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Paris - Tours 2013: Sprint di potenza, vince Degenkolb - John su Mørkøv e Démare. Marcato ci prova invano

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John Degenkolb vince la 107a Paris-Tours davanti a Michael Mørkøv ed Arnaud Démare © letour.fr

John Degenkolb è un velocista atipico. Se è in giornata non lo stacchi sugli strappi, non lo batti in volata e come se non bastasse ciò, ha a disposizione una Argos-Shimano abituata a lavorare per un certo Marcel Kittel (compreso lo stesso Degenkolb), quindi a preparare e lanciare le volate dei suoi uomini di punta.

Bene, oggi Degenkolb era in giornata, e lo è da un po', in questo 2013. Sono sei le vittorie ottenute; pochine, si potrebbe obiettare, ma signori, che qualità! Ricapitolando, il primo successo stagionale di Degenkolb arriva relativamente tardi, alla quinta tappa del Giro d'Italia. In quel di Matera, frazione complicata da un finale difficile, bagnato e dalle cadute, il non-solo-velocista della Argos fu il più scaltro di tutti.

Segue un Tour de France corso completamente al servizio di Marcel Kittel, che dalla Grande Boucle porta a casa 4 tappe e nell'arco dell'anno è il terzo atleta più vittorioso dopo Sagan e Cavendish, quindi Degenkolb torna a pensare a sé, vincendo in agosto la Vattenfall Cyclassics di Amburgo. Non una corsa banale, specie se metti la ruota davanti ad un certo André Greipel.

Al Tour de l'Eurométropole - parliamo di inizio ottobre - Degenkolb fa sue due tappe e chiude in classifica generale a pari tempo con Jens Debusschere, che vince per la somma dei piazzamenti. Siamo all'ultima settimana, due corse partono da Parigi (almeno sulla carta), destinazioni diverse: giovedì si va a Bourges, oggi si arrivava a Tours.

Alla Paris-Bourges Degenkolb precede Démare e Samuel Dumoulin, oggi, al termine di una corsa tiratissima ed incerta fino all'ultimo metro, il tedesco s'è ripetuto, precedendo il danese della Saxo-Tinkoff Michael Mørkøv ed ancora Arnaud Démare, che Degenkolb inizierà a sognarselo la notte.

Come una nobile decaduta, la 107a Parigi-Tours, classica che dal 2009 fa parte solamente dell'Europe Tour, prevede 235 km con partenza da Authon-du-Perche ed arrivo a Tours, in Avenue de Grammont. Un classico.

Dopo una cinquantina di chilometri fatti di scatti e controscatti si forma un quartetto in testa. I temerari sono Julien Duval, Aleksejs Saramotins, Sebastian Lander e Yannick Martinez. Il gruppo lascia momentaneamente fare ed al km 62 il quartetto ha già 10' di vantaggio sul plotone. Tenderà a diminuire, questo bel gruzzolo di minuti accumulati. Anche perché se per tre quarti la gara attraversa la pianura francese, nel finale alcune côtes rendono il tutto più incerto ed interessante.

Un primo scossone lo dà l'Omega Pharma-Quickstep sulla Côte de Crochu, quando mancano una trentina di chilometri all'arrivo. Tutti in testa per Terpstra e Chavanel (soprattutto per Chavanel) e qualche velocista, tipo il vincitore della Sanremo Gerald Ciolek, perde contatto. Anche la Argos-Shimano si mette in testa, che lavori per Degenkolb è lampante.

I quattro di testa, nel frattempo, hanno perso molto (conservano un minuto scarso dopo la Côte de Crochu). Una rotonda fa fuori alcuni che potrebbero ambire al podio; Romain Feillu, Jens Debusschere, Bryan Coquard sono tra i caduti. Si rialzano e riprendono la marcia, ma ormai l'impressione è che il treno buono sia andato.

Provano ad avvantaggiarsi sul plotone Sinkeldam, Vanmarcke, Lemoine, Martin Velits, Tronet e Lander, ed ecco che Yannick Martinez e Julien Duval perdono contatto dai battistrada. Mancano 17 km all'arrivo ed anche Sebastian Lander alza bandiera bianca, lasciando il solo Aleksejs Saramotins in testa con 25" sul gruppo, che viene tirato dalla IAM Cycling, la squadra del lettone.

Ad 11.3 km dall'arrivo, all'attacco della Côte du Beau Soleil, Saramotins viene ripreso e si scatena la bagarre. È proprio il vincitore della Parigi-Tours 2012, Marco Marcato, ad aprire le danze con uno scatto sulla penultima côte. Se dodici mesi fa l'azione del veneto di San Donà di Piave era risultata vincente, quest'anno il dorsale numero uno è tenuto d'occhio.

Ecco quindi che dietro al Vacansoleil troviamo grandi nomi: Sylvain Chavanel, Sep Vanmarcke, Jetse Bol, Michael Mørkøv, Arnaud Démare e John Degenkolb. Marcato stretto - quante volte si sarà giocato sul suo cognome? - vede che allo scollinamento della Côte du Beau Soleil tutti i più foti sono alla sua ruota. Eppure prova ancora ad andarsene tra la discesa e l'inizio della Côte de l'Épan - mancano 7 km all'arrivo. Il gruppetto di cui sopra si ricompatta, Marcato incluso, mentre da dietro è Greg Van Avermaet che con un'azione importante si riporta sui fuggitivi.

Con il belga della BMC c'è ciò che resta del plotone; Boom marca Van Avermaet, Vanmarcke tiene d'occhio i fuggitivi e mentre il gruppo si riforma parte un terzo Belkin, Jetse Bol. Il classe '89 olandese procede con un buon passo e guadagna quei 200 metri sul gruppo che fanno sperare. Dietro la Argos-Shimano di Degenkolb comprende la criticità del momento e si mette a tirare a blocco per il suo capitano. Il problema è la Belkin, che per far arrivare la fuga del suo uomo si dispone a muro, rompendo ogni cambio possibile, in ogni modo consentito dai regolamenti.

Si entra in Avenue de Grammont con Bol che vede il gruppo riassorbirlo - le energie sono al lumicino - e la Argos-Shimano a tutto gas per chiudere al più presto e lanciare al meglio il tedesco. Ripreso Bol, com'era quasi inevitabile che fosse, è Arnaud Démare a tentare l'anticipo. John Degenkolb supera il galletto francese, gli consiglia di abbassare la cresta e con una volata che dire imperiosa è poco va a prendersi una signora classica.

Alle sue spalle il danese Michael Mørkøv ed Arnaud Démare, quindi Tyler Farrar, che si accontenta di un 4° posto. Dietro allo statunitense in forza alla Garmin-Sharp c'è il belga Michael Van Staeyen, l'australiano Heinrich Haussler, il francese Samuel Dumoulin, il basco Jon Aberasturi, il greco Ioannis Tamouridis (bell'accoppiata Euskaltel, quest'ultima) e Niki Terpstra a chiudere la top ten.

Non bene i nostri, con Enrico Gasparotto, 24°, primo italiano in classifica, quindi Marco Bandiera 61°, Marco Marcato 68° dopo averci provato più volte sulle ultime due côtes, Davide Appollonio 103°, Kristian Sbaragli 112°, Jacopo Guarnieri 141°.

Il vincitore odierno, John Degenkolb, ha rispettato le attese, e non è facile non sentire troppo il peso del pronostico. Che fosse un fenomeno era chiaro da tempo, che potesse vincere corse di elevata qualità non era scontato, seppur prevedibile. Nel 2011 ha fatto sua la Rund um den Finanzplatz Eschborn di Francoforte, lo scorso anno alla Vuelta a España ha vinto cinque tappe da velocisti (su sei favorevoli agli sprinter, solo Daniele Bennati a Valladolid seppe impedirgli un notevole filotto), quest'anno la tappa di Matera al Giro d'Italia, la Vattenfall Cyclassics di Amburgo e per chiudere in bellezza la Parigi-Tours.

Con oggi la Argos-Shimano tocca quota 28 vittorie stagionali (Marcel Kittel, François Parisien, Nikias Arndt, Warren Barguil, Bert De Backer, Reinardt Janse van Rensburg gi altri vincitori oltre a John Degenkolb), è una delle pochissime squadre che nel 2014 avrà un settore maschile, femminile e giovanile, possiede un buon numero di talenti in rampa di lancio (Nikias Arndt, Tom Dumoulin, Warren Barguil, Georg Preidler, Tobias Ludvigsson, Luka Mezgec) ed un paio di certezze: una risponde al nome di Marcel Kittel, l'altra a quello di John Degenkolb. Uno che le volate le vince con tutta la potenza del mondo, ma non chiamatelo velocista e basta.

Francesco Sulas

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