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Tour Méditerranéen 2014: Cummings soon: prossimamente... - Diversi giovani in vista in Francia: pure Colbrelli e Bongiorno | Cicloweb

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Tour Méditerranéen 2014: Cummings soon: prossimamente... - Diversi giovani in vista in Francia: pure Colbrelli e Bongiorno

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Stephen Cummings, vincitore del Tour Méditerranéen 2014 © BettiniphotoUn Giro del Mediterraneo a due velocità, quello visto in questi ultimi giorni in Francia: esattamente diviso in due tra il regno di John Degenkolb, indiscusso dominatore delle prime tre tappe, e quello di Stephen Cummings, che ha raccolto il testimone dal tedesco e, vincendo la cronometro e difendendosi egregiamente oggi sul Mont Faron, ha portato a casa la vittoria nella generale.

Per il britannico un risultato coerente con quanto di buono fatto vedere pochi giorni fa al Dubai Tour (dopo un 2013 non esaltante e chiuso senza successi): ma se negli EAU Cummings dovette inchinarsi al compagno di squadra Phinney (presente anche qui ma abbastanza deludente nella crono, prima di uscire di scena sull'arrivo in salita di oggi), stavolta non ha dovuto cedere il passo a nessuno, nemmeno a quel Péraud che ancora una volta - la terza in quattro anni! - si deve accontentare del secondo posto finale. Quantomeno non brucerà, al francese, come 12 mesi fa (quando fu beffato da Lövkvist per appena 376 millesimi di secondo), ma comunque il successo generale gli sfugge per 4", quindi qualche pensierino rimarrà nella sua testa; si consola col successo oggi al Mont Faron, e sicuramente sarà già mentalizzato per dare l'assalto al secondo posto pure nel 2015...

Un paio di rivelazioni seguono i due esperti Cummings e Péraud in classifica. Al terzo posto si è piazzato Riccardo Zoidl, non giovanissimo (è un classe '88), ma fino allo scorso anno tesserato per una squadra Continental austriaca, e quindi fuori dal giro delle gare maggiori; il suo 2013 però è stato baciato dalla bellezza di 11 vittorie, assolutamente non banali tra l'altro. Brillano il titolo nazionale e soprattutto l'affermazione nel Giro d'Austria, successi che gli hanno finalmente dischiuso le porte del World Tour. È stata la Trek a dare una chance all'austriaco, e si può dire che la sua prima esperienza in gara si chiude bene, con un podio finale (affiancato dal secondo posto nella crono e dal sesto di oggi).

Ancor più sensazione, rispetto a Zoidl, ha destato Eduardo Sepúlveda. Giovane argentino (a giugno compirà 23 anni) su cui la Bretagne ha scommesso l'anno scorso, dopo averlo visto ben disimpegnarsi in alcune delle più importanti gare giovanili francesi nel 2012 (Avenir e Limousin). Il ragazzo in passato ha fatto qualche esperienza in pista, e lo scorso anno ha lavorato molto sul cronometro, tanto che poi i migliori piazzamenti nella stagione 2013 sono stati ottenuti tutti in prove contro il tempo (è stato anche decimo al Mondiale Under 23 di specialità).

Quest'anno si è presentato a livelli già ottimali al Tour de San Luis, dove è stato regolarmente a ridosso dei primi, chiudendo al sesto posto dopo aver esibito una ritrovata brillantezza anche in salita. Ma lì correva in casa, e qualcuno avrà pensato che avesse fissato il picco di forma proprio per quella gara; invece Sepúlveda non ha finito di stupire, e al Médi ha esibito quello che possiamo definire un primo salto di qualità nella sua ancor giovane carriera. Attento a non perdere terreno nelle prime tre frazioni, si è ben comportato ieri nella crono (chiusa al quinto posto), e oggi ha attaccato a più riprese sul Faron, andando pure vicino alla vittoria (solo Péraud l'ha preceduto al traguardo) e fissando il quarto posto finale. Bella notizia per la Bretagne, piccola squadra che quest'anno esordirà al Tour de France e che si ritrova un atleta potenzialmente competitivo non solo nelle gare di seconda fascia (cosa di cui tale team aveva, avrebbe, ha urgente bisogno). E anche noi seguiremo l'argentino con attenzione nelle prossime gare, per capire i suoi limiti e i suoi margini al momento.

Rimarchevole, poi, il quinto posto finale di Tobias Ludvigsson, svedese fresco di vittoria nell'Étoile de Bessèges e confermatosi a buoni livelli, lui che i 23 anni li compirà a giorni (sabato prossimo) e che dà l'impressione di poter crescere molto da qui a breve. La sua squadra, la Giant, ha peraltro iniziato la stagione in maniera trionfale, perché alle due vittorie di Ludvigsson (la generale dell'Étoile, ma anche la crono finale di quella corsa) aggiunge le tre ottenute dall'incontenibile Degenkolb del Médi e le tre messe in carniere da Kittel al Dubai Tour. Per arrivare a 8 vittorie lo scorso anno il team olandese (già Argos) dovette aspettare l'affermazione materana dello stesso Degenkolb al Giro d'Italia: si può dire che per la Giant le prospettive per un 2014 da fanfare ci sono tutte.

Per gli italiani non è stata un'edizione del Tour Médi da tramandare ai posteri: si è partiti con una caduta che ha tolto di scena Rinaldo Nocentini (che vinse la corsa nel 2010, ma che già nel 2007 aveva lasciato la sua griffe sul Mont Faron), e si è proseguito con una forse troppo severa espulsione di tre uomini Androni, alla terza tappa: Manuel Belletti, Emanuele Sella e Andrea Zordan si sono macchiati della gravissima colpa di aver attraversato un passaggio a livello col semaforo rosso, nel senso che le sbarre erano in procinto di abbassarsi ma erano ancora su.

Mettiamoci poi che non abbiamo vinto neanche una tappa, e rimane quindi la sensazione di una gara sotto tono. Qualche mezzo sorriso arriva dalla Bardiani, che ha avuto in Sonny Colbrelli un fiero oppositore di Degenkolb nelle prime tappe (terzo-quarto-terzo la serie del gardesano) e in Manuel Bongiorno l'uomo faro. Il 23enne alla fine è stato l'uomo di classifica del team, più di Stefano Pirazzi (da cui invece nelle ultime due frazioni ci aspettavamo qualcosa in più: evidentemente il laziale è ancora lontano dalla forma migliore). Bongiorno ha pagato oltre misura la cronometro di ieri, nella quale ci ha rimesso 1'16", e considerando che ha chiuso la corsa (al decimo posto) con un ritardo di 1'29" dal vincitore, si capisce la portata del fattore crono per quel che lo riguarda.

Sul Mont Faron, comunque, il reggino s'è disimpegnato discretamente, arrivando non lontano dai migliori e dimostrando di poter essere competitivo su questo tipo di strappi. Se cresce bene di condizione, lo ritroveremo senz'altro più avanti, in gare di maggior rilievo.

Non possiamo peraltro non spendere elogi per Davide Rebellin, secondo italiano nella generale (14esimo) e presenza fissa nei quartieri alti delle tappe più impegnative in questo tipo di gare (ripensiamo anche alla recente Étoile de Bessèges, nella quale il veneto ha ben figurato): un cagnaccio mai domo, il vecchio Davide. Napolitano (2° nella prima tappa), Belletti (4° nella prima tappa), Selvaggi (piazzato nelle prime due tappe, visto davanti anche oggi nel prefinale), Felline (piazzato in top 20 nelle prime due tappe, 5° nella terza, s'è più o meno difeso nella crono prima di rimbalzare oggi), Pellizotti (decimo oggi al Mont Faron) gli altri nomi da citare.

Marco Grassi

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