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Omloop Het Nieuwsblad 2014: Stannard stana tutti i favoriti - Van Avermaet uccellato, terzo Boasson Hagen. Boonen invisibile

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Ian Stannard prevale su Greg Van Avermaet © Bettiniphoto

La campagna del pavé si è finalmente aperta. L'Omloop Het Nieuwsblad, tradizionale gara che dà il via al calendario belga, ha visto trionfare un britannico, Ian Stannard, che sul traguardo di Gand è stato più abile, oltre che veloce, di Greg Van Avermaet, a cui tutto sommato un arrivo a due conveniva eccome.

In una giornata contraddistinta da freddo e pioggia, che su muri è pavé si traducono in scivoloni, forature e cadute, Stannard è stato il più scaltro, astuto, tenace.

È il primo corridore britannico a portare a casa l'Omloop Het Nieuwsblad, che nel 2013 fu del nostro Luca Paolini. Per trovare una vittoria belga dobbiamo tornare al 2012, quando Sep Vanmarcke, uno dei più attivi oggi, mise in riga - un po' a sorpresa, a dirla tutta - un Tom Boonen in stato di grazia. Boonen che oggi non s'è visto, almeno non nelle fasi calde della corsa.

Si parte da Gand alle 11:35, dove si arriverà nel pomeriggio, dopo 198 km di gara, dieci muri e diversi tratti in pavé da affrontare, litri e litri di pioggia. Scatti a controscatti nelle prime fasi di gara, ma dopo 15 km ci sono già otto uomini al comando: Cyril Lemoine (Cofidis), Frederik Veuchelen (Wanty-Groupe Gobert), Stijn Steels (Topsport Vlaanderen-Baloise), Maciej Paterski (CCC Polsat Polkowice), Christophe Laborie (Bretagne-Seché Environnement), Andreas Schillinger (NetApp-Endura), Aleksandr Kuschynski (Katusha) e Ramon Sinkeldam (Giant-Shimano).

Guadagnano subito e rapidamente, dopo 21 km hanno 2'30" sul gruppo, dopo 41 km siamo già a 3'20", che diverranno 3'45" al chilomero 50 di corsa. Il massimo margine che avranno gli otto battistrada sarà di 4' dopo 54 km, poi l'Omega Pharma di Boonen (ma non solo, come vedremo) si piazza in testa al gruppo ed il vantaggio cala.

Iniziano i muri e, quando mancano meno di 100 km al traguardo, arrivano anche i primi colpi di scena. All'ingresso del settore in pavé di Haaghoek la strada, decisamente zuppa, tradisce Thor Hushovd. Il campione norvegese della BMC va giù come un salame e la risalita non è piacevole: si tiene la spalla, verrà portato in ospedale. Nulla di rotto, per fortuna, per Thor.

L'Omega Pharma-Quickstep capisce che la priorità è proteggere i propri capitani e si mette in testa al gruppo. In pèoche tirate il margine degli otto battistrada scende a 2'57", ma il meglio deve ancora arrivare: Kruisberg, poi in sequenza Taaienberg, Eikenberg e Wolvenberg faranno male. Fanno male anche le cadute, molte dopo l'Haaghoek. A terra Selig, Paolini, Von Hoff, Kuznetsov e molti altri, vittime dell'asfalto viscidissimo. Sul Taaienberg gli otto fuggitivi rimangono in quattro (Kuchinsky, Paterski, Laborie e Lemoine), hanno un solo minuto sul primo gruppo inseguitore.

Gruppo dal quale esce come una scheggia Sep Vanarcke. Il Belkin, vincitore dell'edizione 2012, si porta dietro il compagno di squadra Maarten Wynants, con lo Sky Ian Stannard a rompere le uova nel paniere. I fuggitivi hanno meno di un minuto quando sull'Eikenberg è Matteo Trentin a fare il forcing. Solo Johan Le Bon tiene la ruota del giovane talento di Borgo Valsugana, ma presto il gruppo si fa sotto. Tutto da rifare, con l'Omega che manda avanti prima Terpstra, poi Stybar, ma senza crederci.

