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World Tour 2014: Boonen riparte, Urán vuole il Giro - Cavendish, Martin, Petacchi, Trentin e gli altri gioielli di casa Omega

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Tom Boonen alla guida del gruppo Omega Pharma Quickstep © omegapharma-quickstep.comButtando un occhio alle vittorie 2013 dell'Omega Pharma-QuickStep, viene spontanea una considerazione: meno male che c'erano Cavendish e Martin a salvare la baracca. E parliamo di baracca pur trovandoci di fronte ad un lussuoso grattacielo che però ha avuto tanti piccoli difetti, per un motivo o per l'altro. Numeri alla mano, la squadra di Patrick Lefévère ha ottenuto 55 successi con undici uomini diversi (e ci mettiamo anche un paio di cronosquadre, quella della Tirreno e quella iridata, già conquistata nel 2012).

Solitamente però, l'Omega Pharma aveva dato il meglio di sé nelle Classiche del Nord, sulle pietre della Roubaix o sui muri delle Fiandre, con Tom Boonen a fare da attore protagonista. Invece nel 2013 il 33enne di Mol ha visssuto la sua peggior stagione dagli inizi della carriera. Tanta sfortuna ed un solo successo, nella seconda tappa del Tour de Wallonie. Per trovare una sola vittoria stagionale di Boonen bisogna tornare indietro fino al 2003 ed al 2001.

Dapprima una setticemia al gomito gli ha impedito di preparare a puntino le sue classiche. Ritiratosi nella bufera sanremese, tra gelo e polemiche, il ragazzone di Mol s'è ritrovato sulle pietre tante volte amiche con una forma dubbia (non ci si aspettava troppo) ed una fortuna a dir poco scarsa. Fuori dalla Gand-Wevelgem dopo una botta al ginocchio, punta tutto sul Fiandre. Cade subito e si frattura una costola. Addio Roubaix, addio Tour (ha minacciato di non tornarci mai più, ma chissà), addio stagione (saranno 41 i suoi giorni di corsa).

Senza una vera e propria punta per le Classiche, senza fenomeni da GT, l'Omega Pharma si è ritrovata comunque ad ottobre con 5 vittorie di tappa al Giro (grazie a Cavendish), altri 5 Campionati Nazionali, 3 frazioni al Tour (di Martin, Cavendish e Trentin le firme), un Eneco Tour conquistato a sorpresa con Stybar (che porta a casa anche la tappa di Mairena de Aljafare alla Vuelta, battendo un certo Philippe Gilbert nella volata a due), due ori iridati (cronosquadre e cronometro individuale, con il solito Tony Martin, al terzo oro mondiale consecutivo). Non certo una stagione malvagia, insomma. Chissà come sarebbe andata con Boonen in piena forma.

Dal 2014 il team di Lefévère cercherà di essere competitivo ovunque, anche nei GT. Si dà l'addio al volenteroso Sylvain Chavanel ed a Jérôme Pineau (IAM Cycling per loro), a Dries Devenyns (Shimano), a Bert Grabsch, che si ritira ed a Frantisek Rabon, a Kristof Vandewalle (destinazione Trek) e Peter Velits, che finisce alla BMC. In entrata parecchi nomi interessanti. Su tutti il colombiano Rigoberto Urán, l'uomo che è stato battuto dal solo Vincenzo Nibali all'ultimo Giro d'Italia e che potrebbe risultare decisivo per i GT. Dalla Vacansoleil che chiude i battenti ecco Thomas De Gendt e Wouter Poels, mentre dalla RadioShack-Leopard arriva il versatile Jan Bakelants. Mark Renshaw, dopo due anni di indipendenza (fallimentari, lo possiamo dire), torna a servire Mark Cavendish in qualità di ultimo uomo. Ci sono poi due bei giovani, entrambi del '92: Petr Vakoc, ceco, e Julian Alaphilippe, interessantissimo francese.

Tanta carne al fuoco per un'Omega che può realisticamente competere al Nord (Boonen e Kwiatkowski), nei GT (Urán), a cronometro (Martin), qui e là nelle tappe (Stybar è una scheggia impazzita dal talento smisurato, Meersman un duro) e nelle volate (Cavendish su tutti, ma pure il 40enne Petacchi potrebbe dire la sua).

