Milano-Torino 2013: A Superga riecco quei guizzi di Ulissi - Il Lampre fa il vuoto nel finale. Majka e Moreno a podio

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L'ultima vittoria di Diego Ulissi risaliva al 27 luglio, Madonna di Campiglio, prima tappa del Giro di Polonia, chiaramente arrivo in salita. L'ultima vittoria sfiorata dal 24enne di Cecina era su un altro arrivo in salita, l'Alto del Naranco, terz'ultima tappa della Vuelta a España.

Prima dei Mondiali fiorentini dove una caduta l'ha costretto a svolgere il suo lavoro a metà, Diego aveva ottenuto un'altra piazza d'onore al GP Costa degli Etruschi, in un podio tutto Lampre con Scarponi vincitore e Pozzato terzo.

La storia di Ulissi alla Milano-Torino, la più antica delle classiche italiane (prima edizione disputata nel 1876), ci racconta di un 2° posto il 26 settembre 2012, quando fu obbligato a piegarsi ad Alberto Contador.

Ulissi, uno che cresce molto ma a poco a poco, che si migliora anno dopo anno, giustamente quest'oggi sul traguardo di Superga è passato per primo davanti ad un Saxo-Tinkoff, Majka anziché Contador, solo 5°.

Per il ragazzo di Cecina una vittoria, la terza stagionale (cui si deve aggiungere la classifica generale della Settimana Coppi e Bartali), che permette di lanciarsi verso un finale di stagione in grado di offrirgli grandi soddisfazioni.

A Settimo Milanese, partenza della corsa che in 193.5 km e dopo un primo passaggio a Superga sarebbe culminata sulla celebre collina torinese, ci sono quasi tutti i big: da Valverde a Contador, da Ulissi a Purito Rodríguez, con Pozzovivo che vede nell'ascesa finale un bel trampolino (ed infatti sarà lì con i primi). C'è anche Andy Schleck, che però non è in perfetta forma (sinusite, è sotto antibiotici) e preferisce non prendere neanche il via, imitato da Bole e Bonnafond.

Dopo nemmeno 30 km di gara attaccano Josef Cerny, Robert Jay Thomson e Bjorn Thurau; si uniranno poco dopo Cesare Benedetti e Maurits Lammertink, che però si rialzeranno altrettanto celermente. In testa restano solo Thurau e Thomson ed il gruppo lascia fare. La coppia arriverà ad avere un vantaggio massimo di 7'40" al km 103, quindi la Saxo-Tinkoff di Contador si porterà in testa a guidare l'inseguimento.

L'effetto si fa subito sentire ed il vantaggio dei due si attesta sui 3', in netto calando. All'inizio della prima scalata verso Superga tra fuggitivi e gruppo c'è poco più di un minuto. Thomson va in difficoltà, Thurau resta per un po' da solo in testa ma a 20 km dal termine è ripreso dal plotone.

La salita è un ottimo spunto per il vincitore della Tre Valli Varesine Kristijan Durasek (Lampre-Merida) per scattare, seguito da un Bardiani-CSF (verso Campione d'Italia fu Manuel Bongiorno, oggi tocca allo scalatore veronese Edoardo Zardini). L'azione è buona, il gap scavato da Durasek e Zardini è di una ventina di secondi. Il portoghese della NetApp-Endura Jose João Pimenta Costa Mendes ed il polacco della Saxo Rafal Majka si accodano.

Il gruppo, ormai esploso e ridotto ad una ventina di unità, si ricompatta nella discesa. Tutto si deciderà sulla salita finale, ma nella picchiata si registra un ottimo Matteo Rabottini, assai attivo. La salita finale è un'occasione molto ghiotta per attaccare e Pellizotti, con Majka e Pozzovivo, non se la lasciano sfuggire. I tre se le suonano nel finale, con Majka ad allungare quando mancano più di 2 km al traguardo, Pellizotti incollato alla ruota del polacco.

Ci prova Pozzovivo all'ultimo chilometro ma gli altri due chiudono sul lucano. Intanto da dietro arrivano Contador, Valverde e Moreno. È proprio il fidatissimo gregario di Purito Rodríguez che tenta l'allungo ma gli altri non gli lasciano campo libero. Giunge allora da dietro Ulissi e guadagna quel vantaggio utile a portare a casa la 94a edizione della classica.

Alle sue spalle il polacco Rafal Majka tenta l'inseguimento, ma è vano. Dovrà accontentarsi della piazza d'onore, a 3" dal Lampre. Terzo Dani Moreno a 5", con Pozzovivo a 7", Contador a 11", Valverde che regola un gruppetto a 15".Alle spalle del murciano, tanto criticato domenica per la tattica di gara tenuta nelle fasi calde del Mondiale, un ottimo Mauro Finetto, Thomas Voeckler, Matteo Rabottini e Franco Pellizotti, che completa la top ten.

La rivincita o la conferma rispetto a quanto visto oggi subito domenica al Giro di Lombardia. Corsa difficile, altro discorso rispetto alla Milano-Torino. Eppure anche lì un Ulissi al top sarebbe (sarà?) in grado di dire la sua. E magari di vincerla, la classica delle foglie morte: se ciò possa accadere tra qualche anno o semplicemente tra qualche giorno ce lo svelerà solamente il tempo.