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Tour of Beijing 2013: Intxausti chiude un'annata magica - Tappa e maglia per il basco, corsa ipotecata. Basso è 9°

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Vittoria a Mentougou Miaofeng Mountain per Beñat Intxausti e classifica del Tour of Beijing © Skysports.com

Tutto si può dire di questo Tour of Beijing, ma non che riservi sorprese. Ed anche quando lo fa, sono relative. Le prime tre tappe erano da velocisti ed ecco la vittoria di Hushovd, seguita dalla doppietta di Bouhanni.

Oggi, con l'arrivo in salita di Mentougou Miaofeng Mountain, si sarebbe decisa la corsa che chiude il World Tour. La vittoria di Beñat Intxausti non era certo tra le più quotate ma il basco della Movistar ha saputo mettere la ciliegina su una torta di 2013, stagione nella quale ha saputo conquistare una tappa al Giro d'Italia (a Ivrea) ed in precedenza aveva vestito la maglia rosa per un giorno.

Non male per il classe '86 che si era un po' perso per strada nel recente passato. Da Yanqing a Mentougou Miaofeng Mountain, 150.5 km con il naso sempre rivolto all'insù: Xian Ren Dong è un Gpm di 1a categoria, Gao Ya Kou di 2a, Chen Jia Zhuang un colle di 3a categoria e l'ascesa finale somiglia molto, per fare un paragone italico, ad un Montevergine.

Si tratta di 12 km al 5.7% di pendenza media; salita da rapporto, difficilissimo scattare a certe velocità. Dopo 29 km abbiamo già la prima fuga di giornata, con Zdenek Stybar, José Ivan Gutiérrez , Maurits Lammertink e Beñat Intxausti (toh! Chi si vede. Ma presto si rialzerà). Guadagnano subito 50" ma un altro gruppetto insegue.

All'interno troviamo Stijn Vandenbergh, Moreno Hofland, la maglia a pois Damiano Caruso, Daniele Ratto, Wesley Sulzberger e Mitchell Docker. Solo Hofland, Vandenbergh e Caruso si porteranno sui battistrada, formando così un bel sestetto che accumula un vantaggio di oltre 2' sul plotone, che però è sempre vigile. Caruso va in cerca di punti per la classifica dei Gpm, transitando 4° sul Xian Ren Dong e 1° sul Gao Ya Kou.

Il vantaggio dei sei oscilla tra i 55" ed il minuto e mezzo, Stybar è il più temuto del gruppetto (anche perché pare ben supportato dal compagno di squadra Stijn Vandenbergh), dietro il plotone è tirato da Garmin-Sharp, Saxo-Tinkoff e AG2R La Mondiale. Quando il vantaggio dei sei va esaurendosi Vandenbergh scatta sulle rampe del colle di terza categoria che fa da antipsto alla salita finale. Lammertink prova a seguirlo, invano, mentre Stybar, Caruso e José Ivan Gutiérrez si rialzano e vengono riassorbiti.

Anche l'azione di Vandenberg si esaurisce a 17.5 km dall'arrivo, il gruppo viaggia compatto a velocità elevata ed in men che non si dica s'imbocca la salita finale. Ritmo elevato, nessuno scatta nei primi chilometri. In compenso dalle retrovie sono in tanti a staccarsi. Il primo scatto degno di questo nome vede il giovane Sky Joseph Dombrowski (classe '91), alla cui ruota si porta il coetaneo della Belkin Wilco Kelderman.

È sorprendentemente il Lotto-Belisol Adam Hansen a riportarsi sulla giovane coppia, per poi tirare dritto e restare in testa da solo per alcuni metri. Arriva infatti da dietro Marco Pinotti, a cui s'accoda un altro Sky, Joshua Edmondson (nel frattempo Richie Porte è disperso, si ritirerà). Il Movistar Jesús Herrada López rende il tutto vano, riportando di fatto il gruppo sotto. Plotone che resta compatto davvero per poco, visto che ai -5 km parte il belga Jan Bakelants.

Su di lui chiudono i due Martin, Daniel e Tony, e così a partire in contrattacco è lo spagnolo della Sky (attivissima quest'oggi) David López García. È ancora Bakelants ad inseguirlo, raggiungendolo quando mancano solo 4 km al traguardo. Dietro si capisce che può essere l'azione buona e così, dopo una trenata di Tony Martin ed un guardarsi in volto, scatta il colombiano Carlos Betancur.

Gruppo di nuovo compatto, seppure ridotto a meno di una ventina di unità, ed allungo di Rui Alberto Faria da Costa, alla cui ruota si portano Daniel e Tony Martin, Ivan Basso e Romain Bardet. Tutto da rifare, e mentre i principali rivali si studiano è Beñat Intxausti a scattare ai 1800 metri. Se cercava l'effetto sorpresa, l'ha ottenuto. Se cercava di arrivare per primo sul traguardo, le sue possibilità sono ottime, anche perché dietro la collaborazione non è pazzesca.

All'ultimo chilometro, dove le pendenze sono un po' più cattive, Intxausti ha una ventina di secondi sul gruppo ed è allora Daniel Martin ad inseguire in prima persona, marcato a uomo dal compagno di squadra di Intxausti, Rui Costa, e con David López García a sua volta a ruota dell'iridato.

Nel finale l'acido lattico esce dalle orecchie di Intxausti mentre Daniel Martin tenta un miracoloso quanto bellissimo recupero. Beñat è però attento, spende tutte le energie fino a tagliare per primo il traguardo, fino a che Daniel Martin, a 50 metri dalla linea d'arrivo, smette quasi di pedalare. «Hai vinto tu, Beñat», sembra essere il messaggio.

Dietro a Intxausti e Daniel Martin troviamo il vivacissimo David López García e Rui Costa, 4°. A 11" ci sono Romain Bardet e Tony Martin, quindi Jan Bakelants, Robert Gesink ed Ivan Basso a 13", Mathias Frank a 18" per completare la top ten di giornata.

La nuova ed al 99% definitiva classifica generale vede Intxausti in testa su Daniel Martin, staccato di 10", quindi David López García a 13", Rui Costa a 18", Romain Bardet e Tony Martin a 24", Jan Bakelants, Robert Gesink ed Ivan Basso a 26", Garikoitz Bravo Oiarbide decimo a 31", stesso distacco di Rogers, Betancur e Frank.

Domani ultima tappa della terza edizione della corsa, un circuito a Pechino (8 km da ripetere 12 volte) preceduto da un tratto in linea di 23.5 km, per un totale di 117 km. Asperità zero, Damiano Caruso, ottimo tra ieri ed oggi, si porta a casa la maglia a pois di miglior scalatore ed Intxausti, salvo cataclismi, spezza il dominio in terra cinese di Tony Martin. E pensare che l'omonimo del tedesco, Daniel, irlandese, era lì lì per riprendere Intxausti, ad un soffio dalla terza vittoria in tre edizioni del Tour of Beijing di un Martin.

Francesco Sulas

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