Esperti per tappe e gare in linea
La punta di diamante è quel Tom Boonen di cui s'è già ampiamente parlato, più per le disavventure della stagione alle spalle che per le vittorie. È vero, le primavere sono sempre di più, ma Tommeke sa arrivare alle sue Classiche come pochi altri. Sarà in grado di battagliare con Sagan e soprattutto Cancellara? Dopo un 2013 così buio toccherà anche a lui rimettersi in discussione, ma da chi in palmarès ha tre Fiandre e quattro Roubaix è lecito aspettarsi moltissimo. In seconda battuta c'è Niki Terpstra, che è anche uno degli angeli custodi di Boonen. Nel 2013 non ha mai vinto, pur piazzandosi parecchio (assai importante il terzo posto a Roubaix). È uno di quei corridori che se sono in forma diventano dei clienti temibilissimi. Gianni Meersman è un uomo veloce che però tiene alla grandissima sugli strappi dove i velocisti si staccano. Ciò gli ha permesso di cogliere importanti e numerose vittorie, o di arrivare vicinissimo al primo posto. Nel solo 2013 il bello (per le tifose) e dannato (per gli avversari) ha esultato cinque volte: due tappe alla Volta a Catalunya, altrettante al Romandia ed un altro sigillo nel prologo del Tour de l'Ain. Zdenek Stybar, già noto per le sue vittorie nel ciclocross, s'è affermato anche su strada. Nel 2013 a Roubaix era forse il più forte insieme a Cancellara e Vanmarcke, l'urto con uno spettatore sul settore di Gruson l'ha disinnescato (comunque sarà 6°). All'Eneco Tour vince due tappe e la generale, alla Vuelta un altra frazione, sempre correndo a tutta, dote propria del crossista. Può fare bene, se non benissimo, al Nord e nelle brevi corse a tappe. Importante l'innesto di Thomas De Gendt, corridore un po' pazzo e molto forte che sa vincere tappe e sfiorare imprese (memorabile la fuga con vittoria e terzo gradino del podio finale sullo Stelvio, al Giro 2012). Viene da tre stagioni alla Vacansoleil ed un 2013 con la sola vittoria di Barcellona, ultima tappa della Volta a Catalunya. Può regalare grandi soddisfazioni sin da subito alla sua nuova squadra. Infine Jan Bakelants, coetaneo di De Gendt (entrambi sono nati nel 1986), giunge da una stagione d'oro: la vittoria al Tour nella tappa di Ajaccio, il GP de Wallonie ed una miriade di piazzamenti lo rendono davvero imprevedibile. A differenza del 2013, da quest'anno sarà molto più marcato dagli avversari.

Giovani per tappe e gare in linea
Il concetto di versatilità non è per nulla estraneo al polacco Michal Kwiatkowski. Classe '90, è al quinto anno da professionista. Ha dimostrato di andar forte tutto l'anno, dalle classiche del Nord ai GT, dalle crono a qualche volata disputata. E deve ancora crescere molto... Ha alle spalle un 2013 con la vittoria del solo Campionato nazionale in linea e moltissimi piazzamenti, più nella prima parte di stagione (diciamo fino al Tour). Davanti ha un futuro davvero radioso, se continua di questo passo. Un po' più esperto ma non meno interessante è Wouter Poels, classe '87, forte su tutti i terreni. Nel 2013 una sola vittoria (l'ultima tappa del Tour de l'Ain) e tante prove convincenti, dalla Tirreno alla Vuelta al País Vasco. Poca continuità al Tour, una Vuelta a España non conclusa, ma se non corre da capitano può risultare un ottimo appoggio. Impossibile non menzionare quel Matteo Trentin che nel 2011 correva ancora tra i dilettanti ed in quello stesso agosto andò a fare lo stagista alla Quickstep. Di lì è nato l'amore e la prossima sarà la terza stagione con l'Omega Pharma. Nato a Borgo Valsugana, gregario impeccabile, se la cava egregiamente al Nord e nei GT; è veloce ed al Tour de France, vincendo a Lione dopo una lunga fuga in un gruppetto, ha rotto un digiuno tricolore che durava dal 2010. Pieter Serry, classe '88, al contrario di Trentin non ha trovato la vittoria ma alcuni piazzamenti niente male (un 5° posto di tappa al Tour de l'Ain, il 7° posto al Lombardia...). Può migliorare ed al contempo mettersi al servizio dei capitani, così come dovrà fare lo spagnolo Carlos Verona Quintanilla. Classe '92, l'iberico, alla seconda stagione in Omega, è arrivato l'anno scorso con molte aspettative. Forse ancora acerbo, non ha ottenuto niente di meglio che un 8° posto alla Japan Cup. Ha corso anche poco, l'intento è di non bruciarlo, ma il 2014 dev'essere l'anno di un cambio di marcia, anche minimo. Coetaneo di Verona, ma francese, ecco Julian Alaphilippe. Primo anno tra i professionisti, nel 2013 ha vinto tappe tra Tour de Bretagne, Thüringen-Rundfahrt e Tour de l'Avenir. S'è portato a casa anche il GP Südkärnten, oltre ad un 4° posto agli Europei ed un 9° ai Mondiali (parliamo sempre di Under 23). Va forte in salita ma vola letteralmente in discesa. Avrà studiato da Savoldelli?

Corridori da GT
Se fino allo scorso anno per le grandi corse a tappe Patrick Lefévère poteva contare al massimo su Sylvain Chavanel, ecco che dal 2014 sarà il colombiano Rigoberto Urán a colmare questa lacuna e difendere i colori del team belga. Urán, primo colombiano a podio nell'ultimo Giro d'Italia corso con la Sky e chiuso al 2° posto, vuole migliorarsi nella corsa rosa già da quest'anno. La squadra non gli mancherà, deve dimostrare di essere un vero leader. Oltre ad Urán, l'Omega Pharma aspetta sempre con molta pazienza Gianluca Brambilla. Il classe '87 di Bellano è al quinto anno tra i pro', il secondo con Lefévère. Nel 2013 qualche problema fisico l'ha limitato, può crescere bene e dare il meglio già da quest'anno. Lo aspettiamo.

Esperti gregari
Non ne mancano, a partire da Kevin De Weert, punto d'appoggio ideale se si vuol fare corsa dura. C'è inoltre il polacco Michal Golas, che con Serge Pauwels sarà uno degli uomini da percorsi non scontati. Stijn Vandenbergh è uno degli uomini più affidabili per Boonen ed ovviamente sa correre anche per sé nelle classiche del Nord (ma non solo). Martin Velits, separato dal gemello, è un altro gregario su cui si può sempre contare.

Giovani gregari
Julien Vermote, classe '89, ha dimostrato di sapersi mettere al servizio dei capitani ma anche di poter vincere. Stesso discorso per Guillaume Van Keirsbulck, classe '91, al quarto anno tra i professionisti. È veloce ma non velocissimo. Può giocarsi le sue possibilità ma è più utile quando dà una mano. Uno degli ultimi arrivati, infine, è Petr Vakoc. Ceco nato dal '92, come Alaphilippe viene dalla Etixx-iHNed. nel 2013 ha conquistato il Tour de Slovaquie, la Vuelta a la Comunidad de Madrid, una tappa al Czech Cycling Tour ed il GP Kralovehradeckeho Kraje (più difficile pronunciarlo o vincerlo?). Sicuramente è talentuoso ma per la prima stagione, come ambientamento, sarà obbligato a mettersi al servizio dei capitani.

Esperti da volata
Giusto qualche nome che non ha bisogno di presentazioni, a partire da Mark Cavendish, che con 19 successi risulta il più vincente dell'Omega Pharma 2013. Timbra il cartellino a Giro, Tour (de France, de San Luis, of Qatar, of Britain...) e non c'è nulla da fare: il ragazzo dell'Isola di Man è ancora il più forte sprinter in circolazione. Ad aiutarlo ci sarà Alessandro Petacchi, 40enne che potrebbe dire ancora la sua (con i colori del team belga, da agosto ad ottobre 2013, non ha mai esultato). Fondamentale però per le volate di Cavendish, più che di Petacchi, sarà l'australiano Mark Renshaw, affiatatissimo con il britannico, che l'ha voluto nuovamente con sé. Per le classiche del Nord (ma non solo per quelle) c'è anche il 33enne Gert Steegmans. In passato, quand'era al servizio di Boonen, ha dimostrato di saper vincere le sue corse, ma il 2013 non l'ha visto trionfare (in realtà non vince una gara dal 16 marzo 2011, era la Nokere Koerse). Infine, Iljo Keisse ha l'astuzia, la potenza e la scaltrezza del pistard puro. Reduce da un 2013 abbastanza anonimo, il 31enne belga proverà a rifarsi con gli interessi.

Giovani da volata
Alla terza stagione in Omega Pharma, lo scozzese Andrew Fenn, classe '90, sarà quasi sempre parte del treno di Cavendish e raramente potrà giocarsela. Anche perché nel 2013 non è giunto un solo successo, a fronte di molti piazzamenti in gare quasi sempre di secondo piano. Lavorandoci, potrebbero uscire risultati interessanti. C'è anche il belga Nikolas Maes, lavoratore indefesso per tutto l'anno, ma capace di portare a casa la seconda edizione della World Ports Classic, ottenuta grazie all'8° posto nella prima tappa ed al 3° nella seconda.

Cronoman
Non si discute, c'è Tony Martin che fa reparto da solo. Tre volte campione del Mondo di specialità, nel 2013 delle 12 vittorie ottenute 10 sono contro il tempo. Determinante per i trionfi nelle cronosquadre, ha saputo emozionare almeno un paio di volte durante l'anno: al Tour, quando cade malissimo nella prima tappa ed è sull'orlo del ritiro, ma arriverà a Parigi vincendo pure la crono di Mont-Saint-Michel. Alla Vuelta a España, sesta tappa, la Guijuelo-Caceres: partito al chilometro 0, resta in fuga solitaria per tutto il giorno. Dopo 175 km di fuga solitaria, ecco la beffa, quand'è ripreso a meno di 500 metri dal traguardo dal danese Michael Morkov. C'è anche il già citato Michal Kwiatkowski, che essendo versatile sa dire la sua anche contro il tempo.

Francesco Sulas

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