Tour de San Luis 2014: Trek-king in salita con Arredondo - Il colombiano al Mirador del Sol. Quintana controlla, Pozzovivo 6°
- Tour de San Luis 2014
- Movistar Team 2014
- San Luis Somos Todos 2014
- Trek Factory Team 2014
- Adam Yates
- Anthony Delaplace
- Domenico Pozzovivo
- Gregory Juel Brenes Obando
- Jens Keukeleire
- José Rodolfo Serpa Pérez
- Juan Esteban Arango Carvajal
- Julián David Arredondo Moreno
- Kenny Dehaes
- Lawrence Warbasse
- Nairo Alexander Quintana Rojas
- Phillip Gaimon
- Richard Mascarañas
- Sergio Daniel Godoy
- Vincenzo Nibali
- Uomini
Tante volte negli ultimi anni abbiamo parlato della rinascita del ciclismo colombiano ai massimi livelli e anno dopo anno sono sempre più i talenti da seguire ed i ragazzi che ottengono una chance in squadre di primo livello: nel 2013 in quattro fenomeni (Quintana, Henao, Urán e Betancur) hanno portato addirittura la Colombia al terzo posto nella classifica del World Tour e adesso c'è subito un altro nome che si candida per un posto nella ristretta lista delle stelle del paese, il 25enne Julián Arredondo.
Il nuovo ingaggio della Trek Factory Racing oggi ha vinto la sua seconda tappa in questo Tour de San Luis e di nuovo ha mostrato una gran gamba e una bella personalità: al Mirador del Potrero aveva attaccato con Stetina e poi l'aveva fulminato nello sprint a due con il gruppo quasi in scia, oggi al Mirador del Sol invece il gruppo di testa era composto da otto uomini e lui ha seguito bene gli attacchi; poi ha nuovamente cambiato passo negli ultimi metri. Due vittorie che sono accomunate quindi dalla salita e da un'ottima esplosività, una dote naturale che gli potrà aprire un futuro non sono come scalatore da corse a tappe ma anche come uomo adatto alle gare di un giorno e alle classiche.
Nairo Quintana è più giovane di quasi due anni rispetto ad Arredondo che a luglio compirà 26 anni, ma Julián non ha avuto una vera e propria esplosione come è stato per il talento della Movistar: è maturato nel dilettantismo italiano, nel 2012 e nel 2013 s'è messo in evidenza con belle vittorie in corse prestigiose del calendario asiatico come il Tour de Langkawi e solo adesso è riuscito ad approdare in un team di prima fascia. Sicuramente è molto presto per giudicarlo ma dopo queste due vittorie in Argentina è diventato senza dubbio uno dei corridori da seguire con maggior attenzione in questo 2014.
Dopo il grandissimo caldo dei primi giorni e gli appena 15° della cronometro di ieri, oggi finalmente al Tour de San Luis i corridori hanno potuto pedalare con un clima più normale e quindi fin dall'inizio il ritmo è stato elevatissimo: nonostante il finale in salita la media finale della tappa è stata di poco superiore ai 43 km/h. La fuga del giorno ci ha messo un po': per più di mezz'ora il gruppo ha rintuzzato tutti i tentativi, poi alla fine sono riusciti a prendere il largo Lawrence Warbasse (BMC), Kenny Dehaes (Lotto), Jens Keukeleire (Orica), Antonhy Delaplace (Bretagne), Juan Arango (Colombia), Gregory Brenes (Jamis) e Richard Mascarañas (Uruguay).
I sette fuggitivi sono arrivati ad avere un vantaggio massimo di circa sei minuti in corrispondenza del passaggio a metà tappa, poi il lavoro degli uomini Movistar per il leader Quintana e degli argentini della San Luis Somos Todos che puntano al podio e al successo parziale ha fatto sì che il gap calasse velocemente. A circa 30 km dall'arrivo, dopo il secondo traguardo volante e con il plotone ormai staccato di un solo minuto, dai sette di testa si sono sganciati quattro uomini: Warbasse, Keukeleire, Arago e Delaplace hanno provato a dare nuova linfa a quest'azione e per un po' ci sono anche riusciti. Addirittura a poco meno di 20 chilometri dalla conclusione gli attaccanti erano riusciti a riportare il loro vantaggio a 1'40": in gruppo infatti c'era stata una caduta che ha visto coinvolti almeno 30 corridori tra cui i nostri Nibali e Scarponi e quindi s'è perso un po' di tempo per permettere a molti di rientrare.
Nonostante questo inconveniente la fuga è stata annullata proprio ai piedi della salita finale e quindi ha preso il via la battaglia per la vittoria di tappa. Il Mirador del Sol non ha il chilometraggio né le pendenze dell'Alto del Amago che tanta selezione ha fatto nella quarta tappa: il gruppo quindi non è esploso subito ma si è ridotto gradualmente chilometro dopo chilometro. Il colombiano José Serpa, uno che in passato al San Luis ha spesso fatto bene, ha provato ad attaccare da lontano ma Quintana ha controllato bene la situazione e poco prima degli ultimi 1000 metri s'è riportato sul corridore della Lampre assieme ad altri sei uomini.
Con il successo finale ormai praticamente certo, il leader della Movistar è andato comunque a caccia di un'altra vittoria di tappa ed è stato lui in prima persona a tentare di staccare tutti con due belle accelerazioni: sulla seconda sono riusciti a chiudere Sergio Godoy e proprio Julián Arredondo con quest'ultimo che nelle ultime centinaia di metri è stato capace di cambiare ancora ritmo e di andare a vincere con 1" di vantaggio su Godoy a 5" su Quintana. Quarto a 9" è arrivato il sorprendente brasiliano Cleberson Weber seguito da Serpa a 10" e dal nostro Domenico Pozzovivo a 12": il lucano dell'AG2R La Mondiale è apparso oggi abbastanza pimpante in salita come già lo era stato sul Potrero.
A completare il gruppetto di testa c'erano poi due uomini della Garmin, Tom Danielson ed il sorprendente Phillip Gaimon che, perso lo scontro con un inarrivabile Quintana, è riuscito comunque a difendere la seconda posizione in classifica generale dall'assalto di Sergio Godoy: senza incidenti saranno loro tre che domani saliranno sul podio finale. Per la tappa di oggi va segnalata la bella prestazione del neoprofessionista britannico Adam Yates (Orica), 9° al traguardo e miglior giovane della corsa; un colpetto è arrivato finalmente anche da Joaquim Rodríguez (undicesimo) mentre Damiano Cunego è stato il secondo degli italiani chiudendo al 13° posto. Vincenzo Nibali invece ha chiuso la tappa con un ritardo di cinque minuti: la prestazione, in linea con quella delle altre salite, ci fa pensare che lo squalo dell'Astana non abbia riportato gravi conseguenze dalla sua caduta.