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Doping&Antidoping: Ballan, in arrivo un'altra stangata? - La Procura del CONI chiede 2 anni e l'inibizione a vita di Nigrelli

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Alessandro Ballan © BettiniphotoL'inchiesta di Mantova è diventata qualcosa a metà strada tra una telenovela e un fenomeno onirico, di quelli che si vedono spesso nei film o nelle serie TV. Richiamata costantemente nei momenti meno attesi, un po' come la pratica Tolusso di Camera Cafè o l'anello del Conte di Boris, eterna come Beautiful, lentissima nel suo procedere come Dragon Ball e imprevedibile come una puntata di Lost: nei momenti più attesi si sgonfia come un pallone a suon di rinvii a giudizio, altrimenti esplode con fulmini a ciel sereno, come quello odierno che vede Ballan, l'atleta decisamente più condizionato dalla lentezza dell'inchiesta negli ultimi anni, deferito dalla procura del CONI, la quale ha richiesto per lui 2 anni di squalifica. Ma la procura non si è pronunciata solo per Ballan: il CONI chiede anche 7 anni d'inibizione per il Dottor Bonazzi e soprattutto l'inibizione a vita per il dottor Guido Nigrelli, centro attorno al quale ruota tutta l'inchiesta.

Facciamo qualche passo indietro. Le indagini partirono 5 anni fa dalla procura di Mantova, ormai indissolubilmente legata nel suo nome a quest'inchiesta, ma le prime notizie risalgono all'aprile 2010, quando venne fuori che 35 soggetti, per lo più atleti, dirigenti e medici legati al team Lampre, oltre che l'atleta danese Michael Rasmussen, erano iscritti nel registro degli indagati. Un anno dopo le indagini vennero chiuse ed emerse l'accusa più grave proprio per Alessandro Ballan: la procura sostiene che abbia eseguito un'autoemotrasfusione a Montichiari, nel 2009, poco prima del Giro d'Italia, assistito dal dottor Bonazzi. Le accuse fanno piombare la Lampre nel caos: Saronni si dichiara pronto a lasciare, Ballan è costretto a non partecipare al Giro, e a luglio viene sentito dalla procura del Coni.

Nel 2012 vengono emessi a marzo 32 rinvii a giudizio: tutti gli inquisiti sono stati rinviati a giudizio dal Gup per il mese di luglio. È pero nel luglio del 2013 che cominciano ad arrivare le prime sentenze per Bindi e Tomei, atleti ritirati che hanno saggiamente scelto un rito alternativo, il primo patteggiando una condanna di un anno, il secondo giudicato con rito abbreviato con richiesta di condanna per 26 mesi: per entrambi la violazione è nella disciplina della tutela delle attività sportive. Tomei viene però assolto.

Mentre dunque l'inchiesta giudiziaria aspetta nuovi step, quella sportiva finalmente comincia ad attivarsi, con la notizia odierna del deferimento di Ballan e dei due medici tesserati. Diciamo "finalmente" non tanto per una voglia matta di condanne, quanto perché tale inchiesta ha condizionato oltremodo le carriere degli inquisiti, costretti in diversi casi a nascondersi e autosospendersi. Indipendentemente dalla veridicità delle accuse imputate a Ballan, non è possibile che un ex-Campione del Mondo abbia dovuto subire sospensioni a singhiozzo per più stagioni, vedendo inevitabilmente condizionati quelli che potevano essere i migliori appuntamenti della sua carriera.

Sospeso 2 mesi nel 2010 con Santambrogio dalla BMC, è stato costretto a saltare classiche del pavé e Giro d'Italia; lo stesso film s'è visto nel 2011, stavolta saltò solo il Giro. In tutto fanno quasi 4 mesi, 4 mesi pesanti, e si spera che in sede di giudizio si terrà conto anche di questo, benché una squalifica, in questo momento della carriera di Ballan che ha praticamente saltato tutta la stagione 2013 per le conseguenze di una rovinosa caduta che ha comportato un'ulteriore operazione ad agosto, potrebbe significare anche il peggio, ovvero il ritiro definitivo.

Giunge abbastanza tardiva invece l'imputazione al farmacista Guido Nigrelli, il quale non si scopre con l'inchiesta di Mantova come un medico avvezzo alle pratiche dopanti: già negli anni '90, quando era attivo per la Brescialat, la sua farmacia fu soggetta ad una perquisizione dei NAS con sequestro di sostanze dopanti e di carta intestata dell'ospedale di Mantova (dove la moglie lavorava) con appunti di somministrazioni di farmaci proibiti. Il suo nome fu fatto anche nell'inchiesta legata a Raimondas Rumsas. È per il suo passato che la Lampre non lavorava direttamente col dottor Nigrelli, ma, stando a quanto trasmesso dalla procura di Mantova, tramite una "struttura parallela" che praticamente obbligava i tesserati del team a sottoporsi ai trattamenti del farmacista.

L'inchiesta di Mantova è ben lontana dall'archiviazione e coi suoi schizzi di fango potrebbe colpire molto lontano, ben più di quanto l'osservatorio attualmente immagina: per esempio tra gli indagati c'è anche José Ibarguren, medico basco che ha seguito la Lampre dal 2002 al 2004, nonché diversi team spagnoli fino al 2009. Il dottore finì sotto i riflettori nel 2002, quando alla Parigi-Tours lui e 5 atleti del team furono fermati e interrogati dalla polizia francese (allora all'apice delle sue manovre "sensazionalistiche") nell'ambito dell'inchiesta Rumsas. Forse non tutti sanno che Ibarguren figurava anche nell'organico dell'Omega Pharma nel 2012, ma il team ha provveduto in fretta e furia a interrompere i rapporti con lui a seguito dei rinvii a giudizio: una sua condanna metterebbe in ombra molti atleti tra Italia, Spagna e Belgio coi quali ha avuto modo di collaborare negli ultimi 10 anni. Inoltre anche il CONI non è rimasto con le mani in mano e si è costituito parte civile, chiedendo addirittura un milione di euro di danni nel processo: non una buona notizia per Ballan e soci, visto che per legittimare le sue richieste il CONI dovrà usare il pugno di ferro, specialmente coi suoi tesserati.

Nicola Stufano

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