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Tour Down Under 2014: Gerrans straripa, bruciato Greipel - Ulissi buon quarto al traguardo di Angaston

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Simon Gerrans, vincitore della tappa d'apertura del Tour Down Under © www.tourdownunder.com.auGià vincitore del campionato australiano poco più di una settimana fa, Simon Gerrans quest'anno ha studiato per benino il libro dei corsi e ricorsi storici: siccome sa benissimo che il suo 2012 iniziò proprio allo stesso modo, col titolo nazionale, proseguì con l'affermazione nel Tour Down Under, e culminò poi con un'insperata vittoria nella Milano-Sanremo, si è detto "Perché non riprovarci?", ed eccolo qui, nella prima gara del World Tour 2014, a vincere la tappa d'apertura (in volata su Greipel!), mettendo un tassello importante nella costruzione dei successi che verranno. Uno squillo, quello di Gerrans ad Angaston, che completa una giornata di orgoglio ciclistico australiano, come stiamo per vedere nella cronaca della frazione.

La fuga del giorno ha imposto da subito quello che sarà uno dei leitmotiv di questo Tour Down Under: le due squadre baciate da una wild card, entrambe australiane, scalpitavano per mettersi in mostra e - c'è da scommetterci - continueranno a scalpitare nei prossimi giorni; la Drapac ha sganciato Will Clarke, che due anni fa visse proprio al TDU (con una bella fuga vincente) il giorno di maggior gloria di una carriera fatta di alti e bassi (comprendendo in questi ultimi l'occasione sprecata in una squadra WT come la Argos, nel 2013); la UniSA - che altro non è se non una selezione locale - ha invece messo in moto il suo uomo di maggior fondo, e ci perdonerete la battutaccia, visto che Neil Van der Ploeg (è lui il soggetto in questione) fino al 2008 praticava proprio il fondo: nel senso dello sci.

Dalle nevi degli sport invernali al sole e al caldo della gara d'apertura della stagione ciclistica, il passo è stato evidentemente non così lungo: sicché il 26enne Neil e il 28enne Will in rima baciata hanno proceduto perfettamente d'accordo dal km 0 al 120. In queste tre ore di fuga hanno visto il proprio vantaggio aumentare subito fino a 4' (punta toccata al km 14), quindi si sono assestati su un margine di 3'-3'30", prima che l'accelerazione finale del gruppo annullasse la loro azione, tra i -18 (quando è stato raggiunto Van der Ploeg) e i -15 (quando anche Clarke è stato risucchiato dagli inseguitori). Nel frattempo, giacché c'erano, i fuggitivi si erano spartiti i due traguardi volanti di giornata, e non è tanto importante il loro piazzamento, ai fini della corsa, quanto il fatto che al secondo di questi sprint intermedi (a 64 km dalla fine) Simon Gerrans ha voluto andare a prendersi il secondo d'abbuono riservato al terzo classificato.

Era il segnale che il capitano della Orica aveva tutte le intenzioni di far classifica (se mai ci fosse stato qualche dubbio); tra l'altro, il percorso di oggi, con tanto di salitella a 15 km dalla fine, permetteva di ipotizzare una prima scrematura del plotone. A darsi da fare in tal senso, però, più che la Orica è stata la Sky, la quale (dopo aver tirato a lungo già in precedenza) ha imposto con Richie Porte un'andatura che ha dato fastidio a molti, tant'è vero che in cima a Menglers Hill non si contavano più di 40 unità nel gruppo dei migliori.

Il traguardo Gpm l'ha vinto Adam Hansen (tanto per confermare che i padroni di casa non volevano lasciare nulla agli altri), ma la cosa più interessante l'ha fatta la Europcar, che ha proposto un forcing dopo la discesa, allo scopo di lanciare un attacco a due: Yukiya Arashiro, fasciato nel sol levante della maglia di campione nazionale giapponese, è stato sollevante alla lettera, visto che ha quasi preso di peso il compagno Björn Thurau (per chi se lo stesse chiedendo: sì, è il figlio dell'ex pro' Didi, e sì, a questo punto lo potremmo anche ribattezzare Bibi...), trenando appassionatamente per lui e finendo con lo scoppiare a 2 km dalla fine.

A quel punto, però, Arashiro era speranzoso che il collega tedesco tenesse fino al traguardo (in fondo i 10" guadagnati dalla coppia, scattata a 8 km dal traguardo, non erano malaccio); e invece il gruppo, per procura di un altro tedesco (ovvero Greipel, che aveva sguinzagliato i suoi Lotto), ha recuperato senza pietà, raggiungendo Thurau a 800 metri dalla fine. In maniera velleitaria, ci ha provato a quel punto Rory Sutherland, che non ha avuto praticamente spazio, perché la volata - seppur a ranghi ridotti (neanche 70 uomini), e senza diversi velocisti importanti (su tutti Kittel, Goss e Ferrari, staccatisi sulla citata salita) - era praticamente in fase di lancio.

La sfida era tra Lotto (in testa all'ultima curva) e Orica (pronta a raccogliere il testimone sul rettilineo finale), ma se la prima aveva per l'appunto uno sprinter puro come Greipel, la seconda si giocava un po' a sorpresa la carta Gerrans; e i pronostici, di conseguenza, erano in gran parte per il tedesco. Lui, André, conscio della propria superiorità in volata, è partito forse con troppo anticipo, ai 150 metri, esponendosi alla comunque prodigiosa rimonta dell'australiano. Una rimonta che si è compiuta a 30 metri dal traguardo, allorquando Simon ha affiancato l'avversario, un attimo prima di bruciarlo sulla linea d'arrivo.

A tutti gli effetti un capolavoro, quello di Gerrans: battere con tale autorità uno degli uomini più veloci del mondo è sicuramente sintomo di grande condizione, fatto che conforta le speranze di chi ha scommesso un paio di euro sulla vittoria di Simon nella classifica generale; del resto, quel che in altri momenti dell'anno pare proibitivo, in gennaio non lo è per nulla, visto che si parte con forti differenze di preparazione (Gerrans è chiaramente più avanti di condizione rispetto a Greipel, in questo momento).

Il terzo della tappa è un altro australiano, Steele Von Hoff, ma ancora più interessante è notare come al quarto posto si sia piazzato un certo Diego Ulissi: in quello che dovrà essere un anno di svolta per il toscano, la partenza di stagione non pare affatto negativa; a seguire, Bouet, Gavazzi, Geschke, Valls, Evans, Gesink e Thomas sono gli unici ad aver chiuso senza distacchi dai primi; già il 12esimo, Roelandts, ha accusato 4" figli di un buco nel finale. La classifica è conseguente, e tra abbuoni e distacchi vari Gerrans conta 5" su Greipel, 7" su Von Hoff, 10" su Geschke (che aveva preso 1" di abbuono al primo traguardo volante), 11" su Ulissi, Bouet e via a seguire.

Domani da Prospect a Stirling la seconda tappa (150 km) si concluderà su un traguardo ormai classico del Tour Down Under: la strada tira un po' all'insù ma ciò non esclude il successo di un velocista (magari più resistente della media); i 138 atleti in gara ripartiranno tutti, nonostante qualche caduta oggi (vittime - senza conseguenze - Fränk Schleck e José Joaquín Rojas tra gli altri).

Marco Grassi

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