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Volta ao Algarve 2014: Modolo vince di una scollatura - Rui Costa secondo. In Andalucía Valverde mette tutti in fila

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Per Sacha Modolo gloria e appariscenti onori nella prima tappa della Volta ao Algarve © BettiniphotoÈ questo il Sacha Modolo che cercavamo, che aspettavamo, che volevamo. Quel corridore in grado non solo di esprimere la sua alta velocità negli sprint conclusivi, ma anche di risultare assolutamente vincente su arrivi insidiosi, complicati, che tirano all'insù: arrivi come quello odierno di Albufeira, sede di tappa classica della Volta ao Algarve, dove il veneto ha vinto molto nettamente: più che di un'incollatura, diremmo di una scollatura, visto che s'è praticamente staccato di ruota tutti, mettendo in fila alle sue spalle tanta nobiltà del ciclismo.

Sacha ha vinto davanti a un compagno di squadra, e che compagno: Rui Costa, colorato dell'iride conquistata pochi mesi fa a Firenze, ha accompagnato con lo sguardo la grande esplosione di potenza di Modolo, che ha così messo in carniere la quarta vittoria in nemmeno un mese di gare (si aggiunge a quella ottenuta a San Luis e alle due della Challenge Maiorca): dopo l'Argentina e la Spagna, tocca al Portogallo essere coinvolto in questo piano espansionistico del Modolo versione 2014. Un paese latino dopo l'altro, ed è inevitabile pensare all'Italia come approdo massimo di questa crescita. Per essere più precisi, l'Italia della Milano-Sanremo, tra un mese.

Ma torniamo a terra, e alla descrizione di questa prima tappa della corsa che vede l'esordio stagionale di Contador e la presenza di due Campioni del Mondo, ovvero il citato Rui Costa e Tony Martin, iridato della crono e già vincitore due volte in Algarve (2011 e 2013). Dalla partenza di Faro sono passati solo 10 km, e si è messa in marcia la fuga del giorno: cinque uomini, di cui quattro portoghesi e rappresentanti del ciclismo Continental di casa (Bruno Ferreira Silva, Luis Afonso, César Fonte e Valter Pereira), più un moldavo (Alexandr Pliuschin), già visto molto attivo al recente Dubai Tour.

Il quintetto è scoppiato presto, visto che al km 50 Pereira e Ferreira non hanno retto al ritmo degli altri tre e si sono staccati, mentre i superstiti al comando volavano verso il vantaggio massimo sul gruppo (4'34" toccati al km 72). Ma da lì al traguardo mancavano troppi chilometri (88 per la precisione), e senza tanti complimenti il plotone ha messo la mordacchia all'azione degli attaccanti, riportando presto i tre nella propria orbita e annullando la fuga al km 140 (a 20 dalla fine), quando anche Pliuschin, rimasto solo poco prima, è stato raggiunto.

A quel punto non rimaneva che organizzarsi per lo sprint finale e per impedire nel frattempo evasioni dell'ultim'ora. La Lampre ha messo i suoi uomini nelle migliori condizioni per esprimere la volata, e Modolo ha fatto il resto, vincendo con grande autorità davanti a Rui Costa (che invece si candida a dire la sua nella classifica generale). Al terzo posto Alessandro Petacchi ha fatto vedere a tutti di non essere più quello che 10 mesi fa si autorottamava (con tanto di ritiro annunciato, prima di trovare un contratto con la Omega Pharma), e ha preceduto Bryan Coquard (altro ragazzo che spesso è lì davanti sui traguardi veloci più impegnativi).

Quinto un altro italiano, Danilo Napolitano, in grande forma se riesce ad essere competitivo su questo tipo di arrivi (e al 12esimo posto troviamo pure il suo compagno nella Wanty Mirko Selvaggi), quindi a seguire Démare, Edgar Pinto, Schorn, Tsatevich e Lobato. Contador ha chiuso al 30esimo posto, Cavendish solo al 92esimo (ma è normale che sul traguardo di Albufeira possa aver lasciato spazio al compagno Petacchi).

La classifica, che vede Modolo al comando con 1" su Fonte (che ha preso abbuoni ai due traguardi volanti di giornata), 4" su Rui Costa e 6" su Petacchi e Afonso, potrebbe cambiare volto già domani, se qualcuno di quelli che oggi sono finiti davanti perderà terreno sulla salitella del Monchique, che svetta a 6 km dal traguardo (sempre a Monchique, ma più in basso), nella seconda tappa della Volta ao Algarve. Non mancheranno peraltro più avanti un paio di frazioni davvero impegnative (la crono di venerdì e l'arrivo di sabato all'Alto del Malhão) in cui i big verranno per forza di cose allo scoperto.

Chi non ha perso tempo per manifestarsi in condizioni eccellenti è stato, a pochi chilometri dalla regione algarvia, Alejandro Valverde, che ha praticamente dominato la prima frazione della Volta a Andalucía, in Spagna. Sui 7.3 km del cronoprologo di Almería quella che è andata in scena è stata una grande sfida tra Movistar e Sky. Chi pensava, alla vigilia, che i capitani della formazione inglese, ovvero Bradley Wiggins e Richie Porte, potessero fare polpette degli avversari, non aveva fatto i conti con la grande attitudine degli uomini di Unzué.

Valverde, partito per ultimo in quanto campione uscente della corsa andalusa, ha fissato con 8'22" un tempo nettamente migliore rispetto a quello di Wiggo e soci; ma già prima del murciano, l'altro Movistar Ion Izagirre aveva fatto sensazione, installandosi davanti a un quartetto di uomini Sky. Tra Izagirre e Valverde, però, si è inserito il promettente Tom Dumoulin, bravo a conquistarsi il secondo posto di giornata a 7" da Alejandro e con 2" di vantaggio su Ion.

Giù dal podio, come dicevamo, infilata di Sky: Kiryienka quarto a 13", Thomas e Wiggins quinto e sesto a 14", Porte settimo a 15" (stesso distacco dell'altro Movistar Javi Moreno); nono è stato Simon Geschke, compagno di Dumoulin nella Giant (in pratica tre squadre hanno monopolizzato i primi 9 posti), che ha pagato 16" a Valverde così come Haimar Zubeldia, decimo. I pochi italiani presenti in gara (Tiralongo, Rebellin, Capecchi, Scarponi, Peron e Viganò) sono finiti tutti molto lontani dalle prime posizioni; ma nei prossimi giorni potremo rivedere qualcuno di loro (pensiamo soprattutto a Rebellin e Scarponi, che al momento pagano rispettivamente 39" e 42" a Valverde). Magari, chissà, già domani, nella Málaga-Jaén, tappa dal finale impegnativo con diversi saliscendi e arrivo sulla salitella del Castillo de Santa Catalina.

Marco Grassi

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