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Giro di Lombardia 2013: Majka da podio, Voeckler-attack - Le pagelle: delusione Sagan, Rui Costa si defila

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Thomas Voeckler in azione solitaria sulle rampe del Ghisallo © Bettiniphoto

Joaquim Rodríguez - 10
Come detto dallo stesso Purito, vincere da favorito numero uno non è cosa facile. Se poi lo si fa esattamente nello stesso modo dell'edizione passata, il tutto si complica ulteriormente. Ma è oggettivamente difficile resistere all'attacco di Rodríguez sulla salita di Villa Vergano, specie se su quel tipo di rampe lì si è di fronte al numero uno e lo stesso è stra-voglioso di riscatto dopo il Mondiale. La rivincita è completata dalla conquista del World Tour (tra l'indifferenza generale, va detto). Decisamente meno perdente di quanto si sentisse dopo Firenze.

Alejandro Valverde - 7.5
Eterno assente nella classica delle foglie morte, Valverde consegue il suo primo podio alla terza prova in Lombardia. Non si è capita bene l'azione in discesa da Sormano (tentativo di portar via un'azione o semplice volontà di non correre rischi?), per il resto poche perplessità sulla sua corsa, a differenza di Firenze: lascia indietro gli altri inseguitori in discesa, ma Purito era ormai troppo lontano.

Rafal Majka - 7.5
Si rivela il vero capitano di una Saxo orfana del vero Alberto Contador (5), oggi sempre in affanno su tutte le salite. Molto bravo a non andare fuori giri ed a controllarsi Villa Vergano, la caduta di Dan Martin gli regala un podio di buon auspicio per il suo futuro.

Daniel Martin - 7
Stavolta nessun panda portafortuna ha spinto Martin e così è stato Purito a staccare lui, diversamente da quanto avvenuto alla Liegi. Si gioca il podio con una caduta nel finale, rischiando anche il quarto posto, ma chiude comunque positivamente la migliore stagione della sua carriera.

Giampaolo Caruso - 8
Il "Man of the match" della giornata è il siciliano che, per una volta, si è rivelato un gregario più prezioso di Daniel Moreno (6.5), comunque giunto sesto alla fine. Per prima cosa Caruso stoppa il pericoloso tentativo del duo Movistar in fondo alla discesa di Sormano, poi lavora a fondo per ricucire sull'altrettanto pericoloso tentativo di Voeckler. Il secondo Lombardia di Purito è anche un po' suo.

Movistar - 6
La squadra che doveva vincere il Lombardia esce nettamente battuta, nonostante la superiorità numerica. Forte di un Nairo Quintana (7) totalmente devoto a Valverde, García Acosta elabora una tattica interessante, con il duo in avanti in discesa cercando di costringere la Katusha a inseguire: purtroppo per loro, non funziona. Ciò che accade dopo è praticamente inevitabile. Rui Costa (6) non in gran giornata è ineccepibile sul lavoro compiuto ma compie una magra figura "mollando" alla prima uscita in maglia iridata; Giovanni Visconti (6.5) fa un gran lavoro nonostante una caduta rovinosa, l'ennesima di questa sfortunata stagione, sulla discesa del muro di Sormano.

Enrico Gasparotto - 6.5
Il migliore degli italiani è anche il più pimpante. Con Vincenzo Nibali (s.v.) messo fuori casa da una caduta ha carta bianca per muoversi e si unisce al tentativo Movistar sulla dicesa di Sormano. Poi si lancia all'inseguimento solitario nella discesa di Villa Vergano arrivando quasi ad agguantare il quarto posto. L'unico errore che gli si può imputare, assieme a Ivan Santaromita (6.5), è stato quello di non cogliere la palla al balzo quando Voeckler ha attaccato, per un tentativo che poteva rivelarsi veramente interessante.

Domenico Pozzovivo e Ivan Basso - 6
Con Nibali fuori dai giochi e Michele Scarponi (s.v.) colpito dalla maledizione di Montezuma fuori longitudine, tocca a loro due riscattare le sorti italiche, ovvero agli uomini apparsi più in palla alla Vuelta oltre a Nibali. Il bello è che però si scornano tra di loro e perdono poi terreno quando il gioco passa in mano agli spagnoli: Pozzovivo attacca e sembra anche capace di far male, Basso lo agguanta, poi si squagliano e concludono 15° e 11°.

Thomas Voeckler - 9
A T-Blanc va il premio combattività indiscusso di giornata: posseduto dallo spirito del ciclismo eroico, attacca a 61 km dall'arrivo in completa solitudine, arrivando grazie all'inedia del gruppo a guadagnare 3' e diventando un uomo pericoloso per la vittoria finale. L'aspirante novello De Gendt stantuffa sul Ghisallo, si prodiga, sbraita, regala smorfie alle telecamere anche quando non hanno senso, s'inalbera per una rotonda segnalata male come un vecchio brontolone che guarda i lavori per strada, poi verso la fine del suo tentativo, quando ormai si capisce che non ce la farà, palesa alle telecamere un taglio sul mento, fatto chissà quando e chissà in che modo: forse, stimmate per il suo comprovato martirio dovuto alla devozione per l'attacco. Grazie T-Blanc, anche se oggi hai trasformato per un'ora buona il lago di Como nel lago dei ghigni.

Philippe Gilbert - 5
Vero è che il nuovo percorso non gli va tanto a genio, ma dobbiamo rassegnarci che il Gilbert di 2-3 anni fa è ormai bello che andato: mai nel vivo della gara oggi. In casa BMC è andato ancora una volta molto meglio Greg Van Avermaet (6.5), che aveva provato a far saltare il banco con un'insidiosa azione da 20 uomini prima di Sormano e che nonostante ciò nel finale è rimasto vicino a Gilbert.

Peter Sagan - 4
Che Peter fosse uscito stanco dal mondiale lo si capiva anche nelle foto dell'arrivo, ma in pochi si aspettavano che oggi avrebbe mollato già sulla Sella di Valcava. Forse per dire la sua al Lombardia Sagan avrà bisogno di un altro percorso. Molla presto anche Rigoberto Urán (4.5), che non era dato come danneggiato per la caduta al Mondiale.

Nicola Stufano

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