le Samyn, corsa dove si esce allo scoperto. Non sarà dura come un Fiandre, pur avendo côtes e pavé, ma mette in luce i talenti, fa arrivare i corridori del futuro alla prima vittoria tra i pro'. Se quest'oggi il battesimo è toccato a Maxime Vantomme, dodici mesi fa era il russo Alexey Tsatevich ad alzare per la prima volta le braccia al cielo nel ciclismo che conta. E se nel 2012 Arnaud Démare aveva dato prova del suo talento già in Qatar (pur ripetendosi qui), l'anno prima era toccata l'identica sorte di Vantomme e Tsatevich a Dominic Klemme. Insomma, non si vince per caso Le Samyn.

Oggi Vantomme ha battuto in volata proprio Alexey Tsatevich, in cerca di una riconferma, e Nacer Bouhanni, che nel 2014 ha vinto solo una tappa all'Etoile de Bessèges. Sono 195.9 i chilometri da percorrere: partenza da Quaregnon, arrivo a Dour, dopo aver girato su un circuito impegnativo (comprende la Côte de la Roquette, strappetto in pavé, ed un altro dentello, la più semplice Côte d Audregnies) per cinque tornate.

Se ne vanno subito in tre: Nico Sijmens, Glenn Vandemaele e Romain Hubert. Il vantaggio, che sfora i 5', scende quando mancano meno di 100 km al termine, ed a 89 dalla fine i tre possono vantare solo 2'57" sul gruppo fino ad allora compatto. A 74 km dall'arrivo, al primo passaggio sulla Côte de la Roquette, inizia la bagarre: a centro gruppo cadono alcuni corridori, si rallenta, mentre davanti il forcing degli Omega Pharma-Quickstep è in atto, proprio come accaduto domenica alla Kuurne-Bruxelles-Kuurne.

Si crea un buco che pian piano s'allarga, e perché dietro si fatica a riprendere la marcia, e perché davanti gli Omega menano come dei disperati. Vengono ripresi i tre battistrada e così troviamo in testa Fenn, Alaphilippe, Keisse, Vakoc, Martin Velits, Van Keirsbulck, Maikin, Dennis Vanendert, Kaise, Sijmens, Van de Maele ed Hubert. Il gruppo non perde più di 20" ed a 58 dal termine i dodici fuggitivi sono inglobati nuovamente.

Meno di 10 km e partono altri quattro: Thomas De Gendt, Iljo Keisse, Martin Reimer ed Alexis Gougeard. Chi forza è De Gendt, cui solo Gougeard sa rispondere. A due giri dalla fine restano loro in testa, mentre dietro la CCC Polsat insegue a 17". Ripresi, iniziano altri scatti e controscatti. Le squadre si organizzano ma c'è chi prova l'anticipo. Ed è così che troviamo in testa, a 12 km dal traguardo, dieci uomini: Planckaert, Delfosse, Kern, Lagutin, Lemarchand, Marycz, Vorobev, Vandewalle, Henderson e Mondory.

Il gruppo non lascia loro molto margine e li va a riprendere quasi tutti; solo Sébastien Delfosse non cede fino ai -4 km. A gruppo compatto è però la Katusha che muove le sue pedine, con l'intenzione di bissare il successo del 2013 di Tsatevich. Ai -2 parte Vladimir Isaichev, testa bassa, rapporto da passistone; il Campione russo guadagna poco e così si arriva allo sprint a ranghi compatti. Quattro corridori sulla stessa linea (da sinistra: Erwan Corbel, Nacer Bouhanni, Alexey Tsatevich e Maxime Vantomme) si affrontano.

Vantomme lancia una volata forse lunga, ma il risultato gli dà ragione: respinge il ritorno dell'ex compagno di squadra alla Katusha Alexey Tsatevich e va a vincere la sua prima gara da professionista. Tsatevich deve accontentarsi della piazza d'onore, mentre Nacer Bouhanni, che nel finale aveva messo i suoi FDJ.fr alla frusta, è soltanto terzo. Corbel finisce giù dal podio, 4°, subito seguito da Kristian Sbaragli e Steve Chainel, rispettivamente 5° e 6°. Seguono Danilo Napolitano, 7°, quindi il vincitore della Sanremo 2013 Gerald Ciolek, Zico Waeytens e Tom Dernies, a completare una bella top ten.

Maxime Vantomme, che dopo quattro anni alla Katusha ed una stagione (2013) in Crelan-Euphony ha cambiato squadra, passando alla Roubaix-Lille Métropole, può finalmente festeggiare per la prima vittoria da professionista, ottenuta con una volata non certo banale, contro avversari tutt'altro che semplici.

Tra le ragazze è pure la volta di una prima vittoria, ma si tratta della prima stagionale, e non della carriera, per Emma Johansson. La gara s'è risolta, come per i colleghi maschi, allo sprint, con la svedese dell'Orica-AIS che ha centrato la prima vittoria del 2014. Non aveva mai vinto Le Samyn des Dames. Alle sue spalle Ashleigh Moolman, Campionessa sudafricana in forza all'Hitec che tutto può dirsi tranne che una sprinter. Terzo gradino del podio per Sofie De Vuyst, con Ellen Van Dijk, dodici mesi fa vittoriosa qui, solo 4a, mentre Elisa Longo Borghini ha ottenuto la prima top ten stagionale: il suo ottavo posto non sarà una perla di chissà che valore, ma fa capire che la condizione, gara dopo gara (e caduta dopo caduta: sabato all'Omloop Het Nieuwsblad ben due per l'ossolana), cresce.

Francesco Sulas

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