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Japan Cup 2013: Qui Rogers, passo e chiudo - Michael vince per distacco sotto il diluvio, Cunego è 3°

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Michael Rogers vince la 22a Japan Cup, 3° Cunego - Foto Cyclowired.jp © Kei Tsuji

Anche con la stagione ormai praticamente finita la pioggia non ha voluto dare tregua al gruppo nelle sue ultime pedalate: oggi in Giappone la 22a edizione della Japan Cup s'è disputata sotto una pioggia torrenziale che ha reso durissimo il già non facile circuito di Utsunomiya con soli 39 corridori che sono riusciti a terminare la gara. La vittoria è andata all'australiano Michael Rogers (Team Saxo Tinkoff) che ha ottenuto qui il suo primo successo del 2013: per Rogers la soddisfazione è ancora maggiore se si pensa che a quasi 34 anni questa è la prima volta in carriera che vince una corsa di un giorno non a cronometro.

La pioggia battente fin dall'inizio non ha spaventato il tedesco Matthias Friedemann (Champion System) che è partito quasi subito in fuga da solo: il gruppo, ovviamente, ha lasciato fare e allora, con il fuggitivo già lontano, si sono registrati diversi tentativi di contrattacco. Alle spalle di Friedemann s'è formato quindi un drappello di dieci inseguitori formato da Luis Davila (Jelly Belly), Shinichi Fukushima e Kouhei Uchima (Nippo-De Rosa), Eiichi Hirai (Bridgestone), Antonio Cabello e Takayuki Abe (Ukyo), Hayato Yoshida e Shotaro Iribe (Shimano), Takaaki Hori e Masaru Fukuhara (Utsunomiya).

Questo gruppo di 10 corridori ha fatto fatica a trovare un buon accordo e così Friedemann è rimasto in fuga da solo fino al 6° degli 11 giri in programma. Nel gruppo principale è stata soprattutto la Sky a controllare abbastanza agevolmente la situazione sebbene ad ogni tornata diversi corridori decidessero di fermarsi: tra i primi a ritirarsi c'è stato anche Peter Sagan, arrivato a queste ultime uscite decisamente svuotato di energie e motivazioni. Il campione uscente Ivan Basso invece s'è fatto notare sempre nelle prime posizioni del gruppo sia in salita che in discesa per non prendere rischi.

Il vantaggio della fuga è sempre rimasto sotto i due minuti e così nel corso del nono giro hanno provato ad allungare in testa Hayato Yoshida e Shinichi Fukushima inseguiti da Antonio Cabello: per il 42enne Fukushima, quasi un'istituzione del ciclismo giapponese ed asiatico in generale, questa Japan Cup era l'ultima corsa della carriera e quindi ha provato a chiudere alla grande andando a caccia di una bella impresa finale. Fukushima e Yoshida, però, sono stati ripresi dal gruppo all'inizio del penultimo giro, subito prima che esplodesse la corsa: sulla salita di Kogashi hanno attaccato da un gruppo ormai molto ridotto Michael Rogers (Saxo) e Joshua Edmondson (Sky) e sono riusciti a guadagnare in fretta circa 30" sul primo piccolo gruppetto con la Lampre-Merida a guidare l'inseguimento con tre uomini.

All'ultimo giro, più corto dei 10 precedenti (10.3 km contro 14.1 km), Michael Rogers ha accelerato ancora sulla di Kogashi e lo stanchissimo Edmodson non ha avuto le gambe per rispondere: l'australiano ha iniziato la sua marcia trionfale verso il traguardo con 20" di vantaggio su Edmodson, López García, Cunego, Arredondo e Bauer e al traguardo il gap è stato addirittura di 44". Oggi Rogers era indiscutibilmente il più forte e ha vinto con grande merito.

La volata per il secondo posto è stata vinta da Jack Bauer con Damiano Cunego che ha chiuso al terzo posto: il veronese della Lampre ha un ottimo feeling con questa corsa (l'ha vinta nel 2005 e nel 2008, 2° nel 2004) e oggi ha saputo tenere duro in condizioni difficili, lasciando qualcosa in salita a Arredondo e López García ma riuscendo a rifarsi sotto in discesa grazie alle sue ottime qualità. Manuele Mori dopo aver lavorato tanto è riuscito a chiudere in sesta posizione vincendo la volata a tre con i giovani Dombrowski e Verona; la Lampre ha piazzato anche Favilli all'11° posto mentre Ivan Basso è andato in difficoltà quando s'è accesa la corsa e ha tagliato il traguardo in 14a posizione.

Sebastiano Cipriani

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