Forse è qui, quando i componenti della squadra belga, vedono che Boonen non segue la loro trama, che si capisce che il ragazzone di Mol non è in giornata. Ripresi i fuggitivi prima del Wolvenberg, è ancora Vanmarcke che tenta l'allungo, prontamente marcato dall'Omega Stijn Vandenbergh. A 40 km dal termine si decide tutto, o se non tutto, tanto. Se ne vanno in 7: Niki Terpstra, Arnaud Démare, Yoann Offredo, Edvald Boasson Hagen, Egoitz García Etxeguibel, Kenneth Van Bilsen e Lars Boom.

Il Leberg, penultimo muro di giornata, è il trampolino ideale per alcuni di questi sette. Offredo cade proprio all'ingresso dello strappo, Boom attacca, Terpstra insegue in modo tenace. È una lotta tra olandesi, con un pericoloso terzetto in arrivo da dietro: Boasson Hagen, Démare e Van Bilsen in breve raggiungono Terpstra e Boom in testa. Dopo il Paddestraat, tratto in pavé a 27 km dal traguardo, il quintetto può beneficiare di 38" sul gruppo, dove Vanmarcke continua a scattare, nel tentativo di chiudere sui fuggitivi, che potenzialmente arriverebbero al traguardo.

Sul tratto in pavé che segue, il Lippenhovestraat, si assiste però al forcing indiavolato di Niki Terpstra, che in quest'inizio di stagione s'è già regalato la vittoria al Tour of Qatar. Boom e Boasson Hagen tengono il passo dell'olandese, Van Bilsen e Démare non possono far altro che alzare bandiera bianca.

A 22 km dal traguardo la questione sembra tra Terpstra, Boasson Hagen e Boom, ma proprio quest'ultimo ha la sfortuna di forare. Addio! Boasson Hagen tenta subito un allungo e distanzia Terpstra, sfruttando anche la scia della motoripresa. L'olandese dell'Omega è furioso con il motociclista, ma il duo di testa si rialza e viene ripreso dal gruppo, che non conta più di una quindicina di unità.

Ai -16 i due sono ripresi ed è allora che Ian Stannard scatta sulla sinistra, subito seguito da Greg Van Avermaet. Se ne vanno e guadagnano subito 15". Dietro Vanmarcke, oggi attivissimo, capisce che sono due uomini pericolosi e riparte all'inseguimento. Con lui Terpstra e Boasson Hagen, che avendo un compagno in testa alla corsa se ne sta buono a ruota. Il finale è concitatissimo, con il duo di testa che vabnta solo 9" sul trio all'inseguimento. All'ingresso di Gand Stannard e Van Avermaet - che sulla carta è il più veloce - capiscono che è fatta.

Stannard mette il lungo rapporto e si gioca tutto negli ultimi metri, conb Van Avermaet colpevolmente sorpreso. il belga della BMC cerca un recupero, persino un colpo di reni, ma si deve accontentare della piazza d'onore.

A 24", ormai rialzatisi, i tre di cui sopra: Boasson Hagen regola un ottimo Vanmarcke (che però, alla prova dei fatti, ha ottenuto poco) e Niki Terpstra. Jempy Drucker regola il gruppo, che chiude a 1'34". Settima piazza per un Taylor Phinney che ha esibito un notevole colpo di pedale, quindi Dries Devenyns, Egoitz García Etxeguibel ed Arnaud Démare a completare la top ten.

Lars Boom, che sul Leberg pareva voler spaccare il mondo, vittima della sfortuna si deve accontentare di un 18° posto. Tom Boonen chiude in 29a posizione, con un distacco di 3'46" da Stannard. Primo degli italiani Kristian Sbaragli (MTN Qhubeka), che chiude a 9'41", in 36a posizione. Una corsa dura, fredda, divertente, incertissima fino all'ultimo metro. Se questo era un antipasto di Fiandre, siamo rimasti più che soddisfatti.

Francesco Sulas